BRAVVRE
DEL CAPITANO
S PAVÉ NTO,
DIVISE IN MOLTI RAGIONAMENTI
in fornii Ài Dialogo;
DI FRANCESCO ANDREINI
da l'iftoia Comico Gclolò .
;N (
Et in qaefta Quarte Imprvffìpitf dal ptoprio Anton ricorrette,^- aggiuntoti
nelfinc dieci nuoui Ragionfitiunti ditetieuolì , e curiofi.
Con Licchza de' Superiori , &PriuiIcgio.
IN VENETI A, M DC XXIIIL
Appreflb Vicenzo Somaico .
MOLTO I LLVSTRE SIGNORE
E PADRONE OSSERVANDISS.
IL SIGNOR.
ALTOBELLO BON-
E bene a prima vìfta parrà forfè a
V, S. che io gli fìa Seruitore 9 come
fi fUol dire di parole s per dedicarle
vn'opera , nella quale fi contengo-
no, bramire 9 e vanta menti beli irli-
mi sì, ma però di Capi cano di Com-
media s pure io mi confido , che confederata la mia_.
unendone , fia poi da V. S. per effer giudicato tutto il
contrario , e da sì fatto dono verrà com'io defidero in
cognitionejchea fuoi comandi fàrò tempre pronto a
sforzar la mia potàbili tà* òc a rapprefèntare con ogni
maggior prontezza nel Teatro del Mondo l'affetto
a 3 mio
(
mio verfb la perfòna di V. S. non altrimenti che il
Capitano Spauento sà ie Comiche Scene le lue ma-
rauigliofè ìnuen tioni, e forfè i benefìci , i fauori , e le
gratie riceuute più volte fi cortefèmente da V. S. non
l'aflìcureranno di ciò , 6c infìeme non raccerteranno,
che ad ogni ilio cenno io fia per metter Tali , & inal-
zarmi in vn certo modo fòpra me fteilo ? V. S. mi fa-
norifchà a non voler tenere in otio l'opera mia, Òc in
quella maniera fi cercificherà,che gli efTetri fémpre-»
alle parole fono per corrifpondere^e gli bacio le mani-
Di Cafa il dì primo duGiugno 1 62 4,
Di V.S. Molto Illuftre
-" 1 '!f '% »• tù\* c-" i t ! '^itW#V''* ' e *£& "api
Semi core obligatiflimo
Euangelifia Deuchino.
CORINTO PASTORE
ALLA DEFVNTA SVA MLLlDE>
Se alla Tua Bofcarcccia Sampogni/ »
F 0 XJT V l^U inconflante , ò corfo variabile £ fpt-
ra>i%e di vetro , ò forte nemica ti mici defìttevi j qual
cuore di durifltma Selce , falda àUe più dure lagrime
non verferd per gli occhi duo viui fonti d'amatiffimo
pianto ì Qual duro marmo àuue^o nel rigor del più
gelato verno , dal continuo percuotere delie mie caden-
ti lagrime non reflerà canato? S quale Hircana Tigre,
tolmx d'ita , e di f ctonia , non diuentetà pieìofa a miei lamentìi FILLI DE
JLrima cara , e conforteria cariffima > mentre , the tu v'meui, erano per mei
giorni c'biari , e fereni , mille , e mille , amabili penfieri m'ingombrauano la
mente , la Fortuna dolce > e ptopìtìa à i mìei voti , & il Cielo arride ua a mìei
contenti : Ma bora , che tu fei rinchiufa dentro a freddo Saffo, battendo teca
rinchiufe le Virtù tutte , e le bell'opere , s'è talmente cangiato il mio Desti-
no^ ch'acro non mi rimane , che la memoria d'bauetle vedute, & amate.
Jt Dio amata, dipartenza, fierameffaggiadi cruieliffima "Parca ; Tu neri
poteui venir mono del tuo trìfii fimo augurio, e non potesti errare , facendo-
mi vedere l'amat Amia Compagna, non dentro al letto maritale > ma sì bene
dentro la funebre Baya della Morte . U Dio dosi del Cielo , dal Cielo
ifiejfo a me rubbati , te tolti; A Dìo graui ragionamenti , U Dio dolci,
& honesìì dipartì , U Dio Spìrito nobile, e peregrino » ji Dìo diulne gra-
fìe, voimiferuìfte vn tempo , di vaghi , & odorati fiori , & bora (Uhi
Up) mi fermile dì pmgentiffime fpine . 0 bell'occhio ofeurato, ebe dal
Cielo d'Umore hai fatto feendete tante , e tante fiamme nell'amato cuor
mìo , fe tu eri il mio Sole , 0 ìoil tuo giorno , perche non ritorni al mio
fuoco non mi ricopri con la tuafreddìffìmci cenere ) Dhe perche no% pojì'iù
col vermiglio fangue colorire il tuo impallidito volto * Ahi quale ajìro ma-
ligno lnceuail giorno delnafcer mio ì Uflri maligni, cheperme^ole tene-
bre , fpandete a danno altrui i voììrì Lumi , fieri arbitri di mala forte , per
qml cagione riguardando con occhio maligno ii giorno del mio natale
t
fievoi così pronti m dar Umorte àft LLlVEmìa t Voi doueukteò de-
limitar la vofira ira vendicatrice t e mortale (opra dime , emeprìmtedel
f angue, della vita , e detta luce : &i begli ami fuoi lafciare illefi dal colpo-
dttta troppo crudele , e difpietata Tarca.. Efe pure era Decreto. Fatale , che-
i giorni furi ione (fero così lofio finire, quat fatto baucua commeffo h mtapu-
ra Fedè, puramente offerttata y che la tofir'ira ardente (eco non mi tolfe
0 quanto v pontieri cara vittima, accompagnato baurei il fuo dolore con le
mie proprie effe qute / 0 quanto volontieri baurei le mie offa conle fua-ùffa,
la mia cenere con la fui cenere , rinch'mfe in vn medefimo tempo , & tnvn
* mede fimo fepolcro ? { Ma Uffa me) io méne rimango dapoi dì te ributtato dal
Destino , e l'anima tua feguìtata da miedeftrì fe ne vola al Cielo . lo qui ri-
mando Vedouo , e fola , fen%a fpirito , e fen?a vka,fiicendo facrificìo de'miei
fofpìri infiammati , de' miei foffiri rinafcenti , e delle mie faida feminate
nett\Aria. Un'ima cara-, amata mia Confine, il congiungale Umore, che
•me ,efempre viuerànelmìo petto , mifpronaafeguitme: Ma lapietà^
congiuntacon l'amore de' nofiri teneri Fanciulli , enofiri-cùmmuiu Figli , mi
rattiene il corfo.Là onde quime ne rimango, combattuto giorno, e nòtte datan-
ti dolori , e da tanti tormenti ,che tutte le lagrime delie bumane lì* i non mi
feruirebbono ,enon farebbono a bai~ìan%a , per piangere , e lagrimare l'ìna-
fpntata , & immatura tua morte . Ma mi par dì jentìre la bell'anima tua,,
che mi rifponda , e dica C ORII^TQ Marito , Vnìco mio conforto, mio-
primo , & vhimo ardore , poiché il Cielo campa ff andò il tìofiro Defiìno , hàr
delU mìa vita terminato lo fpatio , e che la cagione del tuo tormento nafte dal-
ia-mia morte, mi fero ilie pcnfidi fare i non vedi tu, che il tuo male vàpren-
dendo augumento ? Vuoitttdunqtie ferina fine vlccrare ,& infiammar le tote,
piaghe t vuoi tu dunque difiillart i in pianto ? e /offerire , che Corinto nelfuv
dolore troppo fenfibile , in quefio accidente perda il titolo di forte ? Kafciu^
tafeiuga hormaì le tue luci rugÌadofe,e molli , dà pace a tuoi tormenti , econ~
fidati colfapere , che del mio morule quefio freddo fgffo , altro non ritiene in
fe , che l'incenerito mi'* corpo ,e che la piùnobil parte ,e lapiu degna *nell'e-
firemo accidente della Morte , limge dal corpo f u confermata co i penficri » e o i
defìri , con l'amore ,e con la fede ; la quale in te folo viue , & in tefolo alber-
ga , e che il tuo cuore fìa l'honorato fepolcra dell'anima mìa , eviui in pace.
Horafe quefio mio cuore è fatto Tomba felice della belliffima anima tua , e
s'efia dentro al mio cuor viue , e foggiowa y dunque quefio mio corpo viuerà
maifempre , uè Ict Mo', te haueràfor<%a , di fepmtare quefio mio compofio ele-
meiitaie : Ma fia , clxvuole , iofempre menefiarò d intorno a quefio Saffo
da rie cotanto amato , e merito tanto . 0 Saffo Sacro, e venerand o./pc^a -
ti ter pleiade, e mostrai 'amato oggetto a quefli lumi t prendi quefii micifa-
fprì t queste lagrime mie , e quefii basì ancora pedonali al freddo cenere dei-
tamia
/
l,t mìa cara Pìftìde , tlie neU%umìéò tuo Jeno fteddijfimo fi pace a fine c'bèi
fegiamaì il fuo belliffimofphito gli farà degni d'vnfolofguardo,, emofeaevn
lafua mortemille, e mille morti, xhe per lei fofiengo : e tornando di nuouo a
parlar teco minima beila , sà nei Cielfalita , Sappi , chequando il Sole mon-
tando fai dotato fuo Carro inde impallidire h tua Stella mortak,(i ritenne tre
volte nel fuo corfo , defiderando di morire, e per vlt'tmo fine coprire il tuo ac-
cidente con ombra immortale : E [appi in oltre , che nel tuo morire furono
vditi dalle CeleHi sfere cantar Hinni dolci, e foaui ; eie terrene Diuebabita-
tr'ui dal Tamafomonte furono Vedute zulte veflite di funebre manto: e furo-
no parimente vdite cantare mcfìifsimc Elegie intorno aU'bonorato tuo Sepol-
cro sperò ripofà-in pace anima bella , e cara , che io fruiamomene anelerò
confolando colfapere , che inqueflo Mondo nonènulla di ferino , cbei'hono*
te , e la gloria , e che la morte non è male ; ma Torto della vita, effendo ìl~vi-
uer noflro vrì Oceano d'amarifsime Morti . Tu bene falifli glorio fa di Fama
alla Celefie Patria sfacendo comfcerela morte altro non e/fere , che vn prin-
cìpio del futuro , &■ un fine dei preterito termiwto , Tributo commune a cia-
febedun viuente ; Tu nel tuo diparti re hai abbandonato quesìo noflro Hemì-
fpero , & hai teco portato il mio cuore l'anima mia , e j'io refpiro,e tìho,
è fola per f 'amoro fa fiamma , ch'io porto nel feno , illuminata dallo fplendore
de' bellìffimi occhi tuoi , e finalmente qua giù mi rimango , non per altro , che
per ver fare di continuo amarifsìmo pianto [opra iltuo Sepolcro, guardia fi-
data deltuo amato cenere, eper immolare alle tue ftedde teneri tutto quello ,
che fogliano gradire i Morti- Hnra a' te mi rìuolgo ò mia rnflica , e Bofcarec-
cia Sampogna , Tu alla mia bocca , & alle mie mani fei fiata gran tempo pia-
cerle effercitìo , mentre mene andana teco cantando bora il bei Volto , bora
Ubslnome ,&hora Ì bone Ho, emaritale dimore della mia vaga,c gratiof*
Fillidc : Ma poiché così vuole il Fato , rimantiper fempre appefa a, quefìa
verde , & bonorala Pianta , Io non ti voglio efo rtare a piangere il fine del
fuo terreno pellegrinaggio ,fapendo che quanto più ella viueua,tanto più s'au-
uicinauaall'vkimo fuo fine » per lo quale fi. effa da tutte le pafsioni ,e fida
principio alb fruitione de i feminati frutti . Ma ft benet'eforto , a far col tuo
fuono ,e col cantod'alcun faggio pafiorc, rifonare aquefli pinofi monti , &
a quefle apriche , e rìfonanti valli , Hchia/onome , el'bonorato grido della
tua cara, e virtwfa Pillide , che ciò facendo , te manderai compagna (ancor
the indegna) di molte , e molte honorate Sampogne , le quali non rimangono
a tutte l'hore dì far rifonare quefiefrondofe Selue , e queììi bofherecci mon-
ti , dell' honorata fitafama . Rimanti adunque per fempre appefa a questa,
verde ,& bonorata "Pianta, e teco rimangano per fempre appt fi, à qw. fli ver-
di, &honorati Tronchi mùgli altri miei pattatali finmenti folo ìnuenitì
kgloria , e honor della mìa cara Filtide . Efe in quefìo luogo caphaffi à fotte
a 4 qtial-
qutUhe leggiadro Taflore, pregalo f che per pìetade mandi fuora qualche
amica lagrimetta, accompagnata da vncaldofc$iro I eda*naaffettuofa-,
parola, che dicala tua BiMde habbto pace ,iltbe fuccedendo t prega fuétto
per lui , eoa ejfìtacijftmi preghiti Cielo ebe neUafua felicità confermndolo,
da quefie nofire mìferle lo allontani» E t'egli auuien, che in quefta parte
àrmiVj^h pien*difafio>ed'altertzz* > pregato parimente r che preghi
pace alla vezgofa Filtide > ricordandole che altro non è beltà t, che vnbreue
\ore che languendo fi muore . "Per firn dendoìa à coltma re la belle^adtll'a-
mmo'rmjacuibcluie non foggiaci aWlnfatiabil fame delTempo, né alla
ìnzordijfma rapacità della JHorte,e ebe maggior felicità n'apporti Inonora-
to giorno della nosìra morte t chencnfà il giorno felice del noflro Natale,? qui
tlafào, àmiamfiicaicbofcareccia Sampogna^ .
—
*3fc3fe eteak *Os c€5w e*.sw>
JiSL JlSk *§ÈSk JlXk. JMìk.
FRANCESCO ANDR.EINI
DA PISTOIA
DETTO IL CAPITANO SPAVENTO,
Comico Gelofo ài Lettori, .
Entiliflìmi Lertori.mentre ch'io viffi nella ramofa com-
pagnia dei Comici Gclofi {iloti grido non Vcdràmai
Ivhima notami compiacqui di lapprefenrar nelle Co
medie la parte dei Milite niperbo,ambitiofojC vantato-
re, facendomi chiamare il Capitan Spaiiento da Vali In-
ferni, E talmente mi compiacqui in ella, ch'io lafciai di
recitare lapartemiapnncipalc, la quale età quella del-
l'innamorato, E perch'io braraauadi prefcruatmi,e di non dicad'ereda quel
grido cheacquiftato m'hiuea in quei tempi famofi, mi diedi con molto fin
ilio allo Audio della patte del fopranominato Capitano folo per renderla»
Etùchepermefi potetia, ricca,& adorna : Durò quella femofa.e non maià
aflanza lodata co mpagnia decornici Gclofi,molti c molti anni mofhan-
doa i Comici muri il veto modo di componerc edi recita <■ Comedìe > Tra-
gicomedie > Tragedie Pa Aorali , Intermedi j apparenti , Se altre inuentioni
rapptcfcntatiiie, come giornalmente fi veggono nelFarringo delle Scene. Fi-
nito che fi quel termine, c venuto meno il viucrc d'Iiabclla mìa diletti A3»
ma Conforte, (la quale fu lume, e fplendoire di quella virtuofa,& honorara
compagnia) fui da molti amia miei con figliato àfciinere alcuna cofa, e
donarlaalla Stampa per lafciar qualche memoria di me.epct feguitare l'ho
norato oiido della moglie mia Ja quale haucua Iafciatoal mondo, con tanta
fuagloria,e con tanto ino honorcil fuobelliflìmoCanzonicto,laftra belli fli-
miMirrrlla Fauola Boicarecria, & il Compendio delle fuc belUflìnie Let-
tere : Piacquemi l'honorato configlio, conofccndo da quello vn certo corfò
di vira maggiore,& vna preferua di nome molto più durabi'e . Ma verfan-
do fi il configlio intorno à quello che per noi fi può, ò non fi può faro econ-
fidcratab difficoltà grande dello fcriuere, cosi nel verfo , come nella profa
mi fpauentaidi così fetta maniera» ch'ionon ardiua d'impugnai la penna.
Emen*
.£ mencie ch'io me ni ftatia metti confalo, mi volli à efate vn'ocehiata al'*
Poetica , e viddi come che inrornoaìI'Epdpeia erano (lati comporti molti
Poemi Hcroiri , i quali pi ù rodo daiuno fpanen to à i Moderni Scrittori>chc
anima di poterli imitare, (landò la difficoltà grande, anzi grandiflìma nel
componere il Poema Heroico , e nel darli gli Epi odi; diflSmili.perfarcac-
quifto di quella metatnglia maggrore»'che fi conuiene più all'Heroico , che
alTragic) Vàea»£lf& queftq.mi diedi à con rem piar la Tragedia, e pari»
mente vidi in eira la diffic »Ità grandiflìma nei Armarne vna chebuona fuf»
fe,faccnd imifì innanzi vn mirto , & vn comporto di Fauole di quattro ipe-
tid d'attioni feempie, d'arcioni in treccia; e ,d'Epiiòdij,di Peripctie ,diRi-
cognitionii di Collumi j di Locutioni, d'appaiati , e di mufici , ch'io rimali
più del (olito (p*aucnfatò,S: abbattuto, E (e bene non mancarla chi mipet-
fuadenajdicend orni .icriuialtegiamente) ef-icoraegli altri Scrittori fanno
che nulla pan entono . Con tutto ciò ritornando in medi nuouo , e poca fc-
deprefrando alle parole altrui, mi poh à confi de: ai e l'Opere d J HomerOj di
Vergilio, diSofrcieid'Euripidc, eoi Seneca , &c à mitarcon occhio fano , le
buone Tragedie) e i*approuare,come fono l'AIgmeone. l'Edippo , l'Ore fte»
Meleagro,Tliieftc>Thelefeo,quali fono lebu Jtie Tragedie, che hanoin ef-
(e le vere Peripetie, e lecere ncognicioni ritornai di nuouo nella mia prima
dubitatione , e quiui deliberai di non imbrattar le (rape con limili cóponi-
menti, per non fate come molti Scrittori hoggidì fauno, i quali(miferi)cre-
dendoli di folcale vn ampio mare di lode, trouanodapoi, chea mala fatica
hanno pattato à vn picciol rio d'aura popolare , Finalmente perliiafo, e vin-
to da gli altrui configli fili altrettoà pigliarla penna e mettermi à (cri liete.
E come quello che di nuouo era fjtaueui «to dalla grandezza del verfo He-
roico, del Lirico , del Tr igico e da mole altee ioni di verfi mi poli eó cuoc
trematucàfcriuere.emi diedi alla proià ; &à trattar quello che non era (la-
to trattato ancora da Scrittore alcuno. E le rimientione è quella chefà il
Poeta, non ècoiona in Parnafo, ch'io non meriti folo per qudta nuouain-
uentione, hauend'ella in ledei Comico,e dei Tragico rapprcfcncatiuo : Ma
perche i Lami non nafeono più à i Poeti , ma loloalle gelatine, all'Anguille
anodo, & alle lifoue de i Barbieri, quindi uafee ch'io mi contento folo d'v-
tuTerdeghiiland.id.Ctu ;lo, ò di Bicra.fapcndo che l'inuenrare e d'ogni
mediocre intelletto,elo (piegate in vedi di pochi, e quei pochi fono i Poeti
eccellenti . Dato che io hchbi princ pio à quelle mie hiper boli , mi nacque
vn dubbio nella mente > di non potei le Ip.egare con quell'ordine che fi con-
ncniua lifpettoalle molte regole dello fcrutere, & alle molte ofieruationi
del parlar Retorico, e tanto più quanto che nella To.'cana fauella fi rroua-
no di quelli, che fcriuono con la H,& altri con l'O , alcuni con il T, &: altri
con la Z, alcuni lì compiacciono delle voci di Dante, altri di quelle del Pe-
trarca,
t
trstca. alcuni di quelle del Boccaccio Se altri di quelle del Bembo, alcuni dì
quelle del Dolce , & altri di quelle del Rulcel li , c per vltimo poi lì tremano
di quelli ancorché icriuonoà modo lofOiottinaii nello icnneicifc oftiiutr
iniieme di voicr'clTer chiamati Poeti al diipettod'Apollo.e delie Mu!e:corr
tutto ciò mi laiciai traboccare nell'alti ui pcritiafiom , e mi poti a (ciineie al
meglio ch'io leppi, e con la miglio ie o (Tei uanon e , che pei me fu potàbile
quella mia debile, ma nuoua fatica comporta di cole morali , e di Capricci
Poetici JaqualeferLiitàlblo per pallai ì'oiiq come diri) mole, E perche le
cofe porte per ordine, & àfuo luogo, fogliono per lo più molto diietto ap-
portare, chele discordante non tanno, ho voluto con l'eiJcwipioddla rifor-
ma del gouernojdelìe Città tratto dalla Politica , reggcmi* j e "uncinarmi,,
acciò che l'opera miaconiegtiiica ordine di pcricttione,conie ti quel gouer-
no retto da tre parti, ìapimu diediftubuiicervtilejc 1 nouore, lakconda-
che contigua le co (e importanti dello Stato.e la terza che mi ni fi. a la giudi-
tia. E perche più facilmente potette elici ammeila quella ni ia fatica dalli.
Molti Keuerendi Padn Inquiiitoii» fòno andato fciiuendo poeticamente,
valendomi d'i quello che giornalmente fi vede alle iiampe i e con poetici
fcherzi, trattando di quelle Deità rallce bugiarde degli andati tempi , (bla
per dimo tirare, che fi come fa!lì>e bugiardi erano tutti quei Numi.cofi fai*
lo bugiardo è tutto quelkhche di loto lì ragiona e (cnue: Er^ecco il fine del-
la- mia noi ofa lettera, la quale fimTce come l'altre tanno , [cioè^col punto
feti no ►
TA-
TAVOLA
DI TVTTI I RAGIONAMENTI,
CHE SI CONTENGONO NELL'OPERA,
Trà laperiòna del Capitano Spauento,c la pcrfona
di Trappola JuoSeruirore .
NE l primo KaghnamentùilCapitano Spauento racconta al fuo fermai
re l'efferfuo,e deità moHragenerale della gente àcauallo. car.x
T^e/ 2 . DeUa guerra fatta À Gioue.ecome lofaceffe fuo prigione. 3
"Njl 3 , Del giuoco del Tallone t delgtoflrare,e del correre all'anello. jf
l^el 4. Delta caccia del Ceruo,del Cinghiale^ dell'Or fo. 7
"Njl 5. De'fuoifigVi baftardì^ del contrailo bdttuto con Giano. 9
*Njl 5, Detla fua habkatione , della fua [entità , iella fua fpada, e deUafua
Galea. li
*ì$el 7 . Dd ftto natale, e del banchetto fatto al Ùiauolo;& alla Morte. 1 3
T^elS- Come fu fatto prigioniero a" Amore ,comc fi libera fie, e dima lette-
ra firauagante fcrittd alla fua Donna. I J
T^e/ 9. Della partita al "Pallone, fatta con diuerfe Deità . 1 6
Nel io. Dei Fulmini, del Coas,e del fuo Batbiero. j 9
"Njl ti. DelpefodeUafmglona,pefatadaGioue. zi
T^jl 1 1. Delgiuoco del PaUamaglio,e della flrage fatta neW Inferno. ìj
"Njl 13, Della caccia delle Quaglie ,4eUe S tornea de 1 Fagiani . 25
"Njl 1 4. Della cucina del Sole,e de i Comici Gelofì. 27
l^elif. Dell' abbattimento con Rodomonte nell'Inferno. 1 19
"N^el 1 6. Della diuifione del mare, e della riforma dell'anno. 3 r
'Njl 1 7, Dell'albergo dato à Cupido, & alla Morte , e de ì vinibeuuti , -pini
firatuganti . 3 3
Ts(_eJ 18. Del banche no fattoli da Nettuno,e d'vna procella mantima. 3 5
Hel 1 9. Delgiuoco de ì Carofelli, e del guida re il caro del Sole. 3 7
"Ufi 20. £>e//c fue noige con Megera, e fopra il matrimonio. 3 9
Dell'amor della fua Dama t e delleDonne ingenerale. 4 1
Xc/ 22. Dell' effer fatto Impetator de' Turchia f opra le cortigiane. 43
tfjl 23 . Come veniffe al mondo , la guerra contra lefaette,e della gloria , e
dell'honore , 44,
'Njl 24. Del viaggio fatto in Verfia , & ut Cojìantinopoli , riaggio Hraua-
gante. 46
"Hel 1 j. Delgiuoco della Primiera , delgiuoco delle carte t edei dadi , del
biafmo
bìaftmo.e delghocodel Calch alla Fhrmtwa. 43
f^el 16, Usila battaglia battutane ì campì El'nij , e delle molte mogli offer-
togli da gli Dei, 5°
"Nel 17. Degli ordini dibrauurajelbanchettù dì Marte, e della tonte fa Srl
tirar dell'arco. , ... 12
T$el 1 8. Della congiura degli Dei,ed,èì cercare dimore per tutti 1 Globi . 5 +
Vjl 29. Delcorrer la pojìa cerfugli antipodi s e della giornata ,atta irà
Gioue, e Tintone . 5 ^
*Nfl $ 0 . Della gìcjìra nell'Inferno per le no%£e dì Megera. ' J
^ei3 I. Del far forbir nmui Regni nel Mondo, e della buona, & amcY ^
fortuna. , .
X;/ 3 2. Della bua hauuta con *Acheloo,dcW entrataci Romandi vWm-
tia,e della Liberalità. '■ 6z
Kleliz, DellatontefabauutaconUiace,&Vlìffe foltùTroia. 64
-Hel 3 4. Del giuoco degli sbrigli , dell' Errino in Tifa>e in C ipro ,efopra le
Cortigiane. ®*
T^el 3 j, Della guerra hauuta con gli Urìmafpi , dell' incendio de II gettai
di V eneùa, e del parlare . *8
7^/36. Dell' abbattimento nello {leccato bauutocov là Morte. 7°
Hcl i 7. Del banchetto di Ttutone.e della frn difperationc , e della buona , e
cattiua Vortima. , fc 7 2
■jvr ? / , g, Dcll'cffcrcoppiero dì Gioue, del giuoco dei dadi col Dejltno , della
fuafpada , e delle robhc mandate à Venetia per Corriero ordi-
nario . 74
-Nelzg. Dell'andare all'Inferno per rapire T roferp'ma. < 76
w f j 4o . Della muftca in Pamafadella fetta de' Poeti ignoranti , e deludi-
fefa del Tuffo nell'Inferno. 7 8
Tiel 4 1 . Dello {pavento del Solcatila Nauefìrauagante , e come fufsefatt»
fchiauoddTurco. 80
•Nel 4 1. Della contefa hauuta con Zoroaflro T{e } nelfuo nafemento. 82
T^c/ 43 , Delgiudiciofoprala brauura,e di Tifone gigante t cbeperfeguìtatia
gli De'hfaluatiincafafua. 84
^e/44- Dellafuamalatia^'lccboninfa^dell'amkìtia. 86
X.e/45. DelRegno delle Ama%pni,e dello fiar con loro.
*${el46. Della quefìione hauuta in Athene , e<f d TaJ?o Tceta , e della In-
uìdìa. . . f 1 ,
Jlcl 47. Dello {leccato in Corfica,della caccia degli elefanti » della Città di
Memphi,e {oprai Prenàpi. 9Ì
nel 4S. DeW Recatole, del contrago mia Luna , con la C htmera , e del-
l'buomo,
Ne/ 49.
X<^49- De/ w^gio i» Tamafo,efopra la nobiltà. 97
t{el i 0. Dell'efler compare dì Saturno , e quello , che gli muenr.e nel corpo
alla Balena . 99
"Njl 5 1 . Beli amor delta Luna , la conte/a con CaHore, e "Polluce, edell'ac-
camparfì fotta le fortezze. 1 0 1
liei 5 2. Del generalato, e di quello t cbe gli auuenne in molti luoghi. 1 03
lS[ei j 3 . Delle prone fatte nel mangiare , il viaggio di Colchide , e delle S ì-
rene^j. ioy
T^el f 4 . Del modo di diuentar Mìlite, e Letterato in yno ìfieffo tempo , e del
giuoco delle /alcole accefe in <Atbene. \ 07
1$eli$, Della merauiglia,e della Filofofìa. 109
Aggiunta. H £ lfà- Sopra vna vecchia wcantatrice. Il viaggio in Theffa-
gìia,& altre cofe capriccio fe. 1 1 1
"Hel f 7. Sopra l'albergo della Fortuna, e del viaggio per le cinque Zo-
ne^ . 1 1 j
7$el f8. Sopra molti fìrani accidenti occorft nell'andar al Regno di Plu-
tone. 116
7<ef 5 9. Sopra d'merfe parti del Mondo. nS
*Nj:l6o. Sopra ilviaggio nella Libia, & dell'i fìrani auuenimenti incon-
trati. 110
Nelól. Sopragl' Idoli, fopramolti Ke Indiani, & l'abbattimento conni
moftruofo Gigante. 122
Nel 62. Sopra la liberatione de i Giganti , del prender moglie, dipoutrtà , e
ricchezza. 134
Nel 6% . Sopra di molti prodighe fìrani auuenimenti in un viaggio. 126
Nei 64. Soprailrìnounril Capitan Spauento . jì8
"Sei 65 . Sopra il giuoco della Teloìta , &4el ri/catto dell' Imperator di Co-
' ftantinopoli. 130
IL FINE.
COPIA.
Gli Eccetlcntifsimi Signori Capi dell Eccelfo Conf deX. infra-
icntti, ha unta fede dalli Signori Reformatori del Studio di Pado-
uaper relatione à loro fatta dalli duca quefto deputati , cioè del
R. P. Inquifitor, & del Gre. Secretano del Senato Gio- Mara uc-
gia con giuramento , che nel libro intitolato Le Bramire del Ca-
pitano -Spauento, con l'Aggiontadi Francelco Andreini daPi-
ftoia, non fi buona cofa contra le leggi,& è degno di ftampajcon-
cedonof centia , che pofla enei ftampato in quefta Città .
Datum die 23 IuQij 1 607.
D HieronimoDiedo.l « . nrp , r r, r ,. v
DAnzoloBalàdonnaJ ddl Eccclfo <^»^ X.
Illuftrifsimi Conf X. Secrctariusf
Lwnardus Qtthobonus .
Adi 27.Zugno 1607. !w '
Regiftrato nell'Off comra la Biaft, a car. 1 72 .
G. Battito BreattoCoad.
RAGIONAMENTO
PRIMO.
vede » e non conofce ; voi fiete così intento à quefio vojìro Marte, e lo mirate
così fiffameme,che offkfcato dallo fplendore della fua Deità,non vedete , è non
fapete quello , che vi fiate ,fe bene vi date ad intendere d'ejfcr l'ifiejfo Mar-
te,e s'io v'bÒ da dire il vero , vai non fiete né Matte , nè Mercore , nè Giob*
bia , nè Venere , nè $ abbato , nè Domenica » nè Lune , ìiè giorno alcuno della
Settimana ,
Cap, Tkfei vno ignorante , e non fai di Filofojìa . Vero meglio farà teca trae*
iat di quello, che è tuo proprio; cioè di feruire,c d'obbedire il tuo Sìgnoret Ver
tanto afcolta quello ch'io fono per dirti, e nota bene il tutto. Douendafi tri
pochi giorni far la moftra della gente à cauaHa , e douend'ìo pi» d'ogn'altro
coparirefuperbamitearmato,egmrnito,effendoneìl Generale generali] fmo t
vd barbar* da Voltano mio ^drmaruolo , e dilli da mia parte , ch'egli faccia
le mie armi affai più lucide , che non è il Sol quando e più chiaro , acciotbe lo
fplendore d'effe tolga la vijìa ài riguardanti, Fatto che tu bauerai quefio
td uat tr-
ll Capitano Spauento>e Trappola
fuo feruo .
Del Capitano Spauento
. vattene da Dedalo mio fellah , al quale dirai chemetta all'ordine la fella del
mh Bucefalo, delmio Cillaro , del mio *4rione,del mio Hippogrijfo, de' miei
Gìannctti , de' miei Barbari , e de'miei caualli del Regno .
Trap. ladrone mìo à me pare t che quel Bucefalo fufìe d'Meff andrò Magno »
quel CiUarodi Cafìore fratello di "Polluce, e figliuolo di Leda , quell'orione
d'Udrafio Rjdegli Urguù, e quell'Hippogriffo , d'^fìolfo -Paladino ; Quei
Gianuctci, quii Barbari , quei cor fieri , e quei cauallìdel Regno creda che fieno
vofìri, fi bette la Città tutta dura vna gran fatica à crederlo .
Cap. Mentre , che tu andtrai àfar quello ch'io f hÒ] impoHo , ricordati di tener
gli occhi,e l'orecchie intente ,ad ogni per fona incontrante, cb'effer nonpuò,che
tu non t'abbatta in qualche Heroed Semidio ch'arda t é sfamili d'acesfo defì-
derio d'intender di mia conditione, & ejfendone inuefiigato; dirai ch'io fono il
Capitano Spauento day alle inferna ,fopranominato il Diabolico ,Trencipe
dell'ordine eque flre t Termìgijìo cioè grandifiimo brauatcre , grandifiimo fe-
ritore^ grandifiimo veci fare, domatore, e dominator dell'tiniuerfo, figlio del
Terremoto t e della Saettatfarente della Morte t & amico flrettifiimo del gran
Dianolo ieU*lnferno .
Trap. Gl'i Heroi t & i Semidei poco curano il Dianolo , e vtcno la Morte : che voi
fiatepoi quel Termigisìo che dite ,mi pare impofiibìle, effendochevn folone
fualMondo,Uquale dicono,che fufieMercuYÌo,chetràgliEgitijfù Sacerdo-,
te,Filofofo,e Rè, in vn'ifieffo tempo ,
Cap. E feguitando il bellicofo , e marnai ragionamento,diraicon lingua di bron
%o, e voce dì metallo,cbe, quando ch'iovèìn battaglia d'ha , Se il Furore mi
veslono l'armi, il Terrore mi conduce il Defiriero ,ia Difcordia m'imbraccia
lo fcudo,la Superbia mi pone l'elmo' -, e che la Morte mi dà t la lancia in mano,
per far dal campo boftU fvLima fi'rage .
Trap. QueU'Heroe , e quel Semidìo che fentìrà qucTIe cofe tanto fìrephofe dirà
ch'elleno fonoyn fogno&r io farò ton lui: effendo proprio di eia feuno che dora-
rne il fognar fi cofe firauagati tome che quefie:eglifcrittorideUecyfenaturalidi
conobbe il Melanconico fuoi fogna rfi fempre cofe negre, e funebri, llfanguì-
gno cofe roffe,liete,& allegre ,il colerico fttot. o,faette,e d'altro . Il Flewmaft-
CQ,acqua s pefci,e Naufragi , il Golofo viuande , U Baccante vino , & il Milite
come voi continuamente fpargimento d'humano f angue , flrage , rouina , t
morite .
Cap, Ordinato che tà batterai H tutto,e detto tutto quello ch'io t'ho impoHo, art-
deràt allafìalla del Sole , e quiui farai metter la fella àPiroo palafreno della
dorata fua Qtiadriga ,percbe neU'boradi venere foglio andare à diporto-
perlecontrade d'*4ucrno,&à far cinquanta coruettate innanzi àTroferpina
R egina del fotte ranco Regno, la quale arie, sfamila, fiafima, crcpa , e muort
pet amor mio- - - .
Trap.
Ragionamento Primo 2
Tra p . Il Solefuol leuarfì molte per tempo/maft ìn quel punto^b e al nuota *AU
bore cedano l'impallidite sitile, f agendo m Or iente cm kUijftmi raggi d'oro,
e non lo trotterò incafa ,&ifuoi cor fieri faranno peruenuti al Meridiano pri-
ma ch'io vi giunga; à tal che l'andar mio farà infruttuofo, e vano.
Cip. VàpteH mente ,e previamente ritorna ancora fà come il lampo, feità par-
tito? fei t lì tornato? òben venutoti mio Trappola, che nume apporta il Secre-
tano nostro i
Trap. Nmua , che TimeauaUo del Sole è inchiodato d'vn piede ,eche gP altri
hanno la palatina, e che .Apotl» , gii hà guidali dal Medico Vcone MenefcaU
co degli Dei per farmi medicare , e guarire .
Gip; ^db, ah, ah, mi viene Dem erito tn bocca .
Trap. lo Difendo mesi* vt-flr* Metonimia , ma meglio farebbe batter HeraZ
dito ne gli occhi , e pianger la miferia voftra,come voi ridete lejuentitre
altrui.
Gap- Mi foprabbonia II tifo dico j quando ch'io mi rammemoro di vn certo Ba~
ron Francefe t il quale domandò del nome mio È &vdcndo dire ch'io tra nomi-
nato il Capitano Spavento da vali' in ferna,T empio diGiano,Scudo ai Medu-
fa, falce della Morte, & genere gè neralifiimo di bramrajubito cadde tramor
titoin terra.
Trap. Dicono i Toeti; che le porte della (afa del forno fono due,l'vtta di Cornee
l'altra d'*4itorio,e eh? per quella d'^tuorìoefeonotutti t fogni falfi,e bugiardi^
e]per quell'altra di forno e f cono tutti i fogni veraci per eflere ilCom^ trafpa-
rente , e l'^tuorio nò ; bora per quale porta vogliamo noi direbbe fia paffato
queHo voflro fogno ? per quella d' \Auorio fcm^altrO-
Cap. Trappola af colta, m'era feordato il dirti, che tù imponga al mio Tubichia,
almio Tubarne, al mio Trombetta , che il giorno de situato alla mofìra gene-
rale della gente àcauaUo, ch'egli fi letti neUo fpuntar della diurna /«ce/ine! al-
l'hora, che il Sole comincia à far d'oro le cime deglialti monti , e cauaU&ndo
ilfuo Dejlrìer Boiardo fe ne vada per la Città fmnando butta fella , butta fel-
la,tutti à cauatlo,tutti à cauallo,tutti à cauallo ,
Trap. Vairone non fate quefìo verfo cantando , & imitando la Tromba per le
contrade, perche ogn'vno vi crederà pa%%p, ofpiritato ; E fe per mala forte il
Trombetta s'ìncontraffe in Rinaldo "Paladino, e ch'egli, riconofceffeil fuo De-
ìlr'ter Baiar do 3 à che farebbe il me {chinai meglio farà , che egli pigli il voflro
ron'zìnOjOveroil BagatiMe per meno fcandolo,& per fatue%^a della vU
■ tafua.
Cap. Ortùfacometu vuo'ue nell'andare, fe tu t'incontraci in qualche pouero fol-
dmfaUielemofma,e quando tu non habbia di che, dagli il te foro del gran T li-
beriano, acciò che quejìa mattina defìtti il meglio, ch'ei potrà .
Trap. U te foro del gran Tamberlano farebbe troppo larga elemoftna , e fe ciò fi
<A 2 poteffe
Cap. Tm*ìdkt*M?*'><» g iTS'dal fio Sigerei
utiralhman*m>d*yct f f^^pwa^aftrowfe.iirwrtiijf'-
* e«orC4*iMiM^« B0 ^ ,r< „?^to» c ^ to ^ 0 formWbtlt «{petto,
di «homo mb bob fò eoe »
Trap! Dirò «« * JZTsZ** Scudo deU RM *
Cao. Buono à fed e d\mm*K.fore: &f°P™ lodo ^ dìcmn poto,* fame
foERlClQ THteMO t bauendon e^U fattoi
^ B. AGIO,
RAGIONAMENTO
S E C O N D O.
Capitano, e Trappola*.
0 R A, chetaci tibcUkofotamburOihorAichelaHoni*
de i faldati mette fine alla vifua dei Corpi di guardia , c
deUe Sentinelle, aprendoft, e fpalancaniafi te porte deUt
noftra Cìttadt sfottala fcorta degli arditi,e vàlorofi Mo~
fcbettitri,ccco,cheìo pongo il pièdeflro fuor a del mi*
marciale alberga infegnodi buono augurio ,
"Padrone mio jl Lupo ancora dicato à Marte,Diedet~
le battaglie s quandoefce del bofcopone ilpiè dejìro in fegno di buono augurio j
Ma percb'egli lo pone per de fio di rapina, ìl pià delle -volte riman prefo, ò mot'
tot Guardate ancora voi, cbe'l de fio dì rapirla robba altrui) non vi tragga dal
voflro albergo, e che non facciate di quel le del Lupo .
Cap. :<M poi, che l'ombra , &il fofco ancora del marnino albore porge qualche
refrigerio all' affannate t e ftanche membraper loeccefftuo calore della pafiata
notte ,voglio raccontarti va miopenftero^chegid mi venne nella mente gii *»-
dati luftri-
Trip. S'iowm m"mganno ì tredo J che il LuHro fxx di cinque anni,l'Etd di diecc*
& M Secolo di centùibora date principio a raccontare il vofironobilifsimo pan
fiero.
Cap. Il nabiliffimo 1 & bellico fo penfiero èque sìa; Sappi dico, che ne gli andati
me fi j mi venne voglia vn giorno di master guerra alle lucenti Stelle , giorno
memorando , e degno tteffer fegnato,non con pietra bia>i cacarne facevano gli
Antichi, i giorni felici, ma d'efjfer fegnato con Colonne Gieroglifiche, ton Ti-
ramidi,econ Colofft .
Txap. Bifognaua in quei giorno , ricordar fi del temerario ardiri ie i f or fermati
Giganti figl'utolidi Titano,e della Terra,ecomc furono fulminati,? mirti da
la m.vio del Fulminante Gioue } e fotterratì da Olimpo, Velia, & Offa , Monti
dtiffmi,i quali furono da loro l'imo fopra l'altro foprapojii per mmmr guer-
ra alle lucenti Stelle,
a 3
Cap.
Bel Capitano Spauento.
Cap. Coft pojlomi aiL'ordinc, cominciai ad armarmi alia bizzarra, & alla fan-
tajiica, ponendomi indojfala Torre di'Hjmbrotte per hrica,&U Mote Tau-
ro in (etti permorhne . ^rmto,ck'i« m'hebbiil capo, il petto,gli homerì , e
ie braccia piefiai l'arco baleno per Balefìra„& il La&mto di Creta per Car
cafl\etuìtèU'T*rar*W d'egitto per Frectie,c virretmti t Vofcia fuh
d'ira,e di furore \afcefiMla cima, del M*ntc Olimpo fonfemamemmie dì ft-
perete ftacaffare /'m» ,e l'altro Tolo; pemcmtto>ib'ioftà alla cima deltaltif-
fimo'cifonte^omiticiaià bacare ilFimameìtto^ tdntè balenate liti-
raì,c h'to lo sforacchiai tutto, come vn crimlto .
Trap QueHa èbenevnadi quelle da. raccontarla alte- Donne appreffo al fuoco ,
mancando cafagnemte&umàoVimtolcc,e [spirando per {epa
Qp Sforacchiatolo hebbi tuttoil Firmametito, cominciarono à cadere i» vn
fubito tutte k jì{fè,e teéimute Stelle i utibot* Gme ?adre,tRcttótdel Cie- .
lo, vedendo tanta minale tanta jtrage,tomìnciòà gridar e ,arme, arme ,armei
U onde invno mante , & in vn focus momento > comparerò tutù gli Dei ar-
mati alla Borgognotta per fare al PaxsS vn villane fco afiolto % cme dice il
Diurno Tottà ^trioilo. \
Tra». Bifognam aUboracon la brauura voflra la quale fi può più toflo tnm dta-
re,cbepareggiare,amare v cbe lodare^ più toflo ammirare, che dèf c/mere, fare:
vnfracajjo di tutù quelli Dei falfu e bugiardi..
Cip- la vedendo i'ejferc ito della CelefieCorte tutto fcbietatcrfer. muouerm'icru-
delikmo afialto , che feci f tirai vna baleftrata » e dicdid'vrta Tìramide net
molacelo à Gìoue. Gioue fubito prendendo l'ifieffaTiramide^e trasformati
iota Mfulmiqc:ardenùffimo t melaslanciòne!la iefìa; Io ripigliando il fulmine'
conia dejtta mano,dinuout lo slonciainel Cielo^dietro adefiofpiccaiyn fal-
Wcontantadeftrc?& y ch'io gìmfi.&arriuaitra leCeleftifquadre-, là dotte-
gionto.pofì mano àquefli midtagliente.e fulminante fpada f pvft in fuga tatto
retjercito,& quitti facendo mio prigioniera il Regnatordel'Eterwkganio-
lo al fufo deU-Hemifpero^ominciaiàfgridarloconatrerampogite, frbrtnu
■ pendoinqucjìeiracondeparole-..
Trap- fede, che de grandi \ ancora fi fanno prigioni ,&al ufi atto ti voglio»
dapoi\ màqudi ime parokvfafle voi con Gioue i . •
Opc Dijff di queflamaniera-.Tunon farai '.più chiamato 7raturd;Trouide}i%a,e-
F attuarne ti chiama, la feioccaturba de* mortali ,vè detto Gioue dalgiottàre.nè
findmenttnonbaueraiPtkfor%adiprendervarm^
Xeper mgtnnartborque(la t & horqXtlt'altraHinfa, percbe;mqtià ùfpoglìo-
della tua Regia autorità, quìtiieuo>loScettro>U Diademati Munto, e qui
voglio i n tua vece Regnarc,aidìf petto dì ■ quanti Dei falf h e biigtttrdi fi trottano:
in-qiiefle Cele Ri contrade* v
Trap. Come farebbe à direni difpetto dì tutto la Settimana sht quale non bà mfe
gorno,
Ragionamento Secondo. 4
gtbrno,cbenOnfi^ dcncminaioila quali lx l r uv,v f avolo fc Dìo.
Cap. Legato,e sgridatati b'iobchbì il maggior figlio diuturno , qual
w; (ìaua innanzi pìang cn do, e chiedendo perdono , mi fopravetine Vtntre Dea
delie belle7^re,e Mai re degli dimori, laquale dolcemente ridendo,?? foakemeu
te [ofp'trando t mtfiraHaU ricco teforodi He fue candide prie . dentro la Conca
de i rubini ardenti della pia pur pureaboct anni difici Vali rvjù Capitano Spa-
vento, degno di regnare non hTcrra, ma qui tràmi>/cgìi [tettali giti-, Se mai
tirale d'^tmorti punfe il cote , e fegìamaibiMe^a m< rtaìe^ kbiuina , bébé
forjx d 'a ricrtije d'infiammarli U petto, peri'vna.e per l'altro fi prego , [appli-
co, e f congiuro t cbe tu mi doni,e conceda in gratta il mìo gran TadreXììwe, il-
the facendo, come io fpero,e come mi promette l'innato tuo valore Jiaueraiper
premio da me, e per opera mialagià nel tuoterreflre Mondo, la Monarchia
deUe più belle Donnesche vegga il Sol trà quanto gì ra intorno'-,
Trap. Varale da vender per ca[to l'adulterìo-,ma voi,che rifpondefìeà quelle pa-
roline inzuccherate di Madonna Vtnert t
Cap. Io in quel punto abbagliato-dalia Ciprigna belie^a , e vinto dal doluffimit
ragionanti Cltherea dìuenni tutto m'itela onde m vn tratto fcatenuì Cionca »
li ritornatil ì{egvo t pofcia pigliando tongedoda tenere, [piccai Vn [alto
verfo la gran Madre antica, [aitando sii la Pìa^z* di Venetia, nell'hard
del broglio , là dotte fui da quegli llluflrijjimi Senatori {aiutato , e lautamen-
te banchettato ,
Tra p- Non me ne maramglio,effendo proprio di quel Sereniamo Dominio di rì-
ceucr tutti i Foreftieri^tccarex^arli,&b<n trattarli .
Cap. tìora , che tì pareò Trappola -del nobiliffimo , e leBcofo mio peii-
[itro ì
Trap. Belli ffimo,e degno della vojira mente : in fammi il Mondo più gode della.
voflrabrauurj,e delvojlrpvalorejhenonfece jltberiedt '{noi Filofofi , ba-
bilonia it? fitot Miracoli, e Roma de funi lmperadori-> "Padrone ri-
cordateti, che V bora del dcftnare è quafì pajfata t e tome dice il fiorentm
egli è ottx-r,
Cap. JtndUmo , perche innanzi il definare ti voglio raccontare vrìaltm
bellico penfiero, e molto maggiore del primo, il quale feruirà per rifueglìartt
l'appetito.
Trap. Tadrone mìo caro,iobo appetito fen^altrafalfa dì chiacchieri , cnoaf>c-
correrà per Sìamattina raccontarmi altri penfteri.jtndiamo pure ,àmebaj}a
di Japere,che voi fiate tale t tbe con la voce vosìra fpauentate ì Tuoni , & i
Terremoti, echeì Lampi &i Fulmini s'accendono ne' voilr'ccchi^ e che_j
quando voi muovete fbonorata deHra,VÌbrattdoil Unidijfimoacùatalfpopola-
tela Terra tutta per Arricchire Ufotterimco Regno.
Cap, Così è per certo , andiamo adunque À iemre il Wggine a ì denti , man-
<A 4 gUnda
Del Capitano Spauento
-Wa tomavna buona zuppa di limatura di few, tot fuo fotmUf/'
■ nareyfcbenenonèvigiiiacommndata.
Cap. ' Vr tcnantnanchtramoaltrevmande ™f'f»<>P'f. e -
■ser *%w *sr
j£$&* *&ol* JM%* >2£Xk J£%*
RAGIONAMENTO
TERZO.
Capitano, c Trappoli/»
0 mi vi ogni giorno Unto auan%ando mila for%a , c
weJk dejìre^z* dellaperfona, che mi par quaft di fupe-
iar nella for%a,e nella agilità *Anteo grandìffimo , *
fortijftmo Gigante .
.ninfee per ^«etfo , cbe dicono le Fanale, lottando}
con Hercole figlinolo di Cioue,e cCAlmenajtimafe fu-
perato, vintole morto,fe benehaucm virtù di prender
for%a,e vigore,ogni volta,cb'eglitoccaua la fua madre Terra.
£ a p_ Et in quefio giorno particolarmente ,mi fento eosìforte,e così acciaiato, che
fé tutte te Bombante della Terra , e tutte le S attte del Cielo mi percoteffero il
petto,e tutte in vn tempora» mimUouerebbono dipaffo. la onde effendo tale
potrò fodìsfare aH'accefo defiderio,cbe hanno queììi CauaHieri , che io con efjì
giuochi al Tallone , ch'io corra all'anneMof, e ch'io gicjtri all' incontro , Terà-
vattene hor'hora,& ia miaparti li diraijcbe fe vogliono t tb'b giuochi alTai
lontfcbe vadano alla Bottega del Tempore della T#atura,e chelà comprino il
tallone delta SupcrbUjfacendolo gonfiare eolgonfìetto delta Furia, che iopo-
feia arrivando ,& imbracciando il bracciale della Brauura, batterà il Tallone
borquàfborLì, fecondo gli euenti del Mondo t eon qucjlo pattoperò,cbe la for-
tunale la Sorte giuochint dime^o,eche H Peftinofta quello ,c/je fegni le cacete p
per l'vna>e per l'altra parte-** .
Trapi Tadrone voi mi volete far incatenai per pa^o, e condurre alio Spedale
d*' pafgi d Milano ì Fio vòda quei Camllieri s e che iolor dica (iò\ che m'ha-
mte detto fen^altro dire mi faranno incatenare «
Cap. E fe per forte vorranno, ch'io corraaltanntBorfìlorOtthepongh'mopet
fegnoda portar viacon la lacta y il Zodiaco^ vero U primo Mobile ì efhtalme'te
fe vòglion<),cb*iogiofìri aU'incontro,facci«no, ibe dellagwflra fieno mantenU
tori,l'vno la Mortele l'altrù il gran Dianolo dell' Inferno. altrimerttefacendo f
fbegitmbino fen^a m&perch'ìo non mirosìbaffoiconkmente altera .
Trap.
Del Capitano Spauento
Trap. Se queflì Cawflimfoniw da far gonfiarci Saltine detta Superbia , ì m
pare^h'e^tì fu tanto gonfia e tanto pieno dì vento lambiti m , t he ballan-
do fiaquafi per arrivare al Cielo delia Luna-, fr hanno poi iapornper amrel-
loti Zodiaci vero Ufrìm* MobUe,pcrq»aleEditlm Solare uamtra ti So-
U* £ chin^lvrUVaUentcinOnente tutte le ? fenderne f A U prima
Mobile fintovi» il Dimoiamovi* Morte ,JarA™J*faih$m* 9
perche quelli dui Mmenhorìjonofempre altordine.per^mbattere & ap-
parecchiati all' humano duello .
ci 'topo arevaiarc n»if»a«t* » # - .,
dijchhoyk^ch'e^
condo di carne diT Hnbì t & ti ter^odharne di Luterani. _
Trap' lo per me creda t che il voHro Mafco di Cafa , durerà rn* gran faticaà
ttomrdìquefiacanìein$eccharia. . „ ,
On. ancorali dirai, ch'io raglio che per Frutte fimo portate m Tauola, palle
d'Mtiglicria.per Conf carni Grandmi ,« Tempcfla, e per Stendenti
che,Kmcbe t JiUbxrie t e Spantani. ^ e'ìmkmLs^
Trap. Confatimi dure da digerire, e Zeccatemi dafcmnarfialpnm colpo.
Cap Inoltre li dirai, che per vino da bere alla Menfa, pigli fangued innamorato
Tauro t tnefcùlato colfangue di Piperà tnutperat&Juctodt Cicuta^ dt^pel-
lo rhfrefcatonel Mar dei NOKT,echeU cucina fi faccia a CafadiTluto-
m,mne de mal contenti* perche trà queflì Capimi rifaranno alcuni Dot-
tori amici miei ,dirai al Cuoco . , , .
Trap "Padrone mutate penfiero , non mettete aUa Tauola Dottori , e Capitani,
perche fi romperanno il capofilo per la precedenza , c/x fi ricerca tra i ìdxi*.
tue illetterati* . ... ^ ji
Cin Qttefli Dottori am\cìmieifono buomim piacevoli , & amici di Bacco, & dt
P ' renerete fano lamaggior parte dei Dottori del Secolo ^
uermno, anzi faranno fermi A Tonala indiando fola nella delicate^ dello
vmndcsqKfthali fono Legiflì,Medki,Tlatonhi y e TenpatctiCKTerò dirai
al CuocoJbe faccia vna buona fptedata di FUofofia ^turale ,e Morale per
Ì FiloM, vna minerà di Codici , -paragrafi , e Digtfii per i Ltgisìi s &yn
guitto di Stroppi , Meditine, e Crifterì perì Medili , e Fifiet>e Chi-
Trap"^ ^QueflìwM Capitante queflirofìri Dottoreranno beni§ìmo; ma ebe
pouifione fbà da far per la Famiglia* che non mangia di queZarobb* f
Cap. mraialCHOcOiCbewlaFamigliafaccia^
gnuola, neìlaqualeviftala tefiadelTorc frimanteo, i Tondi Gujme.d
Serpente di Cadmo,i Caualli di Diomede } tlnafo di Gme, le budella di Nat*.
0
Ragionamento Terzo. $
no, Parecchie di Tintone ,i genitali di Saturno Jcchìappedi Ganimede
pettignone di genere *
Trap. Hp n fi irouaràpignatta,che capi fcd unta robba. ,
Gap. Tu T r appaia hsuerai la tura delle ammattiti per i conaitati , in occupane
di [caricare Ufouercbto pefodeivéntre, cagionato dal troppo bere, e dal trop-
po mangiare ^erò metter ai all' or dine iivafo di Tandoraper Cantero, e U Di*
fitera di Ghuéper pex^adanettarfiil fondo del federe .
Trap. La Difittera di Gioite , nella quale egli fcrìuetutte l'bumani anioni , per
nanfe le fcord are pominataancborat detta Egida,? dalla quale cfconoU piog
noti m par contieneuole dimetterla per firaccio apprefio il Cantero di
7>andora,feh'en da quello vfctronomtìi malici;: fono rivi Mondo, come dico-
no * Vocti, per lo più l>»gurdi,& adulatori . Finalmente pei contentami farà
jogntcofa. ■' ; ' J
Cap,. M'era [cordato Udirti , che il Cuoco faccia qualche galanteria per tamia-?
bocca , poca, e delicata,come farebbe i direvn Vafiiccio di midolle d y offa di
Leoni d'animelle di Serpmue dì cernette di Bafilifcbi.
Trap,. , Bifogneràaudar nella Libia >& colà per quei deferti? cercar di quefii ani-
malacci, però batterete vn bello afpettate Smangiar quefto ftrauagante Va-
Jìiccio.
Gip. Trapala torna i dletro,& afeotta . T'affa dalla Stufa dell'aquario Segn»
Celefie mio Stufatoto^utfandolo ebefiafera m'afpetti alla Stufa per tonarmi;
e ch'egli faccia fcaliarlabeni(fimo ,e che riponga fotta tutto il fuoco d'Etna
di Mongibello , e di falcano*, e che per acqua datauarmi pigli telagrime d'O-
limpia t d't^ugrlka^ed'If*bellaperlofw Zerbino^ che per Cornetti data-
uarmi fangue metta all'ordine ventìcinque Tetardialla Francefe , per attac-
carmeli fìdle f palle, sù le cofcie,e [ulte braccia.
Trap. Tadronemìo nosvfano più Tetardi,perejfercofa vecchia,& vfata hog-
gidì da qual fi voglia natione Barbara, e Gentile.
Cap. và,efà tutto qnello,cb"\o f'mtpongo,a[faticati,e fida nelferuirmi, e ricor-
dati^} e DemosìbeneJÌMdiò, i'-a faticò, e fudh nel lodar Filippo Redi Maccr-
donia, ^rifiatile, Me fi andrò Magno^tatoneimortidi Maratona^ ifotra*
te Fuagora Re di Cipro,,Cicerone'Pompeo r 'lHihio Traiano >e ebetufeitenu-
toàfiudiare,affaticarti,a fndare perfcruire,e per lodarci! Capitano Spauento
tuo Signore ,e Tadrone .
Trap. Fofi'ìo pur buono t come lo farei picche volentieri, ma fona cofe da buemì-
ni fimilià que!li;clic raccontati mbauete;epoìdirò;come diffe ioUtì,ìlu$gimì-
gltori fotiopreft t e preoccupati, epercaminarper le pedate altrui , e per gli al-
tmfentierhmeglio èiiarfenein ripofo 1 cb«Jiraccarfìfèn'^afrutto,efen'^a bo-
norealcuno.La filate pur Vairone, ch'ioui ferua alla buona,&alla domeflica,
e che quando mi venga orca/ione di lodami , io Iodica aUafchiettafenxa met-
tenti
Del Capitano Spauento
temUentroOro, Dùmanti,Vede,Rubini, Zaffiri, Coralli, Onorio, Ebano,
T^eue > Oflro i Vorpora,Fm,Frondi t efdrucciolar di limpidi rufceili, comCs
famoqueftiToetuzw Moderniste glìbannotutti tolto À fittolo vò.
Cap. Và,e ricordati difarti legge d'ogni mio mimmo commandametuo; E ft co-
me Foroneodiedelcleggiàglt Urgm t Mercurio Àgli Egitti} .Solone^ gli
Utheniefi,LiwrgoàiLàcedemoni>Minosài Crttenjt, e Tiuma Tompilhai
Romttni/ott iofonoìl tuo Legiptore,cioè leggi vuta.e legge morta; però fog-
giaci rdmtieri alle mie ltggi t motto pià migliori di quelle di Foroneo t di Mer
curio di Solone >di Licurgo, di M'tnos, e di quelle di Mutua -Pompilio.
Tra». Cercherò dìfartoj d'e jfer buono offerttator delle vofireUg$i,frduittovÒ
a far quello ch'ìmpvflo m'hauete .
Cap. Torn* à dietro >&afiolta quello,cb'io voglio dirti? affa per Campidoglio,
e domanda al Senato Romano ,feper ancora mi bà apparecchiata U Corona
Ciuica,che mi fi tintene per bauer faluati tutti i Cittadini Romani nella guer-
ra contrai Cartagine fh /
Trap. Signor mio yoi a i vojìri giorni nhauete tanti rcaft . e tanti faimtt dalla
morte, {.he tutta la Seiua Dodotia, non farebbe bacante à fa rrirui di Corone di
Quercia per coronanti : però contentateuidi rimaner /martiri Coma Cihkà
per qutfla volta , & appagatati d'hauer ottenuta la Corona Gemmata , la Co-
rona Uurea, la Corona Murale , la Corona RuHrale , la Corona Trionfale , e
tutte t altre f amo fe Corone , the ft fogliono dare ài yaloroft Capitani , come
fietevoi. ' ■■ '• ! 'i '. •'• * .
Cap.- Tu ragioni pruicntiffimamente, vagito per bora, cometudici, contentami
di quefle Corone ordinarie spettando d'hauervn giorno per Coronala Sfera
del Sole ,òqudla della Luna.
Trap. S'iofufiin voi, [piccherei vn falto neli'ottaua Sf nascerne voi Mete fare,
e pigherei la Corona d'ariana ,emela metteteiin capo , e darei fine à qutfta
ciucàurlai.t ,come dicono i Fiorentini .
Cap- Sarà ben fatto,ma di quante Stelle, è compofia quella Coronai
Trap. Alcuni la fanno difetti àltrv dinout: bafla, che fono Stelle, e diquelk
Corona potete conteniarui^ndiamo •
RAGIO.
7
W W W
<?.^5w eAÉ^à eJsaU» *aS5w «a55w e^gH»
«vcsr» et^jv» or^sp fi^Sy* *tf?£V»
ji£^s* jÒ&Ml *sM%&. jg&M*
RAGIONAMENTO
V ARTO.
Capitano , e Trapola *
ì ftLffl E ^ Signora ifabella , ki/a rfi norae , bella dì corpo , e
belliffimad' 'animo, non fi rifolueua di ricompenfar la
mia fede, e £ 'amor mio, Io haueua di gìàconclufò,e fta~
bUko,vinto dall'afpra pacione, e dell'amore fa mio tor-
mento ,d' andarmene eome di fperato amante alla guer-
ra contra il fiero Scita t e fopra le Galere le quali effm-
Sft} do m grandi/fimo numero formattano di loro ma grò f -
fijfima, e potentijjìma firmata .
Trap- Se bene la pace è madre del ripofoje la guerra madre della fatiea,con tutta
ciò voi vi rofoluefie d'abbracciarla guerra, ejfendo ch'ella incita alla vinài f
la pace all'ot'tOj & alle lafciuie .
Cap, Hctuenio dunque desinato d'andar con l'armata , ordinai a Marte mio
Luogotenente , eh'impieffe lefiaftbe delmio Mofchettone d'tìonore, e Gloria,
e cb e te caricale con palle di Vendetta, e Mortele ebeat mio Mariane ponef-
fe per Tenacchio la Fortuna di Ce fare Imperatore .
Trap- Meglio farebbe flato metterai il Vico Augello facrato d Marte , fignifi-
cante,cbe fi come quell'Augello colcontimuo battere,cb'eglifà col fuo rojìro,
rompe, e eaua il dorijjìmo ^puere, così col continuo battere dell' Artiglieria fi
rompe qual fi voglia dura Forteti .
Cap. £ perche hi Galera fi fià con qualche feommodo , ordbatalMHeffo Marte,
the mi face jf? dieci facchi dì hij cotto bianco allaTurcbefca , fatto di perle
macinate ,'mpajìate con Oro colato , con Argento viuo y con limatura didenti
d' 'Elefbite,& in oltre vnmatera^ fatto della vela negra , che portò Te-
feo in Creta , pieno della lana del Monton Fr'tfeo , della lana della Capra
Amaltea,e della lana delle pecore del Sole .
Trap. lo credo,cbe Marte fi vede jfe più impacciato nel far quel bi frotte , e quel
«uteraqcptcbt non fu quando dall' 'afiuto Vulcano fi viddeprefo nell'imi fibì[
ftetejnficmeccrtla Ciprigna Dea .
Cap.
Del Capitano Spavento
Cap. Kefàrì dunque, non partirò 'fè^pakbe la bontà delta S'ignora ìfabeU<u
m'afilts mi promette , ch'io debba ottemrlaper moglie.
Trap Sèben'io per fi. il elione voi non andate più alta guerra, fe bene riuol.
tate la cagione alti Signora Ifabelta; fapcte voi , perche non vi volete anda-
re ptrcbeb**cudi*ììm**d*ti gli ^noltori per vedere , e fapere da qual
parte debbe cader la vittoria, e perche* 'aggradano intorno alternata vo-
tira % chiari§mofegfio<iedagrandiffimamonalhà,veneftete rmafo, e non
volete più andare ccn l'armata. t
ClD R-Hando a iuq«e voglio d irne ari fo alta mia ^egtna.alla mia Imperatrice,
&alk Monanbtffa ielle dine belle,e virtu^ft,fcriueroUe,vnabeHijfma Ut
Tira; F perche la Sipora ISABELLA è Donna {traf-rdmarta , yogho
ancora fcrmrle vna Lettera flrafordinaria , però Vattene hor'bvradalmio
CartolaioJicendoli,che per foglio di Carta mi m.mdi la pelle del Dragony
Hefperio perVennail Cornodel Rinoceronte, per Inchiostro il pianto del Co.
codrillo,per Toluere il Mar della Sabbi* , per Cera la fchiuma di Cerbero , e
per SigiUo la Saffifica tefta di Medufit~> .
Trap. Farò ^amo voi m'imponete; ma ditemi in cortefta caro Vairone , come
fìtto fcriuete voi le voslre Lettere quando fcrhtel'hauete t
Cap. Molti fogliono mettere i nomi propri nel fìne delle Lettere ,e quafì tutti ima
io d'merfamente da ogn'vno non pongo mai il mio nome, hauend egli infefor-
Za di far cader morto colui, che lo legge, e lo pronuncia ; e folo in quella vece
[otto j crine ndo dico, lo il Capitano, e tanto bafla .
Trap J* intenda quella voìlra jlntonomafta , voi volete per eccellenza efier
conosciuto per lo Capitano Spauenio,fcnzjt fcriuere il nome proprio . Dio
Signor Capitano^ che voinon fitte vno ài quei Capitani ordinari], che altro
non fanno fare, che esercitare ogni Domernca'tpoueri Soldati facendogli ti-
rare al bersaglia j con fumare la metddella paga in poluere, e piombo .
Cap. yà dunq-te,e porta da fcriuere, c nell'andare pajfa dalla Cafa del Marche-
te fior delle Donne,al quale dirai, che domattina farò all'ordine col mio Cane
per la desinata caccia.
Trap. Che della Caccia vi dilettate ancora {
Cap. Mene diletto, e ne prendo infinito piacere* ducimi folo, che più non e v fino
quelle eaccie famose de gli andati tempi.
Trap. Come farebbe à dire qitali forti di caccia t raccontatemene qualcbcduna
caro "Padrone . . . .
Cap E fendo la Caccia del Ceruo,del Cinghiale* dell Orfo t caccia da Vrenapi ,
egran Signorino che Trenàpefono de gli huomini braui,Dapoi d'nauefvc-
cifonella caccia quella famofa Cerna , c'haueua le Coma d' Oro, t piedi di
Bronzo, e ch'era nel corfo più veloce del vento, & vecifoanco m caccia il
bauofo Cigial Caliianefe ^tentai k caccia, dell' 'Orfo voraci jfmafier^
Ragionarne/ito Quatto, g
Trap. Tadrone fate vn poco di paufa dlgratia,e lafciatcmt dir qmtro parole,
^iu»erthe t cbe voi vi yefthe degli Honori, e delle Glorie altrui,& v'attribuì
te quello t che non è voFtro,voi farete chiamato la Comaccbit d'Efopo, e quel-
to,cb'è peggio ,bt fognerà reBituirei furti con grandiffimo biafmo ,c forno %
tome fttole interuenirei certi Voetìngi Moderni^ che alla [coperta rubbano
àtuttijton rimanendo loro dipropriù,cbe la faticail'incbiojirOjlacarta ,&il
tempo gettato via.
Cap. Tentai , com'io ti difji la caccia dell'Orfo vorace , e perche in Terra non fi
troitauano Or fi decenti alla brauura mia,cbefeci ? fpiccai vn folto ntU'ottaua
Sfera,equmiindua colpìdi fpiedo vecifì l'Or fa. minore, e l'Or fa maggiore .
Fatto quell'atto notabile,e memorando me ne difcefì in Terra,per la vìa delle
minutcStelle , eperuenuto ch'io fui al fettìmo Cielo fui da Saturno fatto pri
gione per hauervccifol'vno,e l'altro Tolo .
Trap. Meglio era faltar dall'Ottawa Sfera in Terra dì posta , che vewtfene per
la via lattea, e capitar nella Sfera di Saturno.^tllbora vedendoui prigione di
quell'arrabbiato vecchio, à che vi rifolueBe voi ?
Cap. lo fu'jito diedi d'vn piede sà la Sala del fettìmo Cielojosì forte,e con tanto
furore,ch'io sfondai il Cielo di Saturno ,e rotolando al baffojfondai il Cielo di
Gioue,di Marte,del Sole,di Vencreji Mercurio , della Luna , e cadendo dal
Cielo della Luna andai àcadere sk la Pianga di Costantino poli ì innanzi al
Gran Tur co, eh' andana à diporto per la Città dì Bixantio.
Trap. Chediffe il G ran Turco vedendoui buomo cadente da gli flellati ChhftrU
Cap. M i domandò nella fua lingua da quat parte io veniua.
Trap. Voi donenate dir di venire dalla Sfere delfuoco t e dirli ancoraché hauetti
veduto gran parte di quella calare à bafìonel Baratro Infernale , per poter
effer quiui in gran copia preparato il fuoco d tormentarlo .
Cap. Io li rìfpoft in lingua Turche fca uenìr dall' ottam Sfera , e dalla caccia de
gli Or fi artici,& antartiche eh' io era il Capitano Spauentoda Valle Inferna.
Quando il Gran Turco ìntefe il mionomejubho /montò da canallo,e Venne à
baciarmi le ginocchia , Il ftmile fecero tutti i Bafcià, i Vijfiri, i Ciauffi, i
SangbiaccbU't Beilerbeia' Cadelcfcber^&i Gìanixgtri, Tattaladouutariue.
ren^a dall' Ottomanna Cortesi Gran signore mi prefe per temano , dandomi
ladefìra,conducendominel Serraglio, làdouemene •fimi per molti, e molti
giorni Keghmite Regalato da tutte le Sultane t e poi nelfinehonoratodi gran
diffimiprefenti Terfiani t iArabi,e Damafcbini yactompagvato dall'armata
fua,edal fuo Generale fino in Calabria, la quale fàpofeia dame licen-
tiata,e fauorìta del mio ritratto per metter fpauetito aUe Fortune, & alle prò.
celle del Mare,
Trap. ^itto magnanimo , poiché l'huomo magnanimo ferba memoria de' bene-
peij da lui fatti per la. Bima^b'egli fa dell' honorc^he gliene viene ? e memo.
Del Capitano Spauento.
rià ancora di (pelli >cb'à ricette t pcr rimeritarli con milk doppi} , costfacefie
yo't,è Magnanimo Capitan Spauento.
€ap. ristorna prefto,vollidirtojh,che io fri tanto onderò àfar mojtra di me,
i tutte le Donne di qne/ìa Città , acetiche in queSìo giorno , non nmnghms
hon foUtele mefchinelle. « >
Tra» i*« Arte pwe * confolarlcptrcbc effendi l obietto uofiro immortalc t eter~
no bifana/be fìa l'*r»or,cbe effe m portano, e credo , an^i tengo per fermo,
che dopai U uofira morteMfeluemiìra memoria nonbauerd altro fef olerò ,
ebe il fondo de i loro cuori, dentro del quale fi confermerà fempre verde , &*>•
vaata.e tocca dalle lagrime loro.
Cap. Co« mi gioua dicredere Jkpendo hemjfimo queftebeUijfme , e gratioffl-
me Dame,ehel'animo mio non è affamato dì gloria uolgare , nè d anmedefu
mo l.auro,chepuò coronare la fronte d'un femflke faldato.
R AGIO-
3?'
<t| ?i§? *«1;3F* t^S 1 Dfeiff tSi? < 9£5? ^
RAGIONAMENTO
Q V I N T O.
C spirano , e Trappola . .
Kandiffma difcordia , eflremo litigio è nato nella Città,
doue al preferite fumo, fola perche ogni nobilifftmo Ctt-
uallìero vorrebbe meco apparentare ,t darmi Moglie :
Laonde per quietar- quelìo tumulto ,equeSìa confusone
delibero di prender Moglie ,per non dir Conforte, the
figniftca correre vna mcdeftma forte,non effendo dovere,
the vna Donnadebba meco correre vna mede fimo, Sorte,
effert a parte delle grande^ mie,e de' mìeihonori .
Trap- Buona rifoluftone è la vofìra Vairone, effendo, che il Matrimonio è lega-
me importantijjìmo, e nato con i nojìri primi parentali quzlenon fi difcioglie,
fe non per Morte ', ma come farete voi battendo tanti Figlinoli ba slardi , co-
me dibattete ?
Cap. & vero,aM$ verifjimo, eh 'io fono cophfo di molti Figliuoli f>afiardì,ì qua-
li non poffono fucceder nell'heredità de' mici l'efori, e nella hemlità delle
grandezze mie, come farà ilmaiorafco,che detterà naftere di legìtimo,e con-
flante Matrimonio.
Trap. Caro "Padrone raccontatemi vn poco il numero de' vofl ri [bafiardì , e con
quai Donne gli hxucte acqui/lati .
Cap. Jl numero ègrandc,m%i grandi§mo>e fe tutti i miei bafiardì haueffero da,
e jfer portay allo Spedakdegli Innocentini Alando tutto non farebbe baSìan-
te a farne vrfHófpedale .
Trap. Set frutti del vero Matrimonio fono,i veri,e leghimi $igliuolì>a me pa-
re , che voi fate vn' Autunno, pieno di frutti , immaturi ,e gmfiì; per tan-
to bìfognerà piglidndo Moglie , attendere a lei fola , e far, come fece Lelia
nimico di Scipione ,U quale non conobbe mai altra Donna, che la jtta . Et
Mmertite,ch'io non duo quel Lelio Comediante t il quilehautndo a fuoi giorni
toccate tante ,e tante Sgualdrine, fi ridujfepoiyer ultimo fieno d'malF rame-
fe,e quafiallo Spedale .
Cap, I primi figliuoli, ch'io generaffìgiamai , fu nelU picca > nellagara , e nella
■B riffa*
Del Capitano Spauento
riffa, ch'io bebU con Henalc , Finitolo di Gìoue , e d'Mmcm bafìardo , &
adulterino, il qwtle fece meco j comejfa, direndo , che in ma notte fola , haue-
rcbbcingrauUate più boritile, che non bwereifatt'io. _ .
Trap. Ragionamento da fuegliar l'appetito ad og>ù Donna, Shauefìe fmamto ti
v><sio3èllaFaiiàfrcf£a.' L; / *'• £ v > <iV . ' I
Cap. Fenm:fialtatto,^ralIaproua,Uetcole tnvnanottefolahigriutdàanqua-
ta Donzelle, & io in vnamezanotttingrauidaidugento Fanr-nlle.
Trap. 0 guardaquante Balie bifognò trouart quante f afte, quante pcz^c ,qu4n-
tnlatte,e quinte pappe^anutricarlìì
Cap I orimi figli adunque Armarono al numero di milk, perche ve ne furono dt
quelle, e la maggiorpatte ,cbe ne fecero quattro, e fa t ancor chefofìe pn-
maruolc* . „■ -
Ttap. 0 chchauerevna Mandra di v acche, che f ace fiero dite volte l Unno co ft
bcnesòcbe il formaggio, illatte, ilbottiro,ek vitelle farebbono a buon mer-,
camma quali furono , i fecondi , che nacquero di voi, perche hauendo detto t ■
primijperconfegucnzd s'intendono anche i fecondi.
Cip. I fecondi firmali gli bebbi dalla moglie di Deucalwne nominata Tina ; e
quesìopercheqitdpouero vecchio difuo Marito , hauendo mfe Sìeffo eiìtnta
il cahr naturale, e non hauendo più for%a dì generare, fu di bifogno , cb'tom-
grauidaffila detta Tina , per riparare al genere humano, il quale di giorno m
giorno andana mancando ,&veniua meno . DaUa quale bcbbi i fecondi figli-
uoli,i quali furono disi gran numero , che baftarono a riempir tutte le quattro
parti delmondo. tr j
Trap. Mora veniamo a I ter%ije pur ve nefono,che non può efferdt menofflend»
veipgrmturacoftbwn Stallone per le CauaUe.
Cap. Iicr%i gli acquifìa id all'Uria, e dalla Terra ; le quali partorirono da milk
Saette, e mille Terremoti, figliuoli mafcbi,ef emine .
Trap. Fùgrancofa,chevoinonbtgraitidaflclUequaancora,chefecwauuem-
ua,k TmejCarpioniJo Storione^ gli altri Pefcidivalore farebbono flati a
buon mercato nelle Tefcarie: Ma torniamo alprimo ^agicnamento^ccio che
tadigreffione non pa vefic troppo lunga al Filofofo: quale vi rifoluete voi di pi-
gliai -per Moglie in quefla Città ì _ •
Cap. Io m i rifoluerò ben tofìo : vi bor'bora , e da parte mia fa publicare m
Bando , che chiunque ha fgliuole da maritare debba condurt&gnudc al-
la publica -Pia^a ,the io pefeia comparendoui mene faegliere vna a g*~
fio mio » r .
Trap. Meglio farebbe mandarle primaalla risa del Mar e, a guadagnare la dote,
come fi facemanticamevtce dapoi condurle alla Tratta.
Cap. Tu m-hai mtcfo,fà quanto ordiva il tuo Signore , nato per commandare al
■Mondo tutto, e torna p r >fìamenteprima ^hemTengal bumoredifaTquai-
ihecofatremcndatefpaucHteuole»
. il 3p«
R agio n amento Qui mbìl io
Trap. Carne farebbe a dir, che cofa?
Cap. Vennemi voglia, imporne d'andare a diporto per gii Stellanti campi del
Cielo.
Trap. BeUiffimiluogbìdapaffeggiare^mamnpertuttì.
Cap- ladoue per cattarmi quell'ardentifmavogUay e qncUardcntifJtmodeftde-
riOipiglia ivnafcahdi fesa col fno rampino di ferro in cima attaccato , loflax-
ciainel Cielo della luna , dotte rimanendo appc fa per quella poi ,me ne andai
commodamenteagli Stellanti giri.
Tràp. Quellafù altro , che andare confcala di corda a trouàr l'amata fm»& ew-
trare per vnafenefìra non molto in alto,
Cap. Cionto, ch'io fuìalla portadet Cielo , trouaiGiano tondue facete , Guar-
diano di detta porta,ilquale con tua faccia miraua la Terra,econ l'altraguaT-
daua il Cielo . Quando Ciano mi ridde ,mi rifojp'mfe a dietro negandomi l'ett-
trata dicendo quello non effer luogo da perfine micidiali fimili a me t the fece
allhora il Capitano Spauentofche cofa fece ?
Trap. lopermenon sò quello } cbevoifacefle,fenonmeU raccontare.
Cap. Vinto dall'ira calda, ebollente, edallo fdegno infuocato, & arfo,diedìvna
fcbiajfo coftgrande,e coftfortea GianOtCb^iolifecìvoltarU tefla fulbufìofm
modo tale, che la Faccia , che prima era Cele/le, diuenne terrena , eia terrena.
CeleRe,e Diurna ; ^ilgran yamoredì quello onnipotente febiaffo, tremò l'in-
ferno , il del, la Terra ,e'ÌMare , & all'ifiejfo romore comparite Gioue tutto
impaurito acquale vedendo l' 'atto incomparabile, e tremendo : per mio difpye-
gio ,&m vnfubitoaggiunfedue altre Facete al bufio di Giano sformandoli
Efiate, la Vrimauera,l'^utunno,& il Verno.
Trap. Megtioera dire la Trimaucra^'EfiatcJ'Jtutumo^l Verno.
Cap. Tofìo , che quelle Tefls ft vìddero mite in fteme, cominciarono a fgridarmi t
■& a dirmi tfborrede villanie, lo allhora no potendo più fopportarc,cbe quelle
'Putte sfaccìate,e quei duo Ku$anonì m'offendtffero,poft mano alla mia Spa-
da ,econ vn mandritto , & con vn rouerfo tagliai la tefla alle quattro Sta-
poni dell'anno, poi con rnpìede gettai aterr a le Porte del Cielo, & al di-
f petto di Giano ,e di Gioue > entrai negli Stellati< ampi, diedi d'vn calcio
nel culo al Sole, facendo paffare il Segno Tropico del Capricorno -, diedi
vn pugno nel volto alla Luna, macchiandola tutta , pofeia per ritimo die-
di di molte piattonate a tutte le Stelle erranti , eccetto a quella di Mar-
te mio luogotenente , la quale genufiéffa mi domandò la vita in dono »
dapoi me ne fceft per la medeftma fcala , e me ne andai alle Paterne^
flange .
Ttap. Uttonobile,e da perfona magnanima, Polche magnanimo ècoluì,ch'ef-
fendo degno dì cofe grandi, e pregiate, cono (ce parimente, ch'egli n'è degno , e
come magnanimo figouerna; voi vi conofcefle demodel Ciclo,e conofeendom
teiétVQlefie al difpetto di coloro entrarti*
B z Gip.
Del Capitano Spauento
Cap H Ma%nanmoconofcendoftmrtmfo,ftconofce parimente meritatole Cco-
me tttdici ) dìtmdpttmmfbe lif,uiene t tb'èi'bowYe -
Trap. Il Magnanimo hdfimprepiHmmmonaibene^
ch'egli rheuesfiendosht l'bonore ge rmogita pià da i oenefic^cb di altrmp
famose da wda,cbefnhe*or,ù. T
ran 'Non ftmkamopt» oltre intorno all'buom» Magnammo, uattene alla
PP ' PiS ZikZe il Bando .eh'hti di® , aeciàcbele belle Figliuole da
Marilo Ct nerbino igmde ,echlopoffafcieglicmene una agufiomio t cheto
frZantoanderò a mettermi aU'ordined'habiti affai pti belli, per comparire
tì dorno,t betathorcrefeeuna beltà bel monto.
Trap. 1QHÒ adarprìntipioatj^pu d'^itagn^
R AGIOr
RAGIONAMENTO
SESTO.
Capirano , e Trappola .
ta dejlirt ciò f ch'io dico . Trappola ricordati di dire «
quell' ^imbafciadore del gran Soffi, Imperadore dei
ì^pbUi,e valoroft Terfiani, dettoti d\4 lì, già Di/cepola
di Mahometto'Profetafalfo t e bugiardo, venuto per in-
tender di mia condìtione , ch'io fonoii Capitano Spauen-
to da Vaile Infema.Trencipe degl' Infc£ìegadi t Re dei
Superbi, Imperator degli ^Ambiti fi, e Monarca degli
buomini Iracondi.E formontando nelTOratitme, fecondo il co/lume del genere
Kbetorho > li dirai , ch'io fono queUo,che col capo minaccia l'Orto , io) piede
preme l'Occafo,iQ la fmìfìra mano lega l' ^iusìro,e con U defìra doma iifred-
do,& agghiacciato Settentrione.
Trap. 'Hon mancherò deU'ordinegiudkiak, ò deliberatiuo. Ma qurUo batterli <t
direbbe ftete Monarcadegli huomini iracondi,mi pare , che farà vnofpauen-
tarloydouend'eglifapere.cke l'Ira affila, l'armi^ le rende taglienti più deil'v-
fato, e per quefla cagione credo , che non vorrà compari m innanzi , con tutta
che fi foglia dire.che la Vieta fta queUa,chegli (mi il filo,e le rwfftxei.
Cap. Mfe per forte egli volt ffe penetrar pià oltre, comehuomo curio fo, e bramo fa
dtfaperqualfta l'albergo mio t e la mia babitationefa Ili Capere, che l'Euro pa
tutta è il mio Un fpìtio . f
Trap. > Dirò t'auantaggio dicendo cofi,chefe Kpma anticamente btbbe Reti ,
Dittatori, Tribuni, Con foli, Cenfa», Tatmif, e Tlcbei, tbequesla ( tua do-
u bora fumo non hà il maggior Re , Dmatore,Tribmio,Co fl hie t l et, (cri fra.
trtcio,e -Plebeo di vuì. *
Cap. Ejegmtando l'Heroico Ragionamento li dirai,ch'h fono quello , , bevìuo.
ca Scherma co» fc òmte ( qutUo (hefd alta leta c0 ; Tmmvti t
chef dalle Affate con la Tempesta. * '
tap. torà , che Setniramis Kjgina con Ihabito diffmulato ,e mentito ivnfc-
m ** Monarchia de gli jfa Cir9 « u€ Mcdi l0n u prigi J^
S 3 del
Del Capitano Spauenco
del Zìo, Dario il Ilegno de i Ver fi, con l'artato nitrir del Cattali* t Meandro
Mtgnoil Dominio del Mondo, con U motte del Valre,col frbonor delia
Madrexon lo sfoìzo dell' Oro, e con la violerà del Ferro, e che voi coljcm-
plicevalorevifmefattofoggettolaTerra,&U Mare ,fe bene farà sra-
gionar -Poetico* lontano dalla verità per molti gradi
Cap, Che vai tuckalando diragknar -poetico, e di Toefta t A
Trap. Ckaland 6 appunto,perchelam m iorpartedi certi Twtv&i Moder„ t
fono,come le Ckale^be dapoì vn lungo* notofo <antarc>creppano, ejcoppta-
Cap™ Vddmq™^ lhlgm Twche ^ h Per '
fiana^eglìt'intenderàbeniffimo.
Trap. -Padrone io vi ricordo, ch'io nonfonoil Conte Orlando, ti f^™^
emolte Liwbebauempronte^ont^mahauemancorala ^ -fjf' '
bicajevoinonmelamfegnate rimantrò vnbdt$mo tgnoranteaUa prejen-
■Ctip^Ttfegnerò io , che fornii Maeflro dimtii }^ a %i\' e dì m ^l^'
P editJele Sciente. Dìraicofi^m^cbiJ^^^fJ^^
dendoti il falutorifponderà ; alcccbimefelam, SafightcUq, Tufogpongi ti
reflante dell' Oratione tntotgm Tunbefca,& elegante ,aaio che tunonjem-
bri vno ignorante. , . ,. ... _
Ta p. BifovntTtbbe t che h haueft k mite , e molte Unptedi Mitridate Red*
Tonto^rfodhfareaU'appettitovofìro : -Padrone non mici ma ndate;perche
k rimarrò in grandiffima vergogna.
Cap. Smungati fopra d'ogn'altra cofa di quello .che boralo per dtm , £j
P ^andar%, come tu farai dA Verftano ^mbafaaiote nel ^ornare*
t'mcontraffi à forteti fegator da flenodi Saturno
Gioue, quelloSbìrro di Martedì Monta m btamo d'^pfh quella laf ut*
diXVeneremel Udrò diMenurme quellajìrega di D\an*>dtloroa nome mio,
ch'io gli tengo perfette Guidoni erranti ^ch'altro non f tumore andar jt rati-
mltendo intorno d primo mobile della furfanteria.
Trap. Voi volete che queììi fette -piantiti , che nominati m'bauetc mimandtr.o
\na influenza- dì maligni mflujfi nelle gionmre della pvrfona fi eh io non mi
poffali^ere^glitrou^non farò loro quesU ™**^f™'*
P dkò bene M'ambafciador Verfiano , entrando nel campo de -v ofi .co
cht fi come 0 rfco,& ^nflonc\eolfuono, e col canto tiranno a loro le ? tante,
te ì Saffi* disfai tei e -mura* le Cittadi . . ... •
O p. Domanderai alMmhfdadore da mtap amagli heueffe qualche Sem,-
tarr.t D ama f china damo flr are -
Tra p. Che volete forfè barattar con U vojiu Spada i ^
Ragionamento Sefto. Ia
Gap. Qu' ft" notabiliffimo errore non fan io , barattar la mia Spada i priuarmì
di quella Spada tanto celebre,e tanto fkmofa Ì quella mia Spada non è Spada
ordinaria , come fono l'altre Spade :ma Spada Celefle, e da Celere mano fa-
bricata .
Trap» Trima,tb*io parta davoi,fatemi gratta caro Tadronedhitccmarmi t co~
mevoi l'bauefìe,eda cbifoffe fabricata .
Cap. Son contento : Sappiadunque,cbe quejìa mia Spadafàfabricata da Vul-
cano fkbro di tutti gli Dei } il quale fabricata. , che l'hebbe , la diede al fommo
Fato, il Fato la diede a Xerfe, Xerje la diede a Ciro , Ciro a Dario, Dario ad
~dleffandro JU 4leffandrca Romolo, Remolo a TarquinÌo,da Tarquinia al Sena-
to Romano, il Senato Romano a. Ce fare , e per ritmo pememe in me , con la
quale poi disfeci a' miei dì mille eserciti .
Trap. Hora mi parto contento battendo intefo la Genealogia della vofira Spada,
dal vostro eloquente parlare »
Ca p. Trappola afcolta , m'era f cordato vnnonsò che : baderai dapot della vi-
ftta dell' iAmbafcìadore all' \Al fende , e dirai all' ^miraglio del Mare, che
faccia varar lamia Calerà , con la quale intendo andarmene a metter terror
al Mondo .
Tra p. Che bauete fatto f&bm are ma Calerà per voi ì
Cap. Io dal Tempo , dalla T^atura , e dall'arte , hò fatto fabrkare ma Gale-
radìdugento banchi ;yna Galtradko,conleSartedtSeta,ed'Or la Vela*
tutta i'jAHor'tOy e d'Ebano conte/la ; dellaqualc gli lìberi, e le *Antenn*^i ,
fono>di finitimo Argento , la Toppa di Dhmante , la Trora di Rubino , i Re-
mi di Topatio , l'ancore di Smeraldo, le Gomene d'Oro majjìccio , e la Sa-
noma di Terle Orientali: S peri he la Galera pojfa paffarecemmodamente^
efen^a impedimento alcuno , hò mandato innanzi quattro milla Guaflatori ,
a lernt via tutte l'ifokdel Mare Mgeo , & a flargare lo tiretto dell' Hel-
lefponto .
Trap. Seilo ,eSr Abido faranno di mala voglia, vedendo ft allontanare i'vno
dall'altro. >
Cap. Raccommandamì all'armiragUo, e vi volando il mio volone .
Trap. T air «ne mio io credo , che voi diciate vna cofaper vn'altra -, voi crede-
te , che volone f/a del verbo volare ,maìl negbtio non camma co/i ; Votone
umidir feruo uolonta rio , e con quefio nome erano chiamati quei ftrui appref-
foi Romani, che uolontarkmente combatteuano per lì loro padroni >HquaU
poi per benemerito erano fatti Cittadini Romani ; "Perdonatemi s'io fonopaf-
fato tant 'oltre , Ucbe èjìatofoloper ricordami quello , che alle mite l'buomo
non fi ricorda.
Cap. Tu fai molto bene,emofl r id'amami, marno di effer'aititertìto, e ricordato
dt inetto, che lanternaria alle volte non fi rammemora .
S 4. Trap,
Del Capitano Spancino
Trip. « *t/to» wrare non è per non faperc , ma per inauerten%a i perche h«-
ramaiécofttroppo chiara ,chauoÌJmeun'b m ,m prudente faggio, cbe^
portate il cuore Jladeflra , e non atUfìniJìra , comewokil Saptenttffmo R»
Cap, 5 S/S ttSi <*lera*»H«w tók 6mw* F«rt«M , doto Gioria <fci-
£ Honorem fc
H.AGIO-
Jfc. ^ ^ ^ ^
RAGIONAMENTO
SETTIMO.
Capitano > e Trappola.
jGNOJ Cap itano,S ignare, e Tadron miofmgolarifpV
motvoi m'hauetetate,e the volte dettole fiete vn'buo-
mo molto differente da gli altri httomm, e che nonfìete,
tome gli altrinato,nutrito,aUeuato,edifciplìnato,à tale »
che m' battete generato vn defìdericuirdentiffìmo di fa-
pere, cerne fù il Voflro nafcimento, e l'altre cofe , cb'aC'
ccnnatem battete: la onde vi prego, e fupplico conceder-
mi per grafia U fapere,come §a paffuta lavoSìra vita; promettendoti in con-
tracambio di efponerfempre qtteiìa patterà plftfonaa qual fi voglia, elùdente
pericolo per voi.
Cap» Quelli,cbe meco v'mono, e che feritone la perfetta mia ornata di tante Tal-i
me,c di tanti Trofei non viuona in pericolo,nè occorre loro metterla vita a
tifchid? aperigliipercbe douunqueio fono fugganole s'allontanano irifeb^ì
perigli, e le fiere fuentttre .
Trap. Quctlo è quello,che fommamente mi piace, acciò ebe noipotiamo v'utercs
felicemente,bora date principio à raccontare mnutiffimsmenteil Mt4 t ch'at
tra diitttOycbt imparar non trotto .
Cap. Quand'io nacqui in qitefiogran Theatro del Mondo , nacqui diuerfamente
daìnafeer dell'altre Creature,e perciò nota: Quando gli altri laniuJlinafco-
no, nafeono ignudi,e piangenti,&io quando nacquijtacquiveflito di piatirà*
e maglia, ruggendo, come febricitante Leone ,& fifebiando, come arrabbia-
to Serpente^.
Trap. Sò.che il forno di voflra Madri douette fpay$$rfi per vn gran tempo, a>
cosìSìrano,efirauaganteparto.
Cap. ^ Quando glialtri Fanciulli >iafconc t fnbito fono lattati con acqua calda, fa-
feiati con pcxge line,& allemtiton lattea con pappe ; lo fubito nato fui la-
uato con piombo f colato faf ciato con lame di ferro affocati} « nudrito confuc-
. codi Cicuta, e di mortifero spello ,
Trap.
Del Capitano Spauento
TlMp.- ji dìo €'iarlatanì,quefl'è altroché lauarfi con lardo bollente ,c gocciolan-
te, bauendout voi pfitHa data la concia alternarti per farUupir quelli cht Vi
fanno à vedere . . ,
Cap. Quando gli altri Fanciulli fonò Alenati, fono mmtati alla Scucia ad impa-
f area lettere a (crìttefe,afardì contagila G rammaricatila Logicatila Fi-
lo foRa alla Lette >& alla Medicina ; Io fubitonato,mdrito f & atleuato , fui
non f acciaiti pezzi qùakheduno.
Trap OufffRf /« veggio tante fpoghe t è tanti Trofei attaccati fuora delle
•portèdetia Cittltutta opera voftra.Vadrone voiftetevn'huomoftngolare,e
colmo di Pietà , facendo l'officio ,cbcv pì fate,& vecidendo così toflo, e cosi
fpeflo perche come fi [noi dire ,1'vccidertoflo altrui e ffer officio di grandini-
ma pietaie,e*en farli jìentare,come molti inai' accorti Manigoldi fanno.
Cap. MaqnefìoèHulla,aqueUo,chefafp€tta.
Trip. Guardatati dunque Farinelli , e Campagnoli di non dar nelle mani del
mio Vairone, perche io vi veggio tutù pofli in Ruota, i impalatialla Tur-
Q^ Che Ì perch'io fono in tutto, e per tutto dinerfoda gli altri buomini, d'merfa-
mente ancora prattho>e conùcyfo .
Trap. Come farebbe à dire con che forte dì perfone ?
Cap^ Con Heroi t con Dei,e Semldeh e che ftavero nota , e nota bene acciò che tu
p«j]a giungere alla riua,& al parto del rapido ragionamento, lo per non man
caredieaudleria,e per nondigenerare dalla grandezza miai vngtorno
taimecoadefmare la Morte,& il Dhuolo mici cariffimì amici .
Trap. Staremo bene in mia , e doppo morte ancora , poi che battete per amici il
Dianolo, e la morte .
Cap Finito che fu il fontaofo baanebetto, Il Diauolo prefe licenza da noifacen-
do ritorno allefqualidt ritte d' Mheronte ; la Morte fola ttolle rimanertene^
meco acena,& a dormire. ... r
Trap. La Morte douetta e ffere innamorata di voi . U Dio "Padrone bauete cojt
bella,e gutiofa Damicelo tacete è( V oi potete Jìarftcuro ,'viuerfenz* fo-
fpetto,egelofu di lei perche ognuno fuggirà per non uederla .
Cap Rimifa.cbe fìtta Morte per celare, e per dormir meco, fu fubito prepara-
ta la cma,& il letto perl'amorofo i ofUtto: Cenammo quella fera allegramen-
te^ pofeia ce ne andammo a do; mire in un medefmo letto la Morte t ed'ìo . ^
Trap. Voi potemte dire , come dice il Tetrarca , è duro Campodì battaglia il
Cap. ^£ perche la mattina , eia fera s'era beuutoaUa gagliarda, {limolato dal
liquor di Bacco, e dai piaceri dì V 'enere ,prefi amorofo fola^o coniai
7 r Mone.
Ragionamento Settimo. r ^
Mirte tutta quella felicij] manette .
Trap. ti Cielo mi guardi da ftmìl commercio fida fimUi fdajjti •
Cap. E tanto, e tale fà il contento d( tl*una,e dell'altra parte, ibt la Morte r'mafe
gtatcMa dì me .
' Trap' fhe Dianolo di contento fà iluofìro ? e cane fu prjfbile hgrauidar U
Mortela quale altro non è,cbe pelle fid ofjaì
Cap. I a Mme èbuona robba,a thi la sa t*U re: èrtMa da toti lafeiar per dina*
ri,Donna prattha t t be' fi fpedifee alla prìma y e non ti fà fle-ntare, r cm- certe
Donne mxl pratthhenel me(ìiero,cl>e nw la fiiifcon mai . La Mr>rr< (ente*
doftgrauida,eukinaaipaUorire,maKdèperi'Herebo , e per latioite fuoi
Geétari,acciocbe foffero affluenti al Parto fuo . Taf tori la Morte ,e con
grandiffmidolori,e con gtandiff^me fltidadiede alla luce del Mondo la parte
Gbtlfa,e la parte Ghibellina, nobiliti mo trattenimento di qualft uoglìa bona-
rato Soldato .
Trap. Che fegutpn della Morte roSlra innamorata 1
Cap. Si Hcentiò da me,e con fuo Tadre,e con [uà Madre fece ritorno al ^rgno
di Cocito ,
Trap. Tadronefe Simonide Filofofoper hauerdato fepolturaad un corpo mor-
tOytrouato da lui infepolto al lido del Mare,meritò di faluarela fita una, una, e
due voltc t effendo Jlmpre auifato daìl'ijiefìo defunto, quanto più meritate uoi
per haueringrauidata la Morte? afhi più percerto,e credo pcrme,i b'cllanon
u'ucLìderàmai. m
Cap. Se bene il uiuerenon è altroché un continuo morire. mancando cgnì giorno
un giorno al uìuer noslro^cme dice il Filofofo , con tutto quefloio nacqui con
condit'wne tale,dinon effer foggettotièalTcmpo,nèaUa Morte.
Trap. • E nero T.idrone- t ma queUì,cbe no bano cotal Trì/tilegio,c(me battete noi,
èdi\nfogno,cbe muoiono,e che cedìno atlanectfjìtà del Fato, poiché la uita no-
flra è,comc fah/adineae,efpoJìa aiealdifsimìraggidel Sole, e fintile a quel
faffbtcbe gettato t;elì r acqu.i t fa quel gran giro,cbe fub'uo fparìfee.
Cap. Mi difpiace,che il genere humano per legge Fatale fadtfiinatc aSa mcr-
te,ma uederòdì rimediarui in qualche modo,efeno per tutti, almeno per quei
Galantuomini > che meritano di uìuer più de gli altri bajlerà foto ,cb'iodica
quattro paroline al Fato, mio carifsìmo amico,& il negecìofarà bello , & ac-
ccmmodatOyC così ogni uno uìuer A quanto uorrà ìnqueilo Moti do . ■
Trap. Se qucfto negoi io ftu cede, ch'io per me non lo credo, urglio pure che noi ci
diamo un Lei tempo; fe pure non faremo impediti ; p( rthe è da credere, thi^j
finfolcnxade gli bui mini ,e la libidine delle Donne fi farebbe tante grarde^j,
che non ft potrebbe pìàmuere ì & ogni cefa andenbbe fottofopra ,la Ghflitia
non bauertbbe luogo, il latrocinìo,e l'affajsir.ameritoandcrebbepertutto y ni»~
no farebbe fteuro in cafa fuade Donne farebbono etmmuni ,e così il mondori-
tornerebùe dìnuouo nell'amico Caos , e nella nucua. confinone . Meglio fard
/ a duri-
Del Capitano Spaucnto
RAGIO-
15
w *%w igr
jllk Jilk *§iÌk JlXk j«E3k .^Bk
RAGIONAMENTO
OTTAVO.
Cap.
Tra.
m
ut
Capitano, e Trappola.
MORE bramofo di farmi fuo ferito, e fuo mancìpio l
andò da Vulcano Fabro Celefte,& a quello fece fabrt-
care vna Colubrina,cbedi punto in bianco tiraua da Le-
uante à Tenente, e da Me%p giorno a Settentrione.
~4more, come fifuoldire è Cerno di leggerezza t Tigre
di crudeltdtFolpe^d'inganniiBaftlifco di veleno, e Leo-
ne d'irati quale porta del continolo Strali per ferire ,&
\Altper fuggire T ìoperme vipenfando , come ,& in qualmodovoivipotefic
faluare daUa fua for%a t edalfuo valore.
Ca p- Fabricatx,chefu la flupendx,e merauigliofa Colubrina, dimore la conduf-
fi [opra l'altìQtmo Monte nominato Olimpo , permeglio vedermi , e colubri'
narmiiltuore.
Trap. il cuore è di forma triangolare , e J aerato ai .Amore, eneU*iflefJò cuorcs
stanno gli fpiriti vitalbe perciò fi dice,cbe mortali fonoì colpi d**Amcn: a ta-
kahe io concludo,cbe dimore volendo f erimi il c*orc» voleua petconfeguen-
%aleudruila vita*
Cap. Mentre j^he il Bombardiera Amore > m'attendeua al varco, io In quelmcn-
tre me ne andana paleggiando fopra la 1- talpa vnìuerjaldel Mcndo,libero>
e f dolio d'amaro fi impa%%i* Ond'egli vedendo il colpo frane o,ctrto,eficuro t
diede fuoco alla fpauentofa Colubrina »e cane jja afpramente colubrhommiil
cuore t Colubrina^ , ch'egli m'bebbe il cuore ,gli venne dtftdeno divedermi
legato al Carro de'fuoi TrìonèM onde ritornò da Vulcano t al quale fece fa-
brìcare vna catena dì jinijfimo acciaio .
Trap. Il cuore jìà nelme%go dell'interiora , come Re, e Vrencipe della Republi-
caM qua le commanda a ttati,& èfempre il primo a nafcere,& l'vltimo amo-
rìreji the fcrendouiil cuore , douetefe non vtàdemi, almeno mandare inre-
uina il Kegno,ela Republica delle voflre membra hterwri.
Cap. fabricata ,cbefuladurajHfrangWile, e é'ìneiirk&bile catena ^4more_j
iiftta propria mano, ( m& con l'aiuto però dimtlte, e mille anime inna-
morate)
Del Capitano Spauento
morate ) m'incatenò ai Carro de' fimi Trionfi.
Trap. Se Ornare è finto ignudo per iVefci, alato per gii Augelli, confuoco per
le Donne^onììalipergli burnivi , e con arme per le fiere colubrinandouiil
cuore,&ihcaun.indoui>ccmcfece,mipare,cb'eglivUranafledafiera,eda
t mmil{vr^Xra$imr,pi&<hedahuom
nudo vófco Arme,enon «Strali. , . r • '
Cip. lncatemtOych'egli m'hebbe al Carro de'fuoi Trionfi , e potto nel me%p ad
vn numero infinito d'Heroi t e Semidei t tieto,<iltiero,efafìofofe neandaua, mp
slraniomì.a ciafchedttmperfuo trionfo maggiore^ memorando .
Trap. dimore per dimoUrare ch'egli era Trencipedeglilìeroi, vi pofenelme.
\rodi tanti Heroi, perche gliamctnti fono dal fuo nome Heros,nominati He-
roi,coms fapete .
Cap, Io alilma vedendomi nel me%p di tanta innamorata Canaglia ,fatio,& h-
fafiidito di tanta foggetticne, diedi vna jcoffa cofi grande alla perfontu*
mia , che in vn fifa ruppi , e fptT&ai l'indegno laccio, e la durifiim*-,
CatCìHLJ . '
Tnp. ^ quel rumore fi potem Un gridare , guarda l'Orfo , guarda
i'Orfo. * • . •
Op. fiotta, ch'io hebbifracaffata,e fatta in pCTgj la duriffma Catena , pighat
vn pe^zodetl'isleffa Catena, e coneffa cominciai a forbottare quella fchieri
d'innamoriti forfantì.
Trap. Jion dite così t'adrone,non offendete tantogPinnamorathpenhe ìovì ri-
cordo >che gli ^Amanti bannovnnon sò chedì Dimnohloro, fbenon barino
gli altri hmminitche innamorati non fono, e cbefiaveroglì ^Amarti per an-
tico Vriuilegio d'~dmore t poffano [ciotti da tutte le qualità burnirne «mure , e
difamare in vn'ifieffotempo.effer pr e ffo,c lontano, morire in Icriflefsì , evi-
nere in altrui ,arder da lunge,& aggh tacciar d'appreffo,e finalmente efferpià
doueamam,cbe douc vhtono .
Cap. *A qttat romore i Defirieri del Carro dimore fi pofero in fuga fuggendo
d'ifperatamente a tutta briglia,per la qualcofa dimore non potendo fi fofienere
in piede, fu cofiretto à traboccar giù dal Carro, e cader'in terra : Io vedendo-
lo caduto a tcrra,loprefi per vnagamba$ con e ffo cominciai dinuouo a ba-
stonare quella Turba vegliacca,ponendola in paurofa, e velocifslma fuga-> ;
^Hlon!anata,che fàda me quella gente otiofa , lafi'ma , & effeminata , slan-
ciai dimore nettatene Sfera, il quale andò a cader nél grembo di fua Ma-
dre Venera*
Trap. Tra legambe di Venere finafeofe Umore^glì non potem falmfi in luo-
go douefieffe meglio. t
Xap. Quando quel Fttrfantetlo dimore fi vìide nel Corpo di guardia di
fua Madre tenete, fubito tefe l'arco auuentommivna Saetta con tan-.
w furoreja quale nei difendere dbafìo,andò à penetrameli' Inferno, e quim
cani
R agionamen to Sefto. r 2
eaub m'occhio a Tintori ejmperator delie perdute genti . Quando Tintone
Orco Infernale fi [enti ferito, fubito fi cattò la freccia dall'occhio , e la diede i
Heffo Centauro, che laritìrafje nel Mondo di fopra ; allhora il famofo Cen-
tauro tefe l'arco, e fioccando paf so la Terree non-volendo mi ferì fono le
piante, per la cui ferita di mono rimaft fedito, piagato, e più mancipio d'^i*
more, ch'io ftitfigkmai.
Trap. dimore con la fua forx? vince hmmi/ti, e Deì,e cerne libero Signore na-
fcenclcampo della nofira libera volontàjegandola,e facendola f aggetta , à
tede, che per defimo,e non per elettìone fumo corretti ad amare, t feruire avn
sìgran Dio . , _
Cap. lo sa betti$imo,come innoi fi cagioni uÌmore;e cerne gli ^Amanti battendo
tavolontàlibera,pofiono amare quello s cbe vogliono , febene è parere d' ^ri-
fiatile ,cbc gli Amanti Uberi habbino l'intelletto , enonla volontà.
Trap. Quel primo compiacimento cagionato dal vedere yn beUiffim* oggetto, nd-
fie in noi per Olinto naturale } ma conofeiuto dapoi,e benifimo e fa minato fi fà
uolontario, perche dalmerito, è dal deme rito della cofa amata fi fegae,o fi la-
feia ftarej.
Cap. lo intendo beniffimoilmo ragionare, fta in me dimore per elettione , o per
defimo, bafia t cb'io v'tuopiù,cbemai innamorato d'vna genti lifiima S'ignora ,
ed è tale t 'incendio, ch'io porto nel fino, che incenerir potrei la Terra, c'I Ma-
re,e quanto con mìa mantoccaffi vnpoco ,
Tra p, Holà Tadrone voi ragionate in V erfo, come quelli coloro, che cantano al-
l'improuifo.voi mi riufiite meglio a pane , che a farina .
Cap- E pere he ragionando fi disfoga ilcuare, voglio teco ragionando dirti, di
queHa bellàà'^imor nemica, e mia .
Trap. E pur là con 1 verfidel Tstrarca,che s\,che di Capitano voi ri [coprirà*
Toeta,gmrdateuiTadronedaUamalautntura % nùn entrate in quefto intrica-
to Laberiato della Toefia,perche non ad ogn' uno è dato poi il filo d'Arianna
da poterne ufeire .
Cap. C he forfi,òfen%a forfè non faperei componer anch'io una. Tragedia molto
più colma di terrore, e di commifirationc^he non hanno fattogli altriToct'i?
lo in quefio genere Tragico non cefo a Seneca , a Sofocle ,ad Euripide ,0- *
quanti furane giamai f amo fi Toeti.
Trap. Padrone ognuno dice come ogn'uno s'inganna ,e più s'inganna quello , che
piùpnfimc,fpeccbiateui,fpcccbidte*iin tante,etante Tragedie, ebeuannoa
uolta.cheue ne fuggirà la uoglia,e così in rifoluerete d'attendere all' arte della
Mithiarfella quale ficte il aero Maefiro,& il ucro Twftffore*
Cap. fenga il canchero à quanti Toetifttrùuano.poiehe m'hanno fatto feorda-
re il principio daWamorof a mia narratiua, Trappola ricordamelo alquanto..
Trap. Ter non dire un poco ,T airone uoi andate rubbando le parole più Tctrar-
ebefibe, T affé fi be>Cafe[i fie ; fi lo per mofiraf d i fa per qualche cofa d'atian.
faggio,
Bel Capitano Spauento
1aggh,&ingXHttareU Mondo; ma dite pure quanto uolcte , &6jJemtela->
LìngmT ofcana quanto fapete perche uoflro mal gradoni bifogntrà far de
gli errori,come fanno tutti quelli che parlano ; a me pare, (he mi diceuatt-J
' d'effe/ innamorato d'una GentBffma Signora,
]&p. Fermati Jermati,io dkem dall'jt rdentifftmo dmore, ch'io ponaua , e porto
alla Signora lsaBFLL*A>a qudla Donna tanto famofa,a quella Donna,cbe
nacque inTar»*fo,c he uiue in 'Pamafo l cotantoamÌcai' v 4poUo i e delle Sacre
Mufe,e perche la Signora lSv4.BF.LL~l è Dmna fingolare,& mica Feni-
ce nel fapere t uogliofefmtlema lettera pcrfignificariei'ardentifsimo amo-
u,cb'iole porto.
Trap- Bi fognerà bene aUacciarfi laghrneà , e fimgarfiben bene , nello ftrmerc
ad una Donna di tanto ualore, e di tanto merito .
Cap. Sò ben io t comehò dagouernarmi'm quefìonegotio, Sari la mia lettera ,
Lettera ftraford'mam,e degna d'una tanta Doma; perouattene bar* bora dai
mio Cartolaio ,e diUì t cbe per Carta mi mandi il Cielo dtUa Lma,per Incbio-
(irò il Mare Oceano per Tennail Fufo dell' Hcmifpero per Cera il Globo del-
la Terrai per Sigillo da figillare l'ardentifsimo Fulmine di Gioue.
Trap. I o non credo haue r tanti denari,che fieno a baflan^a per pagar tutta qut-
fla robba t uederbd'bauerla a credenza ,fe peri il Cartolaio haueridi quefie^
cofe in BottegaiTer ,'ftefla volta Tadrmecontentateui t cb'ioui porti Cartadi
Leone di Franciajtagliata^ dorata , Imhiofìro fino con Gommale TcnifiLS
d'Olanda,e con quefle cofe potrete fcriuere come fi fcriuea Doma d'honore » e
di belliftimo ingegno,come è la Signora Ifabella .
Cap. Saggiamente ragioni,e Lettere ftmiligli furono ferine da molti VrencipUe
gran Signorili fiderò fi di uederla,edi fentirla .
Trap. Dalle anioni uirtuofe fi cauano le uerelodi, e Pbonorato grido; quei Si-
gnOri,& Vremipi intefa lafuafama hebbero deftderio diuederla >& udirla ,
&perciòle fcriffero di propria mano : Orsùiouòperla Cam,perle pennese
perl'mbhhroper fcriuer quefia Nobìlìfsima Lettera,
£agio
17
2p* W^?* W»S* WOT*
5b easàw cAjc/^ «^5^ eAcàw «AcSfo
RAGIONAMENTO
NONO.
Capitano, c Trappola^,
binano gli Antichi Scrittori, che a Mida Re della FrU
hi &' a . > mem>e Ya tn C . W3a P A r 8>°l £ ttù In fante, furono vedu-
ta \2L te in bocca le prouide Formiche formarle yn granaio t
chiari fimo fegno delle fue molte Rjcche%ge t e della- fu*
infinita amritia:e ftmilmete narrano, che nella bocca di
"Platone foffero veduto l'^ipi ingegno feti difiillare il dot
ciffimo mele, mani feflo hdicio dell' altiffimo fuofapere^
della incoparabilefua eloqut%a;edi me firiuono t cbe mentre iome ne ftaua in
Cuna, pargoletto Heroe,cmatoda Bellona D ea delle Battaglile dal Sono per
addormentami mi furono vedutein bocca venti Compagnie (thttominid'^r
me,far la Mofiragenerale della gente à cauallo .
Trap. Seb tue/fero detto l'efercito di Xerfe,cb'era d'vn millìom dì Soldati , era
cofa pià credibile.
Cap. voglio direbbe ciò nonfufenta grandi fimo mifierio.
Trap. Che volle fignificarcaro "Padrone ì
Cap. Volle fìgnifica r,cheficome l'aquila era Regina de gli Augelli, il Delfino
Re de i Vefci,& il Leone R_e delle Fierc,così io dmeuo efìer Re, Imperatore,
e Monarca degli buomini brani.
Trap. In fattala Natura,& il Tempo producono di belle cofe.
Cap. Hor poiché tu mi vai ricordando il Tempo,e la T^tura , voglio i queBo
propofito raccontarti la partita del Taltone,che fi fece trà la datura, il Tg.
po,la F ortunaja Morte t U Diauolo,& il Capitano Spauento .
Trap. Oh, quelli fi potemmo chiamar giocatori daT atlone , sò che fi doueuano
veder di gran battutetma in che luogo giuocafìc voi i
Cap. NeW Mia deferta fi giuocò al Tallonerà doue furono $pettatori,Mon t
*»nbhbmdei,^r a bi,?erfiani,^rmcni,lndiani, & altri Topati circonui-
Trap. Sàcbenon vi mancò canaglia per fìtr à vedere .
Vap. l a NamrailTmpo t ek Fortuna fi poferomfieme t e la Morteci Biauob t
C &
Del Capitano Spauento
& io.dìue^amo Compi%m;Così p >jiki all'ordine^ gettate le Sorti , per chi
donata effcre Hprìmo à battere, toccò per forte al Tempo Capode'fuoi Cam-
Trapf^ 7l Tempo fi finge Vecchio, debile t e Ranco, & alla bella prima fenfyltró
f £ Ilo
Ca p LaS Mura fubito prefe il Vallone della Monarchia mondana , e lo man dò
al Tem po-jt Tempo poftoft in puffo diede al pallone , mandandolo verfo gli
^tffuifja Morte ripercoffe ilpalloneji Fortuna la tenne, e quitti ft fece la, prt-
macaaiatràgliafirij.
Trap. Conche fi fegnamno le caccici
Ca p Con le -piramidi d'Sghto.Faita lapnma caccia,la Vjtturadmuom man»
dò il patirne al Tempori Tempo diede alpallone.mandandoloverfo t Terfl,
la Mone ripercoffe il pallone^* Fortunato tenne, e qaiui fi fece la f econi*
cacciatrai'Perfi .
Trap. Che fegnaua le cacciti ■
Cap. Le cacete ftfegnamno da per loro. Tattiche furono le due caccie, la Mor-
teci Diauolo,ed'iopaffammo dall'altra parte del giuoco per battere, co» ani-
mo di vincere le due cacete fattele fegnate.Così paffati,cbe nei fummo, io mt
poftaìla pofla per batterei Dianolo allbor a mi madòil pallone,& w battUo-
lo lo madé ver fogli Uffìrijfil Tempo lo ripercofiefc Mone lo ripercoffe an-
ch' e fsa,e trapalando il Tempo guadagnò laprima caccia tràgh ^ifstrij.
Trap. Ter guadagnar quella caccianonvivoleua altroché la Mar te.
Ca p. Guadagnatale fu la prima cacciaci Dianolo dì nono mi mandò il pallo-
ne, io premendolo lo mandai verfo i TerfhU Tempo ripercoffe il pallone, la
Morte lo ripercoffe amfr e ffa ,e trapaffando il Tempo gnsdagnò* la feconda
cacciala quote era tra i T.erfi.
Trap. Scosì bauefletrenta detgiuoco per te due cacete guadagnate, bifognaus
allhora allhora imita r del marcìo,per dimenar grande ardire,
Cap-. Guadagnate e he furono le due caccie,& hauendo trenta imétammn ardi-
tamente del marcio&llbora la Wjturajl Tempo,e la Fmtma,acceuatono,e
tennero l'inulte.
Trap. SapM&bm'w,che*lgiuocadouem,paftare contai ordine.
Cap Iodi mono tomai à battere il pattane, facendo l'altre due cacete, ?vna trà
Ì Gmi,e l'altra tra i Latinhfatte che furono le due caccie,mutummo luogo ;
la pmecMram ricominciòdi nuom à battere ilpallone,ela nostra anbat-
terc-battidiq U à,ribattidi Idealmente contatimi* del Dianolo, co la de-
fìrezzadella Mortele con taf or%a,e poten%amia, latioflraparte guadagnò
ilgUmomarcio-della Monarchia del Mondoalta naturaci Tempo,& atta
Fortuna^
Trap. Il giucca/ la Morte* yn gwcareà perdere troppe chiaro , e troppa
manifcfto.
Ragionaménto Nono- x g
Cap^ Guadagnato^ he fu ilgiuoco,la Naturaci Tempo } ela Forttma;conofcctL
do Ulorodifaitantaggionelgimcareal paUonecon noi , rimaferodigiuocare,
paga iowtefemsnieqiieHQ y chsdaitetia.no pagate,? partendoci fe n'andarono
tutti à mutar fi dì camifcia ependo in estremo tutti fud&iu
Trap. Vorrei f&perejbe camicie porta il Tempo,la Natura,e la Fortuna ?
Cap, Pagatì,chemi fummo,dmdemmo il guadagno trà dì noi in tre parti, e di-
mdendogiuJÌamente,alla Morte toccarono tutti icorpì morti, al Dianolo tut-
te l'anime dannate-.ér à me tutte le grandezze >e tutti gli honorì delle quattro
Monarchie del Mondo.
Trap. E così per opera voflra hehbero fine le quattro Monarchie del Mondo ,
the già fitronotrà gli *Ajfirij trà i Ter/i, trà i Greà,e trà i Latini.Etper ope-
ra della Morte morirono tutti à tempo quelli che doueuano morire, ependo ,
che niunO mai non muore innanzi tlipo,pohhela Morte ìn ognitempo, in ogni
luogo,&ad ogni horafà [oggetto l'huomo alia fuafor%a,& alla fua pofìa^a.
Gap. Trappola mio fe Filippo Redi Macedonìa,ft glorìaua,cbe *Alefj andrò fua
figliuolofufienato al tgpo d'^trifiotileyche le fu Precettore; r« puoi gloriar
ti dì ejier nato à quefla età di ferro,poiche hai per "Padrone il Capitano Spa-
nato da Valle inferna,vero Trofejfore,e Precettore della difciplina militare.
Trap. .< Così èperterto.ln fommanon fi trono, vn 'altro vofiropare;Padronmio
voi non douerefie morir giamdi.
Cap. Non morirò per cem,perche fononato immortale , Ma facciamo di quà
parten%aj& andiamo à mirare, & à rimirare gli occhi della Donna mia, gli
occhi dìcui( rsernm dir delti quale) fono due Stelle, duo Soli, dm Folgori ,duo
1 Paffauolanù,duoSagri,duo FalconcttÌ,dito Mortari,due fpìngarde ,duo Ba
ftlìfchì ,due Colubrine, duo Canonia duo Petardi,che continuamente battono
la Fortezza inefpugnabìle della bramra mia.
Trap. véndiamo Sigtwre,ma prima vorrei, che rifiuufle quell'opinione, cbts
bauete d'efìer nato immortale .
Cap. Tufei vn goffa ,& m'ignorate >e per quefto dici così t nonf apendo quali fie-
no ì miei Prmlegtj ottenuti dal Fato,e dalla Natura.
Trap. Saranno Priuileg^come quelli de i Monta in bancabili quali non fi troua
perfona,che lorpreslifede. Tadrone io bòvdìto dìre,che ilviuere,&ilmo-
rire èripoflo nella méte dell'Onnipotente Cioue Ottimo Mafftmo,e che l'huo-
mo buonomore cantando,comefà il Cigno, e che l'huomo cattino muore pian-
gendo,comefà la $irena:egcndo,cbe la Morte à i buoni è m dolcifs'mo fon-
no,& all'i cattiui vn'amarifsima morte.
Cap. La Morte no è altroché fuggire i perìcoli delta vita; hora fe que&o è vero
io non fuggo maii pericoli deUa vita,adimque douefon'io èfempre la vita § e
per confequen^a non v'èmaì la Morte.
irap. Cotejìo vofiro Argomento non è cattim,ma non è anche buono Subitole
l bmmo nafceftfà debitor dell* vitata quddeue rendere alla prima rkhìe-
C %
Del Capitano Spauento
fia,ò perkoìhònon pericoli;adunquenonfipuò direbbe fuggendo t hn«n fug-
gendo ji pericoli JhuomodaB* Morte fallontanUè be veri quefto 7 che in Maf-
ftlia Cutà,anticamente fi ferbaua in publico il veleno temperato con la Cica-
ta,per tutti coloro^cbevoleuanomorire per qualche loro ineommodùdella vi-
ta: facendone prima ftcura prouain Senato t epublicamente:a tale , che tutti
Ramo fottoposli alta Morte,à in vn modano in vrì 'altro, Padrone mio ogn'vnO
hà da vfcire da queSìa carcere mondana>da quefla valle di miferie,finir que-
llo e figlio^ queilo pelleg maggio: voi non uorrefie mo r ire,c biJognerà,ebe vi
dccommod\ate t comeglialtnfanno t ma v'accommoderete } e vi rifeluerete di
morire ambe voi quando faràl'horafatale f e vi confuterete colfapere, che U
Morte all'buomo non épena,mà sì ben Natura*
Cap. Tu mi vai tanto rompendo il capo con quefla Morte,cbe fe mi mota ilgriU
lonelUtejlafarò buomoda f cannar quefla Morte ,e far sì,cbe di tei non fi ra-
gioni maipiù.
Trap. Morir bìfogna>e menrbenei e bel finfà cbiben viuendomuùre,e fe vote*
te prolungarla vita voftra,ojfcruate il detto di Seneca Morale* il quale due^
che chi sàvfar la fuavitajà lungo ilvtuerfuo»
Cap. Se coft è cercherò di viuerfempre^coft non morirò giamai.
Trap. Qixfla vojlra è la folla del 0 cca,cb enonfin'tfce nuituoi non mrtefie m*-
rire f e purmorir bifogna.*4ndiatno.
ar
fot
RAGIONAMENTO
DECIMO.
Capita
no
Trappoli
Vejìa, tagliente,e fulminante Spada,cbe s'affla nella
morte de i Capitani ,efifà luslra nel [angue de i Co-
lonnelli ,'tn quefio giorno arde , e sfamila di defiderio
ardente di fulminare U pitto à qualche flrenti0& va-
lorofo ammazzatore.
Fuggite Soldati^afcondeteuì ammazzatori, fuggi-
te dalla tagliente ; e fulminante Spada ,/e non volete
foftenerla morte.
Cap. Fuggite adunque ,Ò prendete altra viaje non volete rimaner qui morti.
Trap. Comedìfft Terraà a" gli altri Va Udini,( he Iofeguiuano .
Cap. , Machegiouail fuggirebbe gioua ihiafconderfi,quand'effagiunge,& ar-
riua in ogni Luogo,<& in ogni tempo,àguifa di cclefle fulmine i
Trap. 'Hon occorre dunque fuggiresti {lagene fermo,& afpettare il colpo tre-
mendo,efpauenteuole della Morte per mano dell'borrendo Carnefice.
Cap. Tre fono i Fulmini, quali efeono dalla mano del fulminante Gioue, fulmi-
ne bianco, Fulmine roffo,e Fulmine negro s'UFulmine bianco è quello,chc reci-
de il parto nell'vtero matemojenya punto offender la Madre; Fulmine rofìo
è quello ,cbe abbruccia ciò cbetocca } è Fulmine negro è quello, ebe tingerà ne
grOyepmtonon abbruccia.
Tiap. Mi ricordo bauer letto quefle cofe nella Meteologia de Natali* Corniti .
Cap. Tal'è la Spada fulminea del fulminante Capitan Spauento , poiché come
Fulminebianco vedile tutti i Soldati,fen%a offenderei corpi loro;come FuL
mine roffo abbruccia Città, V ille, e ciflella ; e come Fulmine negro tinge ,efà
negre tutte le vittorie delle nemiche fquadre.
Trap. _ Padrone mio fecoufia voslra Spada è della natura, e proprietà del Ful-
mine,<& ìnfieme hàtutte le nature de i Fulminiche raccontatim'^aucte,pcr-,
cbequandobalena^uonaie fulmina Girne, non fulminate anco voìcontra f-
C 2 iM°
Del Capita no SpauentOr
ìfiefìo Ghmìbche yedere farebbe giuocar di Fulmine trà voi,& il fulminan-
te Cime , vn veder belltffimo per eerto .
Cap- Son cofe,cbe non fi poffonòfare;efe tu non lo credi leggi le Meteore d'Un
Botile ,e lo intenderai.Terò ragiona d'altro.
Trap Ohydi che rolete,voi,cb'io yì ragioni ? to virifpondo fecondo quello , che
an date'dicendo.Verbs'io diceffi alcuna cofa t che nonfìeffe a marte Ilo, fot fate
Umiopocofapcrc i & il defiderio d'imparare ma per pafiarqueHe bore otio-
fe deLgiorno,bifogna pur trattaredi qualche cof accorrer* fopra d'alcun*
Cap ^Tuhairagionettrattìamo adunque della d'tuifione del Caos,dt quella inco-
pofla maffa elementare y come dicono i Filofofi,chcqucfiafarà materia decen-
teallagrande%xamia s &allabaffe7^atua.
Trap. Io non intendo queslo voftro mododicontraposli,grandezxa,e ba(}ex^a s
che few per pictiolei^, pei ò dichiaratemelo vnpoco.
Caps voglio dire ,cbe fendo il Caos compofio di quattro E\emtti % TerYa,Ucqm t
Anax Fuoco,che nella grandezza mia faranno annoueratii tre Elementi pià
nobUi.ela Terra,comeinfima,epiùbaffadituttigli altri Elementi, fermrà
foloperfìgniftcarelabaffeigatua,
TrMN .Argomento formato afamr voHro :U Dio Tadronevoivtfteteferba*
toM Ft40co£Ucqua,e l'Urìa,per i voftri bifognhbum prò rifaccia^ efin%a
suuìdia.
Cap. diamo principio alta con/afa narrativa della ctmfitfa maffa Elewen-
txre.Quadod Secchio Demogorgone diuifel'antica,& meompefla maffa , rf*
quella-ne traffefuora,Litìgh,Tan,leTarcbe,<*r Umore potentiffimoVjime-
d Pane diede U governo d'i tutte le cofe,alla Di feordia k cura dinon lafciarvi-
uere in Pace,ad Ornare la cura di frettargli Untanti, <& aUe Parche l'ordi-
ne di filar sommamente gli jh mi della -vita mortale.
Trap. Tutti buoni vfficij da metter all'incanto , e non trouar chi ri metta-
pur vn foldoyma ricordatemi w foco il nome di quelle Parche ,cbefi~
Uno .
Cap. €hto,Arapos,eLacheftsfonochiamate t efonoforelle y l'vnatienelaC»-
nocchia , l'altra fila, & auuolge al fufo , e l'rltima tronca , e reccide a fuA
•pogUa il già filato Rame ; Quesle adunque per impoftrìone dell' Unti-_
co veglio ( per dirlo alla pèiratchefcha ,) fidiedero a filare gli fiami
yitali ; Filarono le tre DeenetlaprimaEtade fiami d'Oro,nella feconda fla-
mid'Urgento^eUaterxafiamidi Rame, e nella quarta, &ylt'ma Siami
di Ferro,
Tra p. Que fia forte dijìame non è buono da far calzette a pouer buommi , cerne
. fon'io-
Ca p, € perche il Capitano Spauento domuo aafeen w quefla quarta Etade , fi.
larono
Ragionamento Decimo. 20
ìarono lo Rame della vita fua,non d'Oro,nond' t Argento,mn di Rame: ma si
b ert e diduriffmo Fcrro,e quindi aumcnejbc quM'cgHfputa t altro nonfputa,
c fje*Archibitft,Pi]ìollceMofchcttoni.
Ttap- ^ drme fp utate « -iàfaiò che qualche volta vói non mi <f|fle AmW
fioBanelvifo. ,
Cap. * ora W &« intefoycomepajfa ilnegotìo^e poich'alno non ti resta d vdire ,
rettene dai mìo Barbiero>e li dirai t che domattina fe ne venga per lattami il
capo,e radermi la barba.
Trap. 8 fopratutto t cb'egliportibuonalifcia,faponemofcato,etutto quello^ the
fàd\ bisogno alla grandezza voHra.
Cap. Ter quejìa volta l idirai,ch'io vogliategli efea dell'ordinario .
Trap. Ditemi quello } tk'io gli hò da ordinare y acciò ch'egli non habbia à far fef-
fama viaggi jnnanxì>& indietro.
Cap. DÌrai,cheper Bacileporti il Colifeo di Roma, perlifera l'acqua bollente^
del Bollicane di viterbo,perfaponela Rìtonda,per netta orecchie la Colonna
Traiana,per Rafo'to la Falce della Morte,per Forbice le due ^guglie Hiero-
gliftche,per Tettine il Rajìrodi Tolifemoperfpeccbio lo fudod' ^Atlante >e
checmiucafeco Morfeo^ amafo^e Febetore, M'mifiriael Sonno,, perche mi
(caccino dal volto l'arpie Jmportunìjjìme Mofcbe.
Trap- $ e il Sarbiero comincia à sbarbicare dì quejìa m&3era,ìn breuìjfmo ti-
po fuieràla fuabottega,c non vi capiteràpet fona alcuna. loanderò,efaròl'-
ambafciata,ma perme credo,che voi flarete vn gran tempo à lauarui il capo
di quefia manierale chebifognerà lattatft la tefta alla Francefe t cioènon feìa
lattar mai, io vò. ' i rffOfciiW
Cap. Trappola afcoltaJenelTandare al Barbiero tufincontrufjì nell'Ombra del
l' \Argaglia,fratello d'angelica la beUa,raccontali che mi rincrefee , e duole
della fua immatura morte , eche fe mai per tempo alcuno mi viene itt
taglio d'incontrarmi con quel Veglìacco Marano dì Ferraguto, (che giurò per
lavìtadiLanfufavecchia Strega di fua cMadre,di non portar altr'elmOtche
quello d'Orlando Talad'mo ) ch'io voglio far le fue vendette , cioè vctiderlo t
farlo in pe%gi>c darlo a mangiare agliaffamati Lupi,
Trap. Vairone yoivoleteguaslar'il'Poemadell'*Ario8o con queìlo voilro no-
netto Epifodio.
Ca p. jtm^farà vn belliffimo aggiunto t per renderlo più ammirabile.
Trap. Infomma voi lo guadarne, e farete di quelle che ft dice habbia fatto U
Taffojlquale per far più Heroìco il fito Voema,leuadoli alcuni bcllijfimi Epi
. fodij,l' habbia gua flato,e the ftaua meglio da pri n c'tpio; lo lo dico à voi, e non
lo direi al Taffb , s'egli fuflc vìuo,perchemirìfponderebbe , ch'io fu ffe vno i-
gnorante infieme con gli altri , che lo biafimano , e direbbe pur troppo il ve-
ro Orsà io vÒ, e s'io m'mcontrajji nel Ombra di Romolo primo Rj de i
C 4 Romani
Del Capitano Spavento
Romani , e nell'Ombra d'i Vjma Tampino ,cbe volete voi cb'ioli imi*
partevoflrai , . ri,
Cap. Di eh io vorrei , che VUmo , che puma eraM dteci mfaltmp»
F diRomolo t e di dodui attempo di hhmu Vcmpilio borafu^dt tre-
ceno , e ^ntacinque; acciò ebed Mondo potè ffe motto più godere deli*
Tmp! M N« banche rò » non le incentrerò t e con nulla non fard.
R A G I O
RAGIONAMENTO
DE CIMO PRIMO.
-Capitano , c Trappola^.
Udendo in vn giorno d'inefl'mgmbil fuoco dì deftderio, io-
torno aUagloriamia , fola per fapere dì quanto pefo ella
ftfoffe, me ne andai da Gioue Bancberotto Celefle,il-
qualefe ne Slatta nel [etto giro con le Bilance d'oro in
mano, pefando, e ponderandogli honori, e le grandezze
dei Mortalì,'m terra,
Oh,coft vogliono effere i Banchìerhtìoè fimth a. Ciotte,
* viouare ad ognuno , pefar giufio, e darbwna moneta a c hi l'bà d'bauere , e
tonfar come certi Banchieri, che nel riceuer denari gli vogliono traboccanti >
e nel darli i danno fcarfcan'zi fcarfiffimi .
Gap. Giuntarlo fm in quella parte , pregai Gioue , che volefle pefar la gloria
mU,perfaper di quanto pefo, e di che lega fuffe. f
Trap. Quello era beri altroché pefar formaggio falato , barilid Aringhe, e caf.
fette di C amaro, come fi faìn Dogana. _ • v ■
Ti-ap Gioue allbora,come corte fe,e gentile .nonpotendo digenerare dali efferfuo,
e dalla fua buona naturalità prefe le Bilancie d'oro m mano , ponendo da
vnapartedeUa Bilancia la gloria mia^ dall'altra Bilama laglona di Xerfr,
primo Monarca del Mondo, pofda aliando le Bilancie vidde , e conobbe la.
gloria di Xerfe efier leggiera^ leggieriflìma al pefo della gloria mia .
Trap- Tìom ftete voi ò Beccari, ò Fomari,ò Tefdaiolt, colà bifognam effere, fo~
lo per imparare a pefar giufto,e'non dare otto , enoueoncte per libbra, come
voi fate. ; . .
Cap. Giouevedendociò fubito aggiunfe allaglona di Xerfelaglorta di Ciro, dt
Dario, e quella d'^lefìandro Magno, e di nuovo aliando le Bit amie trouò,
„ vidde, e conobbe la gloria miafuperar dipefola gloria de i quattro Monarchi
del Mondo.
Trap. ^ Dio Mondrchi, a Dio glorie paffate, andate pure a vender firn ci ve e
cbi,come fatino gli Hebrei falliti , poiché lavoSìra gloria era leggiera , urne
alga-
r
Del Capitano Spauento
4%t marma, ri (petto al pefogreue di quella del mio padrone .
Cap. Conofc'wtOtcb'io hebbi il pefo della gloria, mìa, pregai Gioue,che mene fa-
tele ma fede ferina, e fottofcritta dlfua propria mano. Gioue cQtetftfjmo
Bancherotto, talfe vmpennade!i'alediCupido,checopiaualettertnelBan*
co , ia temperò con la fpaia di Marte , che teneva, il libro grande del Banco,
poiferiffefi fottofirife la Fede di fuo proprio pugno,d'tt£do: lo Gioite celefie,
Gioue Marinoje Gioue Infernalc,confermo quanto "m quefla fi contiene .
Trap. Cofift dotterebbono fcriuere,efottofcrÌHere tutte le /fritture , e tutte te f *-
di, e non far, come molti boggidì fanno t cioè Scritturi itmalide ,econ TeH i-
tnonida Montefalco,
Cap. Gttmutajch'io hebbi la fottofcritta Fede, la quale focena mpliffmd fede «
tutto l'Vnmrfo delgrandiffmo pefo della gloria mia , cbiamaila Fama mi*
alata Mejfaggkra , alla quale ordinai , che publicaffe per tutte leparti del
Terrene Globo l'inenarrabile gloria mìa : la Fama fpiegando Foccbmepiu-
me } e fuonando l'aurea tromba , publuòper tutte le parti vicine, e remote del
mondo , iipefo , & il valore della gloria mia la quale fu da tutta l'^tfta , da
tutta l' .Africa, da tutta l'Europa , accettata, bonoratateriuerita&cettojbe
dalla dorata America, la quale come parte TXjtcua del mondo , trouata da
quel ralente Nocchiero mimetico Fiorentino ,eeme mal pr attica nonlavoU
le ritenere nell' Imperio fuo .
Trap. Ob, quà ftamo falle rotture .
■ Cap. Quando la Fama ritornando mi diffe s che le tre -"arti delmodo bauemno ac-
cettata lagloria mia , c che fola l'america qnartaparte del Globo Terrestre
non l'baueua -voluta accettare, rimo dagiujlo , e genero fo fdegno,cbefeci cen-
tra quella Mora Vigliacca ?
Trap- C he ne sò h ?
Cap. -.Andai inqticlla parte, la prefe pcrlenegre ch'wme,e la slanciai fuora del
mondo,come indegna di fìarui fcn%a "ceuer la gloria mia .
Trap. E doue andò a cader la me/china fuora del mondo ?
Cap. Di là a non molto tempo pentita,e trifia,de'fucimalfpeft anni, cbcfpender
ft poteano inmiglior'vfo , defìderofa daritornar nel mondo, e nell'imperio
fuo, m'inaiò quaranta ^Ambafàadoxi Indiani , refìhidi penne diTapagailo,
conprefenti nobilitimi di Diamanti , di Terle> di R.ob:r.ì, di Mufco , d' cim-
bra, ìquali e fpo fero le loro kmbafàene in lingua lndiana,dame-benifjimoin-
tt fa, pregandomi^ fupplhandomi anome della loro Imperatrice , cheto do-
ucjft perdonare, e reintegrare in mia buona gratìa la loro S ignora ,e "Padrona,
la quale s , offeriuaperferua s cper febiaua alla grandezza mia. .
Trap. *d che vi rifolueée voi caro padrone* sò che voi fietetitande e magna-
nimi , e che fen^altro le doueHe perdonare, e rimandar le. doni aflaimaggio-
ri, effendo proprio del grande , e delmagnanimo vfar affetti fimili, accampa*
gnàti da nobilifsimi effetti .
Cap.
!
i
lUeionamento Decimopnmo. x2
*• « uh t>erd?nai,t la ritornai nel buon giorno,facendolegmia,cma potef^
CaV \Juornarnelmndo tC onfeffando f eròlHÌ^
Sfìemei e facendola publicareafuono di Trombe, e di Tamburi per tutto
i imperio /ho . , , . - .
Trap S'ella Ufi rifolumdì mandare <Amb*fciadori ,e gra^ifswuprefem
manti, Rubini,perle,mu(c0^r ambra? , '.^.C
Gap. Tutto donai ad ma Cortigiana amica mìa, da fomtrftv** vtfle da portar
per Camera. , t . ,. _
Tra. Oh, quefli fi chiamano donatiuì* è altro , che pre fintare vn pawdi Guanti
di Roma, quattro faponetti da J^apoli, & vna fcatoletta di pafia Genoutfe.
tnfattipadrone voi feteilTempiodeUa Liberalità, e della Splendide^
Xom per corte fta fatemi vna gratta caro Signore, ditemi fe malfate flato ri*
cbiefioafarquifiione, Spada,e pugnale , in camicia^ fra quattro picche , co-
■ me fi fuole vfare * ,
Cap. QgeBs è vna domanda impertinente,! a quale mmta per nfpoila Vna pu-
gnalata nel cuore ;ma perche tu (ci vn Trappola mal praUtco,per quefia vol-
tate la perdono^ non ti voglio trappolare . Si ch'io fui ma volta disfidato,
efenticome\Trouandom'ivna volta in "Parigi Città grandifiìma^etta il Cat-
to della Francia,fui dafn Francefe disfidato àbattu fi , cime foglmodire ;
lo all'hora fem^altro penfare accettai la disfida ,ect n'andammo fuoridella
porta,come è di cofiume rf>eruenuti,cbe voi fummo al luogo defiìnatoiilva-
lorofo Francefe fi fpogtihil giubbone y-manendofe in camicia, per fegno della,
fua bravura; Io ciò -vedendo per non marn are di brauura Italiana ,fnbito mi
canai iigiubbone,la camicia* con ambe le m Ani Squarciandomi, & aprendo-
mi 'tipetto gli mofirai il cuore,nel quale erà fcolpka la Saffifica tejìa di Meda
fa,fubito t che'l mefehino vtiequtl dolvrofovolto,rimafe convertito infafso ,
O" pacificato con la Spada,& il pugnale in mano.
"f rap. Buona notte FrancefeJ Dio per fempre, e d'vri 'etemo à Dio come difstLj
Filippo daTortet alla Tollonia-Tadrone fenùte le quattordici hore,cbefuo-
nano,rkordateui t ch*egliè bora di defmare .
Cap. ^indiamo dunque alla. Cefarea menfa .
Trap. Che menfaCefareahà da ejfer quefia ì
Cap. Voglio,clye tu vada adinuitar tutti gli cimici miei a definir meco , li quali
comparft, che faranno voglio tutti vtfiire, come fé fofìero tanti Celefìi "Hu-
mi,f*tto,c'bauerò queflo, voglia veflircwi anch'io , imitando Gioue Rettor
del Cielo,ornato di Scmro,D'tadema,e Manto ,emettermiin capodìtauola,
bauendo intorno la Celefle fch\era,de i tonuitati amici* quiui mangiare alle-
gramente , & accio che tu fappia quejlo modo di banchettare s'vjauaantica-
mente in Romane fi chkmaua la Menfadi Ce fare.
Trip. Se tutti b abbiamo a fingerai Dc'hbi fognerà, eh e amorfo, che fon f olito
dami
Del Capitano Spaucnto
fami da bere , fingi la perfetta di Ganimede^ Pinttrna di Gioue>& iofihays- '}
rete vn beliiffimo Coppiero ; mi non fen^i barba,eom'era Ganimede: padro-
ne mio io fon d'opinione , che que/ìa Metifa di Ce fare fi ridurrà in GiouefolOy
vejìito da Pitocco, che farete voi, &tn Mercurio veflito daFnrfante , che
farà quell'io t ecbe mangieremo folamente pane , e cipolle , come fecero quella,
■volta alla Capanna di quelpouerò Contadino ; .Andiamo pure a qitefta b/Len-
fa di Cefare, che flaremo magri con pocafpefa^
fUGIO-
*8&
ih
2 3
Iris»
Tra.
RAGIONAMENTO
DECIMOSECONDO.
Capitano s c Trappola...
Ercole, .Atlante, ed'io-, volendo vn giorno giuoc are mi
ftemealgìuoco del pallamaglio nelle Tempe di Tefìa-
glia,demmt) principio al giuoco di quefla maniera .
In miteria di gìuoc are a pallamaglio bierfera alcuni
Gentilhuvminimidiffero , che v'aFjtcttauana al giuoco
del pallamaglio per fa*part\ta con voi, e che v'afpetta-
mno perla frefco, per non dir per il frefco,come filetta-
no già dire i Fiorentini,articolo vfatoda molti buoni ^tutori , j 'e ben' h oggidì
ogn'vno non sà far altroché fcriuere perlocapo, e per lo culo, e va difcorrcn-
dojcbc par appunto, che parlino alla Rj>rrtanefca,& alla t^apoletana-
Cap. Io non mi degnarci di giuocar con lord, bruendo fempre giuocato con He-
ro't, e Semidei :Horafenti; Sffendo noi adunque nelle meramgliofe Tempe
della Teffaglia, fi diede principio al giuoco di quefìa maniera .
Trap. Vairone, voi replicate l'ìfieffo, e non ve nauuedete .
Cap. Tu fei ignorarne, quesìo modo di replicare fi chiama Valilogia , cibè Re-
petitione , il quale ferue per amplificare molto pià il ragionamento , e darli
maggior for^a-
Trap. losò pur troppo d'effer ignorante , e lo confeffo: ma quelli , che fono molto
piàdi me, lo di f simulano , enon lo vogliono con fefj are , che meriterebbono
d'effer coronati con vna Trippa di fette Sabbati .
Cap. Dapoi l'batter cauate le forti, per i hi doueua effere il prime» a com inciare, e
toccando adHercole,eglifubitopofeÌa fui palla in appello(per dirlo alla Ka-
nt anaj e tirando di pofia , diede nel Serraglio di Cofiantinopoli ; Atlante ti-
rando parimente di pofta,diedenei Campanti dì Traga ,&io tirando fimil-
mente di pojìa, diedi nel palalo dì Madrilte .
Trap. Ob quejìi fi chiamano tiri , oh queftt fono colpi , oh quefle fi chiamano
leue t a Di'< Scaccia , a Dio Bragalone , & voi altri giuocatorifamofi, andate
pure a fìrcglkr caualli ,pokbe il giuoco dei pallamaglio non i pià roUro
meHiqo.
Cap.
Del Capitano Spauento
Cip- Qmnio,ch'\o amidi d'effer giunto in Occidente, trouata la Valla mìa,
dieii~ad va piti d'Henole , e iinindù diedi dipaftd neU'Arfenale dì Venetia,
Atlante tirando ancb"eglì a vno pi» d'Hercole , diede di pofia nel Lauro
'di "Parigi , ■ f V
Tirap. Quello era vn giuoco non folo da rouìnar le PaRc,s*r il pallamaglio; ma da
mnnare le maggior fabrìche del mondo, bora fegukate ,
Cip. Hctcole vedendofi fuperiore a tutti gli altri giuocatori , e trouando la fua
palla, che già era innanzi all'altre due, tirando dinuono diede di poHa nel
Campidoglio di Roma. \
T cap. Ftt minor mde,cbe dare nel Colifeo,ò nella Ritonda.
Gap. Quando quelle gran machine del Mondo fi fentirono toccare,e percuoterti
4Ìtimprouifo,& inafpettatamente,cbe fecero ì
Trap. Oh quello è quello,cheimporta, che cofa fecero ?
Cip. Cominciarono a gridare arme, arme ,guena, guerra , e fentendo fi d'ogni
intorno della Terra (ìrepito, e romore grandijfmo di trombe , & di tamburi;
lo allhora inanimito da i bellici flromeniije dal rimbombo flrepitofo deW Ar-
tiglieria, lafciaiil giuoco , le palle, & il pallamaglio, e lafciand ola ricorfi al-
la piajlra,& alla maglia-e cauakando il mio Carni Soiano,pÌgliai la lancia, e
fperonandoil mia corfiero,corft là doue phiardem la battaglia, tra le nemiche
fquadre delle raccontate machine del mondo E mentre , cbe'l mio Corridore
batteutl'alidelfuo furore, fpirando per labocca, e per le nari, fdegno,rabbia,
e vendetta,non volendo vrtònel monte Tauro , e cadde , e cadendo diede co fi
grauepercojfd,ebelaterra s'aperfe , &aprendoft inghiottì nelle vi/cere fue il
eauaÌo,& il Cauatliero infume .
Ttap. Talmsnte,cbe non volendo voìfacefle da Quinto Curtio , e ve n'andaHe a
cafadei Dimoio, edouefìecrouardimoltì Conforti , poiché non mancano di
quelli ,cbe non volendo,& ignorantemente vanno all' Inferno.Trabùccato } cbe
yoifejìe nell'Inferno', che altrononfi può giudicare di quella caduta , a che vi
rifoluefte voi i
Cap. Dirupato, ch'io fui nel Baratro Infernale speronai di motto il mio Sciano,
eponendo la lancia in refla, correndo per quelle Diaboliche contrade , creden-
domi tuttauia d'effere in battaglia, correndo dko,con vn colpo di lancia vecift
"Plutone, Mìnos, Baco, Rjtdammto,e t Inferno tutto .
Trap- Vccifo,cbe voi baurjle Vintone Re deli Inferno , co ifmi Giudici Infer-
nalì,Minos, Eaco,e Radamanto,cbe viaggio fuilvojìrot
Cap. Me ne veni nel Mondo di fopra , comettando per fegao deWottenuta Vit-
toria , e credendomi di nmuo trouar il mondo in battaglia, lo trouai colmo
dì pace, dicontento, e che elafe hedmo attendeua aWimprefc d'Amore, &
afemirla Donna fua ; lodò vedendo, me ne andai fattole fcneSìre della Don-
namia, efecodi nmuo cominciai a far l'Amore t & a far favellare il mio
Corfiero .
Tap.
Ragionamento Decimofecondo. 2 ,
Trap- infine, ogn'afpra guerra fi riuoige in pace. Et eccoti detto vn vrrfo Hgroi-
co, 0 quinto giova f eternato Toeta j Toeta nafee, & 0 ratorfifà diffe co.
lui i he ft credeua i'ejìer Toeta t & eravn goffo, tinto ingrana , e piegato tm
ciambeilottOjChe non perde mai la piega .
Cap. E mentre, ch'io me ne fiaua vagheggiando la bella vaga mia.
Trap. Vagapervagante^opurvagaperinnamorata , in che {emenda I'bauete
voi detta?
Cip. v *£4 per bella , come dice il Tetrarca : Mentre dico s chiomela vagheg-
giano* mivtggo comparire innanzi Mettrione , Soldato di Marte,Dio delle
bit taglie,, ilqtìxle da fiat parte mi refe via Lettera fu*, ferina colfmgite del
he llìffìmò Udone , veci fi da lui pi fiormadi Cignale , nella quale tnteft , come
Gioue voleua di nuouo manitr nel Mondo vn motto Dilanio d'acqua , fen%a
faluar nuouo Deucalione, e Tina .
Tra. Mala- nuoua per gli buom'mi ; e per le donne .
Gap- Sentendo, òleggend'io così afpra , e così fiera rifolut'wne divolerdinmuo
affogare tutto il generehumano ,andaua penfando , com'io baueffi potuto ri-
mediare a tanto male ; E mentre ,:he io andauapenfando,eripenfando fopra
il nouelio Diluuio, cominciarono a [oifiar rabbiofi venti, le nubi a verfargran-
dijjìme pìoggie, i fiumi ad vfeir finora de iletti loro, a tale, che il mondo flaua
in pericolo grande, an%i grandijftmo d'allagai fi tutto.
Trap . Che rimedio, e che riparo trouafie voi padrone ? Io per me credo, che voi
vi douefìe trouar molto più ktì icato , che non era il Duca di Ferrara , quando
gli bifognauafargrandiffìmi *d.r%eni,e grandìffimi ripari fopra il traboccan-
te TÒ,Re dei Cornut i fiumi .
Cap. Io vedendo la cofa ridotta amxlpa aito , e totalmente difperato il foccor-
fo.menefiaua infra due, ò di beuermi tutta l'acqt»a,chepioueua, ò veramente
quella,che da ì Fiumi traboccaua .
Trap. Se voi la beueui,al pifciarla vi voleua poi,nan effendoquella,come l'acqua
de ibagnUcbe fubito bevuta, fubito corre,epaffa alla veffìca -
Cap. Ter vitima refolutione mene andai nelle Valiì del freddo Settentrione , e
quìui pigliai vna grandifiima J^ube , la quale s'era calata nel Mar del
7^0 f^V per abbeverar ft, pigliata , ch'io hebbi la gonfiatamela, fubito vi
cacciai dentro i venti , tutte le pioggie , tutti i fiumi , legandola in modo , che
nonpote(ierovfcire, pofeia con grandi fumo furore slanciandola, la slanciai
verjo il feHo Cielo , là doueafriuanio,percotendo, e f peccando fi, affogò Gio-
ue con tutto il Concifioro de gli Dei, e così per opera mia fu faiuato il Mondo
dal fecondo Dilmio d'acqua .
Trap. "Hjn vi bi fognaria altro , che voi ; T airone mio andiamo alla pianga et
pagar colui, che vi vendè quella Camicia di maglia , che fu del Generale de t
Tartari da IC rimo r
Cap- Tu par li betti/Simo, e dapci dnderemo a vifttave il Re di Marocco* venu-
ta
Ragionamento Decimofecondo
A meli feordafii W cattm forte ragionando few, foggimgu t dttlhcbc
T«n Lo dirò [e voi non ve lo ricorderete ; efoggmgendo dirò anwalafirt*
KfTe^vnmLcecmetrico Mante ia'fHOÌefìremtpcrwa ftmdrttdme,*
fropZporlone Ratiere ,ò vero m*o Aritmetico ,cftc cmWeparmmt*
difeoflo da duo eSìremi, eh' è quafi il medefimo . ^ju^m
Gap pV Bff ' £kMwoi; ^
come dir vogliamo.
RAG IO-
ir w ir *ttr *m
RAGIONAMENTO
DECIMOTER.ZO.
Capitano, e Trappola..
S S E ?i£D 0 /a caccia c/erano nobile , e fola da Sfo-
ttili per Jone eferàtato y io che Tubile per fona fono , a»..
Tiobiliffima (opra d' ogn" altra , mi, leuaivna mattina
■molwper tempo, per andare alla Caccia diletteuole delle
Quaglie , delle Starne, e de i Fagiani .
Tutta robbabttona ,e darkebi Sardanapali , la qttal
fuol coflardi molti denari .
ap E perch'io non volata effer fola , chiamai il mio Genio , chem actempa-
Z a *ffe : chiamato , ch'io l'hebbi d'accordo pigliammo la Rete della Spera»*
e'I Bracco del Deftierio,e cofi ne ponemmo a cacciare per le Campagne de
i piaceri mondani.
cap 1 Q!i e ft° mi P-tre m'andare a caccia in Bordello , e non alla Campa-
gna , poiché i piaceri mondani fi trottano ne Ì publici » e nei priuati l'o-
ftriboli.
jp, Cofi caminaniojjor tj»a, bor U portati dal de ftderia dì far bnona pred&j ,
battendo prontiffima la Rete della Spiranxa-jl.Braccofcrmandoft diede fegno
d' batter trottata vna Quaglia , noi [abito tirandola Rete addoffo , trottammo
batter pigliato Cupìdo 'm cambio d'vna Quaglia. .
rap. 1 Vigliando dimore, pigliafìe vn Qttaglhtto molto-bello^ molto graffigna
bi fognata prenderla in compagnia de gli altri fuor minori fratelli , quelli duo,
c'hannolacttra di [nettar la plebe, e laminaci gente .
ap. loallbora feorgendo -amore,* riconofcendolo per Figlio di Ventre, feni^al-
tro dire gli ffennacchiai l'aii,elo cacciai in vnfacco, legandolo in modo tale x
ci)' egli non potè ffè fuggire .
Vap. dimore nel facto vuoi ftgnificare t che molti, emolti ^4manti,ft fanno por^
tar ne i ficchi in cafa delle amate loro .
ap. Voifcguitando la Caccia, e cacciando tttttauìa per le Campagne delle deli*.
He mondane ,it- Bracco di nuouo diede fegnod'haucr fermata vna Starna , noi
yelociffimi correndo, gli tiram tnoaddajfo la Rete, pofsìmguar dando tmtam-
D mo
Del Capitano Spauento
ma batter pigliata la Morte, che dormiua tra l' herbe ,e i fiorilo fubìtù pigliare
dota U cacóni nel /acca in compagnia dimore, legando dinuouo il facco,ac~
tiòcbcdtactordonon fe ne fuggi fiero in fteme ,
Trap. Bìfognaua bene ftarfene in cerueUo , e far bmnijfima guardia , hauen-
do duo prigioni cefi grandi „ legati in vn facto , come era dimore , eìr
la Mortai .
Cap, Fatto il donato officia, il Bracco rifcaldato neSa caccia,, fe ne Siam fiutan-
do di qttà , e dì là , quafi con fumando fi la punta del nafo , dal tanto fiutare .
*Atta fine fermandoft diede fegno d'haaer trottato fn Fagiano ,. atlbora U
Genio mio Compagno » ed'io tirandoli addofio la Rete delia Sperarla , e
. coprendolo trouammo hauer pigliato U Dianolo, che s'era nafiofo per far
qualche bel tiro.
Trap. jtìiafede^the'l tornitolo fupigliata anch' egli ttanto ràk Catta al larda,
ch'ella v\ tafci*la%amp*~
Cap. lo atlbora fenx<* punto tardare cacciai il Diauolo nel fiacco x legando-
lo grettamente t acciò che tutti tre non sTammotinaffero » & infieme fe wr
ft'U'Jf 1 * 0 -
Trap. o h rà troua quel facco dtnotte^prito ? enotttifpmtare,fo per me non ror-
teì trottarlo in modo alcuno ..
Gip. lnfaccati , ch'io hebbi dimore, la Morte\ e'I Dianolo, demmo fine
caccia ,, baslando a me ,& al mio Compagno quelle poche jaluatic'we per
definare
Trap. jft cucinarle fi' voglio-*
Cap. € coli cam'mando -per fa l'albergo mfiro, in brcmjfimo tempo a rriuammv
aUadefidèrataliabitatione, làdoue demmo il facco ai Cuoco, acciò.cb'egli w
vnfubito appareccbiaff'e il definare .
Trap. « Grandinimi configli dettatdno pacare fra Cupido T la Mortr, & il Dia-
nolo ? vedendo fi eglino ridotti 'in Cucina per efjer ' fcannaù fiorticati , e
cotti ittvarij modi dal Cuoco , che relena quante prima mettere all'ordine il
defmare.
Cap. Il Cuoco òbedientiffimo prefe il facco y pofc'ia sbracciandoli piglio rn ra-
dente coltello in mano, & aprendo la bocca al facco,voleua ecmimiare ajiam-
nar' dimore, la Mortele 'l Dianolo' , quando ipctteraceìviddero quell'atto ,ad
altavocecommciarono a gridare jniferieordia ò Capitan S-pauentcmiferhor-
dìadonatila vita,cbenoi tuttivnitiinfieme ti promettiamo (in catr acambio)
fartutto quello ,che tu ci faperai cemmandarc.- ■
Ti ap-- Grandiffime prof erte furono quelle : Ma eh ipoteua fidar fi £ Umore, det-
ta Mortele del Diauofo,che nanfe mano Fedeanìuno ì
Cap. quelle flrida,<&- a quelle promeffe diuemipietofo- f \infiemccotmio Ccm-
pagno, e loro pronte fft di fatuarti la vìta,armc,e bngaglie a bttona guerra } ma
con qttefìo però, che ì o yele.ia prima intendere ciì ì cbe mteniemno di dami
Ragionamento Decimoterzo. 5 $
In ricomperi fa della faldate v'utu.
TrapJ Fii Sfatto intenderfi con quelle perfonetantoafiutc,& ingannatrici
Cap IlDiauohpromejfedinmfcherx^rmimépìàintortio; la Morte di non .
precider e, e Cupido dì farmi amare da tutte le Donne gmiofe^bcUe&cofì
accettando k pronte ffe diedi la libertade loro , e noi ce neandammo alta Ta-
uola a mangiare vnpafikcìo, fatto d'amanti fuenturathed'Jtmoroftfofpiri.
Trap* Si fitol dire, che ìfofùiri nutrì feono il cuore, e sfogano l'acerbe pafsìonì,
voi dout 'Se dar buonissimo nutrimento alatore, e disfogare infime pudiche
fi r ano pen fiero*
Cap. Il cuore è fonte d'ogni nofira pafihne , & * r fofpirìnafcono dal fotterebia
defiderare,econ tuttoché a noi non manca ff ero fofpiri,pureci demmo amart-
giare quel pasticcio , fatto di carne difuenturati cimanti » di lagrime , e ài
fofpirì.
Trap. Bafla,che voi non rim*neftefen%a ptouifione, e defìnafie benifsimo.
Cap. Di là a non matto tempo fui amifato , come ~4more,la Morte, & il Dia -
itolo , per la paur agrande ; c'fyeùbero s'erano ammalati dì Febre maligna , di
mal di ma^ucco ,e dì petecchie , ond'io [abito mandai tor Terra figiliata di
Lenno t Be-%uar,& -altre cofe di grandifsima virtù; ordinando, che non fuffe lo-
ro canato fangue , acciò che il mate non fi concentrale n elle vifeere , e gli fri.
«affé di vita . Et cofi in breuifsimo tempo fi panarono , * m'inaiarono milk
ringratiamentì,
Trap. Veramen te Tadrone,che quella fu vna belUfsima taccia .
Cap, Io con tutto ciò non mi rimango di cacciare , perche fono grandi fimo cac-
ciatore, 'e nato perla caccia, com'io ti di fsi da principio, efercitiodaperfoat
nobili, da Trenàpi, e gran Signori . Oh m'era /cordato il dirti ,come bifogna,
(he tu vada hor'hora a -Cafa della Morte, e dirle, eheper quefla feranonm'a-
fpettì fecoa cena, effendo ,th"to mì trouo bauer promefiod 'andare a banchet-
to a e afa dei Dimoio ; và, e torna lofio.
Trap. Ch'io ritornìtofio,viricordo*Padront,chec<oloro t che vanno vna voltai
cafa della morte, non ritornano maìpià a dietro .
Cap. Tunonfaii patti, eie conuentìoni>chefono tra di noi, e per quefìo tu temi,
■& hai paura .
Trap. lo fono trà calc't,emuro, s'io non rò a Cafa della morte , non la poffo fug-
gire dinon andar a Cafa del Diauolo,colmioTadroneacena: ladrone non fi
potrebbe fardi meno, t non andare a queflo Diabolico Banchetto i
Cap. T^ò, "Perche a quefio Banchetto vifideuono trouar molte Dame , e molti
CauaUiiri,conuitatiperie No^ed'vno,ilqualepigiia permcgtìeia Figliuo-
la di Ritdamatìto,Giudice Infernale ,vì faranno beììifsimi tratten\menti,enm
fipuòmancare .
Trap. ^ Trattenimenti bellifsimi a cafa del Dianolo ì io duro ma grandifsìmafa-
tictiasrederlot etantograndejth'hmnb credo , "Padrone™ tremo dal capo
d % alle
.Ekt Capi tano Spaventa
alle pìaxtejnpen.far fola d'batter andare acafa della Morte.
Cap. temere , y4 arditamente, the /eia vita, humana altronon è , cbtyna^
. nwgat'me, il eia porto è la Morte ih iti quejìatua nàuigatione , ti farà Sìar
tanto fidle voitcehc tu nanpiglier^ì mai porto s e co fi non morirai* lamina.
Trapi OiSÌipMthe voi mi mahdat calla Morte*- dirà , comedìQe Socrate nelfuo
morire, lom'ro volentieri folopet andare mei fortunati Campi Elìfi,agoders
il commercio d'Hetnero, d'Orfeo, di Lino t £ Urlone* d'Efiodo , di Mnfeo t e
degli altri T-vetij the vi fono ; levò volentieri atta Morte , perebenel Regno
fuo , e netta fua hahitàttone trotterò vn numero grande di femwi^mc'mieh
che wfarajina compagni^,.
il
l|
,:»«>♦. ut tv »• »• . tv... Kib .«••
.Muri ,
B.AG
*7
Tra.
RAGIONAMENTO
DECIMO QV A R. T O.
Capitano, e Trappola., .
*Auend"iovna mattina grandiffìma -volontà di far col-
lattone ,me n'andai alla cafa del Sole miograndifjìmo
mimico , per Camerata di molti , * moli 1 armi , là doue
gimtotroua'h the'i Sole s'era kuato molto per tempo,
0 baucua ordinato alle Hore , fue frrucdì Cafa, che
poneffero al fuoco le quattro pignatte folìte , per cuci-
nare la vtuanda a i Mortali •
SeilSoleognimattina fà bollire quattro pignatte,
piene di robba per dar da mangiare ad ogn'vno , vorrei da quà innanzi andar
ancorato a far collazione a cafa del Sole : ma bè paura , cheme toccherà la col-
larone de' furfanti , cioè lo fpidocchiarfìalla sfera del gran Tianeta , che di-
fiinguel'bore.
dap. Brano quattro pignatte al fuoco, chehollìuano nella cucina del Sole , la pr>
ma, era di ferro, la feconda d'argento, la ter%a di piombo t e la quarta di chia-
ro,e trafparente vetro .
Trap. "Pignatte fuora dell' vfo bimano, e pignatte ftraford'mar'te, ma che bollim
in quelle BraMganti pignatte ?
Cap. Isella pignatta di ferro bollina il capo di P ulcano, nella pignatta d'argot
to bollim il Ri/o di Gioue , nella pignatta di piombo bellina lamortedi Satur-
no,e nella pignatta di vetro bolliuano le mammelle di Giunone,
Trap. Strane viuande,mi comincia a fuggir la volatiti d'andare a far coUalione
alla Cafa del Sole ; Aia potrebb'ejfere t che quelle mamme Ile di Giunone mi vi
tir afferò offendo le poppe delle Donne p'memli da maneggiare , e dokifsime
nel gufarle.
Cap. Cucinate, e cotte , che furono le delicate vluande , pofla la Menft, e por-
tate biTauola dall'aurora Fantefca del Sole , cominciammoa mangiare, e f-
fendocì noi da principia lanate le mani con la rug\ada,che fuol cadere da i ma-
terni ^flbori , e rafeiugate allo feiugatoio de i giorni Cankulari : Il Sole
fc ne pigliò quattro bocconi in fretta in freMiTn ornando dapoì fopra U do-
J> 3 rato
Del Capitano Spauento
rato fuo Carro, per fare il fuo viaggio, & k mene rimafi folo {dettò aita men-
fa Solare.
Trap. "Pcychtnon mi chiamare aUbora, ò Tadrone,a definareonvoi , ch'io ha*
uerei fpkcatovn [alto net Cielo ytome fatevoìalie volte , & batterà anch'io
gufiate di quelle Sìrauaganti viuande , voi vale Sii ejfer folo per meglio empir-
ai la pancia.
Cap. Rimanendo folo alla dorata Menfa » mi pofi fub'uo a mangiare il Rjfo di
Cioue, ilquale era ancora tutto bollente *
Trap. ituelio domita efier altro Rifo , che quello , che fogliano mangiarti Tur-
chi, fattocon latte t conmele jcon^cchero-teconht'tro , da terò nomina-
to "Pilao.
Cap. Guflato, ch'io hebhi il Rifod't GioueMuanixver amente delkata,dolcc , e
foaue\ diedi dì mano alle mammelle dì Giunone .
Trap. ^Anch'io batterei dato di mano alle poppe di Giunone.
Cap. Le quali furono guflofijfmeallabocca ; gustate ,che h hebhi le due prime 1
viuande, mi feci portar da bere ; beuuto ,. ch'io m'hebbi vnagran Ta-^a di
Tettare, pigliai quattro bocconi della morte dì Saturno y edapoi mi pofì a ro*
dereUteìiadt vulcano.
Trap. E forfè abuona vfan-^ad't teSta di vitella da latte , <&- alla prima doueSìe
dar nelle ceruella, la feconda negli occbì r e la ter^anclla l'mgua } come foglio,
no fari buoni mangiatori -
Cap, Mentre, ch'io me- ne Stana rodendo , e feotennando il Capo-di Vulcano , mi
fi fece ìnnan 1 ^} Venere , la quxle vedendo, ch'io ned'moram il Capo di Vul-
cano fuo Marito , cominciò a chiamarmi fierijjimo Ckbpc^, crudcìijjìmo Le-
flrìgone, &ìnbumani$ìmo Antropofago , minacciandomi, e giurandomi di
farmi veciderda Marte fuo D rudo, e fuo Bertone ,
Trap. io mi merauigHuua/beHmangiare vi facete prò,fempre fi troua qualche:
intoppo,^- il più dellevoltedapoi itmangiare r r dapoi» il bcrcfogiionofuccc-
der de' pa^iauuen'mtenti -
Cap, Sentendomiio minacciare da quella puttasfatcìatadì tenere, {libito m'ac-
eefid'ìra, e di furore > e quiui pigliandolaper le treccie la slanciainel Bordello*
di CiprOylàdouc peruenuta fu fatta Regina ditutte Irmereirici,. e di qulva-
fce,che le meretrici fono molto più calde ne i piaceri di venere più fcalmte,,
che non fonolealtre Donne ,
Tcnpi Talmmte,cbe genere è la Regina-delie mcretrici,iopermecredo , ch'ella,
fta laTriora di tutti i Bordelli del mondo. "Padroue mio la vofira fu unxj
paiiQt collativne,. boraguardateui daldeftnare; dalla merenda,e dalla cena*
perche v'mteruen'tranno de pa%jifc hirQedt'firamffmiauidenU:*
Trappola và alla Tojla, e vedifevifono mìe Lettere.. \
1 vvx Ba fbk'af pettate voi t
l.i|x Dm debrai A4 are, e dìill" Inferno-
Ragionamento Decìmoquarto, 28
Tra p. Sò f k e ' Con ieri fiamo frefcbi con vounta hora,cb'io mi ricordo mi trom
Acanto via Lettera datami da vn ceno Barbaccia^ quale m'bàtteua effigie
diFihfofadiToctajequifhclSioMndifidiGratiariOi Dottor de i Come-.
diami. ■ : v. . ... i '#tim i\
Cap Mtàra qua, Ufi tanti vedere il Jopra ferino della lettera ì*AUo S trenta,
i 'Ctterribile CapitartOyil Capitano Spau^FulminediguerrA-.buonOjvie
ne àme fentjaltro^ruco ch'io l'apro t&ecco, ch'io la lego fotta chiane di
filentìOtAh^ab^h.ab,
Tnp. Vairone voi fate vn gran ridere , che sì , che quefla farà qualche Letteti
di quelle del Dottor grat\ano } come dianzi vi dijfi: Certo t cb'eSa farà e faridi
quel Famofo Grattano dei Cernici Gclofì*
Cap. L'bò conofc'mto ; ma non è fu* Letterate non folo hò cmofchtto lui , nomi-
nato Lodouico da Bologna t mi h ò conofeiuto infìeme, Giulio Pafquati da Ta-
doua,cbe facemda Pantalone -.Simone da Bologna,i he faceua da Zanne^j ;
Gabrielle da Bologna,cbefaceuada Francatrippe : Oratiù Padouano t chcfa~
eeuadaimamnoratojvidrianG valerhùda verona >chefaceua l'iJìeffoì'G'm
lamo Salimbeni da Fwren%a,che faceua da vecchio Fiorentino detto Zano-
fcw,e da Piombino S'ignora IfàbeUa ^ndreim Padouana,cbe faceua la pri
ma Donna Innamorata j la Signora Prtdettita verone fe , che faceua
la feconda Donala Signora Siluia Roncagli Bergamafca^hefacettada Fra-
cefcbina;& vn certo Francefco^indreinì Marito della detta Signora ìfabeU
la,cbe rapprefentaua la parte d'vn Capitano fuperbo t e vantatore y chefe bene
mi ricordo ddnome mìo fi faceua chiamare il Capitano Spauentoda vate
Inferno.
Trap. Me ne ricordo ancor'io Padrone ,e giurarci d'bauerlofentko in Milano «
Portato fajecitareinfieme con tutti quei Perfonaggi, che raccontati bauete ^
nella Cafa de gl'lncarnatin'he di più mi ricordo ch'egli recitaua la parte d'vn
Dottor Siciliano^olto ridieoloft, faceua ancora la parte d'vn Negromante
(detto Faiftrone)moltojlupenda per le molte Lìngue ch'egli pajìedeua,cf,mc
la Fracefeja Spagmtolada Scbima,U Greca,e la Turchefca.$ marauiglio-
famentepoi,la pmed'vn Pallore nominato CorintoneUe PajìoralUfuonando
varif,e diuerfi Hr omenti da fiato ttùmpojìt di molti Flauti , cantandoci fopra
Verft Bofcarecci, e Sdruccioli ad ìmitatìone del Sannazaro detto Jtt io S'm*
cero Taftor VjLpolham.
Op. Evenirne ne ricordo,equejìiiaii Comici vniìiinftmeftitominmano i €o
mìci Gelofi^qualibautuanovH Giano con due F accie per imffrefa ,'con vìu*
<JHotio,cbedkeua,v'trtù i Famà ) & Honorttefer Geloft . Tràppola ynio di
quelle Compagnie no fe ne trottano pià, c ciò fia detto con pace di quelle » che
b oggidì vtuon o,efe pur fe ne trottano fono compagnie , che bann a folamente
tre,Ò quattro parti bnone,e l'altre jono dipocbiffmo valore non corrifporìt
Mono alle principali tome faceuanotmti le parti di 'quella famofa compagni*
D 4 kquàU
Del Capitano SpaueiitOi
• leqaaTi erano tutte fingolari,infomma ella f à tal* che pofe temine afa, Dr&
marna me oltre del quale non può varcare nìma moderna Compagnia diCa-
Trap WIC ^ci fumo vfcitifuora del primo ragionamento,ela dìgreftoneèjìata al-
quanto lunghetta,pernon dirproliffa, però torniamo alla Lettera datata , chi
ve Limando . >-„.-_•
Cap. ha Lettera idei petrarcaToetafamofiffimo, & il primo de i Toeti Tò-
fccttH
Trap. Come il V etrared feria estenderemo del beUo„& del buono: ma che cofa
yifcrWegi'rf
Cap. Se ime il 'Petrarca r oeta celeberrimo , cbe'l Monte Pamafo fi lamenta * e
duole dime perch'io bibbia carnalmente v fato con la Poe fio. epica fua Mo-
glie sfattolo Cornuto,laondepertal'effeuoviene datutti chiamato il Mon-
te Bicorne* w .
Trap. Che vuol dir codue Corna: Padrone bauè'do mt mgrauidata la PoejtaEpi-
ca,bifógneràbtgraMdare ancorala Drammatica^la Lirica fueforelle: con
patto però s ch'eUenoKon debbino partorire, j e non buoni Poeti. ■ _
Cap. Fardbper certo t pohhe'l Mondo bàgradiffimo bifoguodi Toeti talt 3 efo-
pratuttod'vnToeta^heeantiglihonorimiehelemiegkrie.
Trap- Oh quesloèqueUo^h'importayacciò chela fama vostra durìper molti, e
molti Secol'hcome viuono coloro>che fono cantatala Homem.da^irgiiw^ da-
tutti gli altri fama fi Voeti,
4 n , <r ! .;,V
RAGIO*
21
RAGIONAMENTO
D E CIMO Q VINTO.
Trappola , e Capitano .
in trottato Padrone y e ben venuto per mille volte :douefete
voi ftatffinfm'àqueféhorai Son'hoggì appunto appunta
ottogiomhibevoipartiftesÉzapmdkcaDio&taletih'tù
vì giudicava morto, idi già daita principio à vejlirmi di
negro^a lutto ,d* corrotto ,&da condurne, come dir vo-
gliamo,
Ttappolamhiovengo dall' Inferno, ladouebo per co-
fante dì andar ogni mefe vna volta,per votare gli Jtmici,® i Pai enti, the
Vlfono.
Trap. Chi fi fi Padrone mio bello àcafadel brutto Babaof
Gap» Si viue allegramente allbora^b'io non vi fono,ma quando, cb to vi giungo
fi vhte in qrindiljìmo trauaglio.
Trap. fu foffe in voi vorrei Jìami fempre, acciò che l'Inferno no hauefle quel-
l'allegre^equcUontentofuora del {no coflume,ma d'itemi il perche! e per-
donatemit'iocbTcdotant'oltre.
Cap, // pen he è fU ffo,f b' io non vi vò mnvoUa^he non mi bt fogni adoperarla
fpada,e metter fotta [opra tutto il fotteraneo Regno.
Trap. Se lo fapete,per che v'andate!
Cap. T^on poffofar dì menoMofìra natura e vintà dal coftumc.
Trap. Checofabauetevoifattofefipuòfaperei
Cap. lo come già ti dijfi fcnof olito, & hbpcrcoftume di andarmene d diporto
per lefotteranae Cotraded' 'Memo ma natta Urne f e per lo meno, e così otto
VIJ tv n.. ri «iIHUHilHip, iarillUJ/1.1 ij II -muHMi» j * J J
traun'buomo molto terrìbile fpanentCHQle in «i/itf ,i( quale ad alta uoce gri-
dando.
Son
Del Capitano Spaucnto
Soli dille il Re di Sarza Rodomonte,
Che te Spaucnto alla battaglia sfido,
Equi é vòprima,che'I SoJ tra monte
Moftiar ch'ai gran Plutosi fei flato infido»
E che non niei ti,che fei traditore
Tià l 'anime Jann ite aiirim'honore.
Trap- Cacafan'^ue Li ccCx aniUua da buon [enno^toccado fopra l'bonore, e chU'
mmdjuìtr vittore tra l\Anlrn d' bitumo.
Cap. lo fentendo l'drgoglhfa disfida fatte cm ingiurio fe parole Subitogli diedi
ma mentita con Hthnata,diceado cosi J alitando il regno d' \Auerno, e il Rege
Fiutone , e tutti gli hi feriali Numi tà menù perla gala .
Trap. Imparate Soldu ti.cbe non fapete i neri te mini del mentirebbe ciò faceti'
do,non metterete fottofopra i corpi dì guardia, come fate ilpiìt delle mite , &
aUofpropofito.
Cap. Alhora Rodomonte tutto infuriato mi slanciò la Ruota d'Ifione nel pttta ,
& io in un tratto gli xuucntai il Safio di Siftfo neUatesta,e quiuì uenendo alle
prefe t comincìammo im'afprabattaglia à buoni colpi ai pugna •
Trip- G 'te na,cbe gli s'ufaua tra {li edifichi Solddtì,poichenon s'erano mun-
ti ancoragli .dnbibufi',cbe chiarijcono qual fi vaglia teSla b'f^arra,e fi cbia -
xaaua pugna del pugna re \cbefaceuano infieme,armandofi le mani con intrec-
ciate,& annodate corde.
Cap. MStre,cb'ardeuala belticofa pugna facendola a pugni,a calci, & a morfica
tmefiome vani arrabbiati,accor[eà quello fìrepito,& a quel rumore Plutone
Imperatordei Regnibitìjl quale udendo coft afpra tendone fi pofe in me%o
perdiuiderla t eper fepararìa .
Trap. 0 b bel uedere,un Impera tort metter di me%p , e [partir duo ,cbe face uam
alle pugna*
Cap. lo allbsra pieno d'ira t e di ueleno,tirai un pugno a Rodomonte con tanto
furore t cbenon udendo rompeì il nafo a fiatone ; Rodomote [ubilo mi tlròm
altro pugno con tanta rabbia,cbe non aolendo arroccò m'occhio a Plutone.
Trap. Uardinatiodi coloro, che fparti[cono,cbe il più delle uolte, e non uolcnd9
tolgono ii me<%p.
Cap. Quando l'imperator delle per dutegentifentl romper fi iina[a,& ammac-
care un'occhio cominciò a chiamar foccorfo, gridando ad aitauoce , & alla
d'operata.
Trip. -Alla Fede buonajbe'l Diauolo anch' 'egli hà dibrutti [pauentl^e di male
Jlrcttt d'ufeio alle uolte .
Cap. ^4l gridar di Plutone \& al chiamar focxorjò comparse Vroferp'ma regina
dell' Inferno , la quale aliandoli braccio mi diede dello Scettro Imperiale
fui capo,fdcendomigraueperccj[a .
Trap,
Ragionamento Decimofcccr.de. ?0
— Oh pnucro -Padrone trottar fi ferito a cafa del Diauolo,doue non fi dtbbon»
trottar Barbieri ,malaccfa invero-. ^ ^
r an io fedendomi afpramtntepercojjo di dietro >& a tradimento mi voltai ,*
P 'volgendomi tir ai vn calcio co fi fortenel corpoà Troferpma , cb io U feci di-
frerderc d'vna ligi me di Piauoli } cb'eUa haueud nel ventre .
Trap. Obfeiitìdifberditttra.
Cap. Proferpina fi fintisi gravemente ofefa.cominctò aticb tUaa gn-
dare^ohimefon morta.obime fan morta i^Ubora Tintone frtmedo di fdegno
cerne irato Manchiamo afe mugli Spimi <? \Auerno> ordinando loro, che
m'imprigiona ffero dentro la Rocca dcUafuperba D l T E:e nonhtbbesttofio
command-tto Plutoniche fu obedito, la onde in vn fubito mi furono attorni
tutte h Deitd delflnfemojequalrdapoi vnalugafcaramutcìa mifeceropri-
gione: fatto ch'io fui prigioniero dì quella Turba Infernale, fui legato con Jl-
fpidi,con vipere jon Ce rafie ,e condotto nella fortìffima Rocca, della CalìgU
nofa Dite,e quitti chiufo,e ferrato con buoni ffimcchìaui.
Trap. Ed eccotiil Capitano Spauento prigione nella Rjcca principale dtìla ne-
gra , & a fumicata Città dell 'anime dannate, a femphema pena yaU'vfcir ti
voglio dtfie colui*
Cap. Vedendoniio in quel punto carcerato dentro la durijfimx , & fortiffma
Xjicca, andaua penfand'o, e rìpenfando inche modo io haueffi potuto rompere*
efracajftre quella durìfjìma carcere , e faluarmi dall'ira di Mkos Giudice
In fernde.il quale feni^dtrotffame, voleuacondentiarmianuoua penti , & a
nuouoUratio Infernale *
Trap. Oh quanti fe netromnodi quelli Giudici irati , i quali nortvcglhnotvdir?
k di fefe altrui, cibando fittile pene, degliflratij , e delie mwtide i pntterì in-
nocenti, ti Giudice , 9fia Cmle s b Criminale , debbe dar€audien%a tanto ad'
I R 0 ,ad\Agtao ì & a Melando, quanto ad ^ftalo, a Craffo,& a Crcfo^Ma
min mi merauiglio della crud'eltàdt Mìnos, perche non peraltro fu fatto Giu-
dice nell'Inferno,cheperi % efiremafeuentè, ch'egli e ftrcitaua , viuendo' net
Mondò trd i Mortali..
Cap* Quel vigliacco-dì Minor Giudice Infernale non: fìauem intera cognitionr
del^EquUà arbitra, che fi ricerca nel Giudice,nèfapeua t che la troppo rigoro-
fagittsfitia non fpauenta,masì bene fà rivolger gli animi dei T opali ..
Trapi Lofplend'ir della Clemenzpalla GiiiJìitiaè,come il chiaro lume della lw-
na, alle tenebre dell' ofeurìffim* notte ..
Cap. Finalmente qua lo piacque d De {lino mio Compare jmvewc ut mente iV-
fata mia ^for^a^lvfato mio valore? quid cominciai colmìo Capo ad arbe-
tare quella durìffima Racca,taqude m pochi/fimi colpi fe ne cadde tutta à ter-
ra,&sidifpetta di T tutoli Minos,e di quanti Diauoli , Viauoltti, e Diauo-
lacci fono nell'Inferno^ neyeni col capo tutto fraccafiato dalle tughe per-
che date nella Rocca^datcolpo^hemifece quella poltrona di Trofirpka-
Trap.
Del Capitano Spauetlto
Trap. Sarà hen fatto, ch'io conduca, il Barbiere, e che quanto prima ri faccia^
una chiara d*ouo,con lafuajloppa,eJale .
Cap. FÀ,ch'io t'affetto e fi ch'eiporti unouo di Bafilifcù,e che pìgli della /lop-
pa dalla Cwoccbiadi Lacbefis^fe per forte bifognaffe trapanami per qu&l
cht rottura d'offo t che portìvnaCaliériHadatrappanamiilCapoper menù
dolore.
Trap. lo vè,e quanto prima farà dauoì col Barbìero , econtutto quello t cbefi
dibifog.no fra tanto fatetà medicare alla Todefc'a > con un pugno di -fale nella
fcritajacendouif *f(iar ben frettala tcfUtf dapoi bxjéete un boccale d'ibu*
niffimo nino.
RAGIO-
'SI'
ir
RAGIONAMENTO
DECIMOSESTO.
Capitano s c Trappola^ .
0 mwango petrlficdto dalia, meraviglia, poiché le Ga-
lere diMalta,e quelle del Sereniamo Gran Duca mio
Signore, per ancora non ritornano didoue difìero d'an-
dare infierite ,perl'imprefa di non sò che Fortezza .
Ter quello,ch'io vtticodire da vnHebreo Leuantì-
no le Galere fono ari co m "Leuante-, e nei Mare, non mi
ricordo delnome di quel Maremoto per litanti nomi ,
cbebà il Mare,ejìettdo vn filo il Mare.
Cap. Infardine di tanti Mari t e con sì dine rfìncmi è fole cagionato da me.
Trap. In chi modo battete voi cagionato v» difordine tale , fe pure fipuò chia-
mar difordine il ( hìamarlo>con tantincmìì
Cap. Il Mare da principio era vnfolo,e cbìamauafi ilgra Mate Oceano, il qual
Mare era innauigabile , per non bauerifuoi Bijìmi } ò Strettì > che vogliamo
dire. ;^|lÉy^wi''' •».*>0-'ViisW c C»*"^' ' K : «J . v'i . < ^ ,<
Trap. E the cofafacefle voi per renderlo nauigabìle ?
Cap. Ter render il gran Mare Oceano navigabile, pigliaivnafpanga Venet'utna
di quelltda lauar le barebedapoi con questa mano la tujf.ti nel gran Mare^j t
h[cìandola.hì%i*ppar ben beae,come la fp'-nga bebbebcuutu tutta l'acqua del
Marena canai fuora>& lapoft indifpatte per nuomaffari*
Trap. . QueHa veramente è cof a incredìbile tpurfeguitate.
Cap», Seccato t cb*hhebbiiLgran Mare Occano^omimiuid fornirgli Stretti ",'
eprima d't tutti formai lo Stretto dettarono Stretto di GiLtltoa, io Stretto
dì Magagiianes^l Capo di buona Speranfaila Giana maggiore, la Giana mi-
.«ore , io Stretto d'antan , il Toh della Calamita , e per rtùmo UCapo
di Tarbin.
Trap, Tutti nomìdaproiefìo.
Cap. ; Formati ,e companìtt^h'iohcbbi gli Strettì ji Capì^Tolì, e leGiaue^pi-
gl'ui la Venetianafponga,e comincili « on ambe le mani , a [premerla , dalla
quale hi vntratto venne fuora tatto Ugran Mare Oceano ,
Trap.
Del. Capitan Spauento
Trap. Ctandtffima defire^ à cau.i r fuoravn Mare cofi grande da vna fpongz
così picchia: lo permenancredo,cbe lo S cotta jl Tofcano ,cTrappolinù ne
dìcbino delle maggiori fopradcll'ogiio , che loro vendono pubicamente in
Banco.
Cap. Verfata,chefà l'acqnd del gran Mare Oceaniche fece il Man? andò fu-
bito correndo la po Ha, circondando la Terra tutta ,douepià,e dotte meno;fer-
mandtft vna parte di Itti k vn luogo.& vn' altra m vn'alw.Quindo il Mare
fi vidde diuifo in unti Marhemìnuita la graderà fua,cominciòà far dimoi
tiflmiìpcnfieri.
Trap. t forfè penfieri piàfaSlidioft di quelli d'bauerà pagar l'Hosle } etionba-
iter denari ne pegno.
Cap. Io allbora dìjJì,ob gran Mare Oceano„non occorre pen farai piit fopra ; Da
qua inndnxitu non farai più foiosa, diuifo in maitre chiamato con diuerfi no~
mi . quelle mafpettate parole egli cominciò a lamentai fi,dicendo: Jtdun~
qitcper colpa tua,e per tua fola cagione ò CapitanoSpauento l'Imperio miofe
rà diuifo in molti Agnino ne farò col tempo giufla,e memoranda vendetta.
Trap. Quetlenon erano parole decenti ad vngran "Padre Oceano, nèda foppor-
tare,sì le ftte,come le vojìre ancorale dubito, chela VoetÌca,ela Hjtborica mi
te hfienie no ni riprtitno t enon vìfgridino di quefto vofiro modo di ragionare*
Cap. I o non fono [oggetto neàV oeti,né a Bjth orici; voglio dire à modo mio , e
far ,come fanno la maggior parte diedero, che compongono , li quali dicono
quello, che vogliono, lafciando dire alla 'Poetica^ alla Kethorìca quello ,cbt
le piace.
Trap. Oh voi C'intendete} che tanta offeruan%a,bafìa aprir la bocca t dìre quello »
c he viene, in ogni modo è pafiatoil tem podei buoni Poeti .
Cap. yedend'io % che'lgran Tadre Oceano ftlamentaua,e vedendole dagli oc-
thìfuoicademno perle grojjìfime in vece di lagrime ,volli(per non dir voi fi )
yùtticonfolatlo con amiche parole,dicendo cofitQuietat'^ògran "Padre Ocea- \
no,rafciuga l'imperlato piantojnnoftrail volto,rafferena il cigiio,raccogligli
fmarritif pini, ch'io ti confolerò ben toflo.
Trap. Parole da Trencipijcbeper lo più parlano poco,ofia perno» volere^ per
non fapere.
Cap. Se bene tu farai chiamato con dìuerftnomì,efe bene tupafferaìper d'iuerfi
Stretthfemprc farai l'iftefo Mare Oceano,però confolati .
Trap. Belli fimo ragionamento tra il Capitano Spauento ,& il Mare Occam, Dia
lago beìlifjimo per certo. %pfcondeteuipure à pofia voflra, Dialoghi di Leo-
ne Hebreo, Dialoghi d'^dnnìbal Caro,Dìaloghi dello Speroni, che quefio falò
vi toglie,& vi tetta la luce.
Cap. Tu farai denominato da i ImgbUeda i Climi,é farai detto mare del Nort ,
mar del Sur t mare Eleufmo,mare £geo t mareMediterraneo,marTirreno,mar
Cafpio,mare Scitico^ eno Ter(KO t mared'lndidtmar Rnbeo t mar delie 2*.
bacche,
Ragionamento DerimoQuin fo ? j
baccbe.mar Negro,mar Maggiore>& con altri nomi per abbreuiare l'Ocea-
nico ragionamento. >
Trap- lima? Oceano dottete quietarfigr andare d fari fatti jm.
Op- c ^ ic "° ^«wai ^ Colombojl VefputcioM Magaglianes,e molt'altri Fa
tnofi Noccbieri,dicendo lorOyChetcmmciafferoànauigarc ,& a cercar nuoui
RcgnUnuom Vopoli,e nucuì cofiumi; fola pcrinfegnareaglialtri Wjiuiganti
il viaggio dell' Indie OrÌentali t & Occidentali, & co fi f aero.
Trap- vaimi fateflupire,etrafecolare,ma non me ne merauigliopoi Rapendo
ChuomOiche ftete nato per giouare,e che potete tutto qurUo,che volete . Ta-
drone,colui,cbe non-pine in benefìcio d i molti,muore innanzi alla fita morte*
queUo,che fà beneficio aperfona degna , lo fàafe mede fimo ; Tale fitte voi, e
quefli tali ebe raccontati hauete,nepcfioncfar cbiara,& indubitata Fede.
Cap. Senti quefi' altra ,U quale èia meraviglia delle meramglie, e fìupor de gli
Bipori:Trattandofi vna volta diriformar FiAnnoJolo, perche ogni mefe ha,
tteffelafua'Luna di ventiotto,òventinoue giorni, tante Bore , e tanti minuti;
comparuer'o molti Filofofiyemoltì^fìrologi per tal 'effetto -
Trap. Ob quefiast,cbe vuol'effer terr'tbile,pokhe fieno eomparfi tanti huomini
dottì,e fiknt'tatipcracccrnmodarl r *4nno, allegramente pure, cerne diesua
quell'Hcfle a'fuoi ForeSìierhthefiauanoa Tauola,enon mangiauano .
Cap. Compartitale f àia Setta ^tHrcnomìca,eltt Setta Filofofica comincia-
rono à contrafìare,ty acontendere tràdi loro } volendola , (hi a vn modo,e chi
ai vn'altro;cbì trattala dei€ieli t thide i Tianeù,cbìdel Solecchi della Lu-
na,chi delle Stelle fi ffe,chideU r erranti,chi del Zodiaco,chide i Ccluri> elùde
i TropieÌ,cbÌ delle Zone,chi dell' Ecclifii, chi de i poli, chi d'vnatofà, e cbìd*-
m? altra , a tale , che non accordando)} infieme generauano vna grandifjima
confufione,& l*^fnnonon ? actommodaua.
Trap» lo mi vò imag]nando,cbeavot forcò il farla tortale mangiamela anco*
ra,per dir cefi.
Cap. V edend'ìo-, che quei poner^huommifbaueuano Ubiccato il ceruello nella
loro ^fìrologia^on fipotenano accordare^ trouauano modo d'aggiuflares
ogni mefe con la fiua Limarmi rìfoluei fen\a tanti ^tfìrologiad'ac comodarci
tutto convn betlìfsimo tiro,e che feci (Tigliaila Ima, & idodici me fi dtlf-
^nno,e gli ferraituttimfiemeinvna camerafen^afenefireidicendolorOfChe
faccommodaffero^iltrimevte gli batterei laf ciati morire di fatitele difetti**
dentro quelli ofcurifsima camera »
Trap. Effendouì la luna non poteua efier ofeura ,
Cap. la Luna per fi fleffa non hà lume,fe dal Sole non le rien datOt& ceco , che
tu feivn'ignorante.
Trap- Qmto-ci è di hmno t t}j'h no fon foto; belBfsima refolutwne fà la voSìra a
ferrargli in qlla camem,e facefìl come fono i CaitaUieri di Malta nel creare il
nouellogra Maefiro iella loro Religione, li quali fi chiudono tutùin ma Sala
coi
Del Capitano Sp ati eri to
(ol corpo dei defunto gran maefìro,c quìui nenm angiano ,««<?« be firmo fio
tanto , che non n'babbiao creato vn' altro .
Cap . Vuoi tu akro,chc in breuifsimo tempre d<t per hrojen^dtra ^AflrologU
s'accommodarono in modo tale,cb'ogni me fé hebhe lafua Luna di ventìom
giomifcnte. horc,e tanti mhmtiiComefacmaii bifogno per aggiuflare l'jia
no Solare >e l'anno Lunare.
Trap . Ó b gran cofa>ob grancnf<t\ io tengo pur detto à queJlo,e queilo,che voi (le-
te vn grand' buomo,con mtto,che niuno me lo creda -
Cap. Credmocid,cbevogliono,ch'iopocomicHrodiloro t poichefono per lo più
tgnoranti>inuidioft s e maldicenti.
Trap. Fate molto bene a non vi curare di loro coito fcendol't per talUpokbe il mal-
dicente è fimile al Sarto, ch'altrui veììe difeta,edi oro f & egli fe nevatutfo
{tracciato ;fe dicono mal di voi,lo dicono per inuidia > e per malevolenza non
potendo ejfer come voi, faggi, valor oft, e forti .
Cap. M'era [cordato UdirtideW^mortniOiedellacrudeltàdtllamh Dona, pe-
rò fenti.Fattene bor'horaacafa di Cupido Figliuolo di tenere, e dilli a no-
me mio , ch'egli faccia ogni opera, che ella mi fiacortefe della graiiafm\al-
t>'mentef.icenio,cb'io lo venderò falle Galere di Moratte Rais , la doue fini-
rà la fua vita,con poco bìfcotto,con poc'acqua t e con molte baronate.
Trap. Qlklo diròfom io lo vegga.
RAGÌO-
Tra.
isr "sr fir ^fe-
*v^«v« •'^^vs «Tga's e*2r > «jeaf*
jZkMt* jSM%$k ^sO^^lsi
RAGIONAMENTO
DECIMOSETTIMO.
Capitano, c Trappola,
Errano gNllit/hiHeroici,e marciali Scrhtorhe narran-
do , e fcriuendo dicono la bramra ne i Prillati effer'^ir-
gento,ne i Nobili Orojiei Trencipi Gemma Oriestale,e
nel Capitano Spavento Stella Crinita , ftgnìftcantc mo£
te,efpargimento d'humano /angue .
Tadrone io u bo da dire una co/a, e perdonatemi, tutti
coloro,che ut uedonomi domandano fé noi ftete il Bargel-
lo di Campagna , ò'I Capitano de i Zingani , e non uè ne maravigliate , perite
quejlonome di Capitano per colpa uojlraéper uenire a tanto buon mercato ,
che non fe ne teneri alcun conto .
Cap. Il nome del C apitano non uifen^a il fuo aggiunto , come farebbe a dire il
Capitano Spaventosi Capitano Uriararcbe % il Capitan Diacatolicon.U Capi-
tan Leucopigo, il Capitan Melampigo, & uà di/correndo.
Trap. Che D kuolo bà da fare il Diacatolkon medicamento ,cbelo tenganogli
Speciah,colnomedelCapitano.
Cap. Diacatolkon umidir Capitano Vniucrfale , Capitano UmTanbeuuoldir
Trencipe della M ilitia Capitano Melampigo umidir Capitano Culnegw^
Capitano Leucoptgpmoldìre Capitano Cui bianco.
Trap. Che uuolfìgniftcareCbauer il Cui negroj l'hatierlo bianco ì
Cap. Vuolfigmficare quello y ch'ìo ti dirò : l'baue r'il Cui negro ftgnìfta forzai
ualore, perche tale fbaueua Hercole infitto , e d'efircma fvr^a dotatole lba~
uer'il Culo bianco fìgnifica tenere^a , e molitia , come fono tuttigtì bitumini
effeminati^ molli. *
Trap? Seio hmeffi adeffere uno dì quefìì duo Capitani, uorrci tffere ilC*.
pitano dal Cui bianco, e non il Capitano del Cui negro, fi che date ben di
nafo a quello , ch'io uoglh inferire . Ta drone mio , io hò da dirui una cofa ,
cb io mera {cordata s y na Gentildonna vedoua mitrouòSabbato manina
UUarhT. ' 0 m ' f imamma di mi ' f 'he m bramaua per fuo
■E Cap.
Del Capitano Spauento
Gtp% T^o» mene tntramglh , perche tutte h Donne mi defìderano ,ecbe liòfìa
vero l altro giorno rifiutai d'apparetitxr con Cioue Re del Cielo* con NettktiQ
Re del Mare, e con Tintone Bj dell' Inferno,
Trap. Che volt unno darJ , e ebe dote vi proponeuano quefli cali , che nominati
hjtuefetx^ .v, \J\ '• • '
Cap. Clone mofaiui vna Donneila, di Giunone fudmeglte , con dote di Se e-
tri>Mantì>Corone„e Diademe .
Trap. Stanano f> efebi coloro,cheafpettauano d'effer coronati.
Cap. Vjttano m'offe ritta vna Donzella d'iAnfitntefm moglie ,con dote di tutte
k V trle, e Coralli ,che fanonel fondo del Mare .
Trap. L'altre Regine l'hauerebbono fatta molto male , e le Contadine peggio,
le quali fogliano portar' al collo quei bei Corallonì grojftjcome palle da Ba-
ie ììra .
Cap. Tintone mi prometteua vna Donzella di Troferpìnafua moglie, con dite d
tutto l'Oro } tutto l*^rgcnto,edi tutte le TietreprctÌofe>cbefitrouanónélle vi-
feere della Termcon tutto ciòrifìutai la prima , la fecondale la ter^perc bc
non voglio accompagnarmi ; Però quella vedoua,cbe tanto mi brama, e tanto
mi difidera,pìglìala per tej& indugia a. far le tue 1<!j>XP^ vn Sabbato,tbe fta
giorno chiaro, e ftreno jt.be farai vna betta fefia .
Trap. Piglila pure chi vuole t ch'io per menon la voglio . Ma che pei fiero è il vo-
lito queBa mattina, ò Tadrone *
Cap. D'an dare a fare olatione acafad'vn Uofie grandìflìmo amico m io , il qual
vuol darmi vn piatto di trippa di Serpente ,vn Baftlifio arofto lardato alla
Francefe y & vngm%^ettino d'^fpidi } dì Vipcre,edi Semini.
Trap. Sì ; ma. bifogner^ prima mandarla chiamar l'O mietano , ò vero Martino
Hapotitano^be venga col fuo Lettuarìoper fanarui t altrimente creperete \al-
la Tauola fulpiùbeldelmangiareim* che v'mobeuerete voi dapoil'bauer gu-
fiate quelle buone viuande É
Cap. Egli m'bà promeffo dì fpinartre Botti di vino pretiofo , le quali hanno tutti
ìloroncmì ferini m fronte , come fogliano i Turchi h&uemi ferino il lor de-
fimo.
Trap, E che nome fono quelli ì
Cap. il nome della prima Botte fi è Dtmoctatia , delia feconda *4rifiocratia > i
della tetta Monarchia .
Trap. Belliffìmi nomi in vero t & ì vini, che vi fono detro,comeft cbia mano ì
Cap. Quello della. Botte Democrdtia fi chiama vino dì Republica , quello deìl<u>
Botte ^rifiocratia t fi ehìamavino di Signoria , e quello della Botte Menar*
chiafi chiama vin o di T rìncipato,
Trap. Tadrone voi beuerete molto bene,e meglio beuctete } fe farete ma leuanda
m'ifla^e compofita dimoiti vini Ja quale farà la migliore^ la più lodatadìm-
tìfi Bacco ve ne lodarà perfempre*
- - - Cap.
Ragionamento Dccimofettimo. 34
Ca p. Io fari la cotnpofìtione,& il misìo de i yinifen^'altro, come tu dici . Ma
apropojìtodi Bacco t mi fouuiene il contratto , ch'io hebbi vna volta con la
i/torte. V |L, ■ . \
Trap. Q&fa tofiro dirami pare vn parlar da Grattano , dicendo voi a proposto
di Bacco mifoumen delia MortetTadrone fiate in certttUo,guardate quello,< he
voi dite , come lo dke,e dotte lo dite, perche non tutti vi porteranno quel rifpet-
tocche vi portemi», vi daranno del balordo per la tetta y & batterete guada-
gnato quello.
Cap. 'Njn mi diranno cofa,chenon fta piùloro, che mia ; S appi adunque, che la
Mortele Cupido vn giorno s'inebriarono, e s'addormentarono ìnfieme nel
Tempio di Bacco, Lièo, Bafareo,Ò Tadre Libero,cb'è l'ittefftì . Suegliati,ìbe
furono dopovn lungo dormire fi leuarono in piedi, e non volendo ogn'vnodi
loro prefe l'arco, e la faretra dell'imbriacato Compagno , [e n'andarono a i fi-
liti offieij.
Trap. Bel vedere Cupido, e la Morte imbriachì andar fene per le contrade , come
dm Todefihi,Trontbi, Tronchi.
Cap- In quel mentre , che la Morte , e Cupido attendeuano dglì offit q lorojo me
ne pafiegguua tutto pieno di fa sìo,e d'altere7^xa t sù per la j ch'iena de' Caucafei
monti , gloriandomi d'baiter la Monarchia deìl'vccidere Hucmini, e Donnea
voglia mia; e mentre , ch'io pajfeggiaua , e ch'io ambiua , la Morte fdegnata
m'auuentò vna mortai faetta per leuarmi la vita, & in cambio d'vciidermì
mi fece innamorar della Rjgina delle jlmaxjoni , la quale mi fiaua vagheg-
giando dalle fine/ire del Juo "Palaigo. 1» fentendomi ferito, fubito mi canai lo
Strale dal petto,e lo slanciai nelfeno alla Morte, la quale rima/e piagata dcl-
l' ' vimormio,edomandandomereede alt '^imor fuomì di jje, Capitano Spaucn-
to anima mia > eccomi pronta alle tue voglìe,e pretta.
Tra p. E voi Vadrone t che rifpondette a quelle parole di thay%apatie?
Cap. Io che ardeua di /degno , e non d'amare, fubito la pigliai per vna gamba
slanciandola nella te sìa all' Bere fia , la quale fé ne Jìaita ofiinata di non mo-
rirgiamaì.
Trap. Quella infelice fi dà a credere d'hatier auiuer fempre nella fua opinione Cai
uiniJìa,ed'altreforti,e no morir giamai, e pure bifognerà far pellet quel troppo
amaro,amri amarijjimo falto,& andare a trottarli juo Mmifiro Calumo a Ca-
la del Diauolo,con Lutbcro,e con mùgli altri Caluinijì'^LutheranitHeretìctt
e Scifmarici,cbe vi Jono,
Cap, E' vera,che quefiitalì fono a Cafa del Diauolo , e quante volte mi fonc tro-
ttato ade finar e, ò a cena con Plutone Rè dell' Inferno jante volte m'è toccato a
mangiare qualche Lutheranùarrofio, e qualche C allibitila a guarito .
Trap. La perfona morendo fidimde,es-unifce ; fi diuide l'anima dal corpo,& il
corpo s'imtfce con gli Elementi fecondo l'opinione di Kpicarmo Filofofo ;la
Morte è fintile albraccioUro de ì Sarti, che tantomifura il cagnaccio quan-
£ 2 toh
Del Capitano Spauent»
to lafeta,e t'oro,& i vetrai nelle fepoltwte non difeemeno le carni de i Preneipì
da quelle de' poueri Contadini*
Ca p. La certezza del morire è vn freno aW orgoglio deU'bmm».
Trap. L'bttomo teme delia morte t perche non penfa alla vira.
Cap. Socrate morendo di veleno, diffé, che aUbora tomindaua a v'were . " ' ?) h
Tra p. // nafeer del Fanciullo è m'ordinarla fepolturaal vecchio .
Cap. L'buomo nafte piangendo,viue ridendo, c muorfofpirando .
Trap. L'buomo cattino nafte per morire ;& ilbuono ptrviuere.
Cap. L'buomo bà bifogno di valore per^iuere , efr d l attdaàa per morire*
Trap. Coloro,cbenon credono d'hauera morirstmotono molte,? molte volte.
Cap- Isella, morte fi conofee ilvero mimico.
Tiap. L'buomo dette affaticarfì di vtuer bene , e di morir meglio .
Ga p. Stoithia è temer della morte,che non fi può fuggire .
Trap. £ querèla majjima:Tadrone and'utmoalla Hcboladifchema,douefiete
affettato per fare vn'affalto con quel BaronTolkeco .
Ca p. indiamo , perche al primo colpo con vna fioccata lo voglio paffarda rn
santo ali*altro,& sbudellare tutta la Tollonia , lungheria , la MofcouiaJ*^
•Valli cebìajta Moldaniaja Tracia,®' tutto il Mordo .
i
RAGIC-
Tra
RAGIONAMENTO
DECIMOOTTAVÒ.
Capitano > e Trappola.
iiran E TTV NO tij detl'bumido > e [alfa R^egno, b&ueni»
intefot che "Plutone Rè del negro, e ca ligmofo Inferno,
■voteuaregalarmi nel ■Baratro Infernale, d'vn folenniffi-
mo BaiiibettOtfììmoUto tfuntOi e piccato d'hcnorataìtt-
uidi.i volle effere il primo a banchettarmi .
"Njttunolamtendeua, efiendo ,cbeil donare,e cofe fì-
mili fono fegnìd'honore, con tuttoché l'h onore fìavna
opinione debile* & vn parere, cbebene fpeffo prende ilfalfopet lo veyo,& il
yeroperlofalfo'.. NÉ^É?*
Cap. Fatto Unobiliffimo pen fiero , mandò } ubilo mode' fuóì *A raldi marittimi
a fare il Rjgio inulto, il quale Eraldo fu quelfamofo Tritone , e quel famofo
Turbatore di Marma Buccina , che col fuono fpauenteuole della ritorta Con-
c biglia pofi in fugatuttoloftmlo dei Giganti di Flegra.
Trap- Qt*efti TritoniyS'io nonm'ingamio^fono come le Sirene, cioème^i buomiui,
eme^pefci,comelorofonome%i pefci,eme%e donne.
Cap. Comparfo,chc fu il Tritone, cfpofìa,cb'egli hebbe l' oimbafàata, e fatta il
Regio multo', Io [abito correndo alUpofta fopra di quel Delfino , che faluò il
Mufico Orione dai maluagi Marinari ; bautndo fempre innanzi il Tritone
per guida,giunfi finalmente a'iamaritùma Regia di Nettuno .
Trap. Mi rintaneua di falere ancor a, che per mare fi corra alia pojìa, dirò, co-
me diceua quel Filofvfo ,f& anco imparo .
Cap. Giunto ,ch'iofui hi quella parte ,fui raccolto da Trofeo , e da Nereo , Dei
Maritimi, e primi Conftglieri del filato Regno.
Trap. Ejfendo quel Regno falato,come voi dite,wn dauerà pu%%at giamai ; ma
ftarfene fempre frefco,erubicondo,come il perfutod' A kmagna,e cometa ftp,
prejfata Bolognefe ,
Cap. Li quali raccolto che m'bebbero , mi conduffero alU menfa di Nettu-
no , e d' rinfittite fua moglie .• Veruenuto, ch'io }minnan<zj all'vna , & al-
l'Altra Maeftade , bacciai a l'vna ,& ali altra le ginocchia ; e la fimbra del
£ | Regio
Del Capitano Spauento
Regio Manto : fatto il deunto effiào , mi fi) data l'acqua alle mani , dal Fiume
^tcbcloo, il quale mi versò falle mani tana l'aiqua dtl fuo Calidotiefc
Fiume.
Trap. T^on bifognaua più latta rft le mani, òr ero t h iamar vn' altro Fiume > ver-
fandofitant'aiqna infjmìl lauatura di mani .
Cap. Lanata,cb'io m'hèbbil'vna,e l'altra de [tra mano , effend'io vere Soldato
"Platonico , cioè ambidefiro f mi pofi alla menfa infume con tAnfitrite , e con
Net timo.
Trap. Poi doucuate flar molto commodo, effendo in me%o advnBè,& in me%ò
ad vna Regina .
Cap. Toflo icb'iomifwa federe , camparne loScake ,cke fà Takmone detto
Torturino, Dio de i Torti del Mare , il quale mi pofeimianni vna Mmeflra di
Terie Orientalijentrovna ScodcHadifìniffìmo Corallo , col fuo Cucchiarodi
Carbonchio ardente.
Tizp. QueUe Mine sire fi poteuano pagar duo Baiochil'viia,e quattro ancora per
haueril Cuccbiaro , e la Scodella .
Cap. Mangiata, cb'iohcbbitapretiofa Minestra, fui da. "Njituno prefentato,
il quale per fauorirmi mi pofe fui tondo vna Balena arrotata falla gra~
Trap. Oh guarda Cbieppa Ferrarefc, ò Mantoana,cbefà quella ?
Cap. BJceuuta, eh "io bebbi lagrcjjijfima Raima per far bon ore a Nettuno melai
tnanguitattiin duo bocconi v
Trap. una Balena in duo bocconi ,òvà conducili Capitano Spauento a mangiar
a palio ingiamo dimagro,efe l' llcjìe fi piià faluar,cbefifalui t afarlipagar
vnaGiuJìina . . •i\n\<\y.u ; . \*<\
Cap. Fattol'bonare della mangiata Balena , Nettano mifteern brmdefc ditttt-
l' acqua del Nilo.
Trap. E voi "Padrone di che gli facefte ragione ?
Cap. Ed'io per x'ifpofia gli feci ragione , beuendomi tutta l'acqua del Fiume
Giordano.
Trap. S'era cofi vitto,come acqua, fi vedeua vna bella imbriacctttra , 6~ U Marc
dal gran vomito, di CernleO,fartbbediuentatt vermiglio .
Cap, Mentre , chenoicene fiatiamo alla Regia menfa mangiando } e ragionan-
do dell'indicibile Bramirà mia, le Sirene fuonauano, e cantavano alarne Can-
zonette alla Tindar'uia , compofle dal famofo Signor Gabrielle Chìabre-
ra,epefle in Muftcadalfamof» signor Giulio Romano fvno„e l'altro amh ì
miei in fitperlatiuo »
Trap. Huomini,cbe nonveder anno mai l'vltìma fera*
Cap. • Finito jbe le Srreneliebbero il dolce fttono, & il foaiuffimo tanto \ fipofiro>
dinuouoa fuonarla Corrente alla Francefe , la onde tutto in un tempo iSlef-
f Q tle-^euidi NwfedelAfarecomincìaroìiOaidan^arecon igai^nii Tri-
Ragion smento Decimo octauo . ^<S
m }j 4 nz*to,c'b)oi><:rodÌKrfe forti di Balli, pervltimopoi dannarono il Co.
MtrloalUSpagnuoh.
Trap- ^fi** U vinà "frhnk w P* r tutt0: B**i*re fon Acqua , e nonfw.
JireJà una tran co fa '^tMni rn , ,, %
Cap- £ »i<w /« mai dolce ,cbe mefcolato nwfufieda qualcbeamaro >fì
/enti in vnfubitofofiar rabbi.' fi fentyà fiati fofyxnit l'uno a gara dell'altro,
in un momento turbarono tutto il Regno di t^cttutiO , Mlhou tutti gli pei del
Marche Foche t lc Onbe,le Vifirici, i Capidogli, & i Delfini cominciarono a
nuotare,& a /correre per I'ondofo Rjgno,cbi sù, cbigiù, chi qui, chi là,fch
per uedere, che Sbrano moto, & intempcfìiuo era quello , uenutoa torhidarek
contentezze attrai . ^^HHPb^iWnfo-^ftv^fct^'
Trap. Euoi Vairone ìnquelmentre,chefaceuate 1
Cap. Me ne iiaua Sott'acqua fen%a punto bagnarmi , eflaua appettando l'efito
di quella ina/pettata fortuna ; e mentre , ch'io me nejlaua offeruando l'afpra,
& bombile procella del Mare], mi voltai ad ^dvfitrite Regina del Mare, e
uiddi , com'elLtpiangeuadiroùffimamentela mefchineìla.uiUhora punto,co-
punto , e repunto dalli pie tede diede d'vn piede in Terra,e [aitando all'in sù
comparuinella Superficie dell'onde, dapoi correndo f opra del Mare a par del
Vento, ginn fi in Eolia alla Città de i Venti 3 e quitti pigliato Eolo per la barba,
e datoli quattro pugni nel voltoli feci av'ma for%a richiamare a fe tutti gli
Sprigionati Venti ila onde in vnfubito ritornò il Mareplacido,e tranquillo .
Trap. Se voi non correuate àpigliar'Eolo per la barba , e farli quell'air onto %
ogni cofa andana in rouinx.
Cap. Ritornai pofeia da t{ettmto,U quale ringraziandomi del buon'officio fattole
delfauore riceuuto dell'efferati io degnato d'andare a deftnar {eco, miprefen-
tòvn Barilotto di Sirene falate,& ma Botte diTritoni marinati alla Genoue-
fe,da far buona Quarefima,&mene venni correndo aUapofia [opra d'vn Ca-
pidoglio donatomìialla Regina rinfittite .
Trap . Quel Banchetto fk molto lauto, veder emo quello,cbe vi farà Tlutone,epoì
giudicheremo quale farà flato migliore.
Cap. Trappola , poich'io nonhb altro che fare , per non {lare otiofo ,và,e con-
ducimi il Carro di Giulio C efare Imperatore , poi vattene in Campidoglio, t
dì al S enato Romano, che mi mandi la Vefle Con f olire ^ cioè la vejìe Turpi*
rea, perche con efla , e con l'^fia vibrante voglio fopra il Cefarea Carro an-
dar'a Spalancar le Torte del Tempio di Giano per muouer guerra al Mondo.
Trap. Giufìa ó quella guerra , che fifà per ricupera r quelle cofe , che ci fono fla-
d'Efìd'o ^" d *f sndm ' 1 da i H ^ }e opprcjfione fecondo il Saggio parerei
Cap. Mora Solamente è d'vtite U correr all'armi quando dalla parte delnemi-
co non fi può tromfàkmafo ne di Giufìitia.
Trap, Dmmodifmo di combattere^ primo conieparole > & il fecondo con l'ar-
£ 4 mi;
Del Capitano Spanento
i» i; U primo l propriodeglibuomini , & il fecondo è proprio delle fìcrè »
Cap. Il Soldato deue combatter con £armi t econ le parole.
Trap. la guerra è dolce agCinefperti .
Cap. Dì qmnto,t he tu vuoiin contrario t perche laguerra ipermef3a,e fe in èffk
muoiono degli huomirii>& in grand'tflìmo numero jì$n perciò è dannata >per~
(he muoiono quell'Ebe hanno da morite t acàò che qttcllifbe hanno davUtert
vhtinoin pace .
Trap. Tanto , the voi hauete fifa il chiodo di muouer guerra al Mondo ì fia to-
nte -volete , perche ante importa poco -, iovà dotte m "ordinajìt ■> ch'io an~
da fi.
Cap. Fà> e toma preflamemeìÒ tojìo come fi dice.
RAGla
RAGIONAMENTO
DECIMONONO.
Capitano , e Trappola .
^tphand'h vna volta in Valenza Città , e delle pià belle
dì Spagna, fui da quei Talora fi Cattallieri V alcnttnìani
inu'uatoalgiuocodeì CarofeUi,al giuoco delle Canne t &
' al giuoco dellanciarcil Tom.
Giuochi nobilitimi ,& da nobilijfimi Cauallìeri $pa~'
gmolì ; Io mi ricordo batter veduto iti I{?ma , in J^apo-
H,in Mejftna,in Palermo, & in Milano giuochi fimili, li
quali diedero fpafio grondiamo ,e grandìffimo trattenimento a gli Huomini ,
&alle Donne,
Cap. Jo allhora per non parer difeortefe,e per mostrar, cheto eravero Cauallie-
ro da Vali' i»ferna,accettAÌ il Cauaglierefco inuite, per far pompa di me,mo-
ftra,e fpettacolo alia cittade tutta di ralen%a.
Trap- FaceSie benijjimo ài accettar l'inuito,e dar p'tac ernie, & honorato tratte-
nimento al Popolo V alentiano , per ciòche fu anche anticbiSimo coftume de i
Grecite de i Romani dare fpajfo,piacere,e trattenimento a i Popoli loro per rt-
trearli,eper rifiorarli dalle lunghe fatiche [offerte ,e ciò faceuano , quando con
le Battaglie Nauali,quando colgiuocode i Gladiatori ,quando eoi giuoco delle
Garette,quando co giuoco della Lotta,e quando con lo Spettacolo della Scena,
rapprefentando Comedìe,e Tragedie con bellijfimi^ rictbiffimi apparati .
Cap- Me ne ricordo anch'iodi quefiinobilijfimigiuochi,& mi parecchi tutti fie-
no rimaftne i loro b$noraticonfim,e£cettolapouera Come dia 5 e la mifera Tra
gedia* le quali vergognofamente fe nenanno per le publiche "Piagge, efopra i
publici Banchi de i C iarlatani, tfàteflr asciate % che a fatica fi riconofcono .
Ttap. E 1 itero Tadrone t emene creppa 'ti cuore, bauend'iouna certa incHnatione
dia Drammatica Toefia ; ma qmjìa è colpa di quelli che gouernano le C itta~
disilo fia detto con pace loro,i quali amodoniunonon douerebbono perrnet-
tere,cbeuna Comedia, & ima Tragcdidfujfe rappresentata cofi uilmentcfo-
prade i banchi; ma sì bene in luogo prutatOiton queWbonore, e con quella ma-
tnificen^a, cbefe le cornitene .
Cap.
\
Del Capitano Spauento
Op. Tu bai ragione ima torniamo a noi.^icccttato , ch'io bebbi il CauaUien fio
inuito fi venuta l'horaprcfifja di comparire in campo, mi pofi in vn pu <y- ca-
ricando il mio Tempefiaaìla Giannetta t coparui al /«omo delie fquan iatt Tra
be t edei re fonanti C Urini fopra la V U%gt di Valemmo, con merauiglia gran-
de^ con Jlupor grandifliwo d i tutti i c iuonjhnti.
Trap. Voi -lotte-nate ecceder lo /lupare, e Li meraviglia di ciafcbedmo .
Gap. Giunto , ch'io fui in me%p la Pia^a di Valm%a , fubita fi diede principio,
poiché non s'attendeua altri, che me, tffendo di già cmparfi ruttigli altri Ca-
uallieri , con quell'ordine ,econ quella grandezza , che ft contenuta allagran-
dex$* loro.Dieie fi principio adunque al nobu'ìjf'mo giuoco de i CarofeUÌ,e del-
la maiiiera,che tu intenderai. Vtnnevn Caualiìero Spagnuolo refluo alla Mo-
refcd afarmi vnct Carofelefca disfidi, pofi involtandomi iltergo, e ricopren-
doft tutto con la, Morcfca Mdargajeiceueua tutti i Carofelli da me attentatili
fopra ; finalmente per comperare bonore , e gloria tra quei CauaUierì t auuen-
tai vn Caro fello cofi fotte,e con tanto furore jcb'iopaff ai i'^dldarga, & il Ca-
mttkro d'vn canto all'altro.
Tiap. 0 gxardajolpo, chef ti queUoìoh vàgmoca colmio "Padrone algiuoco de i
Carofelli.
Cip, Venutoti poi aWattodeUo fi inda* delle Canne, con quella leggiadria > che le
fogliano (Imciarei Cauallieri SpagnuoU,pigUaiv»a fecca, e tremula Cannale
{perorando ilmio Corfieroa tuttabàglia , (Itnciaila Canna tant'alto , ch'ella
andò a cauare vn'occbio a Mercurio ,chej e ne flaua aUafenefira delfuo Cielo
a contemplare t e vedere la Valentiniana Fefid.
Trap- Buona notte Mercurio , à quell'altra tu potrai dire buona notte , e buo-
n'anno*
Cap. Finito il giuoco dei Carofelli ,& il giuoco delle Canne , fi venne per ultimo
algiuoco del lanciare il Toro.
Trap. 0 /; qnd ti voglio ; il fine è quello, ch'importa in tutte lecofeie come dite il
Francefeje fin fé tout .
Cap. Venuto all'atto del lanciare il To ro,comparuieoruettando inme^o ali» Jìcc-
cato,ladouspr'macracomparfo -m'innamorato Toro di color Bigio, e negro;
il quale mughiandoper Ornare, e per .Amore percotendo Li Terra mandaua
la poiuere quaft fino al Cielo: Io ciò vedendo,fubito cangiai voglia, epe» fiero,
nè volli ferire quell'animale, cbepoteua effe? ferito da ogni prillato Cauallic-
ro;ma che feci per far Uup'ir Valenza Spagna tutta i fiinciai la Zagaglia
nel Zodi.ico,la quale per linea retta, e conforme al voler mio andò à ferir nel-
la fronte del Celeste Tauro , il quale per lo gran colpo cadde dal Cielo , e ca-
dendo fopra la Tia%jra ,fùarroftito , e mangiato da tutti i chcoflanti in vn
baleno.
Trap- Oh bel tiro, oh bel tiro, quel potteri Cauallieri douetterorefiar parificati
dalla mcrauiglia,e dallo fìuporei Io bòpiù volte rdmdirt di quella folennità,
che
RaeionamentoDecimooctaao. $ ^
^Jvfain Boemi-: netta Coronatine del mono Imperatore e f^emirU
l dicono chequi Affiori Boemi pigliano vn Bue grammo freddo fi or
aullrupedi,^oUm
fahiinKtaglimJat^
Gap. M««M r«tftf- ì ^eglifapcrà f
V ce!fel'altrogiornonelquartoCieloJou'ioeraalloggiatocolSole mtQcartjji-
V c ofefuccejfe,(landouene fui filo della materia facendo le fot Dìgrejfiom , & *
fuoiFpi(odti,come fi conuiene all' H eroico Poema .
Cap Mipiace,Trappola,chetn t'intenda dì quali he cofetta.Trcuandom tovna.
-volta nel quarto Ciclo alloggiato collucido -pianeta, mi venne voglia d'anda-
re alla caccia per quella Stellata Campagna della obliqua Sfera .■
Trap. Che t ancora nel Cielo fi trotta la Stettata s come quella, che fi trotta fui Fer-
rare fei fecola su non ft flà meglio dì quello,che fi fìà alla Stellata di qua già,
vi 'fi deueflar molto male, porche m quella vi ft flà dolo rofiffimamenttr con la.
giunta dell' Hofle armato di buone Tifìolle t e di buon Tiftolefe cheti ice netta
foalingua y Mghe vuol cinquanta bolognin per tefia,fai conto, o noi fai .
Cap. Cofid'accordo col Sole vfeimmo vna mattina fuora del dorato foo albergo,
enepontmo a cacciare per l'Eclitic a Solari t dentro della quale hi meno d'hore
ventiquattro facemmo preda di molti a:rmali/iapoi facemmo ritornoalle^r
dorate flaf^e del primo-occhio del Cielo .
Trap. Mi piace, Padrone , che voi v'andate ingegnando dì parer qualche co fa,
con le CìuonfCrittioni t coi Sinonimico i Tra fiatile con moh' altre parole v-
fate da buoni Scrìttorhenoti con certe parole intricate t fiiracthiate , tolte a
fitto; e come dijfeil Poeta à penaintefo.
Ca p. Tornati ,che noi fummo dalla SteUifera caccia , facemmo cucinare tutti
qttegl' animali atta Cucina del Sole 7 i quali cotti, che furono parimente furono
portati in Tauola t datta PrimaueraJall'Efìate, datti Autunno ^edal Verno ,
Scudieri del Sole.
Trap. jLnco il Sole tiene Fanti, e Scudieri ? buona notte pagliarkcio ; egli an-
cora fi deue* far feruire alla Spagnaola,e frdeue far portar da bere con torcie
accefe,e presentarla Coppa mginoci biotti; oh vituperio dell' humana gente ?
Cap. Finhoicht fu ildefinarejmi venne voglia diguidare la Quadriga del Sole,
Ttap, Voglia di tropo temerario- Auriga -
Cap. Ottenutala grafia dal Solejnmtaifopra la dorata Caretta , e sferrando t
WL fooi Palafreni jn brcuiQìrio ttmpaperuenni al Meridiano. Penenttt& t cb'to
fui à quel pmto>& a queU a fammità mi fermai guardando la Ttrraper Ihett
ptrperh
Del Capitano Spauento
f erpendìcolarc^vUdi alcuni efferati rfacalciar li nemici: lo ciò vedendo , e
wnofeendo il danno grande } cb'eraperfortirne,mìilanciai dal Carro, la onde
rouinando,e precipitandosi bafio,pofi mano atta spada,disfecil'efcrcko rin
citare ,c diedi te vittoria al Campo nemico .
Trap. U me paretela coja andaffe al contrario di quello , che voi dite .
Cap. Chi non sà vfar la Vittoria fà minor la fnagloria: loioro diedi la Vittori*
certa ,eficara nelle mani,ma bifognaua prima combattere,prendere il poffeffo
de i luoghi, monir li t e dapoi attendeva facebeggìare quello ,cbe ancora non era
loro\& co fi no» farebbono fiati rottile pofli in fuga .
Trap. 1 Soldati anticamente andauano Armati folamente nelpetto t per Iettar la
fperan%a al nemico della fuga .
Cap- La fuga del Capitano in guerra i cagione detta perdita deUa battaglia .
Tra p. La fperan%a,cbe è fempre fallace J fallacijfma nette guerre .
Cap- La [peranno, del vincere hà condotti molti atta morte , percbenmno non fi
guerra,fe non confperan%a di vincere .
Trap. Quell'oche nella guerra combatton o con timore , combattono cantra loro
fiejfi -
Cap. U frutto detta Guerra è la Fktoria,& il frum della 'Vittoria è la Tace, e
legtterre giufle non fi fanno per altroché per v'tuere in Tace, ejfendo la Tace
il maggior bene, che fìa in Terra; adunque attendiamo per bora a viuercs
in Tace^j .
Trap. Sìfpcrcbe meglio è vna certa Tacc,cbe vna fperata vittoria.
RAGIONAMENTO
VENTESIMO.
Capitano , c Trappola^.
Cap. ÌSé^y m ^Mf m AÌ bell'antico Demogorgone, che fàil primo di tutti gli
altri Dei, trouaadrfi vn giornonelP*4ntro dell' Eter*
nità, defiJerofo di vedenti formidabile Affetto mio t
miniò quattro otmhifciadori per fimil'ejfetto a ch'ut,
marmi. Il primo fà il Sec ol d'Oro, il fecondo il Se-
colo d' .Argento jil ter^o il Setolo di Rjime l & il qua /
to fà il Secolo di Ferro .
Tra- *" t '* ** 1 ,— * Quejìi ^tmbafeiadorimi fembrano di coloro, che van
no gridando perle Contrade, oh chi vuol conciare Stagne,Candeler, Conchi, *
Calder, ab chi vuol con ciardi quellagentes he fuol venir dal Lago Maggiore,
Cap. ^ifcoltata,ib'io hebbi l'aurea J.' \ArgeateaJ.a Ramea,e la ferrea .Amba'
f de ria, fui da loro fatatalo, cerne fi cottatene .
Tvap. Che forte di J aiuto vfarono quelli /Kmbafciadari ì
Cap- E/fendo il Capo trà tutte le membra bumane venerabile, e faero,ecme fede
dell'animi ra%imeuole,e della mente, coflmnar ano gli nimichi di far rìueren-
%x altrui,dffalìftare a Capo j Coperto ,j "aiutando quelli, che degni d'hanore ri'
putamno^biainandoUpernomeproprio, b per quello dell' 'Officio , e Dignità ,
ebe baueuar.o^ fe non ft ricordavano del nome, òche non haueffero battuta Di-
gnitade alcuna, gli chiamauano folamenteper Signori.
Trap. In fine l'Hifìoria i M*efl.a. della vita bumanaibellifjimo modo dì falutare
eraquello,emipare,ibei ufiaitemoinoflri ancora.
Cap. Moltì,c molti modi di falutare bebbero gli ^Antichi , i quali per breuha)
tralafiioiDiràfolo,(b'io non fui femplicemente falutato a Capofcoperto&hia
mato per nome, e per la Dignitate^ma fui da loro falutato alta grandt,ckèmi
baciarono Itfiremitàdel Ai amo, cerne ad Imperatore conuten fi, le ginocchia,
tornea Refi deuc,eproflratì per terra mi baciarono i piedi, come fi ccfluma ài
baciare in alcuni luoghi .
Trap. Io .ifpettsua perfine di quefla uoftra Macrclogia,ò lungo femone, cbC-J
quelli , 4mb,ifùadnri u' bauefit.ro baciato ancora il Mclcbìfedcuhe . Vdite
l'^imlfjjàate a che ni rifcluefie noi t
Cap.
Del Capitano Spaucnto
Cap. . 1° nte n'andaicon loro aWantro dell' Eternità , là dotte armato, ch'io fui,
fui dal Tempo } e dalia Natura ricettato, e guidato innanzi al gran Tadre De-
mogorgònejl quale dopai l'bauermi mirato , e rimirato mi fece regalar d'm
belliffmo Banchetto, degno dì qml fi raglia Prencipe , egran Signore.
Trap. Eflendo regalatoda qui li 'antico vecchione, chefateua fi bella ForeJìerU,
fintile a quella della felice memoriadel Duca Ulfunfo di Ferrara^oi douefte
mangiar cibi e -foni feti >e stravaganti .
Cap. Le vivande ,t he furono portate in Tauo la dal Tempo,e dalla tritura furo*
no queste,? InfantiaUa Tueritia,l'^4dolef ztn%a,la Giouentà, la V irilità , U
feccbiexz,?ie l& Decrepità parte arroftite, parte fìufate } parte a guazzetto, e
e parte accommodate con latte,e bottiro .
Trap lo vorrei mentre, cbehb da sìare in quello Mondo , gufiate 4 crepa pancia
di tutte quefle v'mande,e dapoi dire a Dio ..
Cap. finito ilfontuofobanchetto,che fu ntll'borathe le tenebre vofire ad altrui
fann' Ulba,mi venne volontà di dormire fonia gran Madre Natura .
Trap. E quafè colui, che dormendo con tea Donna ,non pofia dire di effer con Ia
gran Madre Naturai ogn'vnojìo non m'inganno .
Cap- Subito, eh' eli a intefe l'innamorata mia volontà,fui da lei corte jemente ac-
colto nel fuo tetto ,e dolcemente accarezzato; io tutta quella notte htbbìamo-
rofo cong'iungìmento ì & in epa paffaile cinquanta lande .
Trap. Non vibifagmua meno per fattar l'ingorda Tiatura,che difua natura non
fi fatta giamai .
Cap. E finalmente ella rimafe gravida di me quella notte .
Trap. ~4 Dio gran Madre Naturayio micredeua,che folamentela picchia "Ha
. tura s'ingrauidaffe la primanotte ;maper quello, ch'io ferito ancora dtìle^[' :
grandi, e delle manomeffe di moltevoltet" impregnano, e fanno figliuoli .
Cap. . Ingrauid*ta > ch''ioh.ebbilagran Madre "natura, efcntenSfitlia>vic'wa
alpartorire, mandò fitbito U Tempo a chiamare la Dea Ludna,*Alkuatrice ,
laqualecomparfainvn baleno fi pofe all'ordine per tkeuer'il figliuolo, ite
gii cominciava col capoabattere alla porta della Forteti , folo per venire
alla luce del Mondo ,
. Trap." Egli haueua una gran voglia d'vfcire , poiché batteua la porta ad.? fatica
; d'\Ariete frumento bellico ufatogìà da gliytnthhi Bj mardnei bMir-lepor*- K
te, e le mura delle Cittadi .
Cap. Finalmente vennero gii eilrem't dolori del partorire alla gran M adre Na-
turala quale con effì partorii diede al Mondo la furia,? Ir a, e la Brauuta.,
Trap. Bifognaua per quiete,e pace del Mondo fare vn'aborto, e non condurre a.
bene un parto c osi Slrauagante, cagione di tanto male .
Cap. Partorito, t'bebbe la gran Madre Natura, mi comparve innanzi un rneffo
mandato da Tintone Imperator dell'arrabbiata gente ,portand6mivna Let,
teraamme del fuo Renella quale fi conteneva il premier moglie, eprender
Megera
Ragionamento Venrefimo . 40
u~er* Furia infernale, [ore Ila d' \4letto,diTeftfone,edl Lìffa-quarta Fh-
■id'àuerno. . A - > 5 ■ ' c ;> •
Tran Vna Cattiua moglie è propriamente ma Furia Infernale: ma come,doue,-
1 ' e wrrdoìinhamoròdi voi Quella Diabolica furiar .
l3à diedi frbito il confenfo,fcr>{fi la rifpofla, e l'tomi per l iflefio Cornerò.
Pjmifì,cbe noi fummo d accordo, me n'andai all' Inferno accompagnato da i
ptfmi Capitanile da i primi Colònelli di Val* Ivferna '• ' - ; »
Tnp' ^ iÌMeflo è facile da trvdcre . '' "
Cip. Gònio cb'iofuineW Inferno fpofai Megera Tana Infernale, & Compare
dell'Anne^ fà Gerirne He,contretcfie,hnomo mio,c polente: finitele Dia
mttfebe cerimonie, e he furono infinite, entrammo all' In ■ ferriti Banchetto,
Il quale fù di Draghici Bafdifihi.d. Vitoni, d'Arpie, di Chimcre,dt Sfingi,
e di Centauri, tutti arrofto.e lardati alla ?rancefe,icuilardtUi-eratioAfpidt,
ripere, e Cerafie: Finita la fonttiofa C ena , men'andaiàl letto con Megera
mia moglie, accompagnata da tintigli Spiriti d'Alterno, e nell'andare al letto
maritale bebbi per Aufpice Tintone , e per Pronuba Troferpina Argina della
Città di Di:e .
Trap Come dice l'Arioso trattando delle noT^e d 'Angelica,e di Medoro ,cb'-
Aufpkc hebbe Amore,e J-ror.uba lamogliedel Tt/ìore.
Cip. Quella notte tremòpiù volte l'lnferno,mcntre ch'io rompctta amerefe lan-
de con la mia bella fpofa , e per quanto io mi fapeffi fare non btbbc grafia di
renderla grauidadime,perefìer'ella troppo furiofane gli amoroft coi flnti,&
per b vter la matrice arfa, e bruciata .
Trap. Se moglie, e marito debbono Slare fatto vn medeftme tetto ,&invn me.
de fimo letto ,vi coniterràftar fempre a Cafa del Dianolo.
Cip Quejìo non dtcb'io, penbe fon'huomo, e fono il marito , e vorrò fare à mo-
do mio. «^;)SJ*SjpJ
Trap, Matrimonio ogn 'uno fottòpone la fua 5ignoria,& ogni vita è padro-
ne auicenda. ' '• •wi&\MOM
Cap, ìhtclli,cbe diluirono H Matrimonio, pofero il marito per l'ànima,& la ma
glie per lo corpo,per dinotare la perfetMne,l'eccellen%a, e la maggiorana
del marito .
Trap. Trà marito , e moglie debbe effcr'vna difuguale vniòne, onero vna vnitd
difu'iitaglianxa, nella quale il marito debbe hauer autorità, mano tirannide.
Cap. La mogiie è la metà del marito, e perciò quando la moglie rimane redatta fi
può dire,ch'eik fta me%a morta •
Trap. Meglio è l'obedire ad vn marito fantesche comandare ad vn marito
feioceo .
Cap. INjl prendermogiie bafiafolo,cbe'l Tadre della Spcfa fìa Nobile, fegnen-
do i figliuoli la famiglia del padre .
Trap.
Del Capitano Spauento
Trip- Moglie b ella,e Cattai bianco fempre ti fanno vmere In penai
Cip Quando lafpofa entra in cafa,entra la madre delta futura prole, e l'aiuola
de' nafirinepoti .
Trap. Le leggi Ciuffi con pari eafiigo pmifeono l'adulterio , e l' Homiàdh , e
quelli c' hanno brutte le Mogli bannoficura la f ama,cbe talmente ,cbe voi bi-
nerete (icuro ibonor vofiro t «Mt vofira fama, per battere ma Moglie no» fola
brutta,ma bruttiffima t per quello /:he fi dice effer Megera Furia Infernale^.
Padrone quefit voBrimatr'tmon^à fognile fifteno,non mi piacciono punto,
& batterei a caro , che voi difmemfie quefia proteica tanto nociua al
Mondo .
Cap. Tu ha \ ragione; voglio da qui mnanxjfara tuo modo *
Trap. Fa rete molto bene: ma dapoi tante girandole ,e tante filaHroccole , cbcJ
raccontate hauete,chc mangieremo noi fiumane à deftnare,poichetton l'è ci-
cerata cofa alcuna i
Cap. Ter fiamatt'ma mangieremo dì freddo,e mangieremo quello Elefante arre-
fioche n'auan%ò hìerftra a cena,bafieràfare vn poco di falfa verde , e co fi ce
la paleremmo leggiermente que fiamatt'ma .
Trap. E chi farà la falfa verde ?
Cap. Medea Figliuola d'Efone Hortolana eecellentijfima farà quella, ebe la fa-
rà; però vi horbora dalei,edille,cbene' fuoi Tbeffalici Campi prenda Cicu-
ta, NapelfajS awna,+rfloè,v4rfenko, e Verderame, e ebe faccia pejìare ogni
cofa nel Mortaio d\inaffarco da i Ciclopi di vulcano, e poidijìemperar'il
tutto con l'acqua di Flegetonte,e fatta, che farà la falfa verde,che me la man-
di dentro di quel Bacile » nel quale fù pr e fentata late fla di Marcantonio i
Cefare Imperatore»
Trap. Si,$ì,vintenda;come dice il Tetrarca ;
.Celare, poi che'l traditor d'Egitto
Li fece il don de l'honorata tetta .
S quello, che fegu'tta; In fatti quel Petrarca torna a propofttoa molte cofe ,
con tutto, che fi trou'mo di quelli, che la bi-iftma.no . "Padrone io vò per la fal-
fa. ver ie spettatemi, che bauerete vn bello afpettare.
Cap. Và, ch'io t'afpetto; fei tu tornato i
Trap. qome volete ,ch'io fia tornato, f io non fono ancora partito *
Cap. yà dunque, e torna prettamente .
V- \ '* if ^^toTJ . UHI
RAGIO-
Tra.
[p* *^Èr
«Ai^s e*g3te eAJOW e^3*a
RAGIONAMENTO
VENTESIMO PRIMO.
Capitano, e Trappola,».
Icona i J^aturalifìi,ihe di natura rugge il le0ne,dì na-
tura fifchia il Serpente,di natura freme fOrfo , dina-
tura mugghia il toroidi natura nitri/ce il C amilo , di
natmavrla il Lupo t dinaturaabbaia il Carte, schedi
natura {emprebraua, e {empre minaccia il Capitana
Spauento.
Io (redeux,che loro dice fiero , che voierauate vn<ts
pianta piantata alla rouer{cia,comevien chiamilo l'huomo,cbe di natura fem
pre produce i fuoi frutti al contrario .
Cap. Efegukando il loro Filofofico ragionamento dicono ancora , che di natura
{cincillà il Zaffiro,tbe di natura luceil Diamante, dinatura fiammeggia il Car
bench'io, dinatura ride lo Smeraldo^ chedi natura fempre feri fce,{empre re-
cìde y e fempre {quarta il Capitano Spauento.
Trap. S'-aqiiem.tcmpifufiero viui quei Mutij, quegli Oratij,quei Decìj,quei Cut
tq t quei Fabij,quei Scipione quei Marccltijapafferebbono molto male ccruj
voi,ò Vad rone,perche la gloria {arebbe tutta vojira, loro {e ne rimanerebbo-
noftpolttncWoblio,ch'èlafecondamorte de' Mortali.
<Cap. Hora,che vuoi dire {piritopeUcgrino,Heroico,c Martialefvoglio d'irta,
ch'e/fend io dinatura brauatore^eritore^mmax^atore^trucidatore-bifcptts
cb ognigiornoioferifavccidafquarti, efaccia n ccttì qualche bimana
creatura, -a- .'■ •
Trap. Se voi ogni giorno deuete uccidere vna perfona , a trecento {ejfantaànquc
perinei Annoti numero deil'bumano genere finirà preflo:ma quanto ci è dì
tuono Jt Ube fubito morendo vna per{òna t nc m{ce rnaltra t à taie.che la co.
jaanierà fallace. '
7, JZ Tl g ^ " lt * VOce > e chietif ^° U fiH'o tributo i quella mix
IZte BaV^L^n/^ ' * CCC0 » Ch ' i0 W ta-
gliente BaUfvrdajbora quaPi quello di voi,cbe voglia morire, & andar per
F tributo
Del Capitano Spauento
tributo atte fqualide ripe d'Acheronte {
Trap. T^junofiuUo ere imperché ogn'vn o brama di vìuerpià, che fin poffibi-
ICidicettdOtCome Xenofilo Filofofo,U quale vfaua df dire di non bauer mai
battuta in odio la vita per quanti flenti,e per quanti trauagli egli t batte ffc fo-
gnati al Mondo.
Cap. "Hìuno non ri fpoitde ì nulla noti vuol morire (Orsù per quefìa volta, & /«_>
que fio giorno fià perdonata la vita a colui t cbe doueua morire, cB quefio patto
peritegli fe ne vada dalia donna mia,daUa Signora IfabeUa dico àringra-
tiarlad'vntanto dono, poiché ella in quefìo giorno Fatale,mitiene il braccio,
ritiene il colpo Jena ilìaglioj fmtwzjQ la punta a quefio mio tagliente, e ful-
minante Brando.
Trap. Mora fin per miU.e,e mille volte lodata la Signora IfabeUa , & Umoreu ,
poiché faluano la vita a quel mefchinojhe doueua morire :Gratìa,gratia,gra
tia } cbe il pouefbuomo è liberato dalla forcale dalle mani del Boia;bora sì,cbe
io conofiotcome commandamento di Trcncipe>e Belle^a dì donna batmogra
dìjfimafor%a in quejìo Mondo, Amoretti è Trécipede i v'wenti è quello t che
commanda,quello cb'impera,queUo che raddokifee ogni amaro, the atiegeri-
feeogni pefo,che Spiana ognialte%^a,chefupera ogni difficoltà, chefeema 0-
gni tormento, faccende ognigelato cuore , che communica ogni bene , che^j
aguzza ogni i»gcgno,e che finalmente vnifee l'huomo col Sommo l'attor del-
l'Vnitterfo.
Cap. Minore fen^'altro è potmifftmo Wj*me,<& è fìntile alla Calamitala qua-
le per antka,& incognita virtù tira a fc il Ferroso fi Amore per antico , &
incognito Priuilegìotiraafe tutto il dominio del cuore dctt J hucmo.
Tra. Per fegno della gratta fatta a colitiche doueua morire,<& efier fatto in quar-
ti dalie voflre manì,non volete far qualche poco di ricreamiiet
Cap, Sì voglio,voglio,cbe noi facciamo vna beìlijfima colattione,con Mar%Ap<t-
tù 9 Tiftauhìate,& Tignoccati,& altre forti diconfettioni , t ch'in cambio
dibeuerMaluagiadiCandia,bemamodelvmo alla Francefe detto Hippo-
craffo,bcuandadolce,e foaue,però vattene hor'hora nell'Egitto s &dìa quel
Re^bemi mandi vna Botte di quel vtno,nato da quella vite , che fu prodotta
dal j "angue di quei CÌgati,che furono fulminati da Cioue,poi portala alloSpc*
tialejbe mi ferue,e diUi,che mi faccia dtll'Bippocrafiotcn quel vino t e ch'i»
camhiodi Zuccbero y edi Cannella,vimetta dentro dieci Dame Spagnuolefat
ti in poluere fini filma, & altre tante Dame Frantefi,actiochela beuandafia
più fìomacale.
Trap. Quefio farà altroché vino da Falerno tanto lodato da i "Poeti ; andarè , e
f.irò quanto m'haueu impoiìofe fa rà pofiibile però.
Cap. Tappeta afcotta:mlpajfarc,cbe tu farai dallacafa deve foggiana la dfaa.
mU , reti di (aiutarla \n mio nome, dicendole iu quefìa maniera; Signora
mki il Capitano Spaucnto,Segretario della datura , Configlkro dd Ti mpo 3
Giudice
Ragionamento Ventefimepnmo, 43
Giudicedeli 1 Afi .i Te foriero del Diauolo,bacia tegentUifsimemani div*
nra Sitnoriaie^lla s'i fi»geffe di non mi conofcerc,foggiungi fubitoe dilli;
Tadronamiafil Signor Capitano Spauentoda Vall'lr-fewa » ^focbedà il
moto alle Sfere,quciloch'mdoraUSole,ch' inargentala Ltma,&cbcdàtllu
flroaUe SteUe t vitiediuotifsimo ferito di voftra Signoria.
Trap. Io dirò tutto quello, the mi rintanerà nella memoria. , pur the cUa voglia
afcoltam'hpercbe le Donne fono capriaiofe,viuonofen%a regolai Jen^ordt-
ne ancora.
Cap. Fi l'officio tm t enon marnar d"mportunità,petche ta le hi fogna effer con le
Trap. E sella fttffe ofìinata.come tutte le Donne fono, e non voleffe afcoltarmt ,
che rimedio in quel cafo hò io da vfareì
Cap. Qgand'ella no» voglia afcoltarti, mofirali il volto irato,dtcendo cofi ; Si-
gnora,fevoi non vi rifoluete d'afcoltarmi,il mìo Signorejl mio Tadroneft ri
foluerà ben tofio di metter mano alla fua Spada,& in duo colpi et iffoluer que-
fia machina Mondiale t poì darle vn caldo,e gettarla fuora dei Mandorli do-
ue cadendo coderete ance voi fuora del Mondo auuiluppata nel Mondo*
Trap. Voi m'intricate con tanti Mondi , che mi par quafi effer'hutiluppato ne i
tanti Mondi del Doni.
Cap. Ella fen^altro a qucHeminacciantiparole dutenirà tutta piaceuole,e tutta
humanain v'tsia,e tu all' bora ampliando il ragionamento, & entrando ndf -
immenfo Oceano delle mie lodi Jc potrai dir co fu Signora mia,fe bramate dì
veder'il vero Ritratto^ la viua Imagine del formidabile Dìo delle Battaglie,
mirate vna volta fola il hlobUifsimo ÌHdmduo,&il gtnere generalìfsìmo dì
Brauuradel Capitano Spauentomio Tadranc, burniti f timo ferito di foflra Si
gnoria^ fe voi non fapete, come tuoni il T nono } comc lampeggi il Lampo,come
fulmini il Fulmine, e come tremi il Terremoto guardate il mio "Padrone, vero
Tuono, Lampo fulmine, e Terremoto diguerra.
Trap. *4 queflo modo sì,che noi vìnceremo la battagliai ne riporteremo la deft-
derata vittorìatrefiauijthe dirmi altrùi
Cap. Due parolette ancora.
Trap. Fateeh'elle fieno fen^a Comtnento,perche faranno più breui,e dirette più
ilvtro,percbe il più delle volte i Commentatori fanno dire àgli tutori quel-
lo, che non bebbero ma'ùn peti fiero di dire.
Cap. I^ò" nò ,dirai pur qtttjlo per vltimo,e per figlilo del tuo ragionamento ; Si-
gnora mia,fe Pirro Re de gUEpìrott defideraua la fanità dalla Natura t lucio
Metello dieci Prmlegidal Senato Rmano,Dario Rjde i Terft tanti Zopiri
quanti fono granella in T'orno granatoci mio Vairone altronon dcfidera , &
altro non br amache la gentili f sima gratta di Vojìra Signoria, e tanto batic*
tàper cader al periodo,&fur il punto fermo .
Trap, le Donne fogliono all'ìmprouifo conftgliarfi mcgliotcb'a pen f arni f opra
F 2 tede-
Det Capita n o Spaucn to
ytderemo queUo,cb'ella firifoluerà'mvn Jubito,febenc il con figlio della Don
na-è imalìdo, equtUoÀelGiouineimperfetto.
Cap. la-Donna jhuia t & affabile ifomma inca»tatrice t cJte affa/ma, & fatante
gii animi altrui .
Trap. Le Donne fono tumide dinaturatpercbe Venere nacque nel Mare .
Cap le Donne fi debbono prendere ad orecchia^ non ad occhio, cioèbelln d'ani-
TttQpiàehedicorpo.
Trap Le Donne fono doppie perforo coSìum^perehevnacofa dicono, & vn'dt
tra nefanno,e però bì fogna intenderle fempre per i contrari .
Cap- Le Donne negate fono pìà defiderate.
Trip. Ttec ofe vogliono il Bajhne/^fmo^a J^octyC la Donna,
Cap- Della Donna è grato lo fdegno,e giocondo l'orgoglio.
Xfa p Le Donne per parer di fapere affai d'iuentano uìfopportabìli , .
G p- La Doma bella è vn miracolo fetida fecondo.
Trap» La Doma {e ama recidete fe non ama toglie là vita.
Cap. La Donna è chiamata la fede delTUonore., poiché in lei fola> conftfìe l'Ho*
nore.
Trap. La D onnaèfimile alla Morte, che fégue chi la fugge >e fugge chi la fegm s
e ebe fio. vero qttefìa uoftra Signora v'è cotanto diftOrteJeftQ rò àfar di irii'-
vltimiproua.
Cap.. Và $ ritorna neU'hora dì Marte,
2UGIO-
> i iC
'l'i
RAGIONAMENTO
VENTESIMOi>ECONDO.
Capitano , c Trappoli «
Qp . 'l^CttMyw i^UffllìteE Sfendo la Morte ftracca , & infastidita di tanta
recìdere t e di tanto fpatgere human» /angue, fe
ne venne vna mattina, meco à defìnarc, mangiato,
che fu il del'ifanffmobroetto*fatto con buomfpme^f
fpecie,ebeimtoper vino il [angue bimano , la Mor-
tenHhpregòjibef ervihmefeio vokjfi ejfcrcitare^f
tofficiofus. • •
"Tra . tf&fi^yi sft** ■j*g& Sbando la Morte fi Rracea. ,cb'à Dea infaticabi-
le t ben fi potrà finta are va pouero Conta i-ino,%appandoil terreno da matti'.
naafera,e s'ella cercò di ri fpor far fi dalle lunghe fatiche fojferte nell'officio
fito,cedendo l'armiad altra perfona,douettbbono ancora i poueri Contadini
rip.ofar.fi alle yoUe, &inlor vece,farÌauorare t e pappare i Vaironi loro .
Cap. ^tUagvifla dimada,& bone sia grati t chieilami dalla Mortemia cariffima
antica, no potei mancare di dare ihì:mt perche tal'offìcio non fi poteuaefter-) iaT
citare, fetida l'imtgine,efen%a ilfembiante della Morte^cbe fedi pigliai la.
Mortela feorticai di mia mano,epoimipofilafua pelleindoffo .
Trap. BeUifsima trasformatone J>eUij]im* Metamorfoft , e beìliffma Mafcbe- jq t ' „?
ratadavedere. . .«<
Cap. Scorticataselo bebbì la Morte.evefl'ttomì della fua pelle, pigliai la Falce
pia letale in mano,& ella veslendofì degli babiii mm,ft fofpefe al fiaWo Idi
mia Durindatta,pnfcia caminando per le Contrade altrui, era da ciafchedu-
no creduto il Capitano Spauento con fumato , e guaito ila vn jolcnnilfimo mal
Francefe.
Tra p<. 0 h panerà Morte s'ella fifuffe incontrata ne i vo ri nemici,non le maca-
uxvna buona falua d'archibufate.e forfè ,e fen%.i forfè hffer'vccifa, e fatta
iiipexjimiferamente.
Cap. _ lo fri tanto entrando nel gran Teatro del Mondo, e dandomi vna occhiata
intornottirai vn colpo di Falce tanto grande , e con tanto furore , che con e fi»
F ì nc'tft
Del Capitano Spauento
uccift Interna parte de gl'i buomini del Mondo* fela, Morte prefidmnte no
(arrena à tenermi il bracio,col fei odo colpo iovreideuaiutto il genere bmano,.
Trap* Cacaftngue Vadroneife la M otte non vi tenem libraccio, voi fpatgaui
U Moniù in vn Baleno Jen%a mettenti fi qua fopra t epolitere à fuapofia,
Gap. La MMe aUboraconofccnio il grandijjimo danno ycblo basterei apportati
él Mondo ,con lafiuafalceìn mano,ripigliò lafudpeUe,elefue armi,& io al-
tresì ripigliài la mi» Spadai l'babito mhipofeia amkbtttolmente ci licien-
tiammo l'vno dall' altra,e l'altra da £ vuoilo (oh me ite rima fi si la Tia^t
Vaiùerfat del Ai ondose fifiamente guardando viddi,comecon quel colpo Fa-
tile no erano caduti in Terra tutti gli nemici miei, ma cbeje n'andauanopaf-
feggiando in grandifjime truppe {oprala ìfteffa Tia^ja, poro curando,e meno
preTgando la Brauura mta;io alibo ra, vinto da giuflo,e genero fa jdegt>o jpofi
man u alla Spada,e con vn rouerfofolo tagliai le gambe à tutti ti nemici miei t
lì quali cadehdOycàidero tutti genuf le ffi domandandomi la vita in <foKO,£ po-
f ia sl'rafànandoitculo per terra fen andarono tutti in dira parte*
^TEapi Qu?3i fi , hidmanocolpi,e non quelli di Beucari,cbc tagliano latetfa al
T orala Giobba graffa mvenetia.
Ca p. Scuffia è nulla rifpetto a quetlo^h'io feci vna volta molti,e molti anni fono.
Trap. Cbefacviìe voi caroVadrone fio godo pur tanto,mcntre,che voi m'andate
raccontando i vofiiibonori,feguUatedigratia .
Cap. Effeni'io vna volta giallamente /degnato co l'Inferno diedi d'vn piede co-
fi fortemente in terra,che'l Dianolo fpauentato fallò fuor della terra dalla tilt
tura irt sù.
Trap. Oh guarda Spettacolo da fintare il Mondo.
Cap- lo vedendolo apparir e, pofi mano alla Spada >e con vn mandritto atta To-
defea tagliai la iella al gran Dianolo dell'Inferno .
Trap. Ohcbepigliar quella tefia,e portarla a Venetia sà h "Pietra dal Bando ,
sòglie fi farebbono guadagnate digrandiffime taglie, effendo il Diavolo sban-
dito qua fi da tutte te parti del Mmdo,come voi faptte .
Cap. Tagliata, ch'io hebbi la tefla al gran Diauolo quella teff a fi [piccò dalfìta
éaffaean tanto furore ch'etto andò ad vrtare in Terra contanto furore , che
f ne pa fiòàtti ^ntipodi,faccndo truccoen bucco atta T{apolitana ton la tc-
Hààci-he del Giapponi
T rap. Queflo puotare con le tefie bimane mi pare vna pi* ^ja cofa, e pur tutta-
aia s'vfatrd Barbare natimi.
Cap. Trappolatfrima ebe paffil'hora, vattene dalle tre Tarihe,e vedife hanno
filata la floppaper le mie camkie;fe l'hduerannofiiata porta il filo a Vattade
mia Tefurke i edilli } Qbefacciala tela* te camicie mk tutte lattante di fetale
d'orafacendouif'jprx pexricamo tutti i Trofei,tutte le Spoglie ,e tutti i Trio*
fi acquifi-tùda rm in molte partidel Mondotcom'eìta sà.
Trap. Efepsr forte ella baite fk altro Umro atte mani ,enm poteffe firuhtà ,
j tire
Ragiona mento Ventefim efecondo . ^
hedcucrò io fardi aut filato ì
r C Torcalo ad ^tr.igM,cb'eQ.i mi feruirà ben\ffm«,ecofibene come VaUade
P ' fato quefìoanderai a darcil bum giorno alla Regina Talefire, H,rgì na ^
guerriere ^imaT^pninva Signora, e Tadrona t e ndritornoriorJatì di ikiu-
Jderbeniffìmo le porte S armaticbe t ,per(b:hnortvoglM t che gli altri ^
yadmoavaghe£gurla t tport<imilc£hì*uÌdeUedettcportc.
Tra. Mi par d'intiere t ch'etle non fi cbiui'mo put t acciocbe il Pojlrìbulo^ma^
Tonico fu libero, e franco per e hi vuol andare. \f]$>
Cap. Sìa comeftvuole,và,e toma t oJìo t e nel ritornar t che tufara'hpaffa per C«r
eira Regno dei Fcaci, e portami m Mazzetto*' 1 * io ri coltine gli Horti fa-
moft d^lcìnoo Ke di quel Regnoìefe tu Aon poteffihauere di quelli , vattene
correndo correda infinod gli Morti EfperidhcbegCt baueraifrefihijftm' h e por
tali conlabro matatina rugiada.
Trap. Meglio fari mandar da quella Cortigiana àrnica vojlraja quale ha Fio-
rì d'ogni AjefejtvtìÀ manderà frefebifrefebi^be non batterete da far'abr»,
che dami fubito delnafo.
Cap. Io non voglio robba di Cortigiane offendo la Cortigiana porta Infernale ,
jlrada dì ìniqmà,percoffa di Scorpìone,pania,e vifeo dì fceleritade .
Trap. "Padrone ricordateuijcbe Cortigiana vuol dir Cortefe, e Meretrice Donna
di meùto,però non entrate in campo a bìafnaarle conte che fate.
Cap. le Cortigiane fono delia natura del Cocodrillo , il quale recìde l'buomo t e
poi lo piange.
Trap. La Cortigiana,cbe habbia effigie bella facilmente innamora .
Cap. Le Cortigiane fono fintili alla Fortuna, colanti netta loro htconJìan%a.
Trap. Le Cortigiane bianche nel volto demmo veftir'il negro,* le brune il bianco
fe vogliono parer belle agli ^Amanti .
Cap. Le Cortigiane magre fogliono ejferpìà lìbidinofe delle graffe,
Trap. vna beHa Cortigiana donerebbe effer'immortale,pergtoria t efiupt>re del
Mondo.
Cap. La Cortigiana è vna importuna Mofca,che fempreritorna .
Trap. Doue fono affaibelle Cortigiane, vi fono molte Donne mal ma ri tate,
Cap. la Cortigiana è federata^ trìfìa,perche l'avanza la libertà t e te vie* me-
no la vergogna.
Trap. Horsù finiamola qui; Le Cortìgianebanno di molti vhij, & il maggiore
è i che piacciono à loro mede/ime, e troppo fi Studiavo di piacere ad «ItruUio
và agli Honì a t Mcinoo t & agli Horti Efperidìà pìglhtei Fioìi,ibc ordina
ti mi battete. A dìo.
f 4 RAGIO-
CfP!V» tìVP'Y* C ~^VL 9&$fì
Àk%$+ tNi-P* *asas» *sà£^%
^Sr "sssr ^sr wr -u&r
RAGIONAMENTO
VENTESIMOTERZO.
Tra. ■
Cap
Capitano, c Trappola^ .
E U Capitano Spavento, da vali' In ferma non venìtra alma
do,l'Honorediuentam ruggine, laGloriamuffójtl Trifr
foutle,ela Guerrapoltra ,<? codarda ; E perciò fubito
nato,l'Honore lampeggiò,come $óle;ta Gloria (c'mtillò,
come Stella : il Trionfo uerdeggiò,ccme Smeraldo, eia
Guerra fulminò come Saetta ardente.
*A. tale, che fH 'onore f la Gloriai Trionfo, e la Gtter* :
ra rifplidmo-per itoì folo,eptrwftra,e*gtenef Obligatione.gradifsma«i de
mnohauere tMtiuiùtì ìnfieme.ma più degHaltri lH-onore,ta Gloria; T ano-
lacci del Mondale dentro dei quali tirano tutti gli ambìtkfi nisfi hetùcri .
*Al nafc'wctùmiotocotfero le tre Deità^te tnaggfar't di tutte l'altre Dei--
tadiy'l primo fu G'wueRedel Cielo Jifecéd^'Hjtt uno Re delMare,&iitcr%9;
Tlntone%£ dell' ' lnferno;Gìvue col fulmine ape.rfeUut'tr6a mia madri Wjt.
tuno col Tridente mi cauòfuora.e Tintone coi Bidente m*ape&fegli*)X$bii. \
Trap. lluoftrAfùm&ftranytimQ'm^dofìnafcm. r.vO:A
Cap. Fatto qui' Ilo, Tintone chiamò a fe wddelle f. urie Infernali ,dcciòjth'ellm
migouernaffe,si>mt fi joglionogouernare i pargoletti infanti. Camparne pri-
ma di tutte t'{dtr&FHrie,Meg)éra &{tkt>pÀ èdtìi\tifrf> i^*kjdyptitteflglia*
tomf per un piedetum lauMmi.nwytt\meCocit6 y inquehmeMre uemero i'aif.
.-Jme fAr,elle ìt 4lett(tt « Tefifw£ y de}le.(iuaii.l'una mi fafitòco» code-di Serpenti ,
t l'altra mi diede il latte d'ira,d'odio,dtrabbia,e di friroreiidtimameteper far
■ miBtym&fopjad\>gn'altmBraHe,Gioue,Nettuno, e Tluto.di comune- con ferr-
fórni pofexo Marte nel defiroh accio, Hcuoie n tifuiijtro.^AtlanteneUe fpal-
k,Mmrua mll'intellettOiMenurio nella lingu&ilo Spaucnto negliocxbi i &
ilTerrorenellaprefen%a t e , nell'ajpetto,
Trap. Doni rarÌ,vnicbi,eftngolari,e chi non een herebbe d'acquiflar Htmore , e
Gloria uedendouoi,òiluoflroSimolacro?ogn'uHO lo cercherebbe, e fàreb-
he, come fece Ce fare alle Gadi,cheueduta la Statua d'^ilejfandro Magno-
t'wferfertbe a maggior età diluì pemennto à mtbmm antera dato mate-
Ragionamento Ventèlimo terzo. ^
ria al Mondo, come egli,di celebrarlo -,e da sfrenato deftderiodi gloria punto,e
flimolato cercherebbe di render fi fmile à voi,ò vero a quel famofo Mefian-
dro Magio.
Cap. L'H »iefìoèla radice dell'Honore:e la Gloria àguifa di Crocodillo , fegue
cbiUfug'^e fwwtai,nloro t cbenonlaflimano; Io permenonhòperGlo.
rias'.è per Honore ad umiliar ia continua di Taolo Emilio,e di Catone,ncj
la m ^fuctudine di .scìpione,di Qumtio,edi Traiano, perche di tutto ques~lo
fono fornito abaflamj. ' '
Trap Io locrcJo,Mi%ìlo tSgo perfermo,e per fuuro, perche voi fiele quello,cbe
tiene l* li onore je la Gloria in cafa,e comedy fa di fxre,a dozzina per vn tanta
Umefe. ^ì*U»*ti*«\> » «'• •
Cap. Io mi fono haggimai acquiti Jtojanto honore, etanto gloria,che no ne auan
jra piìi per quelli, che veniramo dapoi dime,e bifognerà,che fi contentino di
mediocre honore, e dimenanti gloriale pure ancora cofì mediocri f e ne yorran
no fì.ir con loro. =. 1
Trap. Qtteflt'i cofa certiffìma,ef}endo,cbe voi battete pofio termine alla Gloria,&
ali'honore.
Cap. Hdiiendo dunque acqui/iato tanto Honore, e tanta Gloria in Terra, mi ven-
ne voglia vìi giomod' andare nella, mcTjtna Regione dell'Adria, e quiui col mio
valore menare Umore, e Gloria ; la onde per tale effetto mi feci forbire da
vngràdiflimo S Lione, difeefo dall'ai ria per abbeuerarft nel Marc;Sub:to,ch'
eglim'hebbe forbito,e tiratovellami^ana Regioncme n'andai a (pafjo per
quelle ^ieree Contrade, e cofì catninando mi véne all'orecchie vn rumor gra-
diffimodi Tal/uri finitati da terribitiffimi tuonila opaguado Xriefenito gra-
difiìno'd'iii } uacate- ^ acttc; di Stelle crinite, di Botti ardenti idi Draghi volan-
ti di Torci acce fi,di Fuochi Fjttui,e di molte ,e molt" altre Bfalatiom,
Trap. Qui per htcnderuibi fognerebbe hauer vedutele Meteore di ^itiftotile ,
Vrencipe di coloro?; h e fanno .
Cap. Io allbora vedendo vn'efercito cofi grande^ qua fi fen%a fiume ro, chetano
fiamma^ tutto fuocoveniua ad incontrarmi,nonfeppi,cì)e altro farebbe fer-
^marmitk le p}*nte,àguifa &ben fondata Torre , e quitti afpettere i'efercito
• ardente^ hfferaare qttellajcb'ei voleva fare .
Trap. Buon configlìofk il vofho;perche nelle guerre,nelfargiornata,.e nei dar'
affatto ft debbe andare co>ifìderatamente s & dienti] sima grado ;e perciò gli
•Antichi chiamarono Marte colnome digradiuo,per dinotare^ be a paffoien
,to,& a grado a grado ft debbe andare nelle militari imptefe.
Capi In quei màreth'hflaua afptttadofefercita nemico fe ne vejiii40.piapiano
fchicratocon beUilsimo,c buojtifsimo ordine,®- àbandiere fpiegate , jòìo per
aummwtx fidarmi vn'improuìfo affatto : ^ukhato; ch'egli >fi fù a vn tiro
dimijchettoi fubua mi f ecerna faluadi Mofcbcttate. coprendomi tutto di
gya-Jmjedwunpeste. r>
Trap.
Del Cnpìtano Spaucnro;
Tra{). Ma come vi faluafìe voi da co fi ria tempejìa ì
Cap. lo vedendomi tutto coperta di grandine , e tcmpefla , feci come il "Porco
fpinofo, che flancia le fue Saette al Cacciatore ; Diedi vna fccffagrandiffimt-
alla per fona mia , e cominella fioffa. slanciai tutta la Grandine, e tutta Ix
Tempera neWHoflc nemica , e con effa ruppi, efracaffai tutto l'efercito ar-
dente \e temperante.
Trap. Hm ci voleua altra rifoluthne, altro cuore filtro braccio, altra Spada, né
altra Eefìialità della no/ira .
Cap. Co fi rima fi vittoriofo nella Me%ana R epone dell'Aria ;colà mereat Hq.
nare, e Gloria ; me nedifeefi in Terranea latodall ifleffo Scionc,cbedi motto fi
mnriux difete, il quale calandomi mi pofe {opra vn'lfola, là dotte fui da
quel Signore fatto Capitano, con0pendìo di cinquanta Milioni d'oro al~
l'Anno . v
Trap. "Padrone a me paté ( e perdonatemi ) che quefìo vostro Umore , e quefta
voflraGloriavoi ve la fiate Acquistata, fen^a punto di ragiope ;fe però non
volete feruirui di quel detto d'Antigono Re ; Vfaua di dire quel Re fuperbo,
che coiai, che guerreggia per allargare il fuo Dominio, e far maggior la
fua Gloria, non può Jìar mchiufofri i termini dellaragìone , Horafe di
quefìo vi fate Scudo , bautte ragione , e con ragione vi ftete acquistato Ho-
nore, e Gloria .
Cap. Trappola mio, l'Honore,e la Gloria non fi compera falò col deftderio , im-
però che munonon trìonfaua in Roma,fe prima non hauem efpoiìala uitafua
a mille pericoli di morte .
Trap. Gloria maggior e è iluincérpià conia Liberalità,che conia Spada;mami
miete fempre uincer con l'Armi, e quindi nafte , ch'io mene uà con la borft
uuota, e tutto ftracciato .
Cap. Trappola tu hai torto a dircoft, & offendermi, come che tu fai-. Non fai tu,
che l'Honore,e l\A minia non poffonofìar inficmeiHora fe cefi è',tufei 7{o~
bilmente ue(ìito l & hai denari affai,poi ch'io poffeggo tanto Honore , e non co-
nofeo punto d'Auaritia .
Trap. Dite pur quello ycheuoi miete, e formate Argomenti a uoflrv modo,cb'h
per me dirò,come diffe colui, la Gloria pende dall'opinione del Folgo ,el'opi~
nione del Volgo è mutabile, com'è mutabile di fua natura il volgo; e per finire
il Ragionamento di queBa Gloria, dico la Gloria humana effertranfitor'uLs,
caduca, efralt-j ,
Cap. lo non guardo a tante eofe;Ame bafìa d'hauer nome , e titolo di Srauo t
d Inuìtto, d' Inoperabile, *' Inuincibilc» di Folgore, d'Aquila, e di Flagello
nelle cofe della Guerra; Ma perche in quefìogiorno il Sole arde oltre l'ufato,
uattene hor'hora daSolo Re de i venti,e dilli a nome mio ,che dall' Antro fuo
f prigioni un Vento frefeo, piaceuole,e foaue,e che uenga foauemente a rinfte*
f carmi . Dapoi uattene infino alle Cimcrie Grotte,e dì al Sonno , che m appa-
recchi
Ragionamento Vcmefimoterzo . 4*
Uì rm letSda rìpofarmi quefta notte in cafa (uà , e, re mfcnr.eilino dì
"SPnni, edoma Ja lemrml im^ll'auror,
^ILuPomimangianoncaiberialtrOtCbefìractt.
CaP " » ^liAjlir feltro ; , » ^glio^tea lam^nuomL^
Trio. CbeLiiireaèqae(lavo]ira,nuouametitctnuemata? -,
Sì I coloriteti* IL fono quefih tperan** difper*ta, mfidmofemp*
bramo <tffai,nuUaafpetto,e fperopoca . ...
Trap lononpoffoerr^
nw«. Horsàiavà. -
afe tJ?^s cJS3w» «J55*s
RAGIONAMENTO
VENTESIMOQVARTO.
Capitano» e Trappola.
Enneml voglia vn giorno di vedere il grande Impera*
tordegl'lfmaelitani,& infume il /ito beili fimo Re-
gno, e fentendo io , chela, voglia ardeua, e furio fornen-
te bollìua a pià poter e, feci f ilare il mio Hippogrijfo
donatomigUda ^fìoifoValadino, e caualcando fa-
lato mio DeflYÌero,mipoft a p< ggiar per l'aria a volo,
ecofivolado in breuiflimo tempo , mi tremi su lapia 1 ^
padella Città principale di quelbcUiffimo Regno.
Trap. Ltmgbijfimo viaggio in cortijfimo tempo ; Vairone voi farejle flato vn
velocìfimo Cornerò, e molto a própofuo per i Mercadanti *
Cap. -E perche H Re di molti Regni non era ancora leuato,fcaualcai dal mio pen-
nuto palafreno, e mi poft a paleggiare attorno al R (giopalaxjto . E mentre,
ch'io me ne ftaua pajfeggiando , di là a non molto mi fi fece incontro vn Caual-
lìero,falutandami in quella lingua .
Trap. Oh quà ti vaglio; Che gli rifpondejìevoi non fapendo quella lingua i
Cap. me fono notijfime tutte le lingue del Mondo .
Trap. Et a me fon note tutte le lingue fatate,
Cap. E perch'io poffeggo le fettantadue lingue del Mondo , fubito gli rifpcfi in
quella lìngua.
Trap. Iononcredcua,chevoifapefletant'oltre. *
Cap. Salutati , che noi ci fummo infteme, erendutii faluti,ccminciòluiad entrar
nelle lodi, e nelle grande?^ del fuo Ke , dicendomi , ih' egli haueua per coflu-
me ogni volta,cbevfdua del Regio palalo difar nobilitimi preferiti al pri-
mo,thetrouaua.
Trap. S'io foffe certo di fare vn ftmile incontro , mi leuereì vna mattina a busn'^
bora per laf ciurmi vedere , prima di ogn* altro a qualcbedtmo di qucfti notivi
Signori v ma fon d'opinione, che la co fa manderebbe vana .
Cap. S'egli nell'vfàre , che focena trattano, vn'huomo , gli donaua arme , e ca-
nnili',
Ragion amento Veri tefimoqu arto. 47
m U', ; efe Donna>le donava argentoni oro, per fortificare con la fua liberatiti,.
the Foro , e l'argento è proprio della, donna ; l'urne > & icauallifono proprie
finimmo.
Trap. Obgranbontà d'vn He ,ò beneficio'mmenfo ; equi fi conofee ilbeneficio
altro non effere , che vn'amoreuole operatone , la quale rallegra chi lacom-
rnette,cbila ricette, e chi la rende .
Cap- Finito il ragionamento , adimmo dar nelle Trombe , ne i Tamburi , nette
Cnactbere, e nelle Ciaramelle Jjpoivcdemmovfcircdclla Rjgia habitatione
yn numero grondiamo di Cauallieri ,caualcandoadua , a duainnanitiaquel
gran Signore. _ ..,
Trap* Quel dire a dna, a dna , credo , che non fi pojfa dire , 'ma fi bene a due,
a due ih a dui , a dui ; ò veramente a duo, a duo ; ma lafciamo qucjì' impaccio
a i Tedanti .
Cap. I Ttrftaui fi chiamano ifmielkì da Ifmaele lor primo Imperatore, e
fono di quella fetta d'Mìj , già Difevpolo di Mabometto, ft come i Tur-
chi fi chiamano Mahmmuni dal nome di Mabometto loto "Profeta bu-
giardo .
Trap. Quefla poca di Lettknc mi bafia per bora , anderò poi con più commo-
do a legger l'Hifiorie delSan/òuirio , per meglio intender deWvna,e dell'al-
tra Genealogia.
Cap. Tuffati, che furono i Cauallieri , giunfe il Re a cauallo, in me%a a duo
Tapafsi dell' Ifmaelitana Religione , buominì venerandi neljt'af petto, e d'an-
ni carchi, i quali veniuano ragionando colgya Soffi dille cofe appartenenti al
culto della legge d'Ulij ; Io vedendolo me gli fui innanzi prima d'ogn'altro
baciandoli le ginocchia, & l'efiremità della vejìcjomt fi conuiene .
Trap. Dio "Padrone t sò t che voi te fapete tutte , e c'hauete feopate tutte
le Corti.
Cap. Ultima il gran Soffi conofeendo d'baucr fatto il primo incontro , e ri-
tordandoft dell'antico eojlume de i Regi Terfiani , mandò fubito a piglia-
re i doni fmgolari » hauendomi in vn tratto conofmto tra. gli altri buo-
mo Angolare.
Trap. E fatto /ingoiare da t altra gente , dijfe il Tetrarca.
Cap. 'Portati , che furono i d oni fmgolari l'Imperatore difuapropria mano mi
fece dono della Scimitarra, dello Stocco , della Malga ferrata , dell'El-
mo , e dello Scudo d' Ifmaele primo Imperator della Terftca gente , e poi per
ritmo mi fece apprefentare vn bellifsimo Corftero di quel Regno » e della
Ra^ga migliore.
1 rap. lo mi vò imaginando , che quel cauallo doueua effer Bellifsimo , come
che dite f ma che £ Regie doueffero efferdi tran previo . e di gran-
dtfsimo valore . * r * ù
Cap. Vaimi erano di finijsimo acciaro Dama/chino , tutte intagliate ,erimeffe
d'tdrgen-
Del Capitano Spauento
i' Argento, e d'Ora tdl'jltabtfeÀ ,c tutte temperate di Diammtì, e di Rubi-
ni, e digrofftjjime "Perle .
Tra p. Doni veramente R e gì » efmgolart, e per me%o dì quelli rkenefle vngran-
diflìmo botare, f e bene gli bonori »•» mutano animo, nècoJluMt,mal9
manifestano. ' , , . , . a , .
Cip. Rkewo, cb'h bebbt l'armi prettofe, & tlprettofo Dejìrtero ,refi grate*
glia,
troiai sii la ftalici di Coftant'mopolì
■ ti ) 'JtattkOWU-..^ ■ .'il..' 1 '
RAGIOi
48
RAGIONAMENTO
VENTESIMOQVINTO.
Capitano, e Trappola.
*
luocand'iovn giorno alla Trimiera col Tempo, con U
Fortuna , e con la Morte, toccò perjortealla Fortuna il
dar delle Carte;co fi dandole in girone venendomi buon'in
mano , feci il primo intàto , dicendo vada vnefercito , il
Tempo dìffe vadano duo eferciti, la Fortuna diffe vada-
no quattro , e la Morte per ritma diffe vadano tutù gli
eferciti del Mondo.
Trap. C ofi fi-fi per non perder iitempù,&ì denari ; fe bene il giuoco delle Car-
te, & de i Dadi uieneda i più Sani rìprefo, e biafmato, dicendo il giuoco delle
Carte efierbiafimeuole , e quello de i Dadi infame : nel quale il miglior punto
è la i/enere,& ìlpeggior' è il Cane, «olendo dire, checoloro s chegìuocano a ì
Dadi , perdono arrabbiano , come il Cane » e quelli , che guadagnano , confu-
mano tatto quello , che uincono nelle Tauerne , nelle lafciuie >enei piaceri
di vertere.
Cap. Fatto il primo minto con l'ìnuito dì tutti , la Fortuna tornò dì ìihouo a dar
le carte in giro , tofi fcartando , e rifiatando 4 fi uenne all'atto del guardar le
Carte : lo fui il primo, i he guardando accufaì trentanoue ài punto, in due car -
te il Tempo fece Trimiera> la Fortuna fece cinquantacinqtte> e la Alone fe-
ce Fluffo maggiore % ecofttirò afe tutti gli eferciti del Mondo.
Trap. la Morte quella uolta tirò un grandìjfìmo re fio ; è pofiia douete dartti un
bel piantone .
Cap- Quando la Morte fi uidde arricchita di tanto TeforO, e di tante perfora,
piantò fubito il giuoco dicendo non uoler pìk giuocare , allbora HTempo,la
Fortuna ,& io, cominciammo a lamentarci iella Morte , la quale poco curan-
do il noftro dire , attende uà. a riporre nella fua borfa Fatale tutto quello , che
guadagnato hauetutt
Trap- Ella in quel punto figouernòda fauia, e da prudente, perche dice itTrouet'
bio, che chi non pianta non raccoglie »
Cap. Mentre , che la Alone Attendata ad imborfare il guadagno , (befano ha*
Del Capitano Spali ento
tthtóypoia predando il noftro dire ; io aUborafoUecitato dalfira , e stimolato
dallo fdegno ^pigliai la morte per la gola con la fmifiramano , e con la deflra
poi ponendo mano al pugnale , minacciai d'ucciderla snella non ci mantener
ua il giuoco. ,
Ttap Ef ecco a quella , che fi mene per gtmeare a i Dadt , & alle Cane , cioè al
danm,aUa fraude , alla nemicitia , alla cupidigia, aliaperdita manifefi* , alla
perditadetl'bonore,& al pericolo della ulta.
Cap. ta mone tutta impaurita temendo il moto terrìbile , & iltremenio afpem,
promife mantenere ilgiuoco.
Trap- 0 quanti gumatori fi trottano sà peri Ridutti,che bauendo perduto^ gua-
' dagnato per gli affronti fatti loro , da quefìi , e da quelli tornano a riperdere
tìuato gwdagttato haueuanoì le migliaia fe ne ritrouano\infomma dalgim-
co nafee l'^tuaritia,la Bestemmiaci Furto, la Crudeltà,lo Spergiuro ,la men-
zogna l' Idolatriamo Scandalo, l'Ingiuria, la Villania, l' Ingannala Fraude ;
l' ira, la Perdita , tOfìhutìone , il Terpetuo erutto , efpcfìe uolte l'Homki-
dlo ancora.
Cap. T*romeffo,c'bebbe la morte di mantenere il giuoco , di nuotto fi comincio a
ginocare, e mentre, che le Carte undauano attorno , capitandomi buonijjimo
punto alle mani, 'militando di nuou h dijjì, vadan tutte l'armate, atlhora tutti
tennero il marittimo inuito, e guardando le C arte , e rhrouan. lofi ognvnogd-
gliardi(jmo punto in mano per fcartar d'i nmuo,la Morte inafpettatamentc^
sfodrò fuora vna Trimieraecia di quattro Cartaccie , e con quella "Primiera-;
furfantesca t'irò a fe tutte l'armate .
Trap. Ob quesli ft chiamano rcjli , coft rimangono ingannati la maggior parte
de i giiiocaton .
Cap.' Dapoi,cbe la Morte bebbe tinto a fe tutto il noHro reslo ,< k 'era rima fo, co-
minciammo aguardarciin vifo l'wil altroché pareuamotantiMoccbi^ tan-
ti Barbagianni .- Manon motto durò l'empio Letargo, perche rifmgliatomi ,e
tifentìtomi del d anno ,e deUavergogna poft mano alla Spada,eion vn fendete
tediuifi la Morte in duo pi^j,iìoèìnmortcnaturalei& 'm morte ri6tenta,&
a viua foragli leuii tutto q.telio^cbc guj.dugnato n'baueua ■
Trap. yi difs'io,Ta-irom t tbe dalgmoconafieua il Furto, £H omicidio , e
l' \A fi affinamento ancora?
Cap. Spogliata,cb'io hebbi la Morte di tuttoil guadagno, e rimanendo etla, ben-
ché diuifit induo pe%?i> ancora più viua,chem«ì , lediedi paraguantes, acciò
ch'ella andafie a farfi medicare della grandifima ferita , t b'io le haueua fat-
ta, 'ionandopirimenteparaguantesal Tempo, & alla ¥ortm.i ancora : M
Tempodieditutto il guadagno paffuto ,alla Fortuna tutcoil guadagno futu-
ro , ritenendo per me tutto il guadagno pre finte .
Trap. Tantoché in tutto vi rimafe ognicofa , e cofifu finito il giuoco col Furto,
cquaficoti l'Homiciiio infieme , fpetie digrandijjimo afiajjinamento : Ta-
drone
Ra<nonamento Venteumoquinto , ^
itone mio per leuar quefli fcandali,da qui innari giuocate al giuoco de glifcac
chiglia palla,alla lottai correre a tirare ilpalo diferro,a lanciar l'asiaca fai
tare,a giuocare d'armi,* caualcare,alla caccia,& al pefcare,foicbe quefiì fo-
na efercitij da perfone Vobili , e conceduti da coloro , che formano il g<wern 9
de i Regni, e delle Republicbe , alti ''mente facendolo vi vedofat,come loro,
mah fine. '
Cip. Tu ha i ra none, e faggiamente ragioni; Quando mi nafte ottusone dig'mo-
care a qual fi voglia giuoco,io non rifiuto il partito ; E che ciòfta vero gli an-
ni adietro trouaniomi in Fioren%a Città beiliffims,t nobilìffima,fuì da quella
Fiorentina nobiltà 'limitato algiuoco nobilift'mo della palla al Calcio,ò al CàT
c\o\come fi dice in quella nobilfsima Città •
Trip. Lodo U giuocare alla Palla, fu "Palla foda,b\davento,perchene gli andati
tép' 1 fi* giuoco molto lodatole, e Giulio Cefare, & Ottauiano Imperatori fe ne
dilettarono afìaipet l'efercitio del corpo,e perla ricrcatione dell' ammoima tor
niamo agl'inuiti,cheVi fecero quei Signori Fiorgtini, come gli accettale voif
Cap. Imitato, ch'io fui,chiedei per gratin a quei Signori di poter ordinare ilgiuo
cojrouir tutti i ^inocatori y e veflirli agufìo mio .
Tì'ap. Fu benfatto,perche a tutte le cofe ci vuole ordine,& obedieK^a.e per que-
llo furono cotanto ledati da "Platone nel fettimo delle fue Leggi, i giuochi Vlr-
ricì,i Taurini, i Giouen'tli,iLupcrcali,i Florali,& altri moìti,che per breuità
tralaf h,pcrcbe fi fuceuano con bellifiimo ordine, e co grandissima obidienxa.
Cap. Ottenutagli ! > bvbbi la gratta da quei Signori Fiorentini, fubito mandai la
Fama mia fidata Jlmbafciatrkt a chiamare cent ìCaualicri de i principali
del M\>rido,non effendo Ugiuocodcl Calcio,fe non da perfone nobili : la Fama ■< !
fubitofpiegà lepium^ & in ireuiftimo tempo conduffeiù la pianga di Santa
Croce icinquanta Figliuoli di Dande] vefìit'umi di rafo incarnatino , c bian-
co, con ricamo di Canotxglia d'argento, e di grofsifsime perle Orientali: Cam-
par ft,che furono in capo i valoroft Heroi,a faono di Trombe,e di TJburi,fpie~
gando all'aria nobilifsimi Stendardi di feta,tutti temperati d'oro, e d argento
macinato, fe n sudarono paff ;ggiando al loro Quartiere .
Trap. Mi pare d'effe prefente, e d'effer in bel luogo a vcdere.pcrò non mi muouo:
dite pure^i. r .
Cap. Dapoìlarriuo delli cinquanta Figliuoli di DanaO, compamero i cinquanta,
t irr " tratl che i' mm '"' cam P° * tato Caualie, i,effenUo prima da me
t)L,„l'r' m ° °l d u e com P ar ""> H&o" àel Calcio , e formati gli f quadroni,
it WnSS ddletrombe tamburi, & alromwdigrandiflimaartù
Vmdtfsmo^mthmofianti , e con diletto infinito il LmisimocL
G ■ Duca
Del Capitano Spaucnto
Duca, cb'era preferite . Durò il Calcio fino all'alba delia notte , non potendoci
giamai formar caccia né dall' vita, nè dall' altra parte. Io allboravedendociò
per finir quel giuoco, eperpiùnontenere atedio Sua Altezza Sercnijfwa,
entrai nello Steccato, pigliai laT atta davento ,aU a quale diedi rn pugno co fi
fartele con effagettai per terra il Tropicodel Cancro, il Tropico del Capri-
corno e trappolando peri Colmi cauai vn'oscbio al Meridiano, che [lana a.
vederla Fefl* » c°fi bebbeftne il giuoco , & ogn'vnofece ritomoatte Vater-
TraD^S^cow dir altra afauor noBro , voifiete il Monarca degli huom't-
nì ; voi fatefiupke.e trafecolareciafcuno.efen^a divoi,io concludo, che ogni
humana anione fa rebbe nulla. Patrone rkordateui, cbefiete affettato per trat
tarla Tace trà quei voflri ^imìci,cbe voleuanofar quietone infume.
Cap. Sari ben fatto andare,& accommodarl'hpercbefonùduovaloroft Soldati.
Trap. Gli cimici fidebbono bonorare in prefen%a,lodare in abfen%a } efoaormt
ne i maggiori bifogni .
Cap. Gli cimici tardi fi acquìflano, e tofto fi per dono. ..... .
Trap. L'amkitie debbono effer lunghe s & immortali , e le mmicttie brem , t
mortali .
Cap. ta vera amhitia è legame di fraterno amore.
Trap. Le cofe profpere fanno gli amici, & l'aduerfe gli prouano.
Cap. il vero amico deue bauercommune ogni affanno , & ogii contento con t J-
fteffoamico,
Trap. Tragliamici fi ricerca Fede, e CoBan%d. > .j. LJs
Cap. Laperdita degli amici è molto maggiore dellaperdita de i propri figliuoli.
Trap. I ferui per amore diuentano amici de iloro Tadrom,nèla difian%a dellno-
gonoti feparal'amhuia. indiamo Tadrone a metter d'accordo quefit duo
Soldati , acciò cbe ritornino amici come prima effendo, che l (imititi* non ba
altro fine #be ilbcne> e la vnione^ .
RAG10-
Sa
RAGIONAMENTO
VENTESIMOSESTO.
Capitano, c Trappola.
SI O/i t»o di voi domane per tempo, e prima, chel'^Au-
i*J rorafeacàando le notturne Stelle venga a fparger fo-
pra dì noi Rofe,e Viole ,fe ne vada ne' Monti Rifei , e
mi porti dell'acqua del Fonte Tanni , per lattarmi le
mani,& il volto,enel ritorno,cb'egli farà fi ricordi di
/aiutare l'eira di C efare, e l'atra di Mtffandro Ma-
gno miei cariffimi amici ,
Vrap. io farò vno di queUì,cbe dormirà fin tanto,cheìl Sole comincierà decbì-
nare verfo 0 cadente, pere/fere a tempo a fentir'i notturni Grilli,cbe fogliano
flrìdere dalle fijfure della Terra,per le vicine tenebre della notte .
Cap" ^ Holà vno di voi,prima,che l'alba inzafferanata , cominci a roffeggiar nel
Cielo,perrifuegliareuniuerfalmente tutti i Mortali alle fatiche loro ,fe ne
uada nella Maurìtanìa,e dica al Re Atlante, ch'io l'a fpettomeco a defmare , e
ebefeco conduca larba Re della Getulia,cbe uifarà vn pane, & un tonaglielo
per lui ancora,
Trap. bfonuipigliatepenfìero,cbe domattina io manderò duo fertti } cbc faranno
ildebito,& a noi toccherà il pagarlo.
Cap. ^ DianzJ nell'ufeire dal Tempio di Marte fui [aiutato da tre ambaft iddo ri ,
il primo fù Mercurio, il fecondo Troteo,& il terzo ^fcalafo , li quali ad un
tempo i/ìeffo chiedeuano auìien%a,moflrando ogn'vno diloro lettere di credS-
zgdì Cioucji "Hettmo,edì "Plutone; Io fentendomì occupatone gli affari
dt Fenere,edi Cupida ,diffi loro , che per un'anno ìntegro io non poteim day
audien^népublicafièpriuata, e co fife n'andarono freddi freddi an-rìfred-
dijfimi. ^
Trap. Come direbbe mi fate innamorato^ lo tacete èfaDio Tadrone, ma chi
è cotejìa uojìra Signora? fate ,cb' io la conofea, accioebe io poffa honorarla,rt-
wrirla,& ammkarla,comeftconuiene a Donna di tanto merito , e di coti d.
tauentura,
C 2 Cap.
Del Capitano Spauento.
Gap. la donna mìa , cb'è donna , cioè Signora delia più ncbil parte , che yiua fa
we fi chiama Ifabella.
Trap. Bellìffimo nome; mme t tbeargmfcefublìmìtà d'ingegno, e tutto queUo,che
dkel'tArioIìo-nella morte d'ifabella veci/a perle manidiqueU'imbriaco di
Rodomonte. ,
Cap.. La cui bellezza dì grado > ed'ecceVè J %a èfìmilealla BrauuratnìatTripliceè
la belk%Z* delia Signora ifabeUa, bellezza dì corpo ^eUezZfi dirocca bellez-
za d'animo : Quella del corpo,come ciafi beduno sà,ftgode con gli occhi,quel-
la della voce con i'vdito,e quella deli animo con lamente . Triplicata altrttì è
la Brauura mia ; Brauura di corpo , di voce, e d'ammoda tale } che tutte queSls
raccontate parti hanno tra di lorq grand'ifjima S impatia
Trap. Titagora,e "Platone affermano, che chiunque èbeHo di corpo è parimente
bello d'anmo ancora,dìuidendo la bellezza m due parti,Mae?lade,c Venvfla-
de ; Venufiade nella Donale MaeSladeneH'huomo-.e quindi nafce,cJ}£ la vofira
Signora èbeUiffima t pìena dì venufià,& voi Brauiffimo ,s pieno dì Maefiade.
Cap. Hora veniamo alla d'ubi aratione della Brauura mia:dico,cbecon quella del
corpo rompo eferciti,e frac caffo armate ; con quella della voce, metto [panet-
to ali telo, al (JMare , & all'Inferno, e con quella dell'animo impongo legge
al Fato, e confondo gli Elementi, e la Tfatura t
Trap. Io mi meratiiglìo,cbe il mio "Padrone habbiatanta cogn'ttione del bello,poi-
ebe i Fìlofofì dicono,cbe i bruttinon hanno cogn'ttione di bellezza .
Cap. Tutte le raccontate bellezze, e tutte le narrate Brauure hanno forza gran-
dijfima,nta più dell'altre, (feperò fi può aìre) l'ha quella dell'animo ; impe-
roebe .-}uclla,nè per infermità fi perde, nè per tempo (iguaSìa,nè per incanto fi
contaminala ogni dì più di Cele/li bonari s'adorna* s'itluftra .
Trap. TàdroneiosòbenijfimOiCbe la bellezza dell'animo fi chiama fplendores,
quelladel corpo viridità,e quella della voce lettili ^e ch&vifo,và'itoj& men-
te fono fpiritali, e ebepcnìò le tre bellezze a hrofoggctle fono ancora chia-
mate le tre C ratie. Ma di grafia finiamola con tanta bellezza ;bafla dire,c}x
lavofira Donna fia in efircmobella.e che voi fiate in efiremo Brauo.Felkiuoi
qjtado vi goderete ancora colànclle Fortunate Selue de gli otebrofs Mirti : là
dotte fene viuonbliete,e contente l'anime degli ^imasthe l'anime de i Poeti.
Cap. II attendo tu ragionato, e detto delle Selue de gli ombro ft Mirti , m'hai fatto
fouttenire in quello, ebem'interuenne ne i Fortunati Campi Zlifi,
Trap. Oh non l'hauef s'io mai dett<y,fofs'io digiuno di quefiaparola, borafentìrt-
mo vna bellagiraudola,dunquefiete fiatane i Campi Elifi,efe non meihaue-
te mai detto? Tadrone voi m'bauete fatto vngran torto .
Cap. Edouttm fonoio fiato? qual Terra incogrita , qual fatte remota , e qual
Z otta inhabit abile non b à io calcata co» quefii piedi i
Trap. Tadrone cominciate di grati* a raccontami que [li rofiri lunghi* e fifo-
ni viaggile tulio quello , c he mi volete dite , ditemelo per ordine , e con ra-
Ragionamento Ven te/Imo fefto . j £
Tffate ragionando; a fine,cbe fi conofca, che voi fiele animale ragionerie, e /«
feudo,cbe Vìmomo non fola è diferente daUe befiie,per l'effigie ; ma per la ra -
gione&pcr lo ragionare .
Cfcpt Caminand'io vn giorno per Vameniffime Campagne tltfce,mififece incon-
tra vn numero infinito di valorofì Heroi, quali mi dijfero,Vahrofo } Strenuo,
& Inuincibil Capitano Sparito , poiché tu fri di/cefo in quefie Fortunate S eU
ue,noi vogliamo, che diuenti noftro Capitano^ Duce centra vn numero infini-
to di donne belle ,egratiofe ;Madi Pietade, e d'amor fiere nemiche .
Trap. Come diffe il Tetrarca, quel "Petrarca dicojlquale è il Segno, il Termine,
e la Meta di tutti i ComponUori t dentro del quale tirano tutti i Poeti Moderni,
e nitmo non dà mai nel Segno.
Gap. Uct etta i fubito l'Heroico inuito , e tanto più volentieri , quanti ebemi ri-
cordai della crudeltà vfatami vna volta da vna belliffima Dama nomata, Ch'ut
va Ofelia ,con animo di fare fìraiìo crudele, e flrage grandijfima di tuttala fitta-
lo feminik .
Trap. G randiffimo fdegno era il voftro , c come fi fuoldìre , Sdegno può pià, che
*/tmor quand'irà il porta .
Cap. ^Accettato ,cb 'io hebbi il Generalato di tutti gli innamorati Heroi > & atte *
nuto il Bafione, mimoffi contra l'Hofie nemica .
Trip. Cantra l'Hofie, e contrai' Hoflejìa,che ci trattaua cofi bene , e che cucina-
ut sì polito aniafie contra i oh quella sì,cbe fà vna grandijfima difeoftefìa.
Cap. Tu non m'intendile bene vai facendo dell' ac cor to t l 'HoHe nemica vuol dir
la Turba hoflile,chè I'efcrcito nemico .
Trap. Io v'intendo , uo i alle uolte ufate certe parole , che non fono intefe cofi da.
ognuno, e fate come fanno certi Componitori Moderni, i quali gonfiano gli
ferini loro d'alcune parole Forefliere,c compofite,cbe la matcria,ch'e ffi trat-
tano, dittcnta non uolendo la "Predica del Pianano .Arlotto , la quale non ersi
intefa nè da lui, nè da chi l'afcoltaua .
Cap. ^ Quando l'efercito feminile uidde l'efercito mafchile,che fi moueua , 'e fi di-
th^raua uerjo la parte fini, fubito slargandofi'mdue parti t e pigliando la punta-
dei deflro Corno in me%o , lediede ma ftretta cofi grande , che lo fece piegare
d'una mala maniera .
Trap. M ala cofa é con le donne piegare alla prima , bifognaua filare fui duro , fui
forte, e fui menar delle mani apiùpotere .
Cip. io uedendo ciò, pofi mano alta Spada,uolli dire allo Stocco,& a uiuafor%x
mi cacchi nclmcTii d. llafcminea febi era, e quiui cominciando a fi tir di pun-
te >ajloccbeggìare bar qttefla,& bur qucUa in breuijsimo tempo , & in pochi f-
fimi colpi ridasi tutto l'efercito femmina nel fanguc fino alle ginocchia .
I rap. ve nedouettero effer di quelle infanguinate fino alla camìcia ,e de l'altra
injanzuinatefina a i calcagninomi tante Vatdc sbudellate .
*~ap. ^ qui muore , & a quella cmdcl'ifsma Sìrage cemp amerò Coronati di
G 3 Lauro,
Del Capitano Spaurito
UurOyiì Edera,edi Mirto^Homero^ergilto^utdìo, Dante, il Tetrarca
l'Urioflo,U Tafìo, Daniel Urnajit t Konqirdo,Filippo de Tottes,BeUai,Ber-
tò,e mal? altri Ugnami ToetÌ,i quali col fumo de' loro dokijfimi 1%fhpla~
canno eli Eferciti nemki/iducendolì ad ma dolciffima,* foauiffima pace.
Tri d Guerra d'Umore fi riduce in Tace ; l'ire,e gltfdegm de giornanti, fono
%SSXff^ ^for^bebberoi Ferfi diquefamofi VoetU Af-
ramente, chevna dotta > & candida faueila è Regma- de gli animi altrui ; &
bàitandilliitia for%a. ■ . . . .
Cap. ìlacati, che furono gli e f erci», ogni innamorato Hcroefi ripigliò l Uma-
tafuabeUa,epietofa- . r „■ - . >v
Trap. Di^6m'iv^^lfcfoflcG«'«w e ^P i fS 6ew65OT "«" "* mmlm >
poiché enfiai quella Donna,che da ninno non v'we pregata ,
Cap- Minerva. Dea della Sapienza nacque fen^a madre , per ftgmficare ,«e le
domu ''fono fenza coniglio, e fen%aragtone.-
Trap. Si potrebbe dire incontrariosioè , che Minerua nacque femma per deno-
tare, che la f emina, è tutta fapienz** .
Cap. La-donna è vn mafebh occafionato , cioè cofa fatta dai* ^tura fuora
della fua Ìntentione,òper iimperfettìone delfemej per difetto deliamatem-
Trap. Si* come ft voglia, batta dir donna , che non vuol dir altro-, cln danno , je
bene uifono di quellì,cbe voglian direbbe ftgnifìcbi dono , & altri Dominio, e
femhiaper la fecondità^ vàdìfiorrendù'. ,
Cap. Bafiwb'ogn'vno hebbe l'Amata fua ; lo vedendomi rimaner filo, cfen%*
Dama, che feci i pigliai la SìbilUtumanashefe nefìaua invn Cannm dell*
Sclm,metta, epenfof*. e quella elefli permiano» lacuale vij» molile molti
giorni nelle delitie di quelle ombrofe Sclue .
Trap. Belli fsimoauuemmento per certo.
Cap. Trappola và bof bora dalla Morte, e diUi iberni mandi l offa di K&a«'*
d'EUo^balOtedìneruaTraiano Imperatori , perch'ione voglio far fabrs-
card'molti Dadida giuocare a f armatela cetile donne dicafa*
Trap- lo vò, a Dio
i
RAGIO-
Si
RAGIONAMENTO
VENTES1MOSETTIM O.
Capitano 3 e Trappola .
itala quélSoldatovenuto da mefoloperprenierHtiU
ne dì 8rauura,cbe domane farà fermo fen^altro .
1$on farò faltà,come dice lo Spagnuohjma cbece-
ximome vfate voi quando date l'ordine delta Brauura ì
La prima cerimonia è queBaiìù dimtapropria ma.
no gli caccio il cuore fuora del petto , dentro del quale
■vi pongoil Furor d'Oriundo JaSrauuradi Rjnaldo, c
la Besìialità di Rodomonte ,4apoi glielo fofpendoal
coUo,legato con catene d'honore,e di gloriai queflo è l'ord'meth'io tengo .
Trap. Quelle caténe d'bonore,e gloria mi pare, chele ftanod'vncertommUo, ti
quale 'non fiia faldo > n è al fuoco ,nèal martello } efìendo cbtqm bonore , e
quefla gloria pende dall'opinione del volgo, metallo vilifsimo , e ftu fragi-
le del vetro.
Gap. Tu vuùifaper troppo i Ibonùrnètofatanto degnacele folo fi dd per premio
alla virtù.
Trap. La virtù non è di cuor sì vile,cbe a guifa d'abiettifsima f ante fc a ferita al.
la V amatila Gloria , & alt 'h onore ' : Ellaferua non è , ma libtralifsima Si-
gnora, e "Padrona.
Cap. lo non sò tante cofe, sò quejìafola , che Vbonoreft deftdera pertejtimonmn-
%a della nofira virtà,non effendo altro l'honorem che rn fegno di quellavirtà*
che viue, ^.alberga irt noi .
Trap. Scender da nobil (angue fà l'huomofuperbo i & ambkhfo-.U cui ambitane
hà per madre l'ignoranza, e per Sorella l'indignationt, voi m'intendete.
Cap. Io t'unendo pur troppo piò dotte tu vuoi ferire. Ma ragiùniamù di cofe alle-
gre^ di cofe decenti atieffermioz Martemio Luogotenente.
Trap. Tadrone fermatali in corte fta , & affilatemi per voftro'kne. 'Voi fictc
femprecon Af arte, con Gioue,con Nettuno, con fiutone, col Diàuolo, conia
Morte,conla Tortuna,col Tempo ,conla Natura, & contanf 'altre Deità da
voinomìndte,cbeparprùpriù, cbel'babbiate pigliate a fìtto , e che non ut fap-
piate partir da loroj vorreidko,cbsvoiandafte ritenuto alquanto ,e non leno-
G 4 minare
Del Capitano Spalient©
minare eofifptff o , carne voi fate* - ^
Cap. Fjfend'io perdona d'altifsimoaffare,bifogna y ch'iQ tratti) e che io ragioni di
perfonefimili alla grandezza rnia,e non poffofar dimeno di non hauerli fem-
ore in bocca,fecondo il fugge tto,e la materia. Horafeguitando l'interrotto ra-
gionamento dico ,che Marte mio Luogotenente -volendo un giorno dami vn
belticofodefìnare , mandò la Fama- fifa Meffaggicra ad imitarmi : lo intefa
l'ambaftiata accettati' inuito,e montando fopra 1**4 li della Fama, in brtuìfsì-
mo tempo ginn fi al pala<zgo di Marte.
Trap. Montar fopra l'~4li della Fama,per quafi un voler dire, (montar la fuafa-
ma,& il }uo grido ; Io v'intendo Padrone 2 e conofco'wfieme icbe mi ut piccate
digrandifiima lAmbitione .
Cap.. GtmtOjch'io fui al palalo di Marte, trottai la Difcordia } & il Furore, efce.
mi franano attendendola i quali fui condotto alla prefen%a di Marte , the mi
slam affettando con buonissima Truppa di Cauallkri . Armato ch'io fui,
Marte ordinò l'acqua alle mani ; dibora lo Sdegno, & il Terrore con Bacile*
e Vafo dìfbiifsimo ^Acciaro mi diedero l'acqua alle maniche f a di f angue hu-
man caldo, e fpumante .
Tsap. Voi doueuate parer tanti Beccari, e tanti Cafìra Tortelli, con quelle mani
infmguinate ; ma a che ut rafciugafie uo't dapoiì
Cap-. *Allo Stendardo Generale d' *4leff andrò Magno ; poi ne ponemmo alla bel-
Hcofa, Menfa fatta alla Todefca t cioè Tauola ritonda . Tofli che noi rifummo
alla Menfadiedi un'occhiata a ì conuitati, euìddì , cerne il primo era il gran
Tamberlano,il fecondo Serfe Redi Ferftajlter%o <Aleffandro Magno s ilquar
to Dario,ìl quinto Ciro, il fefio Marte ,& io per fettimo : ementre, ch'io me ne
fiaua offeruando i conmtat'rje Viuande furono portate in Tamia dal Tempo*
e dalla Morte*
Tntp* Cheviuandefuron quelle caro "Padrone ?
Cap- la prefa di Ca rtagine , e di mol? altre f or tifarne Piazze : fin ito , che fu ì l
beUieofo Banchetto, ilTempo >ela Morte vennero a [pare uhm la Tauola,
hauendo intome per aiutanti la Fortunali Cafo,la Sorte, & U Dcjlino ; toccà
alla Morte a leuar la Touaglia, U quale neldirbuon prò vi faceta, fu tanto le-
fla , ch'ella portò via inuilttppati nella Touaglia tutti i raccontati'PerJonaggiì
e s'ionon emlefto, ella mi trappolata , come gli altri ancora .
Tiap. Ma come vifaluafìe dalle mani di quella morta di fame ditta Morte l
Cap. Io allhora aimedutomt dallo Jcber^p, ch'ella mi voleua fare ; pigliai vn-
piatto d'*4cciaro jdentro del quale era la prefa della Goletta , e di Tunifi , e
glielotirai nelmoftaccio , pofeia faltandoda Tauola , fgombrai da quel pa-
la%£pfen%a pur dire a D'to,nèaA4arte } nèall4 Difcordia, uè al Furore ,emt
ne venni al T atrio nido .
Trap. QueHe fi chiamano rifolutioni, coft fi procede , é cefi fi lafcia buona opi-
nione di fe 5 ma è ben vero que fioche bifogna contentar fi dell'Ione fio imitad&
* quel
Ragionamento Ventefimofettimo.
" HkàV* n F'ioffl 0 nomato* Socrate, il quale fuotentaua d'applaufo folo di TU
f 0 , l c,d , bMierli4Ìfolo)icllìsìcademia,e no far, comefaceua queli'.mbitiofo di
Cap, Sò douetuvuoìarriuaremon paffarpl. -
gue il Coflumc,& il Coirne l'Opinione, e perciò niuno loda quello t che pri-
mi dalla leggere dal Coftime approbato non fia;Hora in confermatione di ciò
fentì fe quello, ch'io feci all'i giorni pafiati fe meritata d'effer lodato^ nò-
Trap, Cbecofafacefievoì.
Cap, Sta intento,& vdirai.Hcrcolc,^pollo,Cupìdo,ed'ìo, giuocando mt giorni
a tirar d'^trco,demmo principio di questa maniera . Hercolefà il primo , il
quale tirando con l'arco fuo,e col /ito tirale vccife "Heffo famofijfimo Cetau-
ro;*Apoilofù il fecondaci quale tirando vccife T'itone grandiflimo Serpente*
Cupido fu il ter%p,ii quale tirando trappaffò tutte le Sfere ; & io tir andò per
quarto trappafiai l'Inferno da vn editto all'altro.
Trap. Oh guardjt colpi ,oh và tira a bersaglio con costoro ?
Cap. Fattigli fmtfùrtttì colpi comparite all'improuifo, & inafpettatamente I*->
Morte armata d'tArcOtdiStrali^di Faretrata quale ridendo fi de'nofiri tìrì
d'vircojie disfidò tutti è tirar feco. •
Trip. Gran cofa,cbe queila Morte fi voglia cacciar da per tutto,& andare dou&
non vien chiamata,
Cap. Fatta la disfida,& accettato Fomite da àafrhedimo, tornammo di nuouo a
tirare;Hereoledinuouofùilprimo,ilqualetirando vccife tutti gli Stimpbali
di Augelli; apollo il fecondaci quale tirando vccife i figli Mafchi dì'Njobe i
Cupido full ter%o s il quale tirando trappafiòilgran Mare Oceano da vn eoa
toall'altroda Morte fu la quartana quale tirando vccife tutto fefercìto di Da
rio Re de i TerfizKimafeper vltimo il tiro mio, il quale fu dì questa maniera j
po fi mano alla Faretra mia,e da quella ne traffifuora quattro flrali de i miglio
ri t e deipiàpugenti,pofiia accomodandoli tutti quattro fopra dell' \Arco t àgut
fa, d'ajìuto filettatore "Parto, tirai le quattro freccie,con le quali,& con vn ti-
ro folo -veci fi Her cole apollo, Cupido , e la, Morte te co fi rimafi vìmitore del
giuoco^ dell'armi loro.
Trap, Voi bauetc tante volte vecifiquefiivofiri J>eifalfi,e bugiardi jh'io per me
comincio a credere, che fi come le loro Deità fono finte, e mentite, così finte, e
mentite fieno le mortÌ,cbe dite d'bauer loro date tante, e tante volte che voi
non ve le ricordate ; "Padrone la voflra ambinone vi fà dir dì queUe cofe , che
fonofuora de' termini di crederete voi onderete feguitando quefio coUume i
farete anco voi pojìo nel Catalogo de gli amhitìofi-.e vicino a quello ambitiofo
d'Mace , il quale vedendo fi priuo dell'armi di Achille ,fi diede la morte »
giudicando ejjer meglio il morire , che viuere fecondo preffo ad vl\ffe,e quel,
"io folo pcr f anbWme , eh lofemnm .
Cap.
D el C api ta no 5 p au c a t o *
Cip- Sìaprtrmìo l'boìiore,e la glori* tutta, ch'io poc8 mi curo d'effer chhmM
fuperbo,& ambitiofoiVercbc chi non ambijcenon fi co/a , che bene sita ; e
meglio è bauer per Compagni,*4nmbale t OreSìe,T£nteo, ^Aatbamtinte , U>
chilte t ^ÌMe,^UihUde,^lc/landro t Tarmniwc,Car^
àaie^omulo^e Manlio Capitolino.c'bauerper Ciforti ìmomlni 4iJJìmili nel
l'ambitione a questi raccontati heroi.
Trap. HorsàfinitmoU qiiì;ibonore ètttttoyoflrojutta voftra è la gloria , <&>
bautte tutto' ì Mondò dalla voftrateon tutto ciò ftetcfempre pieno di debiti; Et
perche fletè Hata conofcuao per mtUJfimo pagatore , non fi trotta più chi yo~
gthfaruicreden^xd'vn boccal di vino . Hoggtdì ficonofceogtfynotoh qua-
li ce ne finanche fanno delgrandetdett'bonoratojclgloriofotedelfuperbo^he
non hanno pane da mangiare vino da berefoh quanti cene fono ancoraché
U cabio di cenale dcfinarefi cibano folo di fitperbia,e d'ambit'wfie^ffai^ffai t
e non pocbhòper dir meglio moltt^nx} infiniti: Ma perche quesì'é rn male fi*
mile allapa'^rjafche colm,che l'hà non loconofie^i qui auiene^henet Mo-
do fi trovano tanti ambitiofue tanti fuperbi t come ftete veì,e perdonatemi pa-
drone s'ìo ve lo dico,
Cap. Io ti perdono fèn^altrOivà pure mnan'7j i & apparecchia la Tauola,e dì ni
Cuo co,dye per Cammina a defmare non -voglio altroché Honore arroJiOjglA,
ria a guazzetto, & Ambinone Jìufatta.
Trap- venga il Canchero a mrigli ^dmbiùofi del Mondo;io vò ,
RAG IO-
RAGIONAMENTO
VE N TESIVI OOTT AVO.
Capitano » e Trappola .
loue Ottimo Ma fono.
Quefioèprintipiod'vnoP.pitajÌo ì atale ì cheper con-
feguen^a. fi dotterà trattare detta morte di qualche per-
fondtfeguitate pure.
Gìoue Ottimo Maffimo ,hauendo vn giorno conuitato
tutto il Concifioro degli Dei alla CeleHe Menfa ; Dapoi
! l'hauer gufiate il Nettare , e l'ombro fia chiamò a fé
Mercuria Corriera ,e Padiglione delle Contrade Eterne, domaditdoli , che co fa
baueua veduta nel Mondo Terrefìre di ammirabile, e difpauenteuole:*Akbe
rìfpofc Mercurio dicendo batter vedutala perfonadel Capitano Spauento dx
Véle Infema,cofa tremenda,fpauenteuole,inuincibìle > & inoperabile.
Trap. Petfate voi quello jbe diffe Gioue,per non dir luppiter in Latino f"
Op- Giaue di ««omo domandà>cbe buomo era quejìo Capitano Spauento;foggm
fa Mercurio dhendo,Tadre,e gettar del Cielo fappi,cbe quejìo CapitanoSp*
uento ètale>che t'eglivoleffe metterebbe in cQnqwjip il Clelia Terrari Ma-
rena profondo Inferno*
Trap', Mi pare t cbe Mercurio bauefie alquanto dell' \AduUtore t efaltandoui tan-
to alla prefen%a di queW ^Altitonante, e Fulminante "Hume ; non battendo
riguardo a quei Canuti Satrapi del Celefle Conc'tHomma non me ne meraui-
gl'io effendo Mercurio difua natura buono con i buon'ifi cattino con icattiui ,
ftmiie al Camaleonte^ al Volipo,cioévario,e mutabile.
Cap. G ione fentendaciò,?wò perfe medefima di voler punire tani 'orgoglio , e •
tant'altcre^za^ cotanta fuperbia.
Trap. Giuramento di Giousìguarda;eforfe,che Ugiurar , che fa Gioue perfe
medcftnto non ivngìuratnento tremendo^ fpauenteuole , e molto diuerfo da
quelgiur amento ,cht fanno gli altri DeUgiurando per l'acqua di StigiCjdella
qu de cffeiidofbergmrUfugtiono per qualche tempo rimaner pùimideììa loro
Driiade*
Cap.
Dei Capitano Spaucnto
Cap. Ornato, Chebbe Giotto ,efatto il folcane giuraménto, fe lì fece innanzi C3-
pido offerendo fi di legarmi al Carro de' fmi Trionfi^ punire in vna , tante, e
tante ofefe fatte all'humano genere . Ciane li diede-ilsì , e la cura di far di
me crudelìffimo flratio. . *
Trap . Mala cofa è il pigliarla con ifuo't maggiori, perche come diffe colui, Che
m*lcoipwpotÈiìficotrafla,ìgrandifono t comeil Fimo,cbe difuanaturacon-
nette ogni cofa in fe mede fimo.
Cap. Marte mio Luogotenente hauendo intefa la liberat'wne fatta /opra di me,
mi fcriffe vna Lettera dandomi auifo,come Cupido era mandatario di Gioue,
mandante per Iettarmi la vìta;lo fentendo l'afpra congiura , diedi rifposla a
Marte dkendoli,cb'io voleua andare al Cielo , pigliar Cupido , fcortìcarlo dì
mia manofi della fua pelle farmìvnpaio dì sTutaletù ila camlcarc alla Gian-
netta.
Trap. G -a rdati Cupido .perche io ti vedo fenxa pelle.
Cap. Non sò,come fifuffe;bafia,cbequeflomio fcriuere pemcnne all'orecchie dì
Cup'tdo,il quale temendo l'ira mia,ft pofe in fugala/dando il Cielo , venendo
ad habitare in T erratone fe ne Stette per molti,e molti giorni nei fcofo } e cela-
to da me.
Tra p ■ Totem ben nafeonderfi Cupido-.poteua ben celar ft quant'eglì voleua,pcr-
ebe come dice il Poeta: Diffìcilmente fi na/conde Ornare, dimore, che altro no
i } che vna perfezione dell'buomo,con affetto regolato in amarla cofa amata,
non fi può celare \ne nafeondere a gli occhi altrui.
Cip- Mentre , ch'io l'andaua cercando,peruenni a cafolà doue fi diportaua no-
bUìjfimo Drappelo di bellifjime Dame t trà le quali difeoperfi vn beUifjimovol-
to,ne gli occhi del quale (perche erano belli/fimi) riddi sìarfi nafeofo quel tri-
fiarellorfud furfantalo del Dio d : 'Ornare, acciò ih'iononlo vedeffi.
Trap. Quando vna bellaDonna hà vn bellifjìmo paro d'Occbì negrì^on queUe ci-
glia d'Ebano ,& inarcate ft può ben dtretck'ellahabbìa dimore negli occhi ,
che gli /guardi fuoi fieno Saette , %r Strali, e le Ciglia marcate circhi Tur*
chefehi.
Cap. Quando Cupido mi vidic, Cubito fe ne fuggì dagli occhi di quella gratiofa
Dama,e congrandiffima velocità andò a tuffar fi nelMareJoloper na/conàer-
fìtrà l'humida famiglia dei muti Vefà.
Trap. E qu'vii fi douette cacciare nel corpo a qualche Ealena .
Cap. Io vedendolo tuffare.fubitofen^a /pigliarmi me gli slanciai dhtro;làdn-
ue feguìtandolo per quelle falfe,& bimide Contrade, fui da vn Capodoglio
mio mimico auifato, coni' egli nontenendofificuro nel corpo deila Balena , fi
n'era vfcito del Mare,e volatofenenell'^ir'iayall'horav fctdo dal Mare 'impe-
riai l' Mis fatto ratto me ne volai nella me-^anaKegionc dell' iAr\a;c mentre,
ch'io l'andaua fpiando per quelli ricrei contorni,vna Saetta ardente mia Cu-
' gìna carnale mi diffe Cupido e fferfene fuggito , e di/cefo all'Inferno : intefa,
tb'io
^Ragionamento Ventefimoottauo. S f
^n?f 0 b ebbil'auifo t mi làftK piombar noli' mfmo e wmt , ch'io l'andaux
2«*> per quei Keg>M,Ccrbevo Cane infernale* con tre tefle,m diffe»
ole Cupido fé n'era no ne i Campii? , e, perch ^TZJt**'
pafrcokcorfivclo^^
d'vn fronzuto Mirto. . . r n ■<,
Trap . Ecbinonf,fìraccbcnebbecb-tantpcorrere,econtatofuggi^
rebbe ancora vn'Hcrcole , vn^tlante,&vn Sanfonejvn che t» Fanciullo
tenero* molle*ome fi dice effer Cupido. *j K u*,ìr a
Cap. Trouato*b'iobcbbiCupido,h pigliai per ma gamba* foflenUoloneU ^-
ria con Ufiniftra mano,con la dejlra dapoigli diedi quattrocento fculacciate,
fyna miglior dell'altra ; Cupido fentendof, afpramente percuotere , cominciò
apunvcre,%rida*do,mamma,mamma*babbo,babbo.
Tra -Natura infegna a chiamare infoccorfo ì più proffmipartnti, come fono il
•Padre* la Madre }Se bene hoggidì la maggior parte de i Ftgliuob.aUontana-
dofidallayolontd deiloro Genitori/i fanno tanto fuperbi, e tanto arroganti,
ebeno più proffimi,nè più pareti fi poffono chiamare ;ma veri* capitalincmi-
ci. Et io fon flato ynodi quetiì*he non ho mai voluto obedire il Tadrcmio in
cofa alcuna* per qucjìo me ne vico fi fuenturato per lo Mondo, guadagnan-
domi il pane, alle fpefe di qnejìo* di quello.
C?p. Jl quel romore,a quelgridarc,a quel chiamare piangendo aiuto,comparue
Venere fua Madre *ar amente pregandomi a dar la libtrtade al fuo bel Fi-
glio ^more riferendomi in cambio vn bado dolce, foaue, promettendomi in»
ftancil poffeffo di bcllijfitna*yirtucf!jfima Donna nel Mondo .
Trap. Quale fù qucUabeìlijJtma Donna Helenaforfe^Didone > Penelope ) Fedra 3
^driana,ò Satira hìkmaggior titolo di bella*
Cap. Kiceunto*b'io bobbi i' \Amorofobacio .
Trap. Va' morofo bacio dàlia becca di Venere debbe effer cofa foauijfima , e
l'Intorno debbe morir di dolcez&>effcndo che il bacio y'ten chiamato Binftca,
cioè fecohd amorte degl'amanti.
Cap. eli lAmantimentre fi baciano fi riducono lo fphitosùle labra,morendoin
loro Jìeffi* viuendo ogn'vno nella cofa amata.
Trap. Gli Ornati per quello*!) io bò vd'itodirebaciadofi hfteme ^trasfondono
l'anima l'vnoneU'altro*ambian:f ola* facendo fpeffo di due anime vnafola.
Cap. Il bacio è tanto attrattiuo,che fé il cuore non bauefìe le fue radici ben fon-
date& abbarbicatela viua forza lo tirerebbe nella fommità delle labra .
Trap. Ogni dolcetta hà qualche termine *ccetto qnella del baeio\la quale ifen-
Gap. li bacio e" fempre nuouo* tre cofe pretiofe e f coito daUa bocca ,la voce,U re-
fpirarVt&ilbaciojatale.che ilbacio*h'io ricevi da venere fà cofa predo»
fa* fmgothre. Dapoi il ricceuuto bacio dalla rofata bocca di Venere, e data In
iibenade a Cupido.clk mi dijfe, Capitano Spauento i và ì & ama mctre, che tu
batterai,
Del Capitano Spauento
biuems fpirito,e vita,lfabeUa ^ndreini Ucademka Mente detta ?UXc-
fayOrnmt>uo,e fplendor delfecolnoflro . U che fi\fattoi**mai,amoj& ame
rò,febeve hot puffo direbbe in vn puntola viddi&i&fut pr'mo: ejJend'ellA*>
pajfata a miglior vita. 1
Tnp> "Padrone la voHra amata Doma fi può dir viua,eno* mort<t,Se viaa e co
lei,che glorio fa rimi* e al Monda per me%o della virtit.Iol'bò pià,e pìà vol-
te fentita lodare drNjbiliffimi ingegrj;HÒ ve iute l'O pere fue alla Stampa ,
chèli fuo Can%oniero,Ufua M'miUa , Opera Bofcareccia, & il Compendio
deUe fue Lettere ,che tutte ixfieme m hanno fatto ftupirt,come Jìuptjte chiun-
que le vede.
Cap. La mia Cariffima Doma fu tanto ammiratrice delle antiche^ glorhfe do-
ne,ch e operando tutti gli Immani afetti,fempre di loro trattaua, c f emprt^j
cercaua d'imitarieiadoperando per Rocca il Libro, per Fufo la Verna , e per
ségolo Stile.
Trap. Tlatone chiamò Minerua Dea F'tlofofante, Bellicofa t e Tritogenia,volen-
doftgnificare la Donna effere il vero albergo dell'armì t e delle lettere , e tale
credo, che fufìe la voftra Signora lfabella,atiendete dunque adhonorarla
mortaci come viua caldamente l'amafie.
Cap. C oft [ara per certo.
ir '
RAGIO-
RAGIONAMENTO
VENTESIMO NONO.
Capitano, e Trappola^ ..
Orrend'io vna notte alla Tojìa ver/o gii Antipodi , il mio
Tojìiglìone nominato il Sonno » dormendo profondi^-
mamente a caaallo , vrtò non volendo nel Monte at-
lante , e nel cadere fi ruppe il CoUojnfteme col ftto Ca-
tullo.
Tra . l^^ r^^ tH ti»? 3° è il fine della maggior parte de'TofUglioni , e
1 » '" 1 'TZT f W dei Corrieri •
Cap. Onde fui aflretto a pigliarla miavaligc ingroppa , e correr fenza guida al
unio viaggio.
Trap. Mala cofaèilcorrerdinotte,e{en%aguidasapericolo d'ejfere Jualigiato
da gli ^tff affini da fìrada , che per lo più ftanno femprt afpettando j che pajft
qualche Corriero,ò qualche Mercadante.-
Cap. £ perch'io nonhauetu il Tojliglione,cbe mifcorgeffe iUamino , in vecc^t
di pigliar la firada verfo il "Polo Unt artico, mi pofìa correre vcrfo il Setten-
trione.
Trap. Camino in tutto^e per tutto alla rouerfa.
Cap. Giuntoci/io fui alla Tofìa dell'Or fa Maggiore ,e conobbi d'hauer errato il
mhcamino^perchequiuinoneranocamlìijmifù dìbifogno correria Tofìa
con la Carotai Settentrionale , guidata dal carrozzerò nominato ^irtofi-
lace.
Trap. Vfawz& mona di correr alla ToHa con le carezze: Manonmene mera-
ìiiglio , perche ancora nell'Ongheriaficorre alla Tofta con le caroz£e,tim*
te da /et , da otto , e da dodici cauaìli, & in altri Taefift dicefar'il mede(ìmo
con le carozgf tirate dagrandiffimi,e veloci/fimi Cerut.
Cap. Teruenuti^benoi fummo algran Mare Oceano jl carrozzare ^irtcfila*
tace midiffe,cbe la carozja Settetrionalenon polena pafiarpiù oltre,per ordì
ne di GìunoneTadrona dellapofladi Settentrione.
Trap. Chi vàper viaggio,®" alungo caminojwuadeipazzi'mcontri.
Cap. Intefaicb'iohebbilanuom^eliberaidìpaffarpiàQltre co la detta caro%~
Z*i*l
Del Capitano Spaucnto V
invili dì/petto della, Tadrona.edcl C arrogerò ^ìy/oftlitce : Il Carrozzilo
all'bora cominciò a gridare ,comc fogliano far lam%fygior parte de i Carro 1 ^-
%ieri di Lombardia,^ a rifponderm arrogmtem)fnì,ond"w vinto dall'irati
gliai la caroTza,e contragli ordini di natura la slanciai in/ìeme col carroi^
Xtero nella tejìa del Volo >Ant*rtko t pofciamc tornai a dietro per fare altro
viaggia.
Tcap. li pià delle volte fuol'auuenn'tre, eh e per s'Iranno accidente bi fogna pi-
gliar' altro camino:^ tale,che il Settentrione e rimafo (en%a le fette Stelle ;
bora come faranno i Marinari battendo perduta la loro Tramontana ;
Cap. Facciano come poffono : domandino aiuto al Capitano Spauento , che può
tutto quello ,cbe vuoile vuole tutto quello,cbcpuote; Faccino come fece Eoi*
Ke dei venti.
Tcap- Che cofa fece £olo,caroVadrone? -
Cap. "Hon fonomolti giorni } cbe Eolo I{e de i venti m'inuiò W ' ^tmbafàadm
a fupplicarmitch'io glimandafi tanto delmio Fiato,acciòch'tgiipoteffe rau-
uiuar gli /piriti a venti fuoi,i quili perche erano siati lungo tempo ammalati
di Fcbrc quartana >er ano rìmafi fen%a fiato,e fen%afor%a.
Trip- D are «f Fiiw a ' Venti mi pare vna gran cofa, & in particolare il darlo a
quel V ento 1<ljibifugut y e Scopauiarum di Borea.
Cap. I{jceuuta,vb'iohebbil' '^tmbafciata,mandaì per lo fie/ìo jimba/ciadorC-J
vnfcatolino d'argento ,dentro del quale erarincbiufo vno degli arrabbiati
miei Sofpiri t acciocbe coneffo egli poteffe dare for%a,e vigore ai V 'enti di po-
ter far Under le Seluc,fcuoterei Monti t e proc eUar'it Mare .
Trap. SiconofcCycbeqxel Sojpiro bebbe grandi(/ìmafor^a y poicbe più che mai
regnano quei'ventifuriofi, e bc/ìiali,cbe bene fpeffb fanno fofpirarc i poveri
■Mercalanti,e particolarmente q&élli>ch; pigliano a ficurxr le T^aui . Infine
non è b uomo ,ehe noni) abbia bi fogno dell'opera voHra: Ma cbedic'io degli
buominiìgli Dei iftefli hanno bifogno dell'opera voilra,del vosìro aìuto,e del
■vofito fauorr.
Capi Qwsftó è pur troppa verò\inti verìfJimOt&ìncorifèmatUme di quanto tu
haidecto,fentique^o,cff£mi comiennefirc gli andati giorni.
Trap* Dite P^re^sò che voi nonviflraccate mai di fair benefìcio àcbiunque fi fta:
e lofxteprefìo,come fi tonuìenespercbè Vvccider preslo è fpecie di Tietade;e
crudeltà gràndiffimail tenere a /lento vna perfona fo/peja alla corda dell'-
ingannatrice fperan%a.
Cap. Grandiffima di/cardia per ragione di Stato,eper dcftderio di regnare,
era nata trà Giono , e T lutine , ambi Fratelli . e Figliuoli deìV cecino
Saturno .
Trap* ' ' peggio? odio tche fta,è quello t che regna trà i Fratelli;cfeJe di ciò lo fd
Podio cruide,cbe fu trà Eteoctc,eTolimce, i qualis' vecifero infume per re-
gn.\ninTbcbe.
• Cap.
Radunaménto Venetflmoriono. S7
C if^^^O** minacciava dikjbreil ^egno à Vintone , e Vintone mìnacchm di
leuar'HKeg^aGioue.jfl 0
Trap. 12^^ nm erA &' ierTA wftwolendo ognuno ufurpare quelle,che ria era fuo.
Cip- Co f f Accordo disfidando fi I'm l' altro ^cominciarono a far Soldati ,& a in-
graffar gliefcrciti loro. Gioue fece un'efferato di Giudei ,edi luterani: tuttx
gente ostinata di uoler'andara Cafa del Diauolo ; e Plutone fece un'efercito
tuttodì LadrUe d' \Afj 'afìinida ftrada-.Gente a rubbarfm dalla Cuna auueqra,
Che mentre su le Forche mfe n'impicca , Un'altro rubba al Boia la catterà;
come dice il f amo/o Voeta Ce fare Caporali .
Trap. Oh guarda eferciti <? al combatter rivoglio*
Cap. E perche quelli eferciti douemno pajfare per queflo Mondo Terrefire , fu*
configliato a non dar loro il pafìaggio per degni rifpetti .
Trap. Saggio coniglio di chi ue lo diede,perche fuolefpeffoauuenire } chegli efer-
citi fimpatromfeono dei luoghi doue chepaffano , allegando pofcia'm loro di~
fefavna certa ragione di Stato , la quale và vefiita di variati colori , eferuea.
cdoro,che la chiamano .
Cap, Coft mi diffsto ì miei fidati Conftglteri; e ch'io portano, perìcolo diperder
la Monarchia del mio Terrefire Mondo ; Coft mandai a dire, a Giotto , che
feendeffe all'Inferno per altra £irada t & T lutane >cb'andajfe al Cielo per altro
camino.
Tra p. Che rifpofìa ricette fìe noi ?
Cap. La rifpofla fti , che loro uoleuano al mio difpetto paffa r per? Imperio mìo ,
P*ff*&%> 10 commune a tutti', minacciandomi di Iettarmi col Regno ancor la*
UÌtat-t .
Trap. Bntfca rifpofìa;manon menemerauiglio,pcrckebrufchiftmili,òbugnoni t
come dir nogiiamo,fogliono per lo più cjferafprite tormentoft dafopportare ;
mx non iti doueuano conoscere ,nò alla F è buona .
Cap. Senti pure : Io mandai loro a dire , che ttemffero, e che paff afferò ami-
cbeuolmente fcn%a far'ofefa alle cofe mie; Fra tanto ordinai , che fuffe ap-
parecchiatolo Stendardo mio ,nel qital'era dipinta l'imagine mia, amata
tutta di lucidiffimo Acciaro . Vennero gli e fertìti a bandiere fpiegate,alfuo-
rto di Trombc,e di Tamburi con animo ai far giornata nel mio Terrestre Glo-
bo; E quitti cominciando ad auuicinarft l'uno all'altro attennero infume all'a-
fpra , e dura Tendone. Durò la fanguinofa battaglia dallo fpuntare , altra-
montar del Sole, jtllbora ucdend'io, comefareilbtl colpo ,feci fpiegareh
Stendardo mio ,ii quale difpiegato, chef u,e difcoperta,che fu la Spauentofa
Imagme mia,l'mo t e l altro efercito cadde di fìtbito morto in terra -, re-
Slando il Mondo mio Sepoltura di Giudeiji Luterani , di Ladri,e d'^ffafiin i
da jirada .
Trap. Oh coft fìchiarifconogrinfolenti t e quelli t che non hanno nè termine, nè
conflitto nelle cofe di guerra ; bifogna offeruar quello , che dlceua Quintiliano
H a chi
Del Capitano Spauent©
« cMpìace la guerra , lo fàgli l'bonore^ e vinto pvW.on fi lamentìi pianga - -V
Cap^ Legume gmHe t efatteperdefia di gloria ,fi. dfà&ono tentare, come furono*
giàtentateda Milckde,da. Temifiocle ì da,Leon'id% fya Epaminonda , da Sci-
pioticeli Ce fatela -pcmpeojda molfaltri vahrejt Capitani ~
Trap "Padrone mio ,10 dirò,come dice ita colui: Deh v'mi,e iafcia altruiviuere m
*' n ce<tceronediceuaantb-eglUcbelagmnaftdoueu
ter viuere in pace;Et stuguffo diceua fruente >cbegtuìU era queUaguetra,cbe
datti Dei eraìmpofìa,e riputata gtujìa da i ¥ilofo§- y e per. e/empio digìuSìijfi-
ma guerra battiamo Traiano fola , il quale fri tutti gi imperami Remani
non fumai vinto in battaglia , percioebe non inttrprefe guerra alcuna, thel A .
cagionenonfuffepìà chegiuSla^n^jgiuBiJfìnia ylafci&modmque per bora;
la guerra 0: attendiamo aviueuinpace-
Cap. Oh qucjlown dicb"m Voglio ftmprc la guena,quettà guerra dice > ebedav
latìnivien chiamata beUa&on perche fta beUa>ma per ch.'èbruttijfmada ae-
dere.effend'ella piena.d'imagini dì Morte ; impembe iofmo^om'era Drufio
Germanico Jl quale quandovokua andare alla guerra t primà d'ogn'àltra cofa
vijitaua iSepolcri.de ivaloroft Capitani ,£oh per prender- màggior defidrri*
dì gloriate d'bonore.
Xr3p> Guerra a vofira pofìa j io voglio attendere a viuere in Tace..
RAGTQt
*4r -tów ter
J 5. ^£ffe&. ^ JBk J8S*
RAGIONAMENTO
TRENTESIMO-
Capitano , c Trappola,
"Cap.
Tra.
\ Ouendoft rn giorno gìoflrarc a Campo aperto , per leKo^
ire di Cerbero Cane Infernale , e di Megera Furia della
Città di DITE , mi pofi in affetto per comparire an-
ch'io t tome gli altri valorofi Caualieri alta bandita €io~
ara.
Se't Matrimonio fi date trattarcelo trà gli eguali, quello
non fi poteua chiamar Matrimonio, effendo quello vn Catte
ton tre Capi , e quella vna Dea Infernale crinita dì Serpenti ;e feper quelle-
game Matrimoniale Pbuomo,ch'è disi breue-pita,tntrado neiFigliucli,ent i
"Hepotift rinuoua.èfaffi immortale ; quale propagatone ft poteua fperare da
cotal Matrimonio i
Cap. Vofio, ch'io fui all'ordine d'arniì t e di Cavallo compartii nella "Pianga d'+A-
uerno,làdoueeraprefifa,edefiinatala Tartarea Gioflra.
Trap, Voi doueuate fare vn bel vedere armatOypoichefietealto diperfona,eno»
fiete ,come alcuni C 'aual'tpfifono t thcquandomontanoucauaUoftnafcondonO
tutti nella fella, e nmftveggo no .
Ca p. Quattro erano i Mantcnitorì della C ìofìraìtl Furor c,Ma riemertole ,e Te-
feo Trencipedel Topolo jltbenìcfe.
Trap. J ytnturieridoueanoeffereìngrandijìimottumeroaeafacalda.
Cap. ^ I Venturieri doueuano arriuare al numero di quattromila , trà li quali toe-
eòa me (non per forte, ma per merito ) a correrla prima lamia *
Trap. Gli buomini braui,e valoroftftconofcono alla prima yt perciò gli Antichi
foleuano mandare a gli Oracolihuominiinnoccnti: nelle Ambafiierie hucmU
ni facondi ; e nelle impre fedi Marte buomini cor aggio fi, e forti : voifo/ìeco.
nofemo tale , e perciò vi mandarono prima de vii altri Caualieri contra i Fg-
mofi Mantenitori,
0p " a ì°ì a,Ch r e ^ ia UmUe ™ inaffetto,altronon s"attendeiia,cbcilf»ono
aeae Trombe* de i Tamburi >elo ftrcpitodeW Artiglierìa » perfegno del j
uerfialfingokr Certame. r & ^ 6
li 2 Trap.
* Del Capitano Spauenro
Trap. Ognuna doueua Bar col cuor tremante , a[pm^ndo di vedere i colpi
mendi,e memorandi deU'vna,& dell'altra parte .
Cap. 7$on molto fi flette a fpettando , che in vnfiéi^à [enti dare ne i beUhofì
slromenti,alcui romorei Cor fieri tutti cominciaron&a nitrire, & coruettare :
Io allhora [emendo l'animofo inulto iella bellica Tromba , mi moflì [peroran-
do il mia Deftriero a tutta brìglia,e non sì tofio hebbi fatto parten%a,cbe mi fi
fcceincontroU Furore, primo Mantenitore della Tartarea Gioflra,H quale— >
con la landa in re[la , veloeiffimamente [e neveniua per levami di [e Ik, io
sedendolo venire gli arrefiai la lancia a me%a lavila, là doue inueBhoh
con impeto grandiffimo lo leuai ieW arcione, e lo cacciai nel Tempio di
Giano .
Trap. Et ecco il Furore ritornato al [uo luogo perfegno di Pace .
Cap. Corfa , the fùla prima lancia, fi venne alla feconda & eccoti venirmi
cantra a tuttabnglia correndo Marte Dio delle battaglie , e fecondo Mante*
nitore-Zio vedendolo venire, pmftUmìo'Cmidore , e fermandomi benein-,
fella , e [u le ftaffè ,abbaffando la punta della lancia, l'andai ad incontrare con
tanta fretta, e con tanto furore » ch'io lo leuai di [ella ,eloslanciaincllafua,
quinta Sfera .
Trap. E colà bebbe tempo dì rinfrescar fi, e di [pogliarft l'elmo, e la lorica.
Cap. *A Ha terza, lancia mi venne incontra correndo veloce torneili) ento, Jefi»
'Prendpedeglì*Athenieft,ter%p Mantenitore , in vedendolo venire ,glicorft
incontrate con vn colpo di landa lo kuai di fella 3 eh slanciai nella Chtàd'^4-
tbenes . ,
Trap. Voco credito acquijìò Tefeo con le Dame , non [apcndojìar forte su l'ar-
ciùnC-J .
Cap. Mlaqmrta landa mi venne incontra veloce, come faetta ardente ,Herco-
le quarto Mantenitore; io vedendolovcmreglicorfi incontra , e con l'incontro
dellamialancia leuandolo dalla fella, lo slanciai nell'ottaua Sfera a finiteli
numero delle quarantaotto Imagmìcelejìì.
Tr ap. S gli è pur vero , che l'arte della milhia s'apprende meglio con l'efpemn-
?y , che colcontinuo fludio de i libri militari ,penbe l'e[perien%a , & il lun*
go effercitarfi nelle guerre fi il buon Capitano , il quale debbe effer forte dì
perjòna, animo[o di tuore , e[perto ne i trattagli , e pmtijfmo ne' buonìconfc
gl'ironie fiete voi.
Cap. etterati, e vinti, ch'io hebbi i quattro Mantenitori della Giofì ra Inferita-^
le,fni chiamato a prendere tutti i dotarti prtmij ; Quando gli altri Cauallien
ridderò muouen il nobiliflìmo CoL-ffb della per fona mia,fer adornarmi de t
douuti pregi ; Si pofero tutti infteme per gettarmi in terra,» line , ch'io non an-
dari onufio de i ricchi pn ti), ioaltbvra auucdxtomideltirosbecflì mi voleva-
no fare pigliai quattromila lande legate tutte in vnfafcio , e con vn colpo [alo
gettai per tetta li qmUtomik Cavalieri,
kagiottafttentó Tretttefimo. J9
tj * 4bvàgioftra col mhpadroneiTuttiìC apitani douerebboneffere
tome
voUioè btuereaadacidw* inemicì * verf ° ' S ° ldatì ' e con fi-
J,j fl co/e opport^E^
Venturieri^ più per quell'infelici Mantenutoti. ">''
Cid Trappola mio,la gloria non nafce da mediocre virtù: ma da queUa,la qua.
V \eècccellente y &ammirabile:UcuigloriafeneviuetHttanellaperfom
rata t fi come l'h onore fi ripofa.emuepiànell'bonorante, che nelthonorato;
e quindi auuiene,che lagloria è tutta mia, ejfendo in me la virtù eccellenti^
ma,& ammirabile. \
Tiap. ^Ujfandro Magno foleua dire, ch'egli defiderauamolto piti lagloria, che
l'utile,ricordandoft,cbcnon era Merendante; Ma fi ben K e > nato fob per ac-
quistare honore ,& gloria. t ■} •
Cap. Quefla ghria è tanto amata , e tanto defiderata da ciafchedano , che fino d
gli Dei piace lagloria; e perciò da Vlatùne Trencipe degli uicademici, e De-
mone Dittino, fù la Gloriacbiamata bene Celestiale ,e premio dei benemeri-
ti noftri .
Trap. La Gloria, come fi dice, è partorita^ dalla Fatica, e l' Ignominia dal-
l'Otto .
Cap. Tu dì il uero , & k con fermatone di quello, che tu hai detto, fapp'i cornar
Giunone,VaUade,e Venere, ejfendo tutte tre innamorate della B rauura,e del-
la gloria mia , uennero trà di loro a contefa , mlendomi ogn'una di efìe per fua
Amante,e per fm difenfore . Girne fentendo il loro contrailo , inuìò Mercurio
in terra l ordinandoli, ch'egli conduce ffe le tre Deeinnanji a Taride Tafiore,e
Giudice nelle Selue d'Ida; Condutte , che furono le tre Dee innanzi al Tafior
Frigio, & intefe le pretefioni loro,diede perfenteni^ttch'ogn'una di ejfefujje
meco a dormire una notte,e che queila,cbe meglio fi diportano, ne gli dimoro fi
affalti, quella douejfe effer mia,e t altre doueffero cedere il luogo, e prouederji
di CompanatUo in altra parte .
Trap. Fu affai,che il Giudice non diceffe di goderle prima mte tre ; perche fe ne
trouano di quejìi tali Giudici , che fila feiam piegare pià dalla bellezza , che
dall'oro,e dall'argento ; Selene il G'miicenon donerebbe pender' a dejìra per
amicitia,afinifira perodio,emala uolontà,nè innanzi per auaritia;ma federe
/opra il fuo Tribunale, faldoj 'ermo, e diritto.
Cap . Mercurio M ejfagg'tero, e Sigiano degli Dei,dapoi la pranmtìatafenten-
%a,fc ne uenne a trovarmi a cafa , conducendo feco le tre Dee , facendomi in-
tendere la uolontà di Gìoue , e la fentenya data dal Frigio PaSìore nelle Selue
d'idafto iute f ala pretenfìone delle Dee, iluolcrdi Gìoue, elafenten%adì Pi-
ride, la prima notte giacqui con Palkdeja feconda con Giunone ,e laterza eoa
Venere .
Trap ^ Dio Padrone che mìue ne pìgliafie una buona f corpacciata co quel-
le belle Signore .
H j Cap.
Del Capitan Spauento, \
Cap» £ perche venere fera meco portata più lafciua&étte delle altre due ,
eleffi tenere per miaConcubina t (cacciando ddl commercio mìo 7>aHade t e
GiwWBC, Quando le dusdifcacciate Dee fenthonoffpra ,+durafenttn%a,fi
multarono ver(odime,e con acre rampogne cdmwcmono a fgridarmhchia-
mandomi villano indiscreto , indegno del nome di Caùaliero , & indegno d'ho-
noreedieloria.allbora genere cominciò a riprenderle ^moltiplicando m
parole vennero dalle brutte parole a i peggior fatti. Mercuria vedendo ciò
fi pofe in me%pper diuiderle^enon potendo refifiere aigran menar dì quella
tre Dee, chiamarne infuo foccorfi,& in aiuto fuo : Io allhora. vìnto dall'ira »
lepigliaituttt treperleTrcccie^e le slanciai nell'aria „ le quali andarono a.
cadere in diuerfe Tarn del Mondo,e co fi bebbe fine l'amore fa tenzone.
Trap. 1 1 fine delle Meretrk i fi è di pigliare vnfolknnijfimfi mal Francefe,, e pò-
fàamorìrfetiemiferamente allo Spedale* >
€ap. Trappola dirai a quello- Scolare amico mìo venuto per a ddottorarjt , che
non pigli iT unti da altroché dame,percheioafuarequifitione hò fatto ano*
tarevnaScimiurra turche fca per addottorarlo ,.c darli venticinque T'unti
f rimo/taccio* ,
Trap. lo non mancherò: fe tutù i Dottori pigliale rei Tunti drquesìa maniera
ogwi Dottore kauereb.be 1 vn beUiffimo Triuilegiofulvolto . ladrone andiamo-
ai maneggio de i Cavalli doue fteteafpettato*
Ca p- indiamo ; e vàinnan^iafar metterla bailina , & iLcauezzpne ai quel-
l'Elefante Totledrotfcrcbeto vogliometter nelmaneggiù,domarto,& auue^
%arlQatte€oru£tte,& al folto delmontene. ' ;
Trap. In cent'anni, & in cento Me fi, credo ^cke Elefante imparerà, afa* l**
prima, cormtaiìo vò,vcnitetofio
RAGI®-
R AGI ON AMENTO
TRENTESIMO PRIMO.
Capitano , e Trappola.
FWo iodifcefùn queBo gran Teatro del Mondo , ijy<jj«-
wo Faro mi diffe Capitano Spauento ,yà,Vedhe Vinci,
Bìfognaua, dapoi poter dire y come dijfe. quel Valorofo
Capitano Bj>mano,io VennUt/ìdi, e Vinft .
Sentì pure ; intefe,cb'io bebbi le Fatali parole mene dì-
fcefì perla vìa Latea,flradadegli Dei, e difendendo dka
Ktffa,VennÌ-,V\ddi,e Fin fi il Mondo tutto,
Trap. V oifaceftepìà dì quelfamofo Capitanargli ne vinfe rna parte,e voi viti
c ette, e guadagnateti tutto .
Cap. Quando i Potentati della Terra ridderò ciò >tomin àarono a doler fi, & a
quereiarficon Gioue t dator de i Regnijntornoalnon bauer più partenti Mon
do,cbe loro fttjjé.
Trap. V ederfi yfurpare II [ho è vnamala cofa,eJfendocbe la guerra,cbe fi fà per
cagione di S ignoriate di riccbe%z*,non ègiufia , poiché non fi debbepcram*
bidone turbar la quiete altrui t nè per auaritia rapìre,& inuolarei propri} beni.
Ca p. Tufei yn Bufalo, il Fato ordin è così : Et è poflìbile , che tu non ct>nofea,to.
me conobbe il F attonito merttaua Coronaprima, ch'Io baueffichiome,cb'io
meritaua d'efier chiamato Generale primario fuflt Soldato je che queflema.
ni erano degnedì Talme,di Smrì,e di Trionfi prima.ch'ejfe le poteff ero fofte-
nerefSetu non fai impara, e dapot rifpondi .
Trap. Io sò beni$mo,chela Gloria ri corono? animo prìma^b'ella vi coronaffe
ti Capo ,e che voi regnafle prima, che cominciare a regnare.
^ap. poratomiamo altralafàato ragionamento: Quandoi Tremipi della Ter-
ra }i vidderopim de gli Stati loro,commiarono a ìamentarfi, & a qumlarfi
(ti me t lojentendogU a fp r ì lamenti, &i duri rammarichi, comparando io
yatoioro t e punto da^merofa Tietàdìedid'vn piedein Tenacofi forte , che
^Sio mouì ìnmul lm P er ^ ' * nuot4€ Mo-
ti 4 Trap,
Del Capitano Spauento .
X ta« lo credo: perche b&vdit* àncora dire , che afta Brauurarofir
pìegm&iMmthcbmandolepinofe ttfie Jacendouimereti^a , e piegando le
Mofe gmocchtaperincbinarui. \ S
Cap.» Co/ M ^«cro ««owK^' *«<ww«4*« 1 *%2<°" *« del Moni»
TtZ^Z^libo.iorivoftrinonfi
Saìudwa Cartagine/toè il non ardir di pubhcarlr: in quella gmfa ancora, che
munonon ardiuadipingere Meffandro Magna ,fmra ck>^ppeìk,nè ìnt*.
zUarlon'mn'altro^beVcrgotele. . . .
Cap. fatto , cft'io bebbi UmemorabU tiro Subito ogn'vnovenne a nograttamr,
grbonorarmi. 1 , • j .
Trap. voimerÌtatetantohonore,cbefelbonoYéifÌeffononritornadtnmuoa^
iKrdire t &agermoglkreicredo che da quàinnan^nonfitrouera altro bona- .
Gtap.. Tr«ia bonorà A^rtc, Creta Gionf. DW/o ^foflo, Tebe Hercoie, Row«->
Romria,Menfi Oftri,Latio Satumo,Sparta Lkurgo;& U Mondo tuttofano-
ra il Capitano Spauentotua-Padro«e>e Signore.
Trap ^naccorremmr&llaBramravofìrasffendoeUamatadalh Terra,
temuta dall'acqua , merita da i Monti , tremata dai f imi , inchinata da t
Campile rifrettata da tutti gii Dtu . ■ * '
Cap. fi ben vero,cb'iovnavolta feci m'oltraggio grande, &rn onta grandi jji-
di Mondo , efàfolo^erch'egli non cono/cena , e rkomfceua la grande^
%z mia .
Trap. Quai'oltraggw^ qual'onta gli facete vc^ _
Cap. I/Okrageio /d ?«efìo , ch'iogli tirai vnpugno nelvoltocofi forte t ch io co»
amilo tettai pefTe r raì^ifric*,V^fia t i'Et*ropa>e la dorata America .
Ttap. Obfenùpìign* ì dì coftfatù,efimili bifognerebbomiù'l l'onte a veneti^
ò a Siena tra quelli di San Martmo.edeUaCofiarella.
Cap. Fatto,ch'io hebbi il memorabil soipo,gettate,cìuo bebUaterra le quattro
Tarti del Mondo, in quella caduta fi mefcolarono tutte le Natiom infume ,/t
the pìà non fteonofeemù Mattone Italiana dalla Francefe , la FrancefedaUa
Spagnola Ja S pagri itola dalla Todefca,la Todefca dalla Torcala Turcadsl-
wtfaeafHehrca dall'araba f Araba dalla Cddea,la Caldea daU Egittia,
evàdifeorrendoper mtele Nationidel Mondo .
Trap Gratidiftimo danno per certe-, fotter ardo tanta gente [otto quelle quattro
TanìM M<mdo,la Mortenon batterebbe fatiovn ct,tpo tale :f onere Creatu-
re mirerà conditone dell' bimana gente, nata con tonditione didoutr morire:
Sbea dìffe quelSauw,quandodiffe,La rìta bumanaaltronon effire, eberna
tela ordita dalla ^atura teffutadal tempo, e reàfadalla Morte •
Cap. \ Quando ìl Tempore la Natura ridderò quella mhabil prona Jpautntauda i
damo fatto da meSìo forte, t poderofo braccio mi fi gemono genuMJw
- - " " nanQ
/Ragionamento Trcntcfimopnmo. 61
> - A m <£ndomi,eftìppkcandomi,cb'io douefft rifiorare il danno fattoi foU
lu^eaucllo^h'io hauMetuto a terra . vinto dalie preghiere toro , mi r ì-
LTteiia Gentilijfmo GAMiero di compiacere alle giufie domande; onde m
Zfubito, e con due ditajolefolleuaile quattro Tartidel Mondo gettate a ter-
Jecon vn foffio/olo diuift natele confufe Nationi:equ.ndinafce,cheil Mon
do tutto m'bonora,e le Trioni tutte mirendorio Tributo, & obedienzagran-
diffim* • t
Trap Grandi(fma ventura bebbe U Mondo a ritornare m pnBino con le Catio-
ni fue,e come diffe ti Sano ; La Fortuna fpeffe volte ritorna per quella Jtraaa ,
che danoi fece partenza- , l.
CaP pyopofito della Fortma, che tubai nominata , mi forimene di queho , che.
m'auuennefeco: e per dirtelo, fappi> come bauendo io vn giorno l'human acro,
òfdfacomedìr vogliamo, meneflaua ritirato nella Qameramia,fen%a volem
commercio di per fona alcuna*
Trap. Huomo folitario,òbefiia,ò Dio ( difle colui )
Cap. Standomene coftfolitarìo ,miftfece innanzi là Fortuna con la fua Hjtot*
m mano, efo riandanti ad eflerfuo deuoto promettendomi in premio grandijp-
me Ricchezze, & infinite littorie .
Trap. La Fortuna è fintile al vetro,il quale quanto pia rifplende, tanto è più fra-
gìle;Lt Fortuna con vii 'occhio ride,e con l'altro minacciaicon vna manodona,
e conl'altra toglie;convnpiedefegue,econl'altrofugge:Padronemio ella vo~
leua ingannami .
Gap. Quanto più la Fortuna è auunfx,tato più è chiava la virtù dell'lmomo; (odi
pure ) intendendolo ella efiere la Fortuna fola colante nella fua inconfìanza»
la feci pigliare da i miei Creati di cafa , la feci fpogliar tgnuda t e le feci dar
cinquanta Raffilate convn Centuroneda valigie , e per vltimof cacciar fuor*
di cafa . • - f \
Trap. Oh qua ti voglio : Mia paffata Fortuna ft rimedia con l'oblimene , alla
preferite con la prudenza , & alla futura colmatura conftglio , e con la proui-
denzg ; bora che partito pigliafie «ai al futuro auuenimento della feguente
Fortuni ?
C3p. La Fortuna fenandè innanzi al Tribunal di Gioite a domandare GiufiU
tia:Giouefdegnato contra di me, mandò Mercurio afgridami, il quale bebbe
pt r rifpofla della fua ^émbafeìata la Coperta, come fi dà a i Buffoni ; venne
CMarte per farmi vnafgerrata , al quale fù fatto vn feruitial d'Inchioflro :
Comparue 'apollo riprendendomi in verfo lambico , & bebbe per rifpojìa
m'orinale d'orina marcia sù'l capo;venne Hcrcoleper domarmi,al quale fe-
ci dare vn£auallo a cui ignudo ,d la 'Padella dalle Caflagne^ome s'vfa di fa-
re a tutti i Buffoni alla Corte di Mantoua .
Trap. Mia Fede,cbe gli douete giouare afìai,e non poco.
Cap, Gbue vedendo ogni fatica vana ,fe ne venne in fei
venne in perfona amato di Cele-
fa
Del Capitaho Spaucnto !k
fie Fultnheipet Iettarmi la vita,& entrando nella (tornerà mia, al%ò U rìtm^\
per fulminarmi il Capono jubito cor fi alla parata,&àille prefe, e quitti a -pitta
for%a. li kmi ti Fulmine di mano, lo feti mioprigh^pfo , lo fpogliaì della fu*
£>eità,e la condannai pervri~dnno à Hregliareimsé CatmW a dormire
aU.ìJLiHa.
Tl'ap- voi yiliberaHe beniffimor ma guardatcm di mtouo dalla Fortuna > perche
cotneftfuol dire, Col verno,e con la ? rimauera della Fortuna,crefcono,c ca-
dono le Dignità mondane.
Cap. Io non lo flimo vn fico ; V enga pur la Fortuna,e facciami il peggio, eh 'ella
sà^puotccb'io per me,la bramo fempre contraria , e fempre auuerfa ; effen*
do che la Fortuna profperaarruginifcegl'ingegni,fpegneìl vigor de gli animi,
e rende pigre lefor%e del corpo .
Trap • "Padrone ricordatati >che'l fauore della Fortuna vale più, che tuttei'hu -
mane for%e .
Cap- è cofa più chiara,* glorio/a , quanto l'haucr fatto efperienxa d'ogni
forte di Fortuna •
Trap. Fortuna noni altro, che vn nome vano,cbe d'tmoflra il poco fapere de gli
huomini,e fà introdotto per coprire l'ignoran%a humana.
Cap. "Hella profpera Fortuna rare volte auuiene , chel'bttomo habbia la mente
chiara, e doue fono gfu» beni d't Fortuna fpeffe volte fuol'effer poco ingegno.
Ttap- Dilla buonaFonma, e da i fuo'i beni, deriua ,nafce,e fifa conojeer l' In-
uidia •
Cap. Buona Fortuna è Rabbatter fi al bene prima degli altri.
Trap. Effetti di Fot tana fono queUi,doue la cagione è indeterminata •
Cap, Gli buomini Sauij più temono due giorni di buona Fortuna-, che cento di
cattiua. ■ . :■ . 5t '.wvifc av«p: -V
Trap. I poueri folleuati malto dalla Fortuna , diuentanofuperbi, & ìnfopporta-
hiiU nè fi ricordano più dcllapaffata pouertà : Però "Patrone ricordatati , che
fiete fiato folleuato da leh,non ingroffate la vifia , e ricordateci de gli cimici
vofìri,e de' voflriferuitori .
Cap. Lo farà ; Undumo al ridutto degli fquartatorì .
RAGIO-
RAG ION AMENTO
TRENTESIMOSECONDO .
Capitano > e Trappola.,.
RUMO ^edi Troh per la proportbnatafìatrira del
corpo per la ben comparati mijura delie membrane? la
ben compleffionau legatura deirtndiu'tduo,eper la t avu-
ta, reuerenda » e ben lineata bellezza del volto meritò
d'effer gridato degno dell' Imperio di tutta l'afta ; & io
per tutte le raccontate cofe,meritaid*cffer gridato Impe
ratordel Mondo ttttto,effendo di lui molto piti bello , più
bene ompo /lo, più ben lineato^ molto più perfettionato di lui .
Trap' "Padrone mio, voifietetale,che quando il Sole nafce,vienc folo,e furges
dall'Indico Mare per f alutare j& inchinare la grandezza voflra,e quand'e-
gli fene fugge all' Occafo, è fòloper fuggir l'incontrodct chiaro lume delitti
voflra Bramirà .
Cap. G randiffima è la Brauurd mia,e grandi ffima anco ila forza d'^morCtpoi-
ch'egii con la fua for%a leua il Fulmine di mano adone, il Tridente a T^et-
tuno,il Biientea T luto, la Ma%gaad Hercoie,la Spada a Marte, e la Lancia
dìmanQ al Capitano Spancinoci quai Capitano ètra ì Capitani il Colonello T
tra i Colonnelli il Generale,tra i Generdli il Vrenfipe,tra i Trencipi il He, e
tra i Re l' Imperatotele tra gl'Imperatori il Monarca de gli Huomrti Braui .
Trap- Gli -A ntichidimoflrauano la forxg d'amore con la proprietà del Fulmi-
neCelefie. il quale hauendo tre punte, coneffe rompe t penetra , & abbruccia
tiÒ>th'eglitoce*i£oft Untore quafinoueSo Fulmine ognindurato,& agghiac-
ciato cuore rompe ,penetra,& abbruccia; Infommct Ornare è febre jangui^
gna,e conthna,che affligge l'anima,& il corpo in vn medeftmo tempo .
Cap» S h pur forte, e poffente dimore quanfegl ì vuole , che s'ei non fi rifolue di
farmi contentalo mi rìfoluerbdì fardi lui crudelijfimo flratio ;Epr'imad'o- '
gn'aUrAcofa,voglioa.yimfor%a Iettarlo di feno alla fua, Madre Venere, fot
pigliarlo pervnagamba/flinchrloneU'^iria, fi che cadendo cada diuifo in
quattro parti,la pvmalhabbia il Lutante, la feconda il "Ponente ,la terza il
Me%ogiorM f e la: qmrta il Settentrione „
Trap-
Del Capitano Spauetitp
Tcap* Guarditi Umore non ti lafciar pigliare aWimptouifo, perche tuprouèM '
VÌra,& il furore del mio -padrone: e [e bene fi fMldih,cbe dimore a ciafche
duno faccia ingiuriare , da ninno non larice**-, ciotto quefìo guardati à
Ciò E fe ver forte Umore auifato deltutto,perfalmrfi dall'ira mìa ,fe nefug-
\i(Ti in Grembo a GÌoue,io ailboravoglio faettar h sleffo Girne ,con l'arco,
VLn Jstralitotti ad Umore ,far piouer fangue fpogliarlo , metter jnttofo-
s'egli fi fuffe nafcofo nell'ottauaSfera&ogtio cercarlo fin tanto,chiolo rttro*
ui.e lo taflfabifetier tomamente.
Tran Io pet mecredo,che voi non farete nuUa,ponendom con Umore , fe pure è
me che Umorevna volta fece fabricarc vna catena lungbiffima ,alla quale
L vn capofece attaccar •natigli Dei del Cìelo,&egliilandofene m Terr^
attaccato all'altro capo della catena,e tirando a v'ma forbirò m terra tutu
ali Dei della Celeste Córte . Tadronebi fogna ncordarfi, che Umore allo
volti è furor Comico; ma che per lo piàfiéol'efer furor Tragico: Guardate^
pure,cbe quello fheyolete far àlui,nontocchi à voi,con vofira gran vergo-
gna, e feorno . rf
r, D f a cck pur manto sà Umore, adoperi pur meco l efirma fua pofj an^ ,
* ch'io nonio fimo vn aglio; ò fe fapeffi Umore queUo,cb'iofeci vna volta m
Roma metterebbe lepiuenetfaeco, e non mi farebbe ballare a danno juo .
Ti-iD. Che cofa face ile voi di grati» caro Padrone i
Cw Hauend'io vn giorno nel Circo Mafimo vecifo di mia mano duo mila Già
P 'diatori,e quattrocento Leoni , fui a preghiere di Marte, & àperfuafione dei
Senato Hpmano,ajìretto di fare alla Lotta con Briareofamofifmo Gigante ,
U quale baiteua cento braccia, e tento mani.
Trap- Quellabefìiaccia di quel Gigante era fmitt alTedoccbio , che 'da t Latini
■viendettocentumpedibus. ,
CaD Venbnmoduque alla Lotta Ufiemc,& alle prefe, egli mi prefe nelle brac
eia & io lo pigliainel trauerfo t e leuandolonell'Uria.lo iafciatcadere conta»
tafor*a,e con tanto furore, che la Terra s'aperfe, l'inghiottì viho, e lo diede a
Tintone per fuofcalco,bauendo cento braccia, e cento mani -
Trap Quello Scalco folobaflauaà(eruire alla Menfa del Dianolo fen^aitrt
CaD Sfinita la prima Lotta mi fi fece incontra Ucheloo afiutiffimo Lottatwtt
quale haueua virtù, e facoltà di transformar fi in vane forme, io fukto cor fi
ad abbracciarlo fingendolo tanto forteti/egli fene slaua per crepare, Ul-
Ibota t afiuto lottatore fi trasformò in veleno fa Drago; io vedendolo cosi tras-
formato lo slanciai per la coda fui Molo dì Genoua , doue da quella N obiliffi-
ma Signoria fà prefo,e ritenuto per cofa molto pregiata, e cara .
L L'3p«
s
kagionampnro Trentefimofecondo. 65
. $ /Quella Signoria mi pate.c'boggidilo tenga per guardia del /uo Te/oro m
valuogo nomato San Giorgio. . .....
r n Jlcbeloo di nuouo m'ornando buomo,corfe ad abbracciarmi , w A \lhora lo
P ' tettai perterra t con animo d'affogarlo: onde per non morire, frìtto fi trasfor-
mò in macchiata Vanterà , io vedendola la pigliai per la coda,e la slanciai
ncllaTiaz&di Lucanone da quella Hobìliffima Signoria fu patata perirà
prefa,epofla alla guardia della loggia loro.
Trap. La quale debbe farla guardia a quei Signori Mercanti , che vi pafìeg-
giano. a
Cap. debeloo di nuouo ritornato L oliatore venne meco alle prefe,& allefìrctte,
e così flemo su le contefe buoniffima pe^asfinalragte perleuarmi quel tedio ,
e quel impaccio Jo pigliai per la goU per Hra^rlo t & egli in quel punto per
noamorire fitrasformò inferocifjìmo Leone,iovedendolptale,loprcfiperls
coda,eloslanciaifopralaTia%zadi venetia;doue da quella T^obilijfima Si-
gnorìa fà pigliato per jtrmi,e pollo fopra di vn'altiffima Colonna di pietra,
vìua in ritta al Mare, che forma il Canal grande .
Trap. Se Untore batte f/e 'nin fe qitefle voflre prodezze , fen^altro vi baurebbe
fatto contento; e fuomalgmdo ; perchenangli hauerebbe giouato il dire, la
fono dimore anima del Mondo,cauatodalparlimento del Coas,palufìre t fan-
fuga,che /uccia il J angue di tutte le vene, mc%o trà il bello, & il brutto, me%o
tra la fapien%a,e l ignoranza ,& altre cr>fe,che fi dicono di lm,e fi farebbe ca-
cato adoffo,come fi dice .
Cap. Veduto, ch'io bebbe quelle tre Nobiliffime Signorie d'Italia, arricchite per
opera mia di quelle tre is[obiliffime Imprefe,fatio,& infastidito dalla lunghi/
fima Lotta,pigliai dinmuo Acheloo,ch'era ritornato buomo , pefvnagam-
ba,e lo slanciai nel Regno di Calidoriiaìdvuc cadde conuertito in Fiume \pian~
gcndo,e lagrimando l'infortunio fuo^così fi diede fine alla s~lr<iuagantiffim&
lottai .
Trap. Se voi piglia/lì jimore,e lo slanciafìe,come oicheloo,fartbbe vn bel vede
refuola%zarpe\- l'aria quel Colombo fanaigo, come dicono ì Bologne fi .
Cap. Hora per ritornare a quello ,c he tu fai » fono venuto a Roma per riarderla
Donna mia,& hai veduto con tua gtandiffima merauigliaje Rupore, come il
Campidoglio,le Thermedì Diocletianoja Ritonda,ìlColifeo t la CoIona Tra-
iana,l' àrcadi Tito,il Monte Te(ìaccio,l'^igugUe,le fette Sale; Vafquìno , e
Marforio fono venuti ad incontrarmi fuoradella Porta delPopolo.
Trap. ^ Bcllijfimo incontro^ nobilifiima caualcata,non mai fatta ad altri , che a.
voi :Quà dunque ci fermeremo,e trouerete la Donna voftratuttacortefe t epia t
e tutta farà per opera d'ambre , dubitando della Br anitra vofìra : Sarà ben
fatto per qualche giorno Jìarfene all'Hofieria , e pofeia con pià commodo an-
dar/ene a Camera Locanda .
Cap. H qnetto t che tu voi; ricordati d' andare, ilh Dogana perla mia VaXige ,
la quale
Del Capitano Spauetito , \
U qualeUnfegneraialiHosle.dicendogli^hene tenga conto,perche dentroW * *
fono cofe di malto valore,daptefentareagli Ornici.*
Tf AD. E. segli volejfefapere cào.tbe v'è denva; per vìdei cauto, che volete voi ,
tb'ìoglidicil « . r t . . . , , . -
rao DiUi - chedentro v'èvnfcatolone pieno di cofe belle i&m oltrr, ebeti } o-
y ' n0 mo ltì vati di graffetta Napolitano , fatto di Complimento , e di Cere-
manie K apolitane , da far le rnanìdi quefle Signore bianche .morbide, e pa-
tìofe ìnfime eoa molti fcodcllmì di rametto fatto d'alterezza,* dt Superbia.
dlcoloTirele Guancic, WHjifo , il Mento t e le Labradi quefle Matrone^
Tran Glielo dirà,ewcommanderlognicofa.SÒ cheque/le Signore Romane fa
ranno feruite, poiché potrannocon quejìecofe accrefuiebellexja alla-beller-
X a loro,egmrdandofinello Specchiofi fideranno d>ognialtra cofa,eccetto t
ihe di loro mede fimo . Ma quefia omertà folo per colpa dello S pcuhiof affri-
cato fopra il fiume Lete piatite d'Oblìuione.come vogliono i Voeti.
Cap Io non vorreìgià > che qusjìo amenijfe nella Donna mia ; ma entmmoneU
l'Hofìeria ,edùll'Ho(le,cheperdefmarevoglio d'Sle fanti
awJìo,vna zoppa graffa in brodo di Bafilifco,& m'Orfa arrabtata flufatam
un pignattino .
Ti-ap. ì' per cena,che cofas'hàda mettere air ordine ?
Cap- Toco, ebuono. ,
Trap. Tanto ordinerò entriamo purefPadrone af coliate felHofte mi dimanda}-
fefe voi Sete liberale,* audro, eh e co fa volete voi, che io gli tifponda .
Cap. 1 Dilli, ch'io fono non folo liberale,™* liberaiiffimo, e quafi prodigo, perche
^tuaritiafàl'huomoodiofo.e la liberalità Prende amabile.
Trap. La prodigalità guafìa le riccbezx e > £ laglorìa .
Cap. Liberale è colui ,cbe dona àperfonameriteuole. '
Trap. Gli efiremi della Liberalità fono l' guariticela Prodigali tà
Cap. V^luarit ia è il peggìor di tutti i vity i quando gli altri inttecebiano, e man-
cano quefìo ringiouenifee ,fàUbarba d'oro ,ecofi gìomne fe ne và alla fé.-
poltura . „ . ■ h tL.
Trap! Vero ricco è quello .the poffede l'effetto delle ricchezze ,enonl affetto
Cap. d 'vkùwio fecondo la natura non è maìpouero.e fecondo L'opinione non è mai
ricco .
Trap. Il fise delle ricchezze è l' vfo in bene,e non in male .
Cap. Il defiierio delle ricchezze è infinito .
Trap. Meglio èpouertà virtuofa>cbe ricchezza viwfa .
Cap. Gli iAuarivìuonoda'Poueri,per morir Ricchi.
Trap. Liberali fabricano , comeftdoueffero vìuerfemprt, e mingano , e beueno,
comefedoftefìero morir in breite, ^
) Ragionamento Trentefimofecondo. <s 4
^T* ^ T *vecchìezza>è\lÌ*ronUodetl'^umto. - ****
ra» L'awwo v/imtrio ^ r» fcrfro domcjlico-
c/Tendo cbeglUuarìperconfermre riarmi perdono l otibm .
Gap- C**/pj«i«"»/* rà " : entrìamor^HoJima t ed li; h » fonolite**,
lijfmo Siderei e eòe i r <mir»o»f »ottJ*r<><irria&«/« ? tw»o .
R.AGICV
è»
Trap.
RAG I ON AMENTO
TRENTESi ÌJAO TERZO .
Capitano , e Trappola^.
Rima, che Hefpero dapoi del tramontar del Solecomln-
ci à dimoflrarfi nell'a^urro Campo deicida , e primo.*
che la Notte tutta veftita di bruno venga anafconder'il
colore alle mondane cofe,và dal Capitano Sfer amondo,
e diUi,cbe domattina mi trotterò fen^altro al destinato
luogo, come gli altri Caualieri per giostrare al Sarace-
no,vefiÌtoallabi^ra,allafataflica,eallacaprìcciofa.
Et in che modo,e di qmle maaiera,acciò ch'io glielo pofia dire ?
Sebene non douerei,non effendocofiumedicoloro^hegiofirano Upalefar-
lo,Wttauia mi contentodi farglielo papere poiché non debbegiofìrare, ma fo-
la ferrimi per "Padrino: l'arme mìe faranno queìle, li antipodi per Corfa-
lettoyla Tramontanaper Girello,l'Ojìtoper Mantojl leuanteper Celata,&
il vanente per Tennaccbiera:& in oltre gli dir»i,cbe i miei Tamburi faran-
no i Terremoti di Ferrara^ le mie Trombe le firida che fanno l'anime dan-
nate nell'inferno .
Trap. £ coluì,chenon diuenteràfordo,e paralitico haurrd vna grandiffimaven
tma.Vadrone voi ftete vn grand'bwmo,volli dire vn gran Capitano
Gap Capitano neramente ; e Capitano molto differente da gli altri Capitani , e
che ciò fta aero ft dice, che Alcibiade, Scipione, e Cefare , furono creati Capi-
tani mentre tufferò al Mondo,& io fui creato Capitan?, e Generale nell'utero
m lt erno,e la Guerra ifìefia mi fù <Alleuatrice , e Balia . ' _ t
TnP fi queflt Balie nofene trouanoailo Spedale de gli InnocenthMa ditemi
1 caro Tadreneffe h fapete però) che ordine tenne WHatura nel formami ì
Gin Quando l' 'Indurre ,e Dedala Tatara uolle formare il Capitano Spauento,
' trefe l'Oro della prima Età/ ^ r gesto della fecondaci Bjtme della ter%a->,
&il Ferro della quarta, & ultima, fatto, ch'ella bebbe lafcelta de i quattro
mbilifiimi Metallhdell'Oro B faticò la tefia, dell'ergente il corpo, del Ba-
rn" le gambe,e del Ferro lebraccia: e quindi nafce,che quefle forti, e podere
fé braccia non fanno trattar e altroché ferro,edurifsimo Acciaro .
J Trap.
azionamento Trentcfimoterzo^ cf
■ptift 'Quella mi fembra tutti la {lama del Re 7{abucodonofore .
Cap QuelkfiatnafCbetuaccjmherafiatuafemaJaldaidura^mmobilefenon
• parlàuj, > Ma quefla d'el f Capitano S pauento è flatua parlante } mouente ,e
minacciante . E segliauuicnc s cb'clla faccia quifìionein qualche luogo , quella
parte mette a romor la Contrada,la Tid7ga,la Cittàja Trouincia,il Regno,
l'imperiosa Monarchia jil Mondo ,il Cielo,l' Inferno ,efà tremar "Plutone,
che non fuol per timor giantai tremare.
Trap. Oh quefia è vna di quelle fì*tue,che fimile none fece Riamai Michelan-
gelo Bnoaarotti,nc ilCaualicr Gian Bologna,S tatua degna d'honore,e gloria,
veri,e certiffimi frutti della Virtù .
Cap. Ilvero Capitanodebbe effcrnodritodigloria i comeforì'io i ciehbed\fprez\
•zarla,perckc la gloria fafpre%za.ta i a tempo diuenta maggiore;e lagradezja
rende la per fona magnanima t & il Magnanimonon è intento ad altroché alle
tofegrandi,c digrandijjimo pregio fiomefon'h.
Trap» Caro Padrone raccontatemi vn poco qualche vofira magnanimità.
Cap. lo fon contento', hor fenti questa. TXj&ore Regina fece fabricare vn Ton-
te fopra l'Eufrate Fiume } Giulio Ce fa re vno fopra il Rheno j Tlercole vno fo-
pra il Tebro ; Traiano vno fopra il &anubioi& io ne feci fabricare vno fopra
il gran Mare Oceano. . ,.
Trap. voidousfìcfpendcrevngranteforo.
Cap. L' Honorem l'^iuaritia non poffono (lare \nftcme t e pertanto il Magnani'
mo non guarda a quii fi voglia grandi jfìma fpefa .
Trap ■ Intendo,che il Magnanimo non guarda afpefa alcuna , volendo per tfie%o
della virtù efìer co nofc'mo Figliuolo della gloriai non per me%o delle ricche?
%e Figliuolo della Fortuna .
Cap. GliHiiominidi gran cuore,e di grandi fimo ardire più predano la Fama,
_ che la y'tta-.Bifogna, Itfciar dife buono,& honorato grìdo,come fk il tuo Va-
drone,che douunqueft pone,mette il tutto a sbaragliamolo per acquistare Ho-
nore,e Fama . E che Fama non m'acquiiUi quando conte ft con la Alone a
beneficio d alcune T^nfe^eHc^ ve<qrofe,e d'alcuni vaghi pastorelli ?
Trap. Se mele direte lo faperò:tna che co fa faceste voi caro Signore*
Cap. C aminan.loio vn giorno per vnbofeo di Quercie ombrofo, efpe'jfo,m'incfc
trai nella Mortela quale faceua crudelijfima ftrage di ninfe ,e di pafìori ; Io
ciò vedendo^ compajfìonandolalorobumanamijeria,ccminciaia fgridarl'-
itteffa Morte .chiamandola crnJcle,empia,&inbumana : la Morte f abito mi
diede vna mauka affohtta fm-£altra conditioueilo alzai la mano.e gli diedi
sigranjcbtaffosb'togli carni tutti* denti di bocca .
Trap. Et ella lenza denti non doueua dapoi mangiar' altroché panata .
*~ap. Quandola Mme vìdde tutti ifuoi ientiin Terra.che feceifececomt Cai.
m .> e " m ' Gtafone . : f emi "à tutti ifuoi dentila i quali,in vn momgto, nacque
romfvmfìmi monatti armati alla Borgognonl^ti,^ furono i morti ,
I ist
Del Capitano Spauento
la Morte fi fece tapitano.e Duce di tutto Vefercitolmouendolo mitra UfirfT*
namia:loallhora vedendo l'efcmto de t mortijbefi venìuaauukhundo,p-
giì ii per partito di ficcare vn fatto nette me%ana \egione dell'aria , ( «iti-
tato* tettato in atto dai Sole della bramirà miaJUt donegìunto micacciat de-
tto d'vna -K nuota tutto tremante \la quale pofeia crepando , mi lafcw c adere
lo ucritto mgrandijfima Tempejìa,fopr*l'e ferrilo delia Morte; la quale fi pò-
few figa con t(fo t e perfaluarfiandò a nafionderft dentro I jlrca di Mao-
metto nell'Arabia felice. , . .
Trap. Come faceHe voi dapoìa ritornar' buomojome erauateda principio nel
trans formamiinTempefiat ' • . .
Cap. DhfataAefìtquelUefaìanone.e queltamatena y nmafi tuli efjermw pri-
mìeroiU che famanon acquai mcora.quandodiediU vittoria ai Crea,.
topo L'eftete fiati anni dicci fono il fttperbolltomt ?■■ • r ,
Tra. V intédoicome diffe il Toetajlfupcrh Itié*rfo>e dtfìrutto^oe Trmacittà
famofiffima dell' Afia^oi dunque folte qutlh , t he ptefe Trota } fe tpuitoi
vero voi fietc vna gran befìia , perche fi dice , che vngrandtfmo C auallo fà-
qmtlo^hepnfeiadettaCìttddiTroìayComeandbilnegocifii _ _
Cip, Standsmentnelmio TadigliowjnMno all' affediata Citta di Trota fri-
nendo vna lettera £ Amore ad Andromaca Moglie del Fonfmo Hettorej
mi comparxeroinnany AÌace,& Flìffe,ambiduo Grecie valorofifoldattco.
trattando mftemeper l'Ami del Morto Achille fglio di Thcti, nmntgdcfi
om'vnodìloro aLgiuditio mio. Lo loro rifpofhcbehaueua alito mtcjia , e che
mi fileuaffero d'mtorno;e perch'eli mimportunauano oltre modo , tirai del
caàmaronellatflìa ad Aiace, Aiace abbaffo il capo,& il edamato diede nel
volto ai VUffsJ liffe ripigliò il Calamaro auuetadomtlo^fubito abbati *i
tAbo,&ilCalamaro diedeneLvifo ad Aiace.QuMo queìduù GuemendelU
pò A ebeo ftfentìwo offcfifofero mano-alt: Armi contradt me; lo vededo ,
tmafsiando di fermeremo fi mano alla Spada* quìuì attaccammo vna batta-
zliainterzo.Aquell , horrgdoiomùre ) fidh de < l11 ArmenelCampo Greco ,r
qmi comparue Agamennone imperatore dell' Utgohca gente jvfieme un^
Menelao fm fratellojiqualipottifìfrà dinoti diuifero^ne r-duffetoallapa
ce. Agamennone veduto ilvalor mio.mi pregò^'o^IP * wt,me >° P W ia "
relafamofa,efitperba Troia.
Trap. Ugratianon fi potetta negare^nè fi dotteua) a quell Imperator del Cam-
Cap/" Toalìbora per compiacere all' Inmttijjtmo Imperatore t a Menelao; aVj-
fiore.aTalamede^al Campo tuttoché feci i ìytiouandmt avdenuffima*
mente aecefo dellabdle^a d'Ahdromaca,Mogtiedelvalotofo Hettore^la-
dai vno deraieiSofpm nelfeno della, bella. Donnamiajtquate tome Fulwi-
ne ardente pendendo nell' «gghiau tato fua penose traffe f amile d'Amerò,
fapittaieile quali in n fièno arfero } & abbmcjkmo la Fmofa Troia.
- - i rap»
^azionamento Trentefimotcrzo. #c
mUimt mìo n6 occorre più viuer'in dubbio del vofiro bonore, e della rcjlr*
C3 ' fama tfcdol'bonorevnaprofeffionevoìotarkdegliar.imiv:^
l fede della propri* virtù,f del valore ,poicbe voi a. manifeflifcgni tate* tan-
ti volte h mete f itto Tede della voflra virtù , c proprio valore.
Cap . M^'umo ragionamento Trappolamio.Hora,cbcne viene il venosi»
mutar foggia di letto, forfè vfav.zo. nuoui di dormire ancora.
Trap Porrete forfè dormire, come f annoio Lepri,cmghociht aperti?
Capi Forfe,cbe sì poicbe'l vero Capitano debbe fempcreffer vigilante , efe pur
domi \dormm comefaceua jlrgo pajlore di Giu»one,cbc con vna parti tdCJ
gli octbi funi dormiua,e con l'altra vigilami Fà duqM t cbe dà quamna.ii ti mio
letto bibbia ifuoi miterdzjcj ditela di rame,& la fra lana di limatura di fer-
ro , e cbele lenzuola ftano di miglia gazzerina , e le coperte di piastre diac-
ciaro ajfocato,per slarfcne più caldo la tiotte.
Trap ; . Elimitt'mx poi trou.triùbello,e cotto ,come le polpete ftu fate, bauet e al-
tro ebecommandarc?
Cap. S'intende,afcoltapure:vàdalmiopafticcÌer<),&ordinali,cbemi faccia
yn patticelo di Crandine,dì Tempefia,di Tuoni t di Lampi,* diTerremoti , e
di Saette a rdenti.pcr rifueglia ì mi lo appetito.
Trap. Queflo aguzza appetito farebbe buono per tutti gli Hof pedali, perche in
vnful>ìtogVinfcrmidiuemerebbonoconHdefcmi,efmorberebbono lo Speda-
le io vò.
Cap. và,ef<ìritornoal maritale albergo.
t % a AGIO-
Tra.
RAGIONAMENTO
TR.ENTESIMOQVAR.TO.
Capitano , c Trappola -
Mand'io qual fi voglia giuoco , ludo, òfpettatolo , fui
vn giorno disfidato dal Tempo a giuocar feco aigìuoco
delle CbigltCiCome lo chiama il Frantefe .
Caro Signore facciamo a intenderci: Qwzflo giuoco
delle Chiglie per quello,cb'ìo m'imag'tno, credo , cbefia
quel ginoco,cbe per l'Italia^ in diuerft luoghi ft chia-
mali giuoco de gli S briglie de ìZonìMoperando fi in->
elfo ma palla di legnose none legni fatti a piramide^befeneftanno in piedi .
Cap. Cc-teslo èilgiuoco. Disfidato ,cb 'io fui dal Tempo , accettali' imito , ba-
ttendo digiaeglìaccommodati,e piantati i legni/ube altronoct reifaua,cbc
ùrare,e giocando prima pariji difpari>mcò per forte ame a principiare tt
giuoco.
Trap. Grandiffimo vantaggio fà il vojìro.
Cap. T mando ama a tirare ypigliai in mano la palla della Brauura mta.e tiran-
do verfo UgimcojiMCon tanta for^ch'io gettai per terratutte le piramidi
d'Egitto. , ,
Trap. lo non credo,chc'l Tempo hauefìe potuto fare maggior colpo : il Tempo
dicOychefuoleatterrartuttelècofecolTempo,
Cap. Finito il mio tirojl Tempo pnfe in mano la palla della poffan%a fua , e it-
rando verfo il giuoco,gettò per terra follmente l'altiffima Torre di -Njmbrot
te Io dinuauoripigliadola palla della Bravura mia , etirandoverfo il giuoco,
«ettai per terra le fette Harauiglie del Mondo.Quando il tempo ridde, cb la
ìefoprananjaua nella foranei valorc,commiò a hmentarfi,dutndo,cbe
iofecogiuocaua confraudefcon inganno^hiamandtmhc barMierottruft*-
We.^qitelleingiuwfcparolenZfecì altroché pigliar la mia Spada, e man-
dolik vn'ijìeffo tempo rngrandìffimo fendente sùliapo , diuiplo m f^F^:
li,cioèintempo pajfatojn tempo prefente>&m tempo futuro* e cosi diedi
fine al contentiofogiuoto. _
Ragionamento Trentcfimoquarto. 67
TV,n '*ìffa5t*c A nharht<{KlmoAo t t eafiigandolp t caligare m Vecchi*
apmiclcbc par, che non habbk nèdenti,nè appetitole finalmente fi diuo-
rsn ra %bofZber»ancbcràlaPerfom mìa ( che nonio credo ) la yjte^
P 'la Mma , l'incenfo , il Balfamo , e la Tioppa (tutte Mante lagnmabih
per natura loro) nonpiangerannopiùilorohfelici auuenmgti ; mapiange.
tanno follmente l'infelice perdita del Dio della brauura,effenlo,cbe la brami-
ra mia merita affai piàiode , che le Mura di Semiramn ,cbe'l di
NcroneM Sepolcrodi jtrtemifia,chc l'anfiteatro di DomitianO } ehe ITc
■ • . ■ lf *r...A ,i'.L n I< J alili ✓> A* LJ /•:•.- 1 .1 1~> •
\
Trap
*phnTneìFÈtiopia,i Tafferi nella Medta,& i Leoninella Lidia, bebberofor
%a,per la loro gra moltitudine, di popolarle 1 fole, e le Cittadi bitegre&ta ni
mai tanto quanto la vofira bramira,la quale farebbe atta a popolar non fola
vn'lfola,& yna Città-.ma il mondo tutto vnito infierite.
Cap. Ldbrauura mia è tanta, e tale,cbcfe d'nuioW) hifognafie piantar notte Co-
lone d'Her cole, nuoui Mbcri del Sole,e della Lunafabricar nume Torte Ca-
fpie,fpianar Monti ,e fcccar Marini tutto farebbe congrandijfima facilità ,e
prefiexza .
Trap. "H^n occorre dir'altro,fe non cbela testura è diuenuta balorda , non fa-
peh/h più formare vn altro fimil'a voi. v- '
Cap. . t'.tkrogiornoneU'arrimtr l eh'iofeci in qnefia 7s[obiliffima Città di Tifa ,
■j le muraglie tutte fi gettarono a terratacciocb'io entraffi diuerfaméte da gPal-
tri,e tutte le Torri, e tutti i Campanili mi fecero r'mcrenxa inchinandomi , e
nel releuarfi, che fecero, tutti ritornarono dritti ,come erano, eccetto il Campa
itile del Dòmojlqtoile per eterna memoria della grandezza mia t e del mio ar-
riuo,vnlle perfempre rimanerfene piegato,etorto,come fi vede-
Trap. - Grandi (fimo, inteUigen%a bebbequel CapauilciOciorfealtrodinotabilein
quel tèmpo* ■ '•"'■tyv.j. -è -«•? JjPgfo&Mjpj
Cip. Sfbè (e? i'nti Piutnt,che in quel giorno fe ne correità al Mare roffo,tor-
bth'ìe fintante, ritotnèindierrùfolo per contemplare Raffretto mio 4 e lamia am-
mira^ih pref ■ Mp)||pÌ|WjWWf l t. :
Trap. '"'^fi^òn foofd nel Mondo^cbe non v*ami,e non vi ammiri,e quelle cofe,cbe^»
non banno n è fpmto,t;è feri fo t voì glielo infoudete t perJ)e pojjmo amami, &t .
amm rànà. .";xh^t v .»»M*rt ?fb-.vs \\ , i?<i tVtutl V<h • i M« »b li VA W *' ■
Cap. 'Entntoich'teftùJenHta quella ìnclita , & ^ImaCittà-di Tifa ;gouer- ;
noi tit retta iti Sereniamo Gran Duce T optano jprr dar fegno deli'eft remai
mia fVrj*à ,edeil'cHrrmt%mió\valohipofìman»aUa mia Spada,etiranda vnd
fteccattàneN \An ìftàffkYil pruno Cielo, il fecodojlter\o,il quarto M quinto,
ilfctto,& iifcn,n:o,efe l'otiaua sfera no» fituaua vnpajjo adicTro,facendo >
I 3 fcai.fo
Del Capitan Spauetìto .
fcanjodì vita, io paffaua l'ottano Cielo >sbudell*ua ÌHono t & faceua in f ffai "
il C bri Rallino:
Trap. Et eracofafacil\ffma y efìendoihbnflaUofrag\k ancb'egHfcnteitvetrtr
Cap* E perche qua in Tifa Aggiorna ma Cortigiana /amo fa ^Arnica mia nomi-
nata Settimìa Romana,beUa non menodiqueUo^chefifoffe Flora, Rodopcs,
Frìne, BarrinayTaide^ s'altro. bà maggior titolo dì bella }V.à y c domanda i
hi y cbe ti fard in fagliatala eafa,e dille da mia parte,the la fedente note m'a-
foetti a: center a dormir feto fenz^altro.E che t'ella bamffe di bifegno di car
rox£a t di Lettiga* e di Ch'ima , per andar fette adipo?to } i&c te lodicajcrche
fubitoglimanderàla Quadriga dorata dì Dario Redciperft,la Ghinea dì Se-
miramh Regina dì Babilonia^ la Lettiga del Trete Ianni! penb'eUa cono-
fca,ctiioteng?mtmoriadi lei portale quella Vignadì Rame (dotte ptìma era
no te cenenaT*Adnanalmpcratore)Mta penaci Mttfco di Leuate,equel pa
rodi guati d'UmbrafattideUapellcdella Capra Amaltea,e dille, cbe'l tutto fi
goda per amor mb,e che fla notte fen^a fallo farò da lei; fe però farà fatto , e
che non fplendala Luna -
Trap. Farò quanto impotlo m'baueteyma ch'importa^be la Luna rifplendA-> y
òttòi \ó.
Cap. M'importa affaiSnfcmma iovoglio andarui alhorajBeH Sole haurà finito
ilfuo viaggio neW ampio fpatio delnofl.ro Cielo,e ebepaffato oltre Marocco ,
farà difmontato dal lucenti fmo fuo carro d'Oro,e che l'ombra della Terra »
bauera con le tenebre fue imbrunita l'Uria d'ognintornoiperò và dalla Luna,
e dille da miapartephe qmfla notefe ne Sita nafcofa,e no {pitta nel fuo cielo »
Trap* EfeU&nonmtvolefieobedìrci
Cap. DUlejhe io le far&ptggio di queUo,cb"ta le feci l'a lira volta „
Trap. Che gftfacefle voi ftand'ellatan? alto i
Cap. Ufcoltami,e lofaperai : Trtuandom'iovna volta in Cipro per fet urne d ri
Sereniamo Dominio dì Venttia,mc n'andai di notte a votare il Tempio di
Uenerejnon sòje foffe Taffo.in Umatmta, Ò in Gnido'MSÌa ibe vedendo la
bella Deafakricata di bianchiamo marmo dì Taro ^m'innamorai talmente
dì quella beUìflìma fiatua t th"w difft allhorai Perche ne» e qutfia la viua ma-
girn della bella Cìprìgnaiche feciòfufìe mi prenderei feco amorofo fola.%?
zo.-'Hpn bebbi a pena pronunciate l'affettuofe parole ,che in vn'ifltffo ti mpo
mi comparue innanzi r enere ijìeffa,ebclla>e viua,dicetidomi valorofo capi-
tano S pauento,ettcmipronta alle tue voglie fior godemi .
Tra. Non è da matauigliarfi poi,fe quefle Femìne da partito fono cotanto sfac-
ciate, offerendoti in vn fubito a qutfia,equello>e penere Regina delle Mere-
retruì fu sì prontaad offerir fu w . r r t
Cap. /a allhora per non profanare il Tempio della Dea di Cipro , la prefi perU
manopercondumehfmu.VenetevedendelaLmacbepiùdell'vfatorifplé
deua nel Chiodi di{fe,chetiQn yoleua effet *erf»M dalla Ima dubitando
dell -
Ragionarne tuo Trcntc fi moquarto.
àeirisiejfo inganno,etridimcnto,cbe le fece il Solefuofratelh:intefit t ch'io
hcbb't la volontà della Dea /molto dia Lunare di{fi,chenafcoudeJfe il f uo bo-
iardo tume : ellj poco curandoli mio dire t fe ne Siaua più fplendente del/olito
godendo dell' Argentiti fuo lume s edellabeUijfima Corona , che le faceuano
le più ardenti Stelle del Cielo d ognintorno . I o perfodisfare alla Dea* per
hxuer feco Amoroso cotento,mi leuai il pugnale dallato, e slanciandolo neW-
Aria,lo slanciai nel voltoaUa Luna, e le cauai vnocebio, efuomal grado la
feci nafcon&ere nella più fecr età fìanza de GloboLunarcihor'haiintefo quel-
lo jhe iofeci,però dìlk,chea quefi,' altra volta le farò peggio , s'ella moììreri
il fuo argentato volto nel Cielo .
Trap. Glielo dirò,mx che facefìe voi li venere ?
Cap. La conduci fuor a del Tempio per l'amico ftlentiodeUa notte \e mentre \clx-
le Stelle nella loggia deicida rifplendeuanoaguifadi doppieri accefi a mille ,
a mille, pre fi Amaro fo contento di lei /ingravidatila quale poftia al fuo tem-
po partorì da mille, emille pargoletti Amori.
Trap. Sìfì,v"mtcndo di quegli Amoretti piccioli , c' hanno la cura di facitore i
Conciafìagni,egliSpa7^acamini.HorsùiovÒatrouarlavofira Signora^
S ett'mia,qHeUa t cbe amate tanto, quella Famofa Cortigiana ,che dite : e vo-
glia il Oelofhe la cofa pa{fibene;Mìpar d'intendere* chela Madre fua fta
•vna ecceUentiffima Rufttmajcbe venderebbe per catta i' Adulterio,* conta-
minerebbe l'i/ìeffa Cajìitade.TadtOnericordateui,cbele Vuttane fono tutu
macchiate d'ima pece,e ch'elleno non fanno amare ,mà sì beneinftdiare;efi~
nalmente,chcle Meretrici fono Lupe ingordi fintele le Ruffiane polpi aHut'tf-
fime, piene d'inganni t e tanto bajìi.
Cap. Le Meretrici fonocbiamatetali,pcrfigmficare il grimeritoloTO,tpoidu
rà t comedÌffe Diogene;Nonévergogmreffcrvedutocntraremca/a ft'vnaKìe
retrice, ma sì beneil dìmotaruijenon fé ne partir giamai.
Trap. Le meretrici maritate facciano con maggior riputatane la foro mercati
tta,e Meretrici fono chiamate, perche muono alle mercedi di queflo t e di quello.
t-ap, S olone Legislatore fù ilprhno,cbe le pemeffe per minor male.
Trap, Solone doueua permetter folo Meretrici Zegie, come furono, Agrippina ,
Fauftma^ Mejfahna>cbe pagauano altrui,* non permetere tante Laidi , che
vogliono tmquanta feudi per notte . Horsù h vò a trouarlavottrabellifim*
Signora Settimia.
Ca P- rà,cb'io t'afpetttrò inTonte.
' 4 RAGIO.
*fsr » *$3r "gar "sar "sar
Jf& .JSk ^
RAGIONAMENTO
TR.ENTESIMOQVINTO-
Capitano 5 e Trappola .
jMo/fi.e wo/fi</o»i«»ffrfMÌ fuprma V^tur^
attavatura bumana,duo ve ne fono grandemente mira,
bili li'vno fi è il parlare, e Ultra è I'vfo diramano ,cob
, ivn o esprimendo i concetti dtli' animo, pervadendo con
€ mirabilforzf ad altrui tutto quello che fi defidcra , e con
c Fabro ponendo in opera tutto quello ^ebe puàconferuar la
vitadeglihuommi,e difenderla.-
Trap- QueSlo principio di ragionare Jjà vnnonsò cbedciTlatonico,e dell' *Ari
fiotcHco;E poiibe fìiofvfì camene babbiamoda mgionare,éhh anior'io qnd
che cofapernon effer tenuto in tutto,e per tutto un'ignorante. Dkeil Tc-
ripatetico nel libro dell Un'ima , chela, lingua noslra ferue àdue-opera-
tioni.cioèal parlar algujlare , & ebepemàquefieduefi rifeontranonci
mede fimo tempo l'vna nell'altra ; a tale,cb'io credeua, quando voi diceSìidel
parlarejhe per confeguen%a voi douesìe trattare dei gufio, cioè del gufiate
buon Cappone allep,òvna buona Lon%* di vitella arroflofìamane.a de fi-
nare ; mapoichefmepaffatoadaUro,fcguitateil^lamicoragionanìento.
Càp. Hora quemdonifmgolarhcbepioumo dal Cielo , bob cadono indiffirevtc-
mente fipra,d'ogn'vno t ma folofopra di quelli, che per grandeyga di fangue
fono chiari 0 tlluflrial Modo;come il Capitano Spauento , il quale coniai
forza del parlare febie ragli efeniti^ompam le armatele col valor dell'hc-
noràtadejìravinceipiù fortiedoma ipiùjuperbi.
Trap . lo non v'afpettaua a queììo fine tirato a famr voflro-,ma sì bene v* atteri-
tteua>cbevoi dicefìe,cbe la lingua voftrafuffe l'Obelifcho Lkhmio.che feruU
ua per Stid\one,e p?r tocejwfcttM cheia voBradifìrafufle il Coltello Delfi-
w>cbeferuwa pervcciderleVittime^ adarla motte a coloro ,clf erano co*
dennati dalla ChSìitia.
Cap. E che ciò fta veroiTroHandom'io vna volta nella Scithiajà douefaceuano
cmielièma guerra infame^ gli Hippogriffi, e^li^rimafpi perle Mhurzs
i ae/r»
Ragionamento Trentefìmóquinto. <sp
j,tPOrofconofcendo,chefeiomÌponcua all'imprefadi dislruggerl'vno , e
L'altro efercito farei rimafo vincitore^ pojf editore dr.utto l Oro della Sci-
j g feci £ "** '* '* ^
r * hÌa ^X l tho contri quell' Miflocraiia,che figouerna conìe leggi ,ec<>.
P traaivcro Kegno,cioè qualche tivocontra ilgiutto,e cantra Ihoneflo .
Od. Stetti perdona pe^auederedaqualpartcpendeualabattaglia.e ve-
F dendo,cbcglÌJlrimafpi Vopoli ferociffimi , (uperauano ,& vacuano gii
Hippovri{ji,pcr riportarne l'Oro tutto alle Contrade loro , pofimano aque, ta
miotagliente.e fulminante brando,e con vn dritto,& rn rouerfo, tagliai per
mero l'vno,e l'altro efercito,pigliai tutto l'Orarlo donai alla mia Signora .
Tcap. li t»M 1' w fà Furto, Latrocinio^ jiuariùa manifefìa,ricorpertacol
Mantello iella Liberalità: l'^nimo,e non l'Oroarrkcbifccl'huomoda vojtrx
Liberalità ( ò Vadrone)non fiì quclLt,U quale è mentirà il dare,& il riceue-
rc ; ma vna Liberalità,della quale non [e tic tratta nell'Etica ,nè meno nellx
"Politica d'iArifìottle.
Cap. Io non sò quello ,cbe dica l>Etica,nè meno la Tolitica ; Sò ben queflo ,cbe
. tutto quello jhe s'acquifia con la Spadone col Valore non fi chiama Furto,ma
generofo acquisìo ) & bonorato guadagno.
Trap. li)v'intcndo:Voi volete farui legge, e valerui dell'autorità di colui , che
diceua,cbe'l tuorla robba noti fi doucua chiamar Furto,ejfendo,thtla "Natu-
ra, Madre vniucrfaled'ogn'rnOfproduceua folo per i'bucmo ogni cefa , & à
lui folo f aggetta, e che quando l'buomo pigliaua alcuna cofa,doue latrouaua,
pigliava queUo,cbe era fuo,e non rubbaua-.ma le leggi non i'intendon ocosì T.t
dron mio caro •
Cap. Ragioniamo di cofe dcgne,emcmorade,'lc qualìverfanointorno alla grani
dexzj. mia , il quale fard ragionamento molto pià nobile, e molto più bono-
rato. ■ ' ;.'
Trap. Tty» è mala cofa alle mite ilmcfcolarecon lagtauità delle parole, e dei
fatti, qualche parola , e qualche atto piaceuole ,per condimento dell'vno , e
dell altro .
Cap. Capitand'iovna voltai» Venetia Città f amo fiffima ,(laqualevhea Re-
publica fecondo le Leggi, &• in quella guifa , come viene defcrittaUvtrx
Hepublica di Tlatonc , ) M'innamorai d'vna btllijftma DamaVene-
tutna ^effendo quella Città ( come fi fuol dire ) il Paradifodctìe Don-
ne belle.
Tiap' Poicb e ragionando ragionanti o,fiamo entrati in Venttia, mangieremo di
buoni Vefci,e bcueremo di buon Mojcatto,dibuona Romania da Lepanto^ di
bttonifimaMalttagiadiCandia. ■■i»«\tìòwnU*r I
Cip. lèmmàmty'nfm-jhefkin vnfubit*. *Wfc««'-«^^t«i?>*u
Trap. Come difje il Tetrarca , *i;rc ; >fy>o* ><■ r
Amor ch'ai cor gentil ratto s'apprende, j , s«
dimore
Del Capitano Spauento
Amore queUo t chevuolfitre,ìofàin vit fuétto , effèndi dcftderìo dì bello, e di
cofeprefenti.
Cap. Innamorato^h'iofui, pacandomi <tm«re pet •gnocchi al cuore ,edalcuort
alf intelletto, cumini U i ad ardere , sfauillare d'ardetttiffimo defiderio di pale
farle l'amar min ; J^èfapendo qual partito pìgliare/eci penfìero d'afpettare
iltempo t el'o«afione,laqud venne conforme alla mia volontà per opera fola
d' amore £ di /«a Madre genere .
Trap. c ome la Madre<e la Figlia fono d'accordo ,il negotio ftfà fen<£altro~
Cap- U Tmpovenne'm campo con l'occaftone portata dalla Fortuna di queSlt
maniera : Compirne in Ceneth vna Dama Francefe,Amicagrandìffima dei-
Donna m\&M quale emendo de ftierof a ti vedetele Grande^ t e le Meravi-
glie dell' Alma Città ii venetU,& i/attendile qttaft vedute tutte, folo le rima-
ncuaper vltìmoiivedst l'At fende, tbedeUe fette Meraviglie delMondoft
dice effer ìmtamifù compiaciuta la Dama Frante fe,efà guidata dalla Don-
na mia dentro del? A t fende. con bellifsima Comitiua d'inabili, e di Gentildon
ne veneùane . Entrata, ch'ella fudentro al àfuperbìffimo Anfiteatro l'Arte-
gl'uria tutta,fenr^altroaiuto t ficarkà,efcaricidaferfepÌà volte, f alido vna
bell'tsfima faina a coftnobie Drappello.
Trap lo vi rkordo,chcl'Arfenal di Venetia hàftudiato il Galateo , e ch'egli tà
"tutti i term\ni,tutti i complimenti, tutte le cerimonie ,e tutte le crean%e.
Cap. veduto , che s'hebbe tutto quello , che trapaffa la merauiglia , e lofiuporefi
venne alia collazione , alla quale fui multato con gli altri circostanti ; e mentre
f attendeva a difiruggere ilfabr'tcato Zucchero in varie forme fiampato , & a
beuere,e Candìa,e Lepanto, feci vn brindexalla Dama Francefe ,la quale fa -
cendomi ragione , fece brindexaUa miabellavaga , che facendole parimente
ragione mi fece brimkxcon mia grandiffima confolatione.
Trap. Quel tanto brindefare baueua più del Todefco,cbe del Francefe, e dell? Ita
Uano: voidoueuate parer tanti Bpicuri, li quali pongono la loro felicità fola
nel aere,e n el mangiare.
Cap, Scmto , c'hebbe la bella Donna mia , pigliai nelfhonorata deflra il lui luci-
dijfimo cbriflaUopet farle ragione, dicendo t Signor amia , io le faccio ragione,
& araghne ho grandiffima ragione (io voìcuodir) d' amarmela ritenuto dal
timore tcb* è proprio degli Amanti , in recedi queUa parola , gettai vnfofpiro
Amorofo cofi grande, e tanto ardente, che con effo attaccai fuoco per tutto
i' Arfenale^f .
Trap. Cofa dafarftimpkcarcaldocddo i & m fubito,e forfè, che quegl'lllujìriffi-
mi Senatori non fi fanno rifoluere alla prima ,
Cap. lovedendoil fuoco andar ferpendo,e farft femprt maggiore, per faluar cofì
degno luogo, laDonna mia,U Dama Francefe* tgUaltr'i tutti, andai veloce-
mente al Mare } e pofiomi in me%o a duo CaBetli , quiuiaperft l'ampia vor*gU
ne della bocca mia , & ame tirando , e ritirande il fiato più volte, mi tirai m
corptt
o azionamento Trenteiimoquinto. 70
MOOtHtul^cqmddMan Egeo: fatto ^mntvMn^oftgt*-
SSKSw sìi fuoco,fmorzai rmmMto*W^.>f^ ÌA »°»*
ffiC Trance fe,e tutti queUi,ch' erano nelp, ricolofo mundio.
Trap r'scvòinon virifoUuia quelmodo, la forca non viminea** t ol efierge*.
CP 'JJgJaldiS P adaconmM
cimai aanibalCart«gm e fe,eM^
recchie,e le labbra a Zopiro Capitano di Dario RedeiTcrJt.
Trap. Tadronemio,io credo alle uoflrcpamkje bene Crifppo quelgran Filojo-
fohleua dir fthe ogni parola di natura fua può e fiere dubbia.
Cap. Buono: ma ricordati ancora, che Diodoro Crono foleua dire il contrario,
cioè niuna parola e fier dubbio fa. .
Trap, la lingua è fatta fimìk alla foglia del Pcrfuo , hà lefue radiami cuore,
& il frutto è fintile al Terftco, cioè Hcuore , e per cvnfeguemjt ogm parola de-
tte uenir dal cuore, & efjer uerace, ancor, che la lingua fta del color del fuoco,
atta a metter fuoco per mp , è detta C riho , perche non rttieue'mfe co\«->
alcuniu . .
Cap. La Lingua fu confacrata a Mercurio Dio dell' Eloquen %a , e quando antica-
mente fe gli faceuaf acri fìtto t fi beuemno le lingue delle uittime in un foca
di uino ., i
Tnp. Sebenefifuoldire,cbe il parlare nei vecchi fta moltopiitpcrfetto,cbene^
i Giauani (e quefio l'h abbiamo da Homero nella perfona di Neflorre dalla cui
bocca .quando parlaua ,pareua, cbedifìillaffe dolcifsimo mele ) con tutto que-
fio,duròunagrandifsimafaticd a credere, thfluoHro parlar fia ueridho .
Gap. Tuparliacafo, come parlò quel Coruoà Romani, quando predìffe loro, U
loro rouina} e perche tu non parliapropoftto, io t'ìmpongoilftUntio Pitagori-
co,cìoè il non parlar per cinque anni.
Tra p. M er curio era finto fola colcapo,e detto Cillenio,per dinota re, che la for-
za del parbre nonhàbifogno dell'aiuto delle mani-, e Cilli erano detti tutti
quell'itili quali mamma alcun membro j Hora fé uoi miete , che io creda aiie
uofìre parole, fate, ch'elleno fieno fen%a .l'aiuto delle uofire mani ,etagliateuì
qualche membro,per effer degnamente chiamato Cillo , e fta quel membro de i
uofiri principali.
Cap. Hors» taci ; non paffnr pià oltte,e comincia a diuentar Difccpolo di fita-
gora,come dianzi ti diffije tu moi ftar meco ,& andiamo .
Trap. >Andiamo,efe la nccefsiti uuoie,i h'io diuenti pitagorico, pcfs'io diuenta-
re ancora un nouello *4rpocrate,Dio dell 'ìftefio Siientio .
RAG IO
RAGIONAMENTO
TRENTESIMO SESTO.
Capitano* e Trappola.
Morie principio eragrdffa,colorita , e èeffii, r«M«
qttalff voglia beliate gratiofa Donna:? conofccndofi ef-
fer tale,dmenne tanto altìera,e tanto orgoglio fa t cbzs
fuora ditempo,& svoglia fm,vccidetia qnefto,c quel-
lo,non hauendo riguardo riè a feffo s nè ad ordine t nè ad'-
eta.de. • • ■ •> •«"•.'. w>*« % :i
i\\ La Morte andana troppo rigor >f amente ; €lla doue-
m contentarfi del giufto,e ctell' boneHo,& appagarft d'effer chiamata Morte
dal primo m'orfo,e d'effer castigo della vita federate , e premio delia buona :
D'efer detto ancorai'Vceidemedella vita,principiodi tutti ibeni e fine di tut
tùtùili'jenxa far tantfrdella gfttnde,comeeUafaceua.
Gap. vedìm quella ìnhuntttintàyfhe vfaua la Mòrte vinto da giuflo , e generoso
$egnò,disfi:laila Morti a combatter meco allo fteccato jla Mone accetto la
disfida toccando ad clià l'elettione dell' ^irmi t & a meil ritrouareil Campo .
Fatto quejìo per non mancar degli ordini del duello, feci attaccare i Cartelli
mVitari nelcielo della LUna,acciò che ogni perfona li poteffe ieggere,e vedere
Trap. : '- £ qucHi } cbebaueiiànòla'VÌjfa cor Mipopeuatio adoperargli occhiali rf/o
itMérdahm^b. > • > • atfmn W^*»»vtutt \ i \\ ;.. V,^.
Cap. j ' jtttàtcati, che furono i C art ÉfH , furono in vn'fubUè attaccati , e p'rantaili
Padiglioni,? vno per mc,e l'altro per kl Morte . TÌanthti, che furono i Vadi-.
glionijùfià ilprimo a comparire (come Signor dello fteccatc)kl fuono del'e_j
Trombe,édei T ' ambivi ,accómpa%nato da Marte Pio df ile battagliela B<7-
lona,dalla Fama,dal VWoitrfallo Sd*gno,«lal Tcrrore,d.iila Superbia ,dal?- !
rhydàUa 5trdge>c ila v/t"ntmminfinitò d*Hert>'h'*- UmidiUi ' Vajfcggkto ,
th'io bebbl il Campo,co*'ni?rai4Ì£lii i c flupote dittati i Ymoìifìatit'ame n'an-
dai a federe fottoil mio Tadiglionejabricato dall'induftre Dedalo,e ricamato
dalle mani dell'ingegnofa ^iragne^
Tuo. /; di perlia>& il Oran Tur:o } tbefogliono batter Tadì»'ioui fitperbif-
O - : V ,7 fimi,
Ragion attento Trentefimofefto. 71
r*i einndi,noncrcdo,chemaì n'bauefferomfimileal voftro.
f fÓLb'ìo mi fui a federe, caparne nel Campo U Morte al fuonodi Cor.
^^i il Trombefordine ,ediramburidifcordaù
dalUnotte, dal (onnoMlfikntio, dall'oblio, dallapig^
dalla fame, dalla fatica , dal morbo , dalla vecchie^* , * àavn numero , B /f.
„\to di penofimalì ,la quale paffeggiatochebbe il Campo , fenandoajedere
dcntroalfuo padiglione } fabricato delletre Parche, e ricamato dalle tre fune
' d'*Auerno. . .]
Trap. Tocche voi tàfofle a federe Jouefie ad un btfognofarun poco di coilaUO-
ne,ò merenda,comefoglionofar molti Combattentìnello steccato , ecome jo*
tfwnovfare ancoratile forcbemoltue molti fuexiiux&U .
Cap. TofatUcbe noi fummo alquato, la Morte mandò l'armi mgtudicio , lequalt
furono quelle due famofijfimc fpade impugnate da Polinice ,e da Eteocle fratti
U,per la cotentione,e pretensone del bel Regno di Tbebe , vedute ,enmiute,
che furono l'armi, e cofrgnate a i Cobttteiidailoro Tadrini.il Maefiro di Cx
pò fece fare il publico baio a nome fuo.comeficofiuma di faresti Caparlo flec
caio fu fupra il Monte Olimpo, & il Ma Uro di Campo fà il De/lino, riccamtte
ve flito,& adornato di varie opÌni<mi,Hebraiche,Turche,& Herethbe .
Trap* Ricami da vedergli per una uolta fola,e poi gettarli sul fuoco.
Cap. Dato,cbc f 'ù l'ultimo fegno della bellica T roba.cimougmo la morte ,& io,
fcioglimdo prima le n )fire tacite colpe t com'è ce fiume di coloro , che fono uhi-
ni al morire, pof eia ne ponen.mo apaficgg'ure,facendomos~ìra ogn'unodinoi
delle guardie migliori dell'arte di Ila feijerma. E mentre andana durando co-
talpaficggio,io co ^4rte,e con'mlufiriaguadagnai, e toi fi il Sole alla Morte,
per non rimaner da' f noi raggi abbagliato, e perditore '/guadagnato, ch'io bebbi
il Solere vedendo , che la Morte dallo fplendore de'fuoi raggi rimaneva abba-
gliata^ più nofcorgeua la flrada del ferire -, Cominciai fubito afiocebeggiar-
la , e malamente a ferirla. Durò l'abbattimento fiero infino al tramontar del
Sole ; onde la Mone vedendofi riduttaa mal,partito,e tutta fangue ,fe ne ven-
ne meco alle prefe , per la qital cofa con un termine di Lotta la gettai per terra,
e conia mia fpadalafcónkai,lafcarnai,la fpolpai,ela fuenat ,hfciandolefo-
lamente i nerbi,e l'ofia , come uiene dipinta: Ella dapoi del fatto , mi chiefel*
vita m donargliela diedi, e cofi me ne rimafiuìttorìojb , e trionfahte nelle Jìec-
cato centra la Aforte .
Tra£. Ditemi un poco caro Tadrone , s'ella era la Morte , come gli donafie noi
invitai , éi»V» fj &fttfu o** \ ■>■
Cap. Tu non l'intendi : la Morte aUbora è Morte quand' altrui pofsiede la tùtoli
ma quando alcuno muore aUbora la Morte è uiua .
Trap. Hora l'intendo peggio ;Horsùfu come fi mole, Mia Fede , ò Morte ; che.
tu rimanevi chiarita ;e non ti giouò l'effer quella, chediuide il corpo dall'ani-
ma, quella , che addormenta I'buomo infino al giorno del gran rifucglio , quel*
la,
Del Capitano Spauettto
che entr^ & efce, nèqitella,che vien chiamata, fbrda, dea, &ineforaki-
ie,poiche bifognòlafciarfi fcoftkare, e {cantare dal mio padrone.
Cap. Quello non fà nulla , tifpetto a quello, che m'occorfe nel fello Ciclo alla pre-
ffiriz* del gran Padre Gioite. L,<
Trap. D ben'io , che gli bonari dclmio "Padrone non fifermerebhono qui: Gli
bonari, come fisa fono di motte forti, come i Sacrifici} >i Doni, i Templi, le Sta-
tue,le Catedrc,in "Pulpiti, l'*Arcbc,lefpefedel Tublko,i Feri fi, & altri , che
lungo fora il raccontarli tutti . Hora quale honore fi potrà trotta re , che fia de-
cente al gran merito voSìroìniuno certo i Hora feguitate più oltre , ch'io vi
afcolci.
Ca p. Mietendo un giorno F altitonante, e Fulminante T^ume chiamato a fe tut tu
il Concifiorode gli Dei , dapoi l'hauere d'tfcorfo fopra molte cofe del Cielo , del
Mare, e dell Inferno: V ennero tutti in fieme a dìfeorrexe fopra ^indicìbile , &
inenarrabile mia Bravura', onde conclttfero di vedermi,!' ammirarmi, e di re-
galarmi di qualche pretto fo dono: Mandarono Mercurio Commandatore, Don-
•%ello, Targetto, ò TauoUcchio , come dir vogliamo della Signoria del Cielo a
chiamarmi: Il quale venuto per me , micondufie al Cielo, poggiando fopra
l'ali dell' honorata mìa fama •
Trap. Quello fù vn gran volare- ma non ci volcm altra àquila volante , che noi,
Cap. Giunto ch'io fui innan^ al Trìbnnaldì Gioite , al quale d'intorno facemno
Corona tutti gli Deidei Cielo,egli m'impofe , ch'io dowffialla prefen^a fua->
dar qualche fegnodclli brauura mia ; lo f abito per tendermi obediente al re-
gnatordeW Etere -,diedì vnaguardaturacofi fiera a tutto il Concijìoro, che tut-
ti gli Dei rimafero da quella veci fi, e morti,
Trap. "Padrone guariate, >:be non vi veniffe volontà di volger lofguardocofifie-
roneglifcettridel Mondo,percbe voimandarefiei K?gni con legabe a l'aria.
Cap. Tolgalo il Cielo t Morti,chefuronotuttiglì Dei, mi fi fece innanzi il fommo
Fato Sgridandomi, e chiedendomi la cagione, perche cantra li Decreti f noi, io
haueua veci fi, e morti coloro , che non poteuano morire .
Trap- Che rifpoflaglidefti voi, chef off e valida , f e non potè nano morire , e pur
eranomorti4
Cap. lo non gli diedi altra rifpofla , che quegli, che tu vdira't : Vedendomi feto
ridutto a malpartito,ejfendo quello,che comandaua, & ìmponeua legge a tut-
te le Deità , poft mano alla fpada , e con vn fendente tagliai per me%o il Fato,
tutte le 'fere, gli Elementi, dinifi l'Inferno, e per quella firadamenepaffai a
gli ^Antipodi , là doue peruenuto fui fubito eletto Imperator dell' ^Antartica
genica .
Trap. Oh quefia sì, che vale i denari della Ca rta , e ia fpefa degli Stamùatori.In
fatti fbauerla fortuna conghtntacon la virtù è vna grandiffìma felicità^
negli infortuni) iraluce la virtù,& i frutti della virtù fono dolci ,ft berte la ra-
dkeèanara;(Comedìl}e Ifocrate quel gran F'Uofofo) bora, che vi pare "Pa-
drone
Ra«rion«!*icntoTrcntcfimofcfto
«iefijbme tirai» di parole, detteafatorjoil.ro f
7*
Co fi fi ledanole
^jLj. e, tare .farei Commentarli dime sleffo.
Trap ^^IfluTadr^i perche non i m brattateancbeuoileStam r
a, TlTbwl* del Libroni Fatelo digratia , e fed Mondo fi riderà di voi,
{onflretefolo ad effer derifo , hauerete compagni molti >& entrerete nella
Scuola dei Balordi, fenxa farti ballottare. .
Ca n W « roe»o per bora we«emi * quefi'impxefà : non mancherà mai tempo,
P 'efemprefaròatempo a farmi cono/cere perrn'ignorante jimile a loro:>At-
tendi* queìlo,cbe io ti dìco,vàdaquefli Architetti famofidelMondo,t >.di lo-
roda pànemiaycbe slarghino i confini deUa Terra t egendoch'ella è parte
angufìijfima alla grandcz&a mia.
Trap. Io r<* &ov' feor* a rrowar i*** n hìtetto principale , «ir a fargli noto fantma
■vofiro grande, e magnammo. t ■ j «- .
Cap. Se bene il magnanimo non (noie addimandar gli bonari , che li fi debbono,
af pattando folo , che gli fieno offerti , godendo folo di meritarli , con tutto ciò
và,& ordina quanto t'hò impofio .
Trap. // magnanimo fwìtffer nemico dell'addottone , bora non sd,comcyoi ve
la paffute in quefto pmicolare,percbe il voler efiere honorato genera dolci fi*
mo dolore, e l'ambitione porta feco trauagli, e moleflie .
Cap. Il Magnanimo fi dimentica in breuifiìmo tempo dell 'mgmriante,cmo feen-
dodinonmeritarle, e ch'elleno fono pià dell' ingiitrknft, che dett'ìnginn&to+
Horsà camina.
Trap. lo nò Signor*.
RAGIO
RAGIONAMENTO
TRENTESIMO SETTIMO.
Capitano, e Trappola.
\EUì(jìmo definarefù quello , che mi fece hiewiattma Più-
tane, Re del fotterranco.Regm : arammo pochi di nume-
ro, ma molti di qualità aUa Tartarea Menfa ,
Sì conofce bene , che noi battete pocbifsimi amici in
Corte, poieb e tti bijogna il più delle mite an dar a mangia-
re col Dianolo dell'Inferno .
Cap. . ■ -Srauamo, Tintone, Troferpina, Minos , Eaco, Rada-
mantO t & io. , .H"!l(Mf;,«l\^:j.'-':
Trap. Quel AÌinòs\quel Fato, e quel Rjtdamanto , s : ionon erro fono Guidici In-
feritali , merauigiia dunque non è , fe tanti , e tanti Giudici vanno all' Inferno,
poiché mentre t che uiuono , fanno morire a torto tanti innocenti , procurando
l'Equitd,qual'è quel giusto fuor a della legge fa'wa,profanando,e vendendo la
•^èggtfnp)iìa^Ì^ormMwnctdmaTH^ :\ 1( *,>
Cap. Fummo feruiti Regiamente, tome fi conueniua : <JliegCta,*ilem,T e fi fo-
lte, e Liffa, Furie ìnfernali,por,tauandle-muande in Tau»la, Bruno Gigante
con ttntobraccia , e cento mani , daua dabere a i comitati , Cerbero Cane con
tre Capi, e con tre bocche,feneflaua fatto la Tauola a roder l'off i de i Serpen-
ti, edezBaftlifcbi, cbeft mangiavano . Finitol'Infernal Banchctto,compar-
ueuna Compagnia di violoni Cremorieft , nominata i Carobelli, huombitfa-
mofi, i quali cominciarono a fuonarcun fallar elio alla Milane fe ; Io [emendo
quelfuono invitatorio , mi Icuai da Tauola, prefi ptrmanoTrojerpina Kjgi-
na,equiui dannai fcco una bellifsima^igliarda,la quale durò molti Secoli ; fi-
nalmente per non Uraccar la Rcgirut',fpiccai una Capriola tant'alta, che col
capo sfondai l'Inferno dalla parte d'i f opra, e neluenirea baffo ; sfondai l' In-
ferno dalla parte di (otto. Quando Platone uidde l'Inferno sfondato di folto, e
di jopta,dubitando dimaggior danno , fece fermare il ballo , e chiamare a Je
tutti i Muratori del Lago Maggiore , liquali in un fub'ito rimediarono agli
sfondi,& alle rotture dell'Inferno . Coft bebbe fine la fefia, & io me ne ritor-
nai al maritale albergo a mutarmi di camicia, eficndo tutto fidato .
Trap.
^a^ìoname^to tfrentefifflofc turno. 75
«*r Voi faceslctnolto bene)percbe dallo fcaldare,e dal raffreddare.fi pigliano
deicattUii mali , c faflidiofiffimi da famre . Ma donde auutene "Padrone,
cb'iovivcggh oltre modo turbato t vi fentiteyoi forfè qualche mdifpofitio-
„e ? volete voi pigliare vriparo di otta frefebe , che vi faranno grandiffima
fermilo? f , ,
Cap. - Stamane pigliai vn pan d'oua frefebe , e furono quelle , partorite da Leda,
ingranidata da Gioue , trasformato in Cigno candidiamo : Ma al mio ma-
le bifogna altro, che Qua frefebe, Maluagia,econfettioni, pohhc bò contraria
dimore, e la Fortuna ; e pertanto delibero di ritirarmi, e di menar vitafolita-
ria,& afpera* . . 1
Trap. "Padrone mio, la guerra della Fortuna fi vince con la patien%a -, la Fortuna,
bà percoflumedinonguardare,cbipiù,d chimono merita de' fuoiben'r,ma fo-
la gli difpenfa & Calo; e cofi come noi fiamo dijferentineUe conditioni , cofi an-
cora fiamo diferenti nelle Fortune. Maacciò,cb'clla non fugga da noi, bifogna
legarla con le funi della V rudente. .
Cap. +Al mio male non gioita Vrudcn%a,nèpentimento;pcrche ai colpi della For»
tuna fono meno ficure l'alte, che le più baffe mura-Voglio adunque,co]ne di} pe-
nto Amante ritirarmiin loco, oae non entri mai raggio dì Sole.
Trap. Tanto, che per colpa d'Amore,e di F ' ortuna,volete fa r quefìa fìrana ref-
luitone. Io non me ne marauigtio, poiché per altro non fi finge cieco dimore, fe
non per dinotare, che gli cimanti vinti, e fuperati dall' Jlmorofa paffione , d'i-
ncutano ciechi del lume della ragione, fi che non ueggono,e non conofeono quel-
lo, che fi facciano . Della Fortuna poi,fi sà che la bonaccia più fiatra è fempre
la vigilia di magggior procella; Tenfateci vn poco meglio, e ricordateti >c he le
feconde deliberationi fono fempre delle prime migliori .
Cap. Io ho beli' è penfato : Cofivoglio , cofi ordino, e cofi comando, S per dar '
principio, voglio, che la mia ilan^a ,'fia molto più ofeura, cbe'l tenebro fa
^ibiffo diti' Inferno, e voglio in compagnia fempre la Morte , s'ella perònon
hauerà timore dijìarfene meco ; Cbel'Horrore fia quello, chehabbia tura del
mio Tal.iigo, che l'ofcurìjjima. Notte fia Guardiana delleTorte , erbe la Pe-
na/il Tormentai il Dolore fieno itniei fola^zi,imieigiuochì,&imiei trai- ■'■
tenimenti. l( tv. y v l^ j
Trap. Obpouero "Padrone, voi fine a peggioy conditione riduttori coloro,cbe fo-
no condotti alla Forca : Ma chi faranno quelli , che batter. imo cura di feruiruì
inqiteftuvoHrababìtjtioncì
Cap. / mei Paggi,i miei Fanti, ci miei Scudieri faranno Ciclopi, Antropofaghi,
e Lcfìrigoni, tutti vestiti adami* nuoua Liurea ,'la quale fa>i difpogliedì Ti-
gri^ di Serpenti: Ala Tamlamia forniranno l'Arpie, la Chimera firàil
mio Buffone, t'Uidra u mt0 M„f tC0t ^ mu Sta Ua batterà per Gianettì , e per
Corfier^Orfi^eoni^ingblili, e Pantere; Il Maslrodi Cafa farad Triforme
- Gerione,lo Speiitorc farai' empio Bufalo Scalco farà l'inbwaano Agone >lo
K Seti*
Del Capitano Spaueajo
Scudiero il trasformato Licaone } il amo fard lo fcearato lAtreoje per andare
* diporto , caualcherò fempre in groppa d'vn Centauro , tenendo in mano per
baccbettadacaualcarevn Drago fmifurato per la coda .
Trap. Vadronemio il mutar propofito fu fempre clfadafauio , e prudente,
maffìmamente quando fi muta di bene in megliono fyglio^beperquefìa vol-
ta voi vi contentiate di fare a mio femore vene prego^fupplko per quella [er-
uitàfedelejattaiti tanto tempo ,e per quell'emoteche ditedi portarmi, ricor-
daniotiUthegli buomini prudenti, quanto più fonotfauagliaù da nemica Fot-
ttm4jantopiàdebbonodimoftrarftvalorofì,e forti* ;
Gap. Trappolami tràla Fortuna , e l'b uomo non è mai Vate ferma, e nel Por*
daco della Fortunaognì Mercantìaportagrandifftmoperkolo re la Fortuna*
che affale mvn fòlio , & att'improuifo è oltre modo dura da fopportare:
Trap. Hora fecafìè,pmhe non ve ne liberatetvoi potete farlo,fe volete ;mojìra«
te vnavolta la voftra Vruienxa, Rifolueteui Signore, ardire, e cuore fi d'ibi-
fogno: L'huomo finalmente fa quello , che eivuole , e ciafebedmo è artefice^*
della fu* forte, per vltimo rìcordateui r cbel'huotnofen%a configlio è proprio,
cerneva Cauxllofenzp freno*
Gap. io lo sài isò infame, che tbuomo di ba0a Fottuna,e d'alti penfteti viue con-
tìnuamente in prne; e cbel'buomo trauagliato hàper vn ripofo il trauaglkre i
echecolui,chebàl'animo'mquieto ,nonpuòrkeuer contentezza alcuna :C0tt
tutto ctòìo mi rifoluo di vfarfor%a amefitffojodisfarealie tuegiufle-voglie*
e d'efìer fempre nemico capitale d'amore, e dì Fortuna ,
Trap. Hor fta per fempre lodato il manico della mefcola : Vairone mio bota sì»
che voirmtendete-yil Dominio non è quello t tbefàibuomo y masìbene quello ,
cbelo f opre : Horaè tempo difarfi conofcere,edimoflrareilvolto alla For-
tuna,enonlefpaile,& habbiate m mente ,cbe la Fortuna fuote accecargli ani
mi; quand'ella non ruote, e b'alle fue for%efi faccia ah un contrafto * ■ ■ j
Cap» Non pianori più; Io fono libero dalla Tirannide dimore , e dall'in giugni*
della Fortunato fono ritornato Signore dime mede fimo ivoglìov'mer fecondo
il co fiume mio,e viuer'allegramcnte.
Trap. *A Dio Fot tana vigliaeca,tul'bai pur perduta colmio Vairone t e credo,
che tu fenta vn grand tjfimo do fare , pokbe tu non puoi bamr maggior dolore ,
cbe'l vederti Àifprt7J^re,da qual fi voglia buomo prudente, e faggio,ccme fà
borati mìo Signore r
Gap. Dio Fortuna inconfiante, cieca, epax^a, molto pià amica de i malvagi,
chede'buoiiiìcbeiopermetilafcioa qutltuo € e fate da te'cotato amatole la tua
faccia bianca, e la tua faccia negra iafeio a i Mafcberarì da Modona , acciò
tb'effìri formino fopra Afafchtre da vendere a gente sfortunata, e fortunata
fecondo, ; b' elle dima flr ano, ch'io d'effe poco mi curo . Trappvlaprima,che la
"Hjìtte ghirlandata di Tapaueri , uenga con l'ombre fue a nafeondere il colore
alle cofe t uà è compra qualche tofa di buono per cena, acciò che col mangiat e,
p/ a gionameoto Trenteflmofcttimd. 74,
col bere,' < w alle ò r.m' «te, io iMfcwfl «Jfa«o di fari Marito d^.
more,e di quella ttigliaa^. i ..fortuna.
Trap- £ cfee Ho/Wc « 0 'j c ^ 0 '-'<'«/'- ' '^ìtelo-.accji c kVo pojfafodisfare all'appe-
tito Mofiro. { t, ,
Cap- Tercb'iomangio di m.fro, compirà dieà, ò iodici Sirene di metter su i*-,
Gradella, uinticinque Tritoni d~rareagua7Qtto,eme?ado'rginAdi Balene
da friger nella Padella.
Trap. ^ comperar quefla robba hifognerà batter denati affai Jughiffimo t&>p<>i
ccommodità grandiffma, io »ò .
Cap. T^e/ morsure 4 m/j inu'ua mecoalla Cena , Orlando, Rinaldo, Ruggiero,
^ilolfo,Afarfifa,Bradamante,e fiordeligi miei cariffimi Ornici, & •Ami-
che ; dicendo /oro, che ce ne ftaremo allegramente , commemorando tnoftri
antichi bonari .
K 2 RAGIO-
7 •
RAGIONAMENTO
. TRENTESIMOOTTAVO.
Capitano, e Trappola^ .
Imcand'io ma. uclta a tre Dadi, col Deflìno, nell'ani.
f r o dell'Eternità , &lh preferirci del Tempo , e della Na-
tura , Htnimmo a conte fa infume /opra il punto det :
Dado .
Il Giuoco delle Carte, e de ì Dadi è un giuoco hiafme*
uole: e perciò Chitone Spartano, effendo mandatopef
^Ambafciadon a i Corìnti per fa r lega , & amifià conlo-
/ tOytromndo il Magifirato,chegìuocaua; fe ne ritornò adietro fen^altro dire*
non uolendo macchiar la gloria degli SpartanUon l'amicitia de i gweatori di
Corinto. .
Cap. venuti , che noifummoaUe contefe ,fqpta il punto del Dado , il Deflmo mt
diede una mentitalo aliando libraccio gli diedimìofchiaffo; *4llhora il Tcm
po,e la "natura fi poftro dimena , per diuiderci, e nello fpartime , tuttaui<t
mandauano percotendo , e -forbottando , onde conofeendo la loro furfanteria
fui aflretto a metter mano alla Spada, e tirar m'rouerfcio stVl mofiaccio al
Tempo,cofigrande, che per cucir quella ferita, vibifignarono trecentofeffan-
tamque punthpofch tirai vn fendente alla "Njtura, facendole ampia,& im-
medicabile feritale poiper vliimo tirai vna fioccata al Deflìno , pajfandolo da
vn canto aWaltro^ccidendolOtC mettendo ingrandiffma confufwne,il Turco,
il Moro, l'Hebreo, e tutte l'altre maledette Sette , per efler r'tmafe prìuatedel
Defimo loro Idolo principalifimo .
Trap. Maltaggio effetto prodotto da federata caglone-.Sda quefìo moffo Temi-
fiocle j&bexàefe, configliaua ì Senatori , e Gouernatori delle Città a non gwo-
eare,noneffendQle£Ìto,cbela%.epublicagiuocbinèalle Cartelli ai Dadi cono
fcH'egti il difordine gride, che'l più dtUe wltefuòl'amenndafimili giuochi.
Cap. Io non sò, come f uff e riportata la nuoua nel fesio giro Mfia.the ìlgridodi
eofigran brauura andò fino aUe flelle,eftno All'orecchie di Ciout > il quale coti
l'occaftone d'efferrimafopriuo di Ganimede fuo'P'mcema f mandò \M crcurio
a chiedermi per {no Compierà,
-' - Trap.
Ragionati^ nto Trentefimoottauo. 7^
Trap. '"Officio molto importante , nelle cui mani sìa la vita , e la morte delfyo si:
Cap« l'ite fa l'offerta di Ciouc , & il carico di fomminifirarli il Tettare CeleHe,
me ne volai al Cielo coiyk/tfF.izgiero Mercurio, la dotte giunto, <- .mparui m-
n triti a Giouc , il qualf fette fiotta fedente alla Regia Menfa,sinondatoda
molte Deità del Cielo.
Trap. Quelle fi chiamano Menfc\oh quello sì,cbe può 'Marnar fi vero ReiRj fer-
rei Tirannide , Regno intiero,& afjuluto , cioè Regno con fomma podefìà, Re-
gno Dittinijfimo, co fi chiamato dal F ilofofo nel quarto della fua Tclitica.
Cap. Gittnto,ch io fui innanzi a Gioite, andai fubito a baciarli ti A /unto-, baciato,
tb'iogli bibbi il Manto Regio, figurato tutto d'ardentifjime Stille, egli mido-
mandò con cerni la Celefie beuanda ilo incontanente andai alla Diurna Cre-
denza, e quitti colmai la Coppa di celefie Nettare^pofcUprefentadolaalgra^
Tadre Gioue t glifecila creden%a% come fi coflumadi fare a' "Prencipi^ gran
Signori .
•Trap. Ter mofirare,che voi er suste pr attico in tutti gii offìcij nobili di Corte,
Cap. Fatta la Credenza, Refill brado prefentando la Coppaa Giouefm quelntm
tre,Momo Dio deimaldicenti ftpofe a riderc,dicendomi,chenonffconuenùut
farla Credenza a vn Dìo, il quale non è fottopoflo né a Veleno, né alla
Morte.
Trap. Non mene meraviglio, per che nelle Corti Vlnuidia i l' % AdulatioM t cla Ma-
ledicenzjt feruonoper Dame <Chonore:Momo,come Dio de i Maldicenti voile
pungerai alqtunto,efar, come io Scorpione, che apertamente dimoerà ilfuo
mordere .
Cap. lo althori vedendomi fare vn feorno tale aUa Ce lefie Menfa, fubito fenz^altro
dire, slancui la Coppapiena di Nettare net mojìaccio a Monto , e non volendo
dte.it net volto a Hercùle,Hercole fent$do fi percuotere ,prefevn piatto pieni
O^Ambrofia ,eslancìandomelo,per mala ventura diede nel capoa Giouejlqua-
lefemendoftpercoffo anch' egli, gridando ad alta voce ordinò , ch'io fufft car-
eerato,e mono? Io in quel punto cono feendo il pericolo grande, pigiai la Tauo.
la con ambelemani.c taf ci cadere fopra di tutti gli altri Deupofcia fallando*
utfopracon na,econ furore, feci crepar Gioue,cm l'altre Deità Jottoquella
Tauolaja quale era divertiamo Smcraldojungacinquatapied.etuttad'tm
pezx°if<Mo quetlo,f piccando vn fatto di Cieloìn Terra, m'allontanai da quel
luogo,pertem* di non effer punito daquatihe -potenza maggiore.
P r , r ™' 1 m ™* e fc*f*l**m: perche efjendo feguha lamonedel Rj, poteU
clT/llT l ^ ùcrati ^ p™™ colconfenfodi tutta la Rjpublicc. Ma
delle JlìlTrf J't mn memfi€ voi WMOtU* Spada,epercbe nonglivccU
£ 3 Trap.
Del Capitano Spauento
Trap. Epofihile,che voiteniate in tanta Stima, cote SU voflra SpadaifareWeU
l*a fate quella di Seanderbecb>ò quella d'Orlando -Paladino*
Cap. "Mi l'vnajiè l'altra: QuejìvSpada,cb'io mifofpendo al fianco , moh'annì
fo^apparue nell'aria^ quando, ch'ella apparueft dùioftrò tanto infuocata^
tanto ardente, che ponem fpauento al M odo tutto-, io Adendo età per liberarti
Mondo dacotanta paura Jpiccaivn (alto ntUa me^ana Repone dell'aria , e
quiuì a vm foryt prefi quella Spada , e guardandoti dentro vi treuai fcrìtto
a lettere d'oro; Sta dotta al maggior Brauo. #
Trap. QueUvfù vn fecondo tiro fatto dalla Difcordia, perche -voi noi mmtaJieuG,
fio a dcfmare>come no fu nè anche couitata con gli altri Dei allefamofe No^
%e dìMeo.edìThm, per la quale cafa, ella gettò quel Pomo d'orosàla Tom
uola,cagi<me all'afta di perpetuapena .
Cap. "Heì legger delle Lettere e nel pronunciar quella parola , c oncorfero tutti r
Brani del TerreSire Globo , dicendo ogn'vno di loro, queflaSpadafiperuiene
a me,chefono il maggior Brano del Mondo;.Quesionò difs'vtio , queSio sì ri-
fpofevn'altro } Tu potrefii parlar meglio t la cofa twtfa cosile tu mÉti per lago
la,dijJevno di quelli; Quado io cominciata udire tate^ tate pretéfioni,per far
1 conofccre t ih'io era il maggior Brauo del Mandole che quella Spada era fiata
fabrkatapermeilapref^ecott ejfa fole convn rouerfùo tagliai per mi%a
tutti i maggior Brauidel Mondo, e perciò non vuoli adoperarla fopra quella
genteìnebrtatadiCelefte Tettare.
Trap- faceste benijftmo; penhejemprtnon lece il brando oprar di taglio , d ice'
l'^iriojìo. Ma che s'hàda-fare di queUa. Valìgie piena direbbe, che voi accom*
modale bierfera t ment*e,cKÌo fui fuor adi caf a per nego .y?
Cap» Tortala al Cornerò dìvenetia con quella lettera ,cuciqtuifopra > e racco*
■ mandala, *
Trap. Vhautte voi fattavederein Gabellai
€ap. Le robbcyche vifonodentro non pagano Datio ; md n'bofattovn Inuentz-
rio } perpaterlomosìrareaiGabelloUh&ai Dat'tari.
Trap. Leggetelo vn poco caro Vairone.
Cap,. Ecco , ch'io dò principio: Inuentarh di tutte le robbe , che fono nella Valz*
rgìe del Capitano Spduentode Palle Infema >per venetia , franche di porto , e
di Gabella ; eprima di tutte, Tuttala Negromantia,Tiromantia ,Onoman-
tia JdromamatGeomantia^Sìrologia, Fifionmia, Metopofcopia , Cimo-
mmtia;'Profpettìua ì & lllujìuadi ZoroaftroRjdeiBatriant, epnmo Inuen*
tor dell' arte Magica. . .
Tr-ap. Queilai tutta wbbadafare ifpiritarla Wgana>etum iDatiart di
netta
Cap. . 1» oltre , dentmd'vna Scatola figillatajon Cera di Spagna yi fono dodec*
SpirìtUfigutatiper lìdodeci Segni del Zodiaco,fettÉtaduo Spirithpetlifi rf
ì*4uq linguaggi dclMwdo^amo Spiriti per quattro Skmmi^tte^ !; r
yeneftcct t e la Alatcmatica a cinereo i»a^ .^^ «.Mttifll
Centomila r«{i Mucidi Zoroaflro .commentala Mchmdo p er/etf#-
Trap!"° ^fZ^yolta.ebeil Corradi '^^Pf t /^ à ^^^
? aY r& t a Malamoco fpiritato con centomila Leeoni il Spirm adoffo :e me ne
faperdmde.eJfendomiosrandigimoamK^matoccafiea^
trabandoamuele-UrcbedeiZafidiyenctia,acctocbefllcuafiequeBoJtma r
lo.eqtieirimportuMtà.Horsòiovòpcrlayalige.
Gap. vd,e raccommandala, e dì al Corriero,ch'cLa raal Gobbo dt Riatto.
£ 4. ' RÀGIO-
%kdàdkék$àk
RAGIONAMENTO
TRENTESIMONONO.
Capitano , e Trappola**
Ercole, Tefeo,7Ìritoo, ed'io, vdendo vn giorno {odare,e
commendare i la belle^ga , e la gratta di Troferp'ma r
Mogliedel Re delle pet cinte genti , a Menarlo Nuncio,
& Interprete de gli Dei, nacqueinnoì vn deftderioar-
dentìffimo dì fendere alle fqualide Riuedi^icberote ) &
quiut rubbarla a Tintone fuo Marito , in queilaguija-r r
ch'egli rubbata l'baucua alla fua madre Cerere .
Tmp. Quel -voler andare ad inuoiar la Moglie al Re della fitperba Dite , era vna'
co fa molto ingiufìa,e contro la Legge legate^hiamatadal Filojófo Virtù inte-
ra^ per fetta; ejfendocbe le Leggimi commandare , hanno tutte perfine, ò il
bea publico,ò quello degli Ottimi^ quello de iTvencipi.
Cap, Coft pofliciìn affetto t cen r andammo infteme a i Regni bui.Feruenuthchenot
fummo-vìcinì alla Città , doue è perpetua-notte: Trottammo in ripa al Fiume
a" 'Acheronte da rugginofaScaffa di Caronte piegata ad yn Troncone d'arbo-
re } arido t feco,fenxa Nocchiero ,e fen%a rimi.
Trap. Come farebbe adire ma Tiatta dafquartatt.
Cap. Defideroft noi,di paffaré ignitamente alla Città di Dife i battendo noi prima
apparecchiatol'Oboldapagar Caronte, il Pane da darlo a Cerbero t il grano di
"Pepe da prefentare a P \utone 7 e la Corona dì florida ornare il crine a ? roftr-
pina,entrammodentro l'affumicata Cimba per traf portar fi all'altra ripa.Ma
perche quel fiume pafiarnonpateuasièualicare fen^a l'operaie fendala faticai
di Catonte^eleffidi fatela fatica dell'lnfernal Nocchiero londeprefi perpar-
tìtodi fpogTtarmì y e di gettarmi anuoto nel Fiume d'*4cberote:Étitrato J cìH"io
fui nell'acquatfìgliaila Barcajopra lefpalle,& a guifa di Leandro notator di
t Ab'ido i moHendo > ebraccia t egambe ì condueei di là dal Fiume Henole^efeOt
eTiritoo, i quali JìauanO dentro l'affumicata Scaffa r
Trap, Potettam ben dire.comediffe il "Poeta ,
Felice Autumed'on , felice Tifi,
Cfie conduce Iti sì leggiadra geme»
Cap.
Cap
rata
«azionamento Trentefimonono. 77
^^dUfacmm rifoluLeJigenarU* W^-fcr oTe f
'ajperian*»" t ; J„a; f** «rotte ftut>ende t dieaid vu inidonei-
tardo :cpercbefempretoccaa^
la porta di Dite,gettand<lia a Terra , e fracajjamww
tu ttol'l*fernotremòpcpandi{fimo {pavento.
Trap. finche àGiauarinomOnganamteruenne quifivna coja jmn fi
S notte glifà attaccato ilpcttardo,e rotta la porta.
Cap. GettìtaàTerralaportadcWofcuriJfma^
P Canelnfernale m ifi}cceincontra,latrandocon tnpU <™
Hercolcpigliand.lonncater.ò.comes'tn^
A* *mIìZ*o- levato che fkil l 'rifarne Cane , cominciammo a f correre per te
7^al^
già. la quale aniaua fuggendo tutta fpauttata;io vedendola la
braccio] Hcrcoleper l'altro, Tcfco pervnagamba, cTtrnoo la preje per
l'altra. . , .
Trap. JIU Vede , chela Regina dell' Inferno non patena fuggire. _ ^
Cap. Vigliatale fk Troferpina,eper le bracciale perlegambe.commciamo a
tirarla in quà,e in Svolendola ogn'vno di nt i per fe mede fmo-.Tiradi qua, tt
ra di là,tira difotto,e tira di f oprala fìneaviuaforZA riducemmo m fMttro
pcz^i la Imperatricedeli 'Unirne dannate.
Trap. U tale, che di Cavalieri, e valoroft Heroi, diuentafle Carnefici , e Mam-
goldidi così bella, e gratiofa Donna. _
Cap. Dimfa, che fà la bettiffima Regina, cominciammo tra di noi vriapengltoja
battaglia.
Trap. Scomediffel'^ìrhflo,
Sonquatro Caualier,c"hanfiflb il chiodo ,
&cetera,fe ben furono cinque,
C a p Z quùl a colpi dì braccia ,e di gambe fi fece l'afpra; e dura tenone -, final-
mente coldeHro braccio, ch'iorheneua di Troferpha ,mipofi attorno a Her-
cole,a Tefeo,& a Tiritoo,gH vccifituttufpauè'tai i' lriferno t rhomat Proferpt
nainftemeja condHffìmeco , hgodeivn tempo, epoì lar'mandai à quel Cor-
nuto di Vlutone,il quale fe la ripigliò per buona, e per bella.
Trap- Qi*ì nafte vn dubbio importate,e degno di gradijfima coftderationejl qua-
le conftfle intorno alla prefcie%a dì Giotte,& al libero arbitrio dell'huomo-.cioè
fe voi erauate degno di fcnfa t à nò: Mcun i fono flati, che hanno attribuita qua
fla apparenza del fine a Gioue; alcuni a gl'influfi CelefX\;& alcuni altri alla
complejfìonede i generanti ; ma con tutto ciò non (i può torre ali'buotno il fuo
Ubero ^irbitrmonde fe così è,come è realmente ;Dalla Voflra volontà nacque
l'cnore,e per quello errore voi merìtaui grandiffima pena,e ftuerijjimo cafìigo.
Cap. Il cafligo lo diedi loro : lo in quel punto era legge viua, e legge morta,cioè
legge, e legislatore . E poi ( he mi fi dà, e che bùio da fare deigii<ftodiftr'ibn.
iiuo,che
Del Capitano Spauenja .
àujO, checoaftfle in proponine Geometrica ì Ma tempoiboma\cbe io mandi
ad malfar coloro , che m'afpettano jperò metthiin punto , in ordine ò in af-
fetto, come tu vuoi.
Tl'ap. E dotte volete mandarmi* f
Cap. Hierfcm fui imitato àfare vna pa rtita alla Tììloìm à ('militata per parte ,
fono ai Monte d'^4ncona,pcrò vattene ratto fono quel Monte t e dì à quei Ter-
remwfamofijjimi giocatori dì Tatla t e di Tallone » ebefrà poche bore farò
con loro.
Trap. S e voi gimearete troppo aUa lunga , io vedo quel Monte riuolgerfi col cui
lo in sà : io vbàfxr l'ambafeiàta.
Cap. frappala afcolta: Se a forte tu ìncontrafft colui , cb'èfolito di farmi tante
r\iieren%e,e ebe cosìfpeffo mi ft caua il Cappello , dilli che da qua innanzi vo-
lendomi falutare , non fi caui folameme il Cappello ima la teSìa dal bujio , e
che à quel modo mi faccia riverenza .
Trap. Echedapoi l'hauemifa lutato fen^a tefla,fc ne rada alVbofìeria da pa fio,
doueft paga vna Giuflina per tefìa , che noi'buuendonon pagherà cofa alcuna ,
Cap. Eperche mi infogna prima del giuoco della Pillotta ,far quiBione con vn
grandi fsimo Brauo^à prima da i quattro Ekmenti,e dì loro da mia parte ,cbe
non fi mou'mo , che non fi menino di me^p -, e che non ci fpartìfebino hi modo
alcuno i & in oltre dirai al S oleiche nafeonda il fuo volto , acciò che il fangue
non gl'imbratti il moflaccio.
Trap . "Hjm mancherà di far quanto m'imponete .
Cap. Và,& obedtfci colui, al cui natale Saturno diede la Gramtà,Gioue la tem-
perane, Marte la for^ajlsole la Gtocundità, Venere la Belle^a,Mercurh
la Facondia,la Luna la C afìitd, e futi gli Elementi le qualitadi loro .
Trap. Ter obbedire la grandezza voSìra mi parto .
Cap. Trappola afiolta di nuouo : vd alla Tofia,e guarda f "e ilmio Tugnale è tou
natodaTS[jipoHì
Trap. Qual pugnale?
Cap. _ "Quel pugnale alla venetìana t cioè quello Stiletto, che io mandai à ^apo-
liper ammazzare quel Caualier Napolitano.
Trap. E chi l'haucua da vecidere 4
Cap. Toccano, d me ; ma per non difeemmodarmi mandai il mìo pugnale per la
pofìa , accio che da perfe vecideffe il detto Caualier Napolitano .
Trap. Se bauerà fatto il colpo-, e che fi fu faluato Jarà fiato vngran fare, poi-
ché in Trapali fono probibitij otto pena della Forca » efenò ilpouero Stiletto
farà fiato impiccato^ morto ; io vè.
RAG IO-
54
RAGIONAMENTO
QVARANTESIMO.
Capitano, c Trappola.
Ottendofìvn giorno farevnbeUiflimo Concerto dì Ma-
fica foprail Monte Tarnafo , trà le Mufe , e le Tierie ,
fni da apollo Mafìrodi Capello, 'multato a fentire^f
quella dolce, e foaue Melodia ,ia quale per mia maggior
commodità m'inaiò il Canal Tcgafeo,Caualcatura He-
rotea , con la {uà fella Lirica > briglia Epica, ejìajfe
_ Drammatiche . •
Trap. vói fòfie nobilmente fauorito di nobilijjìma Caualcatura : lo per me ere-
deua,cb'cgli v'baueffe mandatola Mula diCefare Caporali ( quello dico) che
pafià'l il Mar fen^vn dolor dite fta; hi fomma egli m'inuttò a feti tire vna
buona Muf:ca;la Mufica veramente è cofa degna, la quale efìendo vna delle
fette strtiUberalitCamina conia Aiatematic.i,coh l'airi fmctica,e conia Geo-
metria. ■ !
Cap. Gin>uo t cb'io fuiin Parnafo, apollo fece cantare t» Madrigale a diciatto
■Vocifera il valore del Capitan Spavento , compofio dall'i Heffo apollo Dio
de i Totrì,e capo delle Mufe.
Trap. -Padrone mio, wierauate capitato in buon luogoperefferbonorato^ffcnl
■doarriujtotrà Mufui ,eVoeti.
Cap. Cantato t cbc fuilbclliffimo Madrigale, nacque riffa, e difcordiatràle Mu~
fe,ele Tierie deldifcordar delle yoci,mentre cantauanol'bonoreM gloria, e,
la bruttura del Capitano Spauento .
Trap. io mi mcr.Viigliod'^ipollo,cbe nobaueffe infegnato Vvfo delle buoneoffer
mn%c a qutlie Creature,come capode' Toeti,cbe fanno tut& le cofeubefecià)
baneffefatto,non farebbe fucceduto quel dif ordine , perche hauertbbonofapu-
to,cbe prima s'apprende l'obedirc,cbe il commandare; il tacerebbe il parlare
rbHmiiiarfì,cbe ilfarerefìsìenxa, ileontentarft delpocopià, che delmolto;iL
perdonar l'ingiurie ,e non vendicar l'ojfefe ; il donar le proprie facoltà , e non
figliarla robba altrui ; l'affaticar fi d'effer rimofotenon d'efjerbonorato ; e
final-
Del Capitano Spauento -
finalmentcil dìfpre%£ir quello , che altri bramano , e deftdeyar quello, che da
gli altri vien disprezzato, com'è la pouertà ; perche tutto quejìo s'bifegnaua
ne gli Studi della famofa Grecia: Ma come rimediò ^Apollo à quell% con
te fa) |
Cap. In q:iel contrago conafeendo le none Mufe d'effe'ryupcrkrì nel fumo , e nel
canto alle importune Pierie, e voUndo, che di loro rbnatieffe memoria eterna ,,
trasformarono in vn finito tutte le Pierie intinte GaxXS,o Cutte,comz dir vo
gluma, io vedendo età le pigliai, le feci pi lare } e metter nello Sp'tedo,per man-
giamele arrofto
Trap. Hor eccoti tifine de t Litigicft , e d'i quelli, che contra ragione contendono ;
meglio farebbe (iato per loro di cedere alle none Mufe.efitrfene quete; Perche
cerne dice il Prouerb'w, La lingua non hà affo, e fa' rompere U dofio: Doueuano
quelle Pierie ricordarfe , chele perfone da bene , cattano ftmpre dal tefora de t
cuori loro cofe buone-, e le cattine fempre cofe fceleratc; lo tiramento della lin-
gua è tabUe,e porta grandiffimo pericolo à coloro, che lo difpre%^anoì Poche
parole ,buone ,e breui vfarbifogna t comc faiewno quegli nimichi Grecij qua-
li vfatutno dire,Conofcite fìeffo; istilla poco\tl lente pìù,che afiai,&- altridet-
tijpien'tdigrandiffima dottrina.
Cap. Te late s c he furono le trasformate Pierie,e pofìc nello Spkdo,ordmai al Cu*
co,che faccfjìé guazzetto quello f mi furato Ser pente t nominato Pitone, vecifo
poco innan%i t b doppo dal valorofo cipolline: il C uoco vbediente cucinò le vi-
uande tanto delicatamente, che ogn'vno fe ne leccò pili rottele dita;mangiata t
chefà la HranaviuandJ., feci dare ilbrodo, ch'craauan^ato d'altre Viuande
d certi "Poetiche fi marmano di fame ài piedi del Monte Pavnafo, chiedendo
mercede alle fatiche loro.
Trap. Mercede comèmientc à fìmil "Parabolani, bugiardi, & adulatori, te parole
de i quali fono,come il Cipreff >grandi,& alte ima non producono frutto di va
Ioyc alcuno . Et à quelli tali b'tfognerebbe fare,come fece ^ileffandro Magno ,
il quale ordinò , e pagò quel Cherillo Toeta ignorante, acciò che fi tacefie,e la-
feiaffe lo fcriuer di lui.Hoggidì ogni sfacendato fi mette à fcrìuacchiare , con
fperan%a d'vtile grande, e digrandijjìmo honore , e poi neU'vltimo fitroua tott
le mani piene di Vento, e difeoperto per granéffmoÀgnor ante .
Cap. Tu sirapa^xj molto i poueri "Poeti, e few vai troppo dietro à quejìo tuo ra-
gionare, ti veggio fopra Homero,T'm:laro ) ~4naLr santa, Ouidio,Ennio, Sofo-
tle, Seneca ^tautOtTeretitio^tatiOiTibuUOtCaiutio, h or odo, Suripide, Mar
fiale, Sfcbilo , ^ifeo, Uriilofane, Hefiodo , Mtnandro , Simvnide , Saffo,
t tutti gli altri Poeti, che ti facciano quello : che fecero le Baccanti , al
biaftmaute Orfeo .
Trap. Padrone mio io non parlo di quefli tali, che nominati hauete, i quali hanno
poflo termine al Poetico fcriuere; Ma parlo di certi, ibe per batter letto vn po-
co il Petrarca,data vna vifiaaU'^£rioflo,& vrn feorfa al Taffo,fi pongono i
tontender
Ragionamento Trentcfimo.Lf» 79
» n ier con i piìi «M«it>ri,M0» fapendo altrove fare ìchinmisàchei Voe-
Zhl Toffani , (che fLvmofM f™V nmmarlO fono àegni
d CorZnò-f t conuM^
di nafte.cbe fono chiamai "Poeti da domini.
CaP Tutti quefio difordinenafee da apollo Prencipe
Così amilo difordine Poetico , e di tanti P.oetiignoxantt , nafee foto daL Duce
dei Poeti: ttin quello dotterebbe slpollohauer qualche riguardo, e quMcue
corfidtratione. „ , . _
Tran. U mio parere binerebbe, che tutti quelli, che vogliono remere, e Poe*
tando componere, fusero primaefaminati da qualchegran Poeta, comefmo
tramutati tutti quelli, che fi vogliono addottorare neU'vna, e ned altra profer-
itone . Se quefio fuffe , non fi vedrebbono alle Stampe tante Leggende, f rot-
tole^ Strambotti.
Cap. Tu m'hai fatto venir voglia di pigliar la Pocfia £pi-a,e Drammatica >edt
friggerla nella padellalo* lo firutto dell'ignora»^ di queflì cotalibalordì.
Trap. Sefuffero fritte le dt^Jpecie di Poefta , col Lardo della ignoranza , non ft
trotterebbe huomo,chc diuen taffe T>octa,e la Poefta aniérebbe in ma Ibora.
Cap. Lafciamo quefio odiofì-I^iigionamoito, e pajfiamo ad altra materia: So«-
uiemmi oh Trappola d'vnbellijjìtnotiro , ch'io feci vna volta al brutt'ijfimo
Diauol dell' Inferno.
Trap. £ che tiro gli facete voicaro padrone^
Cap. Efiend'iovna volta guidamente adirato col diauolo dell'inferno, diedi d'rn
piedi così forte in Terra,ch'ella s'aperfetfi diuife in due parti,e feco in vn'ifìef-
fo tempo s'aperfe l'Inferno , ondefìvidde in Maeflà terribile , e feuera ,feder
Plutone in Regio Tribunale , il quale battendo conuocati à re tutti gli Spiriti
d'^iuerno , trattava di voler rompere , e rracajjare tutto l'efercìto di Tancre
di,eguafìar tutta la Gitruralemme conquifiata del Tajfo; loallbora compaf-
ftonando le virtuofe,<& bonorate fatiche dì quel famoro Poeta,e trouandomi il
fìto Poema Herokonellema»i,glielo slanciai nella tefla,egii feci cadérla Co-
rona di Capo.Quando Plutone fi fentì percuotere nel Regio Diadema,dubitan
do di perdere il Kegno,disfece il Conftglio dei Tartarei T^tmi, chat fe l' Infer-
ftt» in yuiiita, nei jho Rcgnotauouanao, che qualcbedmo ne i utoi uiauvu non
dincntaffe Toeta,e fcriuendo non fcriaefie in biafimo di lui,deua Moglie ,e del
l'inferno.
Trap. Infitto il Diaitolobàtimore del Satirico fcriuer dei Poct'hPoetl j>erò fintili
m'^rethi Jyqiialfà chiamato Flagello de i Principi.
Cap.
Del Capitano Spauento;*
Cip- ta * "Pi etro Retino dijfe male di molte per foie t e di molti,e molti Pren
ciph& o^i'vno fernetta il pungolo acuto dalla fm veleno fa lingua; ma per dir
mal di mi (che non potemjnon bebbe mai ardire d'aprir la mente , non che la
bocca , nè adoperar la penna , che 0 altramente baéffe fatto , io temperami
non la fu* penna daferiueret ma lafm teBa con quefy mia tagliente , efulmv-
Tnv^eafauiamente» e quando egli non metitaffe altra lode» meriterebbe
queftafola , d'hauer japuts tacere t vofiri Umori , e nm raccontare § voHji
iiafmh
KAGIO-
RAGlbNAMENTO
QVARANTESIMO PRIMO.
Capitano , e Trappola.
Ci o ^UIIiMmMMk Ili giorni paffuti vfiendo finora dell'albergo mio,compar-
B «ine/ ccf petto del Mondo cefi fièro , cefi tremendo , e co fi
formidabile, cbc'l Sole (vfcitogiàfuora del Gange, e che
già cominciami apparire nella fommità degli alti Monti,
per rifece are co ì caldi raggi fimi le lucide goccie della fre~
fcbijfima brina nelle tenere berbette y ) vedendomi co fi
fpauenteuole m risia , fi pofe in gtand'tffmo fpaiiento t
& ì C amili nel fuo dorato Carro, fi fpauentarono di co fi fatta maniera-* ,
chericufarono d'entrare nel fenticro dell' Ecciitka Solare , fecondo il costu-
me loro.
Trap* E forfè, e fcn%a forfè ancora,
Il Sol più giorni non moifrò Tuo rai
come dice il "Poeta .
Cap. ^tllbora Febo, tutto d'ira atmampando t cotninciò con grondiamo fudore, e
con grandi fimo affanno à sferrare i firn impauriti "Palafreni, minacciandoli,
f cuocendo le dorate Briglie t Tallma tirandole fi tallborarallentandolealcorfo
de i confufi Defirìeri .
Trap. Bifognaua dar poca biada » e poco fieno a quelle carogne d'Eoo , di "Piroo ,
d'Etoofi di Fiegonei Se batte fiero battuto a far meco ,non giouauaaTiroo ,
l'effer del color del fuoco, ad Soo l'effer candidaci Etoo l'efftrconufco, & a
FlegoneJ'effer tutto negro,cbefen%a batter riguardo alla nobiltà de i loro Ma
felli a buone bafionategli bauerei fatti entrare nel Cerchio fignifero .
Cap. si quell'infoliio fpettacolo,a quell'infinto fpauento,& aquetl'infolito roma-
re fi fpauentarono tutti i fegni delZodionegr abbandonando i loro fotiA *Al-
bergbi,fì ritirarono tutti fpauentati infume, e le Stelle , ebe fogtiono far orna-
mento al belnottuno Cielo,fiettero per cader nell'ibi fio, e la Luna fi fece pai'
lida in vifla,& oguicorpo Celefle fi riuefìì difanguigno colore .
■Trap. Sò che ti Timore faceua le fitte fienaia sù trà quegli Orbi Celefii.
Cap. Tremò la Terra d'mfolito remore , l'^tm diuenne caìigmof* , ofctira, e ne-
gra,
Del Capitano Spancino
$t&\U Viete fi fpauìntatona,glihmm\nis\m^
diflìmo, i Fiori perdcronoil lor colore, & il verde ;glì ^tugelletti tremarlo,
non più temprando lafciuette notte, e le V tante trà di loro vrtandofc ,fi rompe-
rono tutte,e tutte fi fraca^aro. Ì *
Tup. Crcdo,c\xfe Uriflotitt non fuffc flato morto,ouerQ t ch'eglifuffe flato yìuo
iitqtteithnpo,non battendo fapttto cono fcere,nè intendere la natura, e la ca'gio.
nedelfluffo,e delrefluffodel Mare, che cir coda Calcide Città dell'I fola di Ne-
groponte, farebbe mono in quel punto, non fapendo render la cagione jpercbe le
cofe Celefli trema(fcro,e pauentaffera delle cofe Terrene.
Cip. Conofcend'io aUbora il pericolo grande ,an^j grandiffimoj temendo ch'ogni
cofa /e ti a idaffe nel profondo dell' Jibiffo Infernale ,fubito raffermai il già
turbato , e minacciante ciglio , e riguardando il lucido "Pianeta con manfueto
■pólto,fgombrai il timor da Febo, ritenni il corfo a i Deflrieri , fèrenai l'^lrìa ,
Manfucfeci le Fiere , refi gli fmarri ti /piriti a gli buomini , vendei ilfrefcoal
Vcnto,r\iornìi ilverde, & il colore a i Fioriteci baldan%pfigli ^tugelli,efi.
miniente fermai le "Piante , tutte ne ì loro /oliti foggiani ì .
Trap. voi poteuate allborafoggiungere,e dire,ceme diffe Ciro Re de i Perft a" fuoì
Soldati ■i^Amicirmei raUegromi molto, di vedcruituttilieti,contenti,cbeb ab-
biate abbondanza ditutte le co/e, e ch'io babbia con che remunerare cia/ebe-
,duno di voi fecondo il fuo valore . v
Cap. Afaodi quello, chem'aumnne l'anno del fettantctdue,douendo fi andare con-
tra l'vdrm.tta Tttrcbe/ca .
Trap- Co/a notabile per certo : e -poi all'incontro douefle gouernarui da prudente
Capìtàno » cioè douefle cercar di non morir vecchia, e canuto, come alcuni to-
glionoyma difpre^tato ogni perìcolo, conofeenio ilbìfogno,douesìe cacciami
netta folta ,c far cofe stupende, e poi neWvltimo douefle imitar' \Auguslo,Tita,
c Traiano,i quali furono fempre pronti a follecitare,a pregare,^ a perdonate.
Cap. L'anno dunque delfettantaduc, douendol* firmata Cbriflìana andare cotta
l'armata Turcbefca,feci vn Jiobiiij/imo penfi ero d'ardamene con leì,òioef~
ft,can vaffeWo differente dagl'altri,e differentemete ancora armato,e monito.
Trap. veramente pen fiero nobUiflìmo,e'buono^ e/iendo voi Capitano molto diffe-
rente dagli altri Capitani.
Capi Fatta , 'ch'io bebbilanobUifpmare folutionc , andaida M ariano mio gran-
diffimo amico , e da lui mifecipreftare la Naue del Sole , da luifabricata con
fommadilXgen%a,trarte.
Tra p. Voi er aitate in quello ancora differente dal Turco , peri b'eglì porta la Lu-
na,& voiportauiil Sole .
Cap; £ra li Nane del Sole adornatala di vittacilfime fiamme , fofleiwta da vn
Leone,e da vn Crocodillo;Ottenutta, ch'io hebbi la belliflima Naue, vi pofrfo-
prail Fàtapcr r Hocchiero,i fette.fianetti per Marinari, e le quarantotto
Intagliti Celefli, per. Soldati da combattere .
Trap.
Ti ae ìonamcncoQuaraiucfimofcCoiido. gì
r Munita cheiobebbila^jiue ditutto quello t thelefaceua dibifogno ,vt
P ' Jataifopra; ponendoti il piede dejìroimanzi.perfegnod, buono ^ugurio .
Trap rintendvcome farebbe àdiniltonar dalia dcJlra,o dalla fmeslra, o ve-
rtfome dieeilToeta , •
Qual deftro Cor'uo,ò qual manca Cornice,
(febendoueuadircfviiJlra.Cornue)prodigifolitidaoJferi4arfi tra gente Ido-
Cap. ^Montato ch'io fui j "opra U marauigliofa Nane , fecijpiegarc i piegati Imi al
Vmto'firandoallavoltadi Leuanteper Vento Mae/lro;ò per dir meglio alla,
volta del perlofo Oriente, e mentre ch'io men'andaitafolcatldo il Mare Egeo ,
per ritrouarmi con l'armata. C bri/liana, mi venne non volendo incontrata
l'armata. Turckefca.
Trap. Etalihoranon valfc dire/come non vale)io no» me lopenfnMa,dice il S a-
uio,che non baflafapereben condurre le f uè genti alla battagliale tionftpre-
uede,e prouede il modo di poterle ritirare ; e fallarmi gran bifogni .
Cap. Incontrata, ch'io hebbi la Turche fca ~4 rmatafui da quella in vn fubito cir-
condato, e cinto, & in vn fubito ancora abbattuto , e percoffoda tanti colpi d'-
<Artiglieria,cbe fu fornài 'arrenderle così fàprefala Nauedel Solerei Fa-
to, co i Tiane:i,cou le quarantaottto Imagini,ela perjona mia.
rrap. Qualche Hekrco, ò qualche Grecovifecela fpia:Bifognaua flar qtieto pri-
ma ,& innanzi della partenza , e non palefare il fuo viaggio-, Etvfardi dire
quello, che falena dir Lucio Metello, che interrogato da'fuoi Soldati quando fi
darebbe labattaglia,rifpondtndod'iffcJeiocredeff\,chela mia camicia fapef-
fi il minimo de' miei penfteri , e di quanto bà nell'animo in queit'bora ifleffala
getterei fui fuoco,nè giimainonne vcjiirci ale un'altra.
Gap. Fatti,che noi fummo prigioni,incatenati,e febiauij^mmo cendutti a Con-
Jìantinopoli, innanzi algran Turco per Trofeonon mai più veduto il maggio-
re. Quando il gran Signore ridde così beliamosi ricca,e così rifplendente Ora-
ste, inuaghito dell 'honorata,e glorio fa preda;cominciè con preghi a perfuader-
ci,tutti a renderfi della legge Afahomettana, promettendo a ciaft heduno gra
dijjìinx degnità, e gran te foro .
rrap. O quella è la majjima:ò qua ti voglio .
-ap. Mlhora il Fato,i Vianeti ,ele quarantaotto Imagini allegramente diedero
il sì ;& io Rimanendo o/linatodijjifempre di nò dicendo, che il mio non era de-
sino ineuitabile^ihviopotiuaqueHOfCheiovoleua; Qttandoquei Eafcià V\L
firiintefero l'oflinata mia voglia , minacciarono di rendermi Turco Xatbile ,
cioè per forcai chiamarono per ordine del gran Turco vno de' fuoi Tapajfi, il
quale in vn trattocircondfe il Fato, i fette Tianeti, e le quarantaotto Imaml
Cclcsì'i. *
rrap. o guarda S unnet,cioè chconcifione,che fù quella ì
Del Capitano Spaucnto
Otp. Circondai yche furonoe fattìTunbi tutti gli feguaci miei', il gran Turco
sommando' a dttgeto Giann'nger'hcbe mi piglia jf ero, & a viuaforza mi fate f
fero circonciderei Non bebbe a pena aperta laboua l* Imperator dell'Ottimo,'
na gente >che tutti mis'attuentarono alla v'ita , covatami Cani arrabbiati , e
quitti chiamato vn Uro Bdrbieto, mi fecero rader tutta la teììa, e tutta la bar-
ba,sìibe iopareuail Culod'vna Scim'iOidi Barberia ilo in quel pm t o,fdegnan-
dod't farmi Turco,e d'effer radato'm quella manierajeuai il rafoio di mano al
Earbiero,e con efìofcanai il Barbieri Fato,i Tianeti,e te quarantaotto ima.
lini idapoi fuggendoyerfo Vera, [aitai fopravna Nauedt Greti carica per
^leflandrì&d^EgittoJpiegai le Ve\e,e fphando Fentocontrariaalm'iotami-
no, cominciai a fojfiar, netta, Velagrande con tanta rabbia, e con tanto furore *
chein meno di quattro giorni faida CofiantìnopoHayenetieivelocemente tra.-
/portato*
Trap. £ y'm San MarcopttMare } e per Ttrr*..
1 /
fZINXlXOMO
RAGIO
)
JM^ jb* <»
RAGIONAMENTO
QVARANTESIMOSECONDO.
Capitano ,c Trappola.
ICO RD*AT l ò Trappola di far fàpere a quella S ign*-
ra,chenon mi conofóe,ò che s'infinge di >;on mi ccnof ce-
re, ch'io fono il Capitano Sp&uento da FalÌinferna È
quello che a ire Dadi vinfe la for%a al Deflirto , quella
che a Trimiera guadagnò la Kunta alla Fottuna,queU
lo eh e impregnala r ì^ t itura i qHeUotbefualigìò HTem
po , quello che f conico la Morte , e quello che fece tk"
xArckonmto ilgran Dianolo dell' Inferno.
Trap' Credo eh e quejle parole in lei faranno zffetto coni rario al roler "pofìro \ e
chein vece d'amami, v'odhràmortalmcnte.
Cap. Soggiungi poi per temperare l'afpro,c timido ragionamento,che la brauurt
mia è amabile alÌSHtopa,mirabile all'africa formidabile all'Jtfxajt fpanett
tettole alfa durata jtmerica» t wpHf?liPif , flwn : ,
Trap. Questo pur pnre:peri bebi fogna ricordar/i, cliele Donne per natura foglio
no d'\fpre%jrarc i fuperbi ,c ridi.rfì -le i mìfetabilv.e che elle fono come l'acqua, e
come l'argento viuo,cbenon ricettano Imagine alcuna .
Cap. Dille, ch'io h voglio per mia Signora, e ch'io la rogito condor meco,foprail
mio Galeone, e condurla alla roltadiT^apoli >
Trap. Di che portata è coteflo yvflro Galeone fe fi può faperc ?
Cip. Di dugentomiia botte >fabricato per mano d idvgojì quale per fabricarlo ui
pofe dentro tutta la Sclua Doim.t ; gli ^Alberi , e l'antenne del quale fono le
"Piramidi d'Egittb,le Vele i fette Cieli, la Toppa, l'Arabia felice, la Trora U
<ArabiAdeferta y l' dimore il fole perdutele Gcmer.c, i Viaggi di Mano Y<J-
lo, e U Satwn* tutta d'tpenper'hd'itigauni, e di Jlratagcmi militari.
Trap. _ Quefla vojìra Signora fìarà molto commoda;e potrà per fuo diporto veder
di belle cofe , shhdofene a federe in me^p al Galeone .
Cap. E fegmtando il Gdeonico inuito , dille cbefubho giunti alla bella Fartene-
pe,voglio legami feco in nodo maritale,
L 3. Trap.
Del Capitano Spauento .
Trap- J quefle parole, & à queffa offerta fard-facìl cèfi, ch'ella accetti il farti.
tOjptrcbele Donne fogliono c/fere co i gentili humane t co Uomfi affabili; e eoa
ifuperbi orgogliofe.
Cap. Soggiungile quefìo ancora,cb"to voglio,chc le none Not^tJ fieno molto ptk
belle, e pià fontu<ffe,chc non furono quelle dì'Bacco con ^irtama ,queUe di Te-
kocon Tbetì,e quelle di Cupido con libello. ^ftcbe;e die io ordinerb s cbe Mar-
te , & Hercole Hiano alla "Porta della Sala , douefi farà il Banchetto , che le
Mufefuon'tno, e cantino alla Menfa,che Giunone ,Tallade,e venere diano l'ac-
■ qua alle mani , che Gìoue ferua di Scalco , T^ettuno di Coppiero , Plutone di
Trenciante,e tutti gli altri Dei fermio per Fantine per Scudieri da portar le
uùìande'mTauola.
Tiap. Io prometto pcrlei t eprometto,€h'ella venirà fenfyhto;? elìci voi, efeZ
lìcìffima leipokhe farà così benc-aceempagtiata. 0 quelle faranno 'Ho^e; d.
quello fdrà yn Matrimonio} & i Figliuoli, che nafet ranno di voi, non faranno
più, come glìh abiti degli Straccìaroli,fattidimohi pc%gi;Sòcbe alla voBra
Spofanon interuenirì quello, che interuennead vnamiaparente , k quale per
bàtter dato hi yn cattino Marito, non fa-eem altro, ohe piangere: e tanto pian-
fe , che le fue lagrime formarong yn Fonte , il Fonte VnRufcello,u Rjtfcello
yn Torrente jl Torrente yn F'mme^- ilM'yime vn Mare,dentro delqmlena
uigauano per perdute tutte le Donne mal maritate, dentro la Barca del Pentì-*
mento , tirata da i Remi della Difperatious , e guidata dbl£Q.dio,e dai Do-
lore, '..-jjtàtisv..,.'.,. .' .'
Cap.. . Rkordal^cbevengaignudafulGaleone^perchevogliove/ìirla fiéitOicbe-,
faremo giuntf in Napoli.
Trap. dolete, ch'ella venga ignuda fui Galeone, e che ì Marinatila Vegghino^
quel, niodoi Ricordatati Signore, che fubito veduta, ogn i Marinaro pigliar a \U f
Juj^Compaffo inmano , e Varrà cominciare à compaffar la voBra Carta ài
Na'uigare , folo per faperequante miglia fi potranno fa rt t'bora col Vcn^oda
* Tramontana yà da Sirocco, • i . ,
Cap . t>ià e , che in 'Njpoft Jìàdel continuo a petto ti Fòndaco-dcìla gmtde^t '
jrita,nel quale fono drappi d'honore,e di gloria, da vejìire qual fi voglia bella*'
\egratibfà Dama,echediftmiìi drappi andarono pompofe, & ornate le JDonné. :
dell' jìffirid,della'Partia ì dellA Mcdìa,dàla Terfia,dellaMacedotti*,le TrO-
ianejci hmne-fi le Tofcane ancora^ e eh' ella farà di quefli bsUijfimi drappi tut-
ta vefìita.tutta pompofa t e tutta o» nata.
Tnp. Le dirò infume, come nel Matrimonio , il Marito è il eapo principale, fi
come il capo e principale di tutte le membra del corpo humano:E che al Mari-
to fi covuiene il commandare, & alla Moglie fobedircìc che nella Spofa deb-
bono cfleriue cofe prhicipal Carità, e d' ' Jtviore,dwend'e\la dalla cajfa del pa-
dre portarne fecola Cafiità,e l'amore rkcucrlofubho,cb'cntranellac-afadcl
Harito;à fìne^h'ella fappia^om 'egouernarfi con voi .
Ragionamento Qua ran refi moiccondÀ g 3
, g che rjdanod xJMarito.
TgV» che fortaccr.be le Donne fono certi Animali,}* quali poferoin dubbio
^'fittone ,s 'erano parte, ipidi ra^ione-.ònài Ritordandom'tancorad'bauer tre-
pata ferino in Untar Sacro,chc m'-glioerad efferc ilpegg'whuomodelMon
do.che lamtglior Don <x dell' Vniuerfo, voglio dir c, t l>e non è fc non bm fatto
i'auuertirla dioguimiimtia^ernoì. batter dapoi ti/atto à contendere ,&àpen
titfe-
&p. Non mancherai dunque di tuli auucrt'menti ; £ per darle animo racconta-
le qualche fitto egregio , qualche fegnalata prodezza , della perfona mia , i
fine, ch'ella fuonfalicol fapere,cbe bauerdper Marito vn'bmmo brano, e'fio
golare.
tap. Zcvojlreproue fonotante , e tante, e di sì gran numero ,cbe?*Arifmet\-
ca ifìeffa non le potrebbe annouerare;&io ne bò tante nella memoria ,cbemi
generano ma confusone tale , che non sòda quale cominciare .
ip. .Afcolta Trappola, raccontale quello , ch'io fono f et dìrti:Dillc t che Zona-
(Irò Hfde' Battriani,e primo inuentor delfine Magica(perque&o,cheftdì~
ce)douendo nafcereinquefìoTerreno Globo, mando innanzi vn meffoà dire
àfua Madre, ch'egli voleuanafiere neWiHeffo punto del mio natale ; e come
trouandom'io nelventre Materno per mfeere, e per venire in questa Terrena
Mole,fentendo lafuagratidifjtma arrogante profonùoncjnirifolfi dinafeer
prima di lui.
ap. *A tuttclecafe è buono d'effer ilprhnoiè così.
ip. Così nafeendo nacqui lagrimando , come fogliano nafeere tutti Ì ragionatoti
difeorftui » e communicatiui t & egli nafetido dapoi di me nacque ridendo^uaft
deridendo, e beffeggiando ilnafcerm'w.
rap. In queflo Zoroaftrohebbe del malcreato^ deU'irrefpetteuote ; & voi che
. facefie all' barai
tp. lo aUboraf emenda quel dìfpregto, tratto datt'fra, &ipena nato, gli diede ,
yn calcio nel culo, e di nuouolo ricacciai nelventre difua Madre .
ap. Voi facete molto bene,&à quel modo fi caligano gli audaci e troppo te-
merarij fimili d lui.
{>. Quando la Madre di Zoroafiro nominata Éritto Tejfala Maga,vìdde queW
atto, cominciò a gridare , ordinando alla Magia Venefica , & alla ÙubolìcA
fue fidate Ancelle, che mi pìgliaffero, emiajfogaffcro nel Fiume hetbe, acciò
chepiunonfifapefjinuouadime*.^..
ap. E che c afa fecero quelle indiauolate fantefeacciei
lp. Quelle federate femmine mi pigliarono incontanente , & à vtua forzjt
rm euarono dalle mani della mia genitrice, e mi gettono nel fiume dell'.
Obliuione.
"ap. Solo perche di voi non r'manejfi memoria al Mondo,
L 1 Cc.p.
' Deì Capitano Spai/eflt© «
Gap. GiitoÌù,ch%fììt;eU' Jcqna Fatale, comiiaciai fféìto inmtar contatila fa .
73, e c oh Mnt o furore, ch'io proctllai tutta l'acqua del Fiume Lethe , e /ri
o/wa mi.i cJjì vrÀHia, e cai bombile la fortuna di quell'acqua, che Tluio-
nc.Vrofe'rpinaMinos; tacce B^adamanU che eratto in Barca per pe fare fe-
céro ''naufrago, é fajfógkrono. ■ _
Tra Quello è fi fine della viaggiar partede pefcatm . •
Cap affondata jh'io riddila Barca delfìer Tlutone,ment andai nuotando iti
uajadflue fui raccolto dal Tempo,ihefet.e slatta sà la /penda del Fiume, get-
tandoti dentro vnfafcio di Scritture ,crmpofle darn numero infinito di "Poeti
balordi', il quale mi fece aliarne ,enntrircnel Tempio dell' ttemità; edille,
che quindi nafee , ch'io fono in queflo Mondo almo x & immortale , e che ve-
ncnd'ettameiO diuenterà parimente alma,& immortale.
Trap. ' lek dirò:e per figlilo dholle ancoraché attilli rinfe Hettùre, Tete, e
Calai farpie^admoiSerpifiiafonegli incanti,? liffe le Sircne y Perfeo Me-
dufa,Tefeo i Centauri,Hercole Cerhero,MeIeagroH Cignale, a pollo Pttone,e
che voi'hattete vinto l'Inferno co)} fatti i D\auoli,ViauoletthC Viauolacct, i kt
v'erano dentro.
Cap, Qve ilo fola bafteraper indurla drcnire-.hor vd t cam!tia,e tornatolo *
Trap. Volete voi,cb'io le dicale fere nato piangendo itome voi midiceflei
Cap. DìUe qjtello, cbetttvuoi, e pjìrialeicome huomo .
Trap. ■DiroÌ!e,che voi fete nato pìangcndù,vìueteiidcndo,c che morirete fofpirart
do, poiché così fanno tutte le perfine, che Tengono in quella Vaile di miferie*
Cap. Vbuomo dm bauer memoria delpaffato&oueyno delprefente, e provider:-
•A ittlfutiìro» .
Trap. VbwtmdebBe alluminar ■Jtl'tntellettc , conto fptendere delle fetente
Cap. pegno di biafmo è quell'huomojb'è ignorante àfefleffo, efauioad altrui
Trap. Vhuemo'faujo,nonpuòeffe~rconefiwt6,fencnda'vn % altrofauio. •,
Cap» Vhuomodebbe piùtefèo moparfi Jen^a ingegno, cbefcn%a gratitudine ,
Trap.^ fhmmonbn debbe intere ftvarole ornate ,maft bene con opere vinttofe.
Cap. Vbuomo ,chebà libera la volanti .non debbe curar ft d'bauer [aggetta U
per fona.
Tra p. Vh nomo fauio mantiene in riputatone ilfuo S ignora
Cap. Vbuomo ft debbe affaticare di viucr bene, e dì meglio morire .
Trap. 'L'bìttmo cattino nafee per morìrè,& ilbuonopcrviuerc-
Cap. ÌHnio^m,cbe'svcx\de, due volte muore.
Trap» L'huomo teme della morte,perche non penfa alta vita..
Cap. Quell'huomofimoftradibajfoammo; che teme diqnel[ecofe,th'etnònptto
fuggite**
Trap". l' buona gode di fentìr raccontar lefue prodezze , & così fietc uoi, e per
quefio voletcch'io le racconti alcuna volt a , & borami mandate a race ontar-
le alia voslra S ignora.Horsù ie nò-
, • * RAG IO-
RAGION
QVARANTESIMOTERZO.
Capitano, e Trappola.
V 4TTK0 gra Sapienti fi riduffero vn.gkrnofopraì
' confini deW^ifia , ddi Europa Job per parlamentare
in fumé, e per conofecre di qiaf gemere fujje la bty-
Ulti 4 O. /KM. e;' • Itìfl t*! V'WU't
Salnitro dovettero trattare de i tre generi ici^
Demonratiuo,Deìibcratiuo,e Giudiciaie\ecol Dwio-
, flratmo lodarui,ò biafn/tarui; col Deliber attuo perar-
' gomenti , e pervia defempi Ciuffo ,e colC indichile
per mc-^p de gli Entimemi far'il mcdefimo ancora .
Cap. BJduto ,cbefùii quadripartito C on folio delie pià Sauictcfte del Mondo ,
cbcfànell'n elle [ponto tra Seflo , & ^tbìdojopra yn.i Qalca^atC,ome èco-
fiume t de i grandi parlamentare fapra i Confivi , & i; m&p all'acqua dapoi
d'vn lungo contratto , il più V ccebio difie , che la Brauura mia altro non tra ,
che vnrcfleffu della Brauura di Marte ; il fecondo dijfe, cb'ettanon tra altro ,
ebe vn'ombra della Brauura d'achille -, il ter-%0 dijfe , ch'ella altro non era ,
the vn fuoco di paglia;& il quarto diJfc,cb'eUa erarnfymo efpojìa ai fiato di
raiitofo Fento^. .. it . : .>A<,Wt>^wTVi '••< w u« • tv«
Tia. Sidiportaroiio molto in. ite : Dou^uanoJt\jr faldi fui genere D'woflratino.,.
lod.indoLa Brauuravojìra, comeficoiiu.enista-efenon voleuano lodaruiin vo
ce ylodarui-almeno in fcritto , comefaceua Jfocrate , ebenon orauamai ; m*
' daua le fucOrationi' ferine . ,.\ cw/ n&waV 1 '
Cip, (( Martcpùo Luogotcneiae , che fe ne fiaua feonofeiuto tri loro , per intender
. qnclb t cl)£ fi \ trattata dime , intefa l opinione di. ùa{cbedmo } f ubilo mi fece
auitifito per Mei rio/te [no Capo di fwadra . fo intefa la conclusone tenuta [o~
pralabraHUra mia , comparuircpenteinqneila parte facendo moflra , efpet-
uà Odio, c furore .
Tiap. QuelU fùbuonijfima rifoluthne ,'ma l'ondami irato fàcofantolto pre-
(•pitofa.BtfognatMricordarjì t cbedofiehab)ta qucU'ejfecrabil furia dell'ira,
, L 4 «èil
Del Capitano Spauento. .
né il Marito, con la Moglie? nèU "Padre col Figlio ;nè'l "Padrone tot Sento),.
[ può viuere in pace ; l'irato nelcolmo dell'ira fempre dà cafligo àffai maggiori
del demerito .- E perciò "Platone nelvolerpunirevnfuo feruo,al%ando il (trac-
t io, flette fofpefo alquanto^ paidijje) io voleva cafiigarcoJluì,& bora cafligo
ne fttffo,ejjendomi lanciato trafportar daWìra- J
Cap. Gian», cb'hfuiati'a prefen -fa di quelli quattro Sauij del Mondo, diedi loro
vnaocchiatacoftfofca } cofitorua,coficdiginofa^coftnegra,cb'ellerej}ardns
peggìo,ebefemimorte,pofcia f6ggiutìfi convote minacciante, che fide ) 'dice fie-
ro diquanto haueuano detto inpregiudiciomio,fenon ch'io m'app&reccbiaua a*
far di loro crudeliffima Strade . !
Trap. "Perdonale mi "Padrone, H voflro fi vn ragionar troppo fuperbo , bifà-
gnaua andar con molta flemma, e con grandi ffima pxtien%a ,percbe (come
ft fmldire }la pattern^ file pene dolci, e foauì;el'i$patien%a le rendei
acerbe, & amare , erkordarfi , chela fuperbk nonpiega mai lo /guardo in fé
fteffa, etb'ella è madredelfimpatien^aie dell'arroganza, e che l'ignoranza*
che è fua nutrite accieca ì fuberbi , e gli accompagna con l'mnidta s econl*
maleuolen%a. , guidando il fitperbo il più delie' volte al non veduto preci-
puo. ;àk\yt#M ^R^^^fR
Cap.. Le tefle di giàmminatt fìleuarono tutte in piedi } facendo fegno di volermi
dare afpro,efemro-cafligo .
Trap. £ fe yolem no lo poteuano fare - } per che lafo*%a lorofiaUa nel R ègn o,e nel*
la tirannidi: T^el %g»o conie leggi, che è il Regno buono^enella tirannide r
chè è taìhìqu*, e fenica legge.
Cap. Io vedendo allhbraycheft trattmd dipena,e di cafligo, la feian do in diparte
ogni douuto d'bonore , t dirheren^a , portato dall'ira; che tuttauia ardeua, e
bellina nel petto mioipigliaia v'ma for%aquelli quattro Sauij del tnododì fior*
\ ticaì di' propria mano, e delia pelle ne feci vn "Pallone, ai qualedkdipoftiavn
Cidi iocofì grande -, ch'io lo gettai fuor aéel Mondo, fola per non hauer fitputo 1
emojeer la bramirà mia, lodarla , & esaltarla fino alle fidile . ■
Trap: Il voflro fu vn gran farete fà cofa contira ilgiuflo,e cDntra Plrtnefìo. N«J
fapete voi, che fattola Giuflhiàhabbiamold"Tittade, il Culto diurno ,l' obe-
dimzj.Jàveruà,laGtatitUdhe i lulÀb^alitd,la-M'aim
\ t che per loro nemiche babbiamo l' lmpietade,l' ^tuarixvt',lai rudcltadc-,1' Ol-
traggiosa $ prezzatura, la S'uperbia,il luffo, là"Hfmi(ìade,la Mcn%ogna,e
h Spergiuro i'e fe voi lofapeuate , a che fare vnatofi grande fcappata ì Voi
paff.isìevtigrandijfmo peritole: Ma la Fortunale de 1 Ta^ifc'a Wtf » dai
pur lo traffe,&c come diffe l'^Ariofìo: '
Cap. hi cotal guifa fi punirono quelli , ò coloro , cbè fpariano delle grandette d*
trui,ecofi fi cafligano i Detrattorie Maldicenti . '* >° l '
Trap. ti Maldicente è fìmUe al fiumi» che porta vìa le immonditie dalle fpetide,
e macchia fe medefimo,
t Gap.
t? 3 giofiamentoQaàrafltefimciter2ro.
ronodiqiicHanaturtr.che doue corre il cajìigo, coti tifi w andare il frac--
;]■;.,,:; ; ..... ........ ke doue corre il cajtigo, coi* ^wanuare il brac*
T ^Ì^etrél\ n fuperh centra l'altro fuperbomacht vioccorfe contri
Ca p KuZ2ò:%udov M yolta .elKegnodi Tfr&to^f™
°^itfL Donna Grecarne ne andai diJttcad vnfuo C-^/"»^
miamnrofamente,emcntre t cb'io m eneandauacam^andoy,ddi^
lmge,mafamofa bicanWncc, la quale colgono dè futi Magici VcrJi,bMt*
tu a ritta for%a tirata la Luna di Cicloin Terra . .
Tiap. Cwdfcwfc *»«t Stregaribalda,deg*a delfttotoordinario edtlfuoc*
? eterno. Mi ricordo d'bauer letto in V ergitela certa Maga,<heccn lafor-
z* de'fnoi Verft faceta feender la Lunadal €ielo,e che Medea fcderatifrma
Magapaflandoperla Tejfaglia rersòlacefla de'fnoi Veleni , edeUe fue Ma-
lie in quelti parte , e the per quella cagionequelli della Tenaglia furono repu-
tati Mae/iridi cotai'arte. ■ *
Cip. Gimto.ch'hfm in quella parte ,viddils Luna dijlefa per terra, la quale ej-
fendo nclfuo pieno (detto plenilunio, ) pareuagiufto vn Tallone fimile a qncl-
la,chegti andana per Fiorenza, facendo ferrare tutte le Botteghe degli *Arte-
giani.lo allbora per pietade,c per foheuarla da tata mifcria,la prefij&avfan
%a di giuotare al Vallone , le diedi vnpugrln co ft grande verfo ilfuo Cielo, c bt
ella portata dal furor di quel colpo ,fraca(iò tutti gl'altri Cieli fui endo cade~
re a terra tutti gli Dei dtlla Celejìe C orte .
Trap. O fenti quell'altra ,ò quitta sì, the è contrail giuftodiRadamantccome
dice ^iriHotelc.
Cap. Quando Saturno; Giouejl Sole, Venere, e Mercutiofi ridderò perterr*^»
abbandonati , e dereRtti,mi ftraccontmandarono con gr»ndif}ttne preghiere .-
lo allbora diedi degnorecapito a tutù, facendo Saturnomio M-attrO di Cafa ,
Ciotte mio Spenditore,M arte mio Palafreniero, il Sokmio Cuoco, venerea
mia Serua , Mercurio mio Canouaro, eia Luna qual'era parimente caduta con
l oro feci mia Lauandara .
Trip; voi vi porta/le fecondo ilgiuflo ciuilejlqllale è il vero-guitto no e ff end' altro
la GiunitiatcbeimoajfatharfiperaltriMuendoJolorifgHarfo
import a,cioè pigliando l'honore per premio f non l' argentone l'oro,per lo qua-
le l'buomo cattino diuenta peffimo,& ingiujìo .
, Cap: Difpenfati.ch'iobebbigliofjìcijtrà quelle pouere Veità,eaduteintantami-'
feria, me ne andai a diporto per quelle Tefjaitcbe Contrade , e nel ritorno poi
ch'io feci almartiale ^Albergo ( che dovunque iovò trouo femprc apparec-
th'iato) trottai lagatta , ebefe ne /lana al fre fio [opra lafenefha t la quale
bitofibe mi ridde cominciò a parlare .
Trap.
Del Capitano Spauento
T«p^ Douewi effetto, notte deli' Epifania, nella quale-tutte le beflie parlano , e
voiVAironetcbedkettialtlor.it
Cap. lottato fìupidomifcrmaipervdire ,efmto ch'ella dice e feria Luna co ft
trasformata in£ompagnia degl'altri Dei , folo per fuggir d'ira , eia jer/ff «-
tione d'vngrandiffmo Gigante nominato Tifone, il quale haueua giurato di
voler felimangiare^ d'inorar tutti vini .
Ttap • Voleva farnemas,né meno, come fece Tolifemo de i compagni d'vliffe.
Cap. Intefa , ch'io bebbi la cigline della trai fermata mia Jcrtutàdicafa ,mi
po fitti aràmo di f irne fubita , &sfpra vendetta , e cofi posami in agguato ,
me ne Haua dietro la porta del mio Pala%jo , attendendo il mofimofo Lcflrì-
gone,e non molto rei Betti, ch'io uddi comparire lo fmifurato Gigante, il quale
■et idi sì fmifurata grande-^a » the con la tefla fuperaua i putalti Monti-delia,
Terra , toccando cont'vna mn;ol'Oriente,e con l'altra 0<. ridente , gettando
feria bocca ardattijjìme fiamme di fuoco ; Io vedendolo coft grande, cofific*
ro , e co fi mofimofo , poft mano alla Spada faltandofuora a dìfeoperta guerra,
€ con vn rouer fogli leuai ambedue le gambe di fo'tto ; Caddè a quello fmifurato
colposo fmifurato Gigante ,enelcadere in terra diede sì gran colpo, ch'egli ft
■ ruppe ilnafo -.dal quale n'vfcì fuora tanto fartgue,the formò vn fitmeil cui
fiume correndo verfo l'India, andò a formar il Mare Rubro , dentro del qua-
le s'affogò Faraone con tutto il fuo efiercito . Fatto queilo , entro quello ,gii
tagliai le bracria,e le eofcie,e dei fuo corpo feci vn Chitarrone ada Romana,
delle fue budella compoft le corde , e de'fuoi denti ne feci i bifearì , fepra del
quale cantai dapoi la grandiffma vittoria ottenuta fopra lo fmifurato Ct-
gantCJ.
Trap. Questo èginflo vno dì quelli auuenimenù , come raccontano i Ciarlatani
in baco fopra le publi; he phi%je : riman etti altroché dire per afpcttar,che yen
gal'horadeldefmare .
Cip. Totrei dir miUe,e mille cofe di maggior portataidìrò foio,ch'io fono buemo,
& Imomo fortmato,an%i fortwaùjjimo .
Trap. I beni della Fortuna per molti accidenti vengono meno } e quelli della vir-
tù fempre fìorifcono . < ì
Cap. Lafortuna fi finge con le mani aiate, per dinotare, che velocemente ne do-
naye velocemente ne toglie . fwiOi
Trap. . Beni di Fortuna, edi T^aturàfono fottopoHi alTempo , & alla Mcr-
Cap. ì beni di Fortuna non jlà la Nobiltà , nè meno in quelli di 1\atura ima,'
1 folo in quelli dell'animo.
Tuip. La virtù è laradìcedritavera Nobiltà,
Cip". Due fonole N6biltà,l'vnaèCeffernato ) & allettato in patria inolile, l'altra
è i' 'e ffer da chiari progenitori d'i ij cefo.
* Trap.
Ragionamento Quarantefimoterzo ... 8 1
7 n *' za&fèclrne m ritratto coperto d'v» velo, ò d'altra cofa tradente,
^P* ìJlTrimlc di moflm fi cosìperauucrfa ,come per buona Fortuna.
P & ifigUd* i Rcpenarcnelle Tombedell'ofc riffim ccarcen ■ ,
Cap LMobiltàLècofa»*^^^
P mini farìbbono Nobtti Gentili,bifognaguadagnarfela con tbmrtì* dcflr«.
ver (andò [udore di Glona.c di Vincerne bofetto »° •
Trap. Hauete ragione :andiamo i percbe e fuonatalaoradeldeltnarc.
RAGIO-
RAGIONAMENTO
QVARANT ESI IvlOQV ARTO.
Capitano , c Trnppola .
Sfend'io vna volti gratamente ammalato, Marte mìo
Luogotenente madò Peone Medico degli Dei perni-
filarmi, e per porger rimedio al mia gran male.
Quel Medito Peone doitrua efier vngran Filofofo,
effondo Medico di tutte le Deità del Cielo , e non dò-
nette fare t come fanno la maggior parte deinoilri
Medici , t quali danno molti rimedìj ad vn infermo ,
perche no cono fcano il fm proprio medicamentosa
donette funami alla prima.
Gap. Comparfo, chefà ti Medico Teone, e conofeiuto il mìo male,fubito ordinò ,
che mi fuffe canato dugento libre di fangtie dalla vena crmmme,
Trap- "Padrone mio voi douettate flar molto male,colpa de i molti di fordini fatti;
perche ftfuol direbbe l'hauer la complefiione debile ,e Cappetitodifordmato,
cagiona in noi tante,e fi dìuerfe malattie ,
Ca p. E perche non fi trauma Barb'tero al propofito, Gìoue a preghiere di Marte,
mi falafìà la vena commme con vna de {noi fulmini ardentuallbora Hfangtte
mio venne f nord con tant'ìmpetofi con t ito furore^ 'egli catti* giacchi a Cio-
tte ,& a tutti i circondanti .
Tiap. Voi bauefie vna gran ventura nell'abhatterui in vn Medico fortunato^
in vn Bdrbicro fauorito dalla Sarte t E per dire il vero, meglio è l'effer medi-
cato da un Medico amenturofo,cbe da m dotta,e fetente ;perciò che applican-
dogli aforte gli vniuerfalì a i particolari,dona lafanitd all'infermo il più del-
le volte non volendo.
Gap. Camthcmo hebbi gli occhia tutù i ór confanti, ver fando il f angue con lar-
ghtffimt vena,altazaì i» vn fubìto tutta la camera; il cuifangue moltiplicando
per la vi rtù del caldo s e del boUire,fotmò di fe mede fimo vnfame rapidi(fimo t
il qmle correndo per tutta la Città , fi fece tanto grande , ch'egli s'aliò ìnfmo
alle fjneftre delle cafe .
Tnp. Cantra quefia sì grande effufione difangue U Medico Teonedauette rima-
* nere
Ragionamento QuaraurcfimoqiiaBto. 87
rteva Bitffalo.comegli 'altri M cdici,confujo trai' Urte, e la Scienza, t r à gir.
n J*Met(ab"& i particolar'uctrà l'attiuo,ù ilcontemplatiuo.BifognauaPadron
™ofare,come fatinola maggior parte dei Medici , i quali non pigliano mai
Me4icine,&ècofanotiflìma,cheil7ion impacciar/» eoa laro cagiona lanoflra
hnghifiimafanità. . .
Cap. iovedeudoil pericolo grande,e come la Cìttàtuttaftau*pctii$ogaY)e,t>rat
il fitto a me,& in un f abito mi ritornai in corpose nelle uene tutto il (angue cioè
coneua perle contrade . . *
Tup. O quello fìt altro , die dire , come d'uonala maggior piarle de i noftn Me-
dici, Recipe Diacatoliconper purgar' gli Hurttori , Lctutario di fucco di Ro-
fc , per purgarla Collera , Viacartamo per purgarla Flemma r Diafcna,d
T Mole de Lapisla%idi per purgar la Melanconia, Scamonea per purgar di
nuouo la Collera, Turbiti per.purgar di nuouo la Flemma 'yTilloleCecelric-j j
per purgare il Cervello, Tillole Lucis per purgar gli occhi, TiUole Hermo-
datili, òVitlole fetide per purgar le gionture dtlcorpo bimano : uoi facefleLJ
quello, che non bauerebbono fatto tutti i Medici, e tutti i Medicamenti dei
Mondo,a ritroitartti in corpo dugento libre di fangue,cbe uelocanentc correità
per la Città.
Cap. Ritornato , clfio fui in prillino , fui fare un rottorionella teflaa Giouc con
una buona Maf ebatata , per lo quale purgandogli humori maligni, in breuif-
ftmotempofece acquilo della fmarrita fua luce , e coft dell'iSleffa maniera fie-
nai ancor a tutti gli altri con lamiaFiftca con lamia Medicina.
Trap. yiqtteslo modo fi me dita, ciò è con medicamenti dolci,e foaui, e no con afpe-
rt,comefoglhno fare alcuni Medici. Molto più (icari fono iLenitiui,la Cafìia*
il Rcubarbaro,l'^tloeje l'agarico, ciré non èia Scamonea J,' Elkboro,la Collo.
qitintida,cgli altri Medusamcntipetkoloft,e(fsndocbe la, Me duina è piàtofl*
arte re(ìoratrice,cbe fattrice.
Cap. Sanato,, ch'io bebbi Givuc con gfì altri fttoì conforti , mene andata diporto'
fuora della Città ,là dotte caminando entrai in una profonda Valle cinta djL>
grandiffitne Montagne, e quiuimipofta cbiamareun mio ferito, chemi porta-'
uà dietro una Colobrim da tirare alle Merle,» rTor4i,&. alle Cornacchie; di-
giuns'\o,uicn fuora foggmns'eUa .
Drap. Bellifìimo contrailo fu quello, & alquanto riditelo fo.
a rr q " ltlcn fma^riMmddi quella non e/fer perfona,cbe mi rifeort-
acjp.:m*folo una noce cagionata dau'alte-rz* dei Monti, fidai concaio di
ausila u.ilie • e mentre a ... . . a. a r- ■ ■ • . ..
te : e mentre meno (latta penfofo,fentò chiamarmi, edire,am\co
mio
- foccorfo foccorfo, aita, aita , entra quà dentro-a quejlo xauernofofpeco, e toR
(occorri lamico tuo. ' — J v>ViU J*
Trap.
, Del Capitano Spaucnto
*Trap. Crandijftma parala fu quella dicendoui mimico, è chiarxandeui per jimì-
covipofcingrandiflìma neceffità difoccorrerlo,effendoche l' Amichi*, èvnn
dimore ,cbt \-nafce da duo voleri eguali^ di eguali condhionì,c qualitadi; tal-
mente t che quando la voce ilffe fittoti Capitano S pimentatila doueua fen^al-
tro effere vn altro fìntile avoi,£r erauate tenuto a focco rrerlo, poiché foceor-
rendo lui , era vnf occorrere voi siejfo^non efiendo l' \4mko altro , che vn fe
midefìmo •
Cip. loatlhora fentendomi chiamare per rèmico ,ericardaftdomi,cbe all' mimi-
co fi dette defiderare ogni bene , pur che non fta diììmttiuo dell' ^imkitia ,feci
penderò d'entrar là dentro i manon conofcendolo permio eguale,Baua indub-
bio di /occorrerlo ; perche come tu fai l'*4mk'u'ia non fi dà fe non trà gli
eguali, . , .
Trap. E veroqueUo, che dite; ma è benanche vero, che l'^mkitia fida tràgli
ineguali ancora ; come farebbe adire irà il Trencipe , e l'huomo virtuofo :
quando però l' mimico virtuofo ecceda tanto in virtù il Trencipe, quanto il
Trencipe eccede il virtuofo in grandezza j& aquefla modofidàl'*dmicM4
trà gli ineguali.
Cap. Dotte è molta difuguagliamca,non ft pub mantener F*Amkit'te ; finalmente
feà penftero d'entrar là dentro all'kcauato fafìo t foio per vedere, che mimico
era quello, e di quakfpeck, perche l'^imkuia trà i buoni, è la vera Amicitia,
el'altrenò.
Trap. Nella vera Umickia i buoni fi congiungono co ì buoni; ma nell'altre Umi-
citte ft congiungono tutte k forti d'buominidke il Filosofo .
Cap. E perche la vera, eperfma Umtcitiaconfifiein ecceffo,t foprabondanta
,d' amore t e non potendoft trovar lecce ffofe non verfo d'vnfoh, aumentando
grandijfmo amore nell'amico, ebemi cjiiamaua dentro l**4lpina t c cauemofa
grottamirifolfi d'entrami.
Trap. Entrato che voi fotte nella Romitajpelonca , ebev'occorfe digratia Ta-
drane^j .
Cap. Entrato, ch'io fui nel eauato faffojni fi feci contro vna helliffima donane,
dicendomi àrnica dolce, ^Amkatmfon'io , che innamorata del tuo foprabu-
man valore ti fono slata attendendo moiti,e molti giorni fononi quefìa opace
fpdonta
Trap. Buon prò vi faccia Tadrone,vo't trouaHela robb* cotta,e la Tauela appa-
recchiati,! là doueflefeguìtarl'óppenionedel Filofofo , che non dà vacuo Òt^
ttatura:talmente f ibcuoiladou£ftcfcniìrc .
Cap, M fentendo quella effer Donna innamorata dell' eflremo mio va hre,t bia-
■mandami mimico dolce,e fapendo, che l'amkhia appetifccilfu%fmile,come
. il freddo il caldo, l'bumido il feccoMbmtto libello , laftm'ma ilmafcbio, eia
materia la forma, fubito come materia cor fi alla forma , e la informai d'vr.t->
buona materiali che nel informarla rimafe pregna di me al primo colpo .
* Trap.
Ragionamento Quarantcfinioquarto. 88
r . ^ ffaracm ft fi atra ptegnar le Don» e,&a chi noti da Un'ima non le pigli,
P x Mandole c bhmi in foccorfo il fuo ricino.
Gap. Jngrauidatacb'iohebbiqueUMilfmaGtoua
Trap' d %TchTamichu t non può ilare fenon trà quelli, che riuvno infime fc
bene fi può ancora effere amico con vno,che lontano j,a ; ma celai, amuitte,J t
domandano arnicitie da Bagni: ella diffe d'efferui àrnica , e, ;m bautuamai
mangiato,nèbeuutoconvoi,atale,ihelacofananpctemflare.
Cap. Ellafoggiunfe,e diffe io fono nominata ECHO,e qut dentro mt mtVW »
fato
pendo,
tagratioj* -
di Dian*£ffefia,Tartorito,cb'eUabebbe,mi rifolfi di partimi da quetl alpe-
fìre fpeioca,& andare altroue-.onde, la dolce mia Signora corfealia bcccadeUa
fpelonca chiudendola con vngrandiffimo Saffo r'mo;di maniera tale, ch'io non
polena vfeire da quel Cauemofo fpcto,perla qual cefa redendemi chìufo,e fcr-
rato, diedi ma feoffa coft grande,e co/i forte, ch'io feci crepare queWaliifj ma
Montagna in quattro pe-^t , l'vno de i quali fracco fsò la te sìa all' Oriente, &
l'altro all'Oc cidente,i'rno al Me^o gicrtio,& l'alno al Stttcntritne ,wno
■venni fuora, equiuilafciailamefchina trasformata in Saffo, per la meraut-
glia,eper lo ilupore di quelli* atto formidabile, e tremendo .
Trap. Con gli amici buoni fi rine bene,e coni cattiui (ifà cattiuo fine .
Cap. Ter romper ramicitia non r'èpià faldo mododell'oilinatione .
Trap. Del buono amico femore ft deue dirne bene, e del cattiuo, nè bene, né male.
Cap. Coluì,che fpretgai buoni configli dei-vero amico x non è vero-amko } cft de-
ue fuggire .
Trap. Gli amici veri,megHo fi conefeono neUapouertd,cheneUa ficcherà.
Cap. Dotte è commune ogni cofa, qmui,èam'tcitia. , e deuenon fi troia quello, M
non ètnè^Amicìtia.nè Giuslìtia^
Trap. Cattiua amtcitiaèqueUafhe fimantiene,ptr l'vtile, eperhdìletto, cme.
auuiene tra Meretrice, a Bertone -
Cap. Ogribucmo naturalmente e amico dcU'àtlro huemo .
Trap. L'huomo cattiuo non ì amìcodife ficffo } nè d'altri .
Cap. Trà diffimilìnonpuòefftrenè*Amicitia>ì riè Giujìitia.
Trap. Nlunoeteggerebbc d'ejjer felice fen%a amici .
Cap. L'amico certo,neWc cofe incerte ft conofee.
Trap. Laverà amhitìa altro non è, che tua fomma. vmtme di tutte le tOfe huma-
• ne, e dittine*
Cap. vnojolo è it rem amico, e mùgli altri Ci debbono chiamare bemuolctsti .
I rap. Vhuomonon kàpoffeffwne pìà fertile delrero, e perfetto amico *
Mp. "Hj>n ft debbe mai giudicar trà dinamici, tffcndofor%a t chc rno di loro ti
l'iman-
Del Capitano Spauenro .
fmangànémko-.bttOnoègiudkartràdHonemic^pehbe vno dìlsra nel fine ù
rimane amico.
Trap. Tacilo elegger amici bìfognaefscr uria* negligente .
Cap. Sì debbono odiar'i nemici degli nemici t & amar gii amici de gli amici.
Timo. La nemkitia tende atgcnerale,& Vira al particolare.
Cap. Afelio e l'amargli amici ,cbei dinari , efìendo l'ami tòta vinà , e l'auari-
Trap.' W T'atHtco fìnto è fimileal vetro, il quale bàfembimxa di vero CbrifìaSo^e
talefofte vokon quella me/china, che vi c biamò dentro à quell'antro, e poi la
piantasìc colà trasformata in duriffima Selce.Horsu andiamo pure a mangia,
re infieme , perche a quefìo modo meglio ftmantenerà l'amkitia , che e tra di
noi , bruendomi voi di già dichiarato per vofiro amico > c non per vofixo $ er-
uttarci ,
Cap, Così è , andiamo pure.
è
RAGIO-
^mp* w^?* ww?*
cCJf e,COM> J55^5 eJsaw 1 ^3W> e^5b
RAGIONAMENTO
QVARANTESIMOQVINTO.
Capitano, c Trappola^.
*Apn\,che le feroci, e beUkofe Jlma^nlhebhero vw-
Okdftì /a moire rft i loro propri Mariti , e dato a quelli
f degno,& honorato Sepolcro emetuf-ro di v'werfdol-
A tediti Maritali legami, dt mefeotarfe , ò mifchhr-
& IfyTjiDv^j ^ ' A . certt tem f l can ' * <W) emmcM , rkeuere U /e
ì me di quelli t che erano f^alon/i nell'intprefe di
Alarle, vecider tutti i nafeenti Fanciulli ,prcftruar
le femmine* tagliar loro la mammella dtfira , & alle-
stirle neU efferata della Caccia^ nell'vfo militare delle battaglie e àtlltfea
ramuccie. * J
Vap. Qpetmeftbkrfea certi tempi con gli buomhi , e pofeu non più inftno a
nouellajìagione, hauetta pià del ferino , che deiChnmano : E mi pare Ja tran
cofaefo Donne,& in tanta gran numero potejlero effer cofi continenti; ricor-
dandoti d hweSmtefo dire , che vna volta il Senato Romano trattaua di vo-
ler conceder molte Mogli ad vn Marito fola , per accref cere il Topolo di Ro
ma, tlqualeera venuto meno per le molte guerre , e che le Donne ime fa di an-
darono , esplicarono , che ad ogn'vna di loro f uff e conceduto molti , e molti
^ Martti,chtanftmofegno della loro sfrenata libidine,
*p. Stabilito, che hebbero il loro parere di viuerfen^a marito , crebbero, col
• tempomgrandiffimonHmerocongiungendofiognvna die [se coi hroconUicU
I m, recidendo i mxfchi, & aUeuando folamente le fumine: concilerò Infie-
medtnonuiucrfcnx* Capo, guida, feorta , e D U ;e; onde radunato il Confi-
I gliodelle pmfaggie , e delle più Tubili crearono tri di loro due Regine , l'uni
, nomata Martefia.e l'altra Lampedo: Martefia ricchifsima d'argento,e d'oro
? Lampedo dotata di nobilifsitno, & altifsiwo ingegno :
, Sta ringraziato il Dio delie difgratie , poiché vna uolla quelle Femmine Ci
ffroalgiHjìo,&él'bonefloai?latom,dUnlì tele, e di Polibio ,ma
mwc4tgomno eUffen quelle Femminee II Filo/ofo nei libri della Reptt
Hlca,ne ; libri delle Leggi, e » ei Lt y f0 dd [fjgno,pone cinque fpecie,a madidi
Del Capitano Spauento .
R\ppublìca : chèli Rjgno,la Republicaambitiofa, Ugouerno de i pùchiMgo.
umo del Popolo ,eU Tirannide/io m'immagino , che quelle Femmine t'appi-
gliafferopiu tofloalla Tirannide, chea qual fi voglia altra forte di gouerno.
Cap. Createle furono le duefamofifime Regine, condufero col confenfi dell'al-
tre Senatrici,*' Andare con gr officimi efferati M'acquìfio dell'altrui Regnico-
lo per accrefeere la grandezza delle Umaigonì Guerriere} co ft d'accordo
Martefia con grondiamo efiercko prefe il fuo viaggio verfo l'Europa , &
Lampedocon altro non menonumerofi,e grande, fen'andòalla volta deh" ^4.
fia,le quali con felicitimi progreffi vhifero,debellarono,e re fero /aggetta quafi
tutta l'<Afia,e tutta l'Europa alla potenza loro.
Trap. "Potenza grande, an^igrandifiima , ò và fitto a una di quelle Femmine
1 Guerriere , e {abietti f e tu puoi: difsi ben'io , che quelle Femmine hawebbono*
pigliato il gouerno della Tirannide.
Cap. Fatto l'acqmfio dell'afta , e dell'Europa , fé ne ritornarono alleS tìfiche
Contrade in ripa al Fiume Tauai, & al Fiume Termodonte , li douefecerolz
raffegna di tutte le Femmine del Regno , e trovarono eternate molte , e molte
^tma-^Tonitlequalinonerano punto inclinate né alla Catciajiè all'armi JWJ*
filo eranahtente all'ai godila Conocchia ,& al Fufo.
Trap. tamaterianondoueuaefìerbuona,comela forma.
Cap. Ceduto quello le faggio, e valorofe Regine jonclufero, che t loro tonuitìnì,
nell'almi, eneìdilettidì Venere non valeuanopiù vn Zero. Cmofciuto ciò,
fecero penfiero di mandare perla perfontemia , hauendopiimamtefi per fa-
ma, come io filo betHam ad impregnarle tutte .
Trap. Tadronemhvoifarefie fiato buono per le Donne della Lidiajequah baue-
uanoper cofiume di goderfe prima con gli Amanti loro quantovoleuano, e
poi prender marito, sò che ogn'itna n'hauerebbeuoluta una pancata .■
Cap. Conc£ufi,e Habiltto^h'efie hebberofipra la per fona mia;maianno-Ie>pnn
cipalidel Regno alenarmi [otto la feorta dì Pania filea nobili/sima* vahrofif-
ftma Guerriera: Seguitaronola btllhofa 'Peltifera,QrithMnthpe ì ltippolì.
UMcnalippe,Mintia,^rpalice,Mufephila,Takflre,F^
phimena,& un numero infinito dìbellicofe Pelt\fere,ch'io non nommo.Quelte
valorofe Guerriere conduccuano vn fuperbiftimoC arto d' Oro tutiomafiUcio
ìnterfiatoi 'argento alla ^.rabefiatempefiatodi perieli Diamanti , e di Rw-
bini, tirato da quattrocento Cor fieri, macchiati di varicolori ifilo per levare
laperfonamia. , c r r s
Trap. vnfimile non credo,c he hauefii Dario R e 1 de i Pcrfnquandofufconptto^é
Meff andrò Magno quando fece l'entrata in Babilonia.
Ca p. G imte, & armate, the furono le valorofe ^ma^xoni , Tantafilea efpofe
I'ambafiiata a *i me delle due Regine Marte fu , e lowpedo , pojcy mi fece
motate fipra l'aurato Carro,e mi condufie nella Scitici innanzi alle due poten~
tifarne R egine -, là dotte fui ritenuto con grandifslmi honori , e per abbreviare
Razionamento Quarantefimoquinto. po
-, ^«amento» quella^meÌHgrwdai le dueRegìne duecento / e /w 4 .
Sam inette ,le quali nafecndo nacquero mite amate alla Scttia , co»
£ lo. o Felce in m<tno,ò Acttte,cbe vogliaaodire . ^ \-
Oqw.le siche furono generate dibupnamaterii.
ìngLidateJeiobebbHedueRegine^
Tr
Ca
inirauilar ..
t recent od tiorno , rendei talmente popnlato quel Regno , cbegli cornine,*»*
à morirfidellafame,non battendo grano a bafianz* per poter fi mantenere. •
Trap- Vàie rUuceslca <*r a,tdij Ytmo numero, & agrandifumo bi fogno, ma come
poteuatevoi Padronemio caro , refiftcre atante femmine , e fodisf are atante
nature infattibili , poiché fi fuol dire , che tre co fe fono infatiabili , la Terra di
CalaueriJ' Inferno d'animerà Donna d'amanti .
Cap. Io veramente cominciai a piegare, & allentar nel corfo,e diuenni tale, ch'io
pareua loro vno flallonaccio vecchio, nigbictofo,e poltro.
Trap. 0 qua ti uoglio; perche come la Donna conofcel'huomo fatto debili \e fiacco
negli afìalti di venere ;fubito fi prouede d'un' altro , forte, e robuSlo ,fo%o per
f atiar fe, e per cattar] r elau9glia dell'humana carne.
Cap. Quando le Regite, e l'altre ^ima-Z7^ni.tonobbero,ch'ionon valcuj più un
foldo negli fpafsi di Ciprigna . Subito conclufcro di farmi morire difìentonef
fondo d'una altifsima Torre .
Trap. Ed eccoti il fine mifertbile de gli buomini troppo la fciui,e troppo libidine/i,
cioèmoi ire allo fpedale, in prigione ,ìw galera, ò vero fopra vna forca .
Cap. Pofìo l'ordine, e datala fcnten%a,fuiprefo,e poflodentro l'ofcuriffima Tot-
re, dalla cui cima fi feorgeua il Seno Perfìco , il Mar Cafpio , e quello delle Za-
bacche : Quando io mi viddi ridialo a cofì Urano partito , fpic cai vn falto con
tanta for>ra, e con tanto furore , ch'io sfondai tutti ipalchi della Torre , & in
vn tratto pcruennfalla cima della forte prigioncjà douegionto, e dato vna vi-
fla nell'aria, viddi Dedalo,cbc fe ne andana fuolaTgando per l'aria, ilqualefu-
bito,cbe egli mi vidde,fe ne venne a me,& intefa Ihifìoria del mio male,fubt-
to mi formò due grand' ali, e con effe me ne volai pofeia in Italia lafciando
quel Regno, e quslle femmine arrabbiate per loro eÈlrema libidine.
Tra p. Voi facete molto bene afuggirui da quelle femmine befìiali, perche final-
mente la firetta prattica,e continoua d'vna Donna (ìmile a quelle ^Arna-^onl t
fuolt effer molto dannofa,non eff end' altro la Donna Venerea , e c attuta, che ti
proprio va fo di Vandora,douc rinchiuft fiatino tutti i mali ; ò s'io potefsipar-
lare, direi pur tanto mal delle Donne .
^*?> Dì pur quelh t cbe tu vuoi delle cattìue ; ma lafcia fiar le buone.
M 2 Trap,
Del Capitano Spauenro-
Trap* "Padrone mh per darprìncipio a dime male, dirò chela Donna Cdttm,
e libidtnofanm sàrkonofcer beneficia , nè perdonare offefa ; e che ftrfua na-
turai è cifrale , e volubile : Martello dell'anime , mele auuelenato 3 pania
difceleratezge , puntura d'^ifpide , e camma di Morte i la Donna catana , e
■iuffarìofatfah la fua libidine dìshowratutte l'età , ìndebUifce lagiouentù,&
cfibiguei-t vecchk%$a ; te Donne firmll fono quelle Circi,the incantano , <&>
ammaliano gli buomint ; quelle Morgane , quelle Faller'tne , quelle Medce 3
quelle oleine , quelle P sfife , quelle Clitennefire , quelle Meffalme , quelle^
^igteppine piene dì sfrenata Iibidìn e , quelle San fughe , che fui ciano il fa ngue
delle ucne, qtteUe,cbe rabbino le fofian%e alirui ,e quelle pervlrimo , ebenon.
fanno amare ; masi bene odiare, & in fidiate .
Oj?. Tdci,percbetubaideitQ molto, febentn<mhùdmo&btàan , zg->,
IVST1TJA
è
RAGIO
PI
Wz&^W w^* w^*
4^ ftj^f «a55w eJS3b tJSàk <MS3tó 3?
RAG IO N AMENTO
QVAR ANTESIMOQVINTO.
Capitano, e Trappola .
^ipitand'io tmavoha nella Città d'^itbene, epaffeggìan
do con la mìa [olita altererà , e col mio orgoglio , fotta
quei "Poetici , dotte publìcamente fi leggeua fa Filofofiaì
i h quella lìngua, acciò che ogni minimo artefice la potef.
fe apprendere, fui da ceni Scolari ^ttbenìeft, con rifi, e
conforrifi derifo, e beffeggiato alquanto.
Tt&. 9as ^ rm ^ m Quel modo di fare è proprio dì tutti gli Scolarti quali
come vedono vn volto nuouo alle Scole ,che babbia cìera d'ogn' altroché d 'i flit
dente, fubito cominciano amormorar di lui,riderfcne,c farfene beffe-, & acciò
che voifappiate, quefti tali fono quetli t cbe dicono,cbe lo studio delle fc'icnve £
vnoabifìo,& vn viaggio coft lungo , e •fatico fo , che penfando l'huomo di con-
durft alfine, ilpiù delle volte fi trotta nel ?ne^o del camino , abbandona to fo-
to^ balordo; e fondati fopra quejla loro opcmone ,fe ne vanno allefiuole, fola
• per confumar l'entrate, far delbeWhumore,delbrauo, e per impedir agli altri
Scolari lo fludiodeWvna,e dell' altra prof effione.
Ca P" Z edend ° Ì0 la mal(t cnan W> & 11 P oco "fa" 0 ti quegli ìnilfcreti Scolari
dtfiloro vna carta dì villania di quelle folenne , dicendole per vltimo , che ani ■
dafjero a fiudxare,& apprender l'arte del ladro ,e quella del Carnefice fe voi
leuano viuere,e guadagnarli il panc^>.
Trap. Buono a fede: trattando il Leggifia da ladro , & il Medico da Carnefice
fentenxagià data tra i'uno,e l'altro proj 'tfjore, cioè,cbe il Legifìa andaffe in-
nan^comtiUadro , e che il Medico gli andafie dietro fruendolo, cornerei
fare ti boia ti fabbatomattinancH'horadelpublìco mercato
ddIZ l dZ dat °^ ma[t ¥ lcand0 dal1 '"»* « ' dall'altra parte .finalmente
^^^^^^^^^^^
, co, jc H.VM. 1. hwfJY.ro, bauerebUno prxeJuto ,onvoi d'Jtrama-
lucra;
Del Capitano Spauento.
rileva : Madirò,comedijfe Tlatone,0 Scienza fe tufujftconofciuta dattbuo-
mo , quanto farefii amata, & offeruata da lui i ma perche quei tali non [ape.
nano, ibe la Scienza è la vera guardia dell'anima , vfarono quella imper-
tineirfrLJ. , . ,
Cap. ^Accentila dUfida^&Jl ce mbattere a fwgolarxerum^ m dtp ih m'of.
ter fi dì combatterlo folo0ntratuttiloro.
Trap. voi face'sìemolto bene , facendo loro conofare , che la voflra confiderà
era neU'vna,e nell'altra forte%xa;ncllaforte%za dica, che confile mila rebu.
Sleiga neh membra ,e nella gagliarde^ a del corpo, & in quella forte%%tu
quale bà per proprio oggetto il mal fupremo, che è la Morte offendo veramen-
te forte coluUtbe in guerra giufia,e per fine dìdifender la Tamara Giu(ìitia t
e la T^eligionejnette anfibio la vita fua,non battendo timore, e poco manda
UMùtteiflejfa. • t
Cap. \Accettate>tbt furono ledisfide daU"vna>edail altra parte, gh Scolarti-
'thtnhft, quelli di S parta, quelli d l \4rgo , quelli di Thebe, e quelli di Micene fi
pofero infime ^minando in Truppa per la Cittade .emù armati, foloper in.
contrdrmheper farmi fecondo l'ufan%ahro vno 5 colaftìco affronto,
Trap. Qnefi'èl'oriinariodegnfiolari , c delle *Njtioni; le quali come fi fentonó
cjfefe, s'vnifcono infiemeper far qualche acciacco ^vincerla Zuffa,a torto,
èaragione*
Cap. ' Xom quel mntre mi pofialf ordine , amandomi della mìafolita hramr«u
e del mio folitoyalore : e cefi cambiando per la Cittade mi venne incontrata
tutta la Scoksìica Turbala quale fattami fi -piana, pofe mano all'armi , & t
primi ad ajfalirmi furono ^riflarco ì ^ippollonto t .Apolhdoro i Urrone it Alef.
fandroMilefio^ncbomaco, *ArìRopbane r *AriflQnico, ^felepiade, $pmio s
£rate,Cato,Crafàùo i I>ifcorio i 'Diomedè t Domitiano* Donato, Hcllàdio, He.
ioduHO,Hermolao,Mofc6,ThUofìeno, Ntcanorre, Scrìtto, Vaìld,Mebrifcia f
Calepmo,Bebelio,Terrentmò ) , Prifi:iano ? & altnarmatìttstùdi targa Grani
matuale,e di Spada Staglatoria.
Tra p. jliU Fede,che i Vedanti furono i primi a cacciar fe tnnan%f ; òche gente
sfacciata,sperqmfÌo Cefare Caporali fimefie a fcr'mere diquelfuoTedantet
come fi sa mei cui genere di fcr'mere hàfuperato tutti gli altri Scrittori^ poflff
termine allo fiftuer burle fee* '
Cap. 1 kcond'tadaffattamifuronOyVcmofiene^tfiniopolo, Parmenide, Cicero*-
ne t Horter>fio,Efcbinc, Zaffimene, *Aetio TbiliilHlio ,Tcmponio, Cornelio
Tacito^Mntovario,Soffrone,St,ipitio, Theodoro, tuffo, Virginio, Quinti-
licwo,Serapione,Simmaco s -Pericle, Quinto Ortenfio, tgefia, Lucio albino,
C*rbBrìe,acafìfio t Carneade,lhinto CaluO,& altri armatiti targa giuditta-
h^di(padademonslmtiua^delibaaùua % •
Trap. <A Dio Logici^ Dio B.ettorki,ancorarciveniftealla Tjijfa ì oquantt Sìh
iogifm f, ò quanti Entimemi , è quanti Argomenti douefte voi f Untiate almh
RnmonameittoQuarantefimofeflo. 9L
m.Jroneè Ma guanto /fwrfi WM.cte^/irfflW^'^f^^pw^w.
r T2comtdirfifu'Ae,effenìo prattko neUe%uffe4Ì fmtttab > amenti .
r\.« l 'terzi a rotimi cantra furono,T ubai, Enfiane, tapa, ^rwae, Aft«, la.
^^is Vhtnme^M^Hem^^Dweto^tì >ìcue,c Ima, Coreb^
trttì quoti erano armiti di Targa Frigia,Lidia, e Miftolidu . |T\
Trap. UnoaiproftfiridcUaMtificaPM^
rauwlio, poiché la maggior parte di loro fono Ruffiani publia degli Scolari, e
douèfì mangiamone fi bete* fifa qmlcofa altro ancora , vife ne trouanojem-
pre mailer render maggiore l'mfvlen'za degli Scolari.
Cap. J quarti che mi fi fecero cantra furono Archimede, Diodoro^rcbita^nu-
lonc,Euclidc,Dice.xrco,Dionifio,Eudoffo, Eupompo , Zeufi, Marmo Tappo,
Paufania,Tolemone, Tolomeo, Scilla , Manertino, Timofiene , Diofmodoro,
Hippia, Eleo , The odoro , Circnea , Leodamo , Tbafio , € utoftone , "Proclo,
Tbeone,-Njceforo y Ifaccio, Cenforino, Alberto Magno , e molti altri amati
di Targa Geometrica,e di Spada lAtifmetìcale .
Trap. 0 guarda vegliaceli f ancora i prof effori delia Ceometria,e dell' 'Urifrnc-
ùca,fi pofero in dolina co iloro numeri, co i loro Squadri,cco i loro Compaf .
fi { ò che venga il canchero a quanti fe ne trottano .
Cap. I quintia mouermiaff alti furono, Atlante, ^tlcapitio, ^tlij, Albumafar,
^inafmandrOjiAppolloniOjEHdoffo, ^Archita, Hipparco, Manelio, Manateo,
Mefone, 7<{igidio, Oenopide, "Palamede, Protagora, Tbalete , Sulpitio,
Tbeone } <Anafiag*or*iBorofo, Sojjìgene, Melone, Tarnuntio, Suida, T>{oce-
fpo , lulio , Marnilo , e molt'altri armati di Targa fallace , e di SpadaGiu-
diciariiUi .
Trap. Infitto a gli viftrologi Merano contrarij, ò quellisì, che daueuano dar-
ui da fare,edadire, con le loro Sfere ,e congliloro Asìrolabij , fe ben€~*
mbauete detto pia volte, che cantra fimil gente , fapete ancorarci il fat-
to vo/ìro.
Cap. I fefìi, &vhimi, cbemisfoderaronocontraCarmì , loro furono Socrate,
Platone, Arinotele, "Polibio, "Porfirio, Teofrajlo, Tbemifia , Filopono, jl*
frodifeo, Qlimpiodoro, SimpìicÌQ,*Ammanio,Boetìa, Seneca,! 1 htino,Tro-
ciò, lambico,C rate, Diogene,*Alcinoo,dpulco, Termegiilo^ molt altri arma-
ti di Targa Filofofjcd,e di Spada di varie openioni .
ra P* Per finirla Criccaci b'ìfognaua a punto appunto vna manodi Filofofi vit-
ti, bifimti,e tutti flraccaù,come fogliuto.cffere tutti i Fiiofofi.Sòche vi douet-
tero ferir malamente , con gli Enti , *èp le fiofian-ze , co i generi , con le forme,
con le materie , col giuJlo,con Montila t e con le loro tirane, e sì diutr-
jc openioni .
Cap. Qua a i 0 } 0 m \ viddi affalmo,e circodante da tanta Scohflica gente, che fe*
M * oV
Del Capitano Spauento-
€Ìi Cominciai a colteUeggwe per Braccarla^ per ridurla alle ghette -Anal-
mente a furia dì buone fioccate, e dì megliori imbroccate,feci ritirar tutta al
la tanaglia fato i Tortici cotato fama fi fattene, là dotte nonpotgdù più mo-
mrfe,comineiò a cbk dermi ta vita in dono. Io allbùra tutto corte fej mites
gliela disdi,eon patto petò,cke tutti vnitiinfìeme catta ffero dal U> r & fapere
"Pm quinta e fien^a,e formafierovn Poeta,cbeneUa Tofcanà Lingua, e nell'i.
Heroico gl'ile fuperajfe ogtf altro poctaiil che fà fatto,? fecero poeta Torqua^
toTaffo,per riempire il fecondo feggio in Tarnafojton preoccupato ancorale
permetterlo accanto al "Petrarca poeta famofo,e celeberrimo .
Tra. yirtuofo& Ignorato fine bebbe la Scolajlica battaglia,faccndo poeta mc&
tathuomojbomrdel fecol nojìro.e de i poeti: Dal cui bonore fono venuti in ca-
potanti hmidiofi della fua gloria,i quali bamtocercato,e tuttama cercano , e
tentanufancora the in vano Jd'oJ curare laglorìa fitacon la maledken%a .
Cap. Tutti ipnfillanimifono inuidioft*
Trap. L'ìnuidia è propria de gli <Jmbitiofi.
Cap» V inuidiofaè come colui,cbefojfiu nella poluere,che da feflcfìo,e non vùlen
do s'accìeca. " . -
Trap- L'ìnuidia ècomela Farfalla,cbevolandoconl'«4lideHa fua malignità,,
s'abbtuccit nel fuoco delle virtè dell' inuidiato .
Cap. Come difte il buon sAùo Sincero, V Invidia figliol mìo fe ilefia macera , e
fidilegua come lignei per fafeim,
Trap ■ Ecomedìffe quell'altro an coraPlnuidia,cbe da menda al Chicche gira ;
alla luna,che varia;al Sol,che fptendc,&c.
Cap. Megiioè dagli inuidiofi effer odiato, che da i buoni fouttentito.
Trap. L'ìnuidia è come ilfuocojlqmle.fi diflendealle cofe piti alte . é;
Cap. L'ìnuidia è co fa maligna, el' Emulazione è cofa ragioneuole. *.
Tra. ibenìbonoratìfonojhttopofiielt'emHlatione.
Cap. L'emidatione è fblaintorno\alle virtit,alla belle%ga ì & alla fmìtà -
Trap, L'emulationebàpercontrapofìo U difpregi o.
Cap. L'inuidìofo e maldicente è come il Salfaneìlo>che nonpotendo con vn capo
accendeteti fuotojt 'accende con l'altro.
Trap. Horsù concludiamo quà il noHro R agìonamento , e dietimo col Filofofo ,
che ntun virtuofofù mai libero d'tnuidiat II Tuffo è il T affale bafìa dire U Taf
fo,chepet ecaUcnzas'mtcnde'U Poeta*
RAGIONAMENTO
QV ARANTE SIMO SETTIMO .
Capitano * e Trappola^.
Òmbattend'ìovna volta nello focato fopr a d'vna IfaU
patta nei mar Tirreno,Campo franco trottato dall' auuer
farlo mio: Tra maitre molti colpi, ch'io litiraUli iafciai
cader fui capo vn fendente cofìgrande , ch'io lo dlulfi in
duo pe^tèr in vno Ifleffo tempo dtuifi in due parli , la
tteccato^ei' ' l fola, in fteme, ponendo (col colpo tt 'emendo)
nomeall'vna parte Corficaj& all'altra Sardegna .
Trap- Quello fàbenaltro cbetagliare vna Tortaper me-^o ; allo beccato fi cono
fcono gii huoniim braui,& io per me filmo tato brano l' vno quanto l'altro,ridt*
cendoft volontariamente trà gli angufil confini della Morte,
Cap. Ottenuta, che io hebbi l'amatavittoria,mipofi anauigare verfo il grati-»
Mare Oceano,e paffitndoper lofìretto di Gibiiterra,voltando à manofmijìra
verfo il Capo delle Correnti f quella di Buona fperan%a , dapoi vnlungo viag
gio,& vn lungo nauigare gimftnel Regno di Capo verde.
Trap . -A. mano a mano armeremo a Capo Gìallo,a capo raffo,<& à Capo treni'
fato.
Cip. Gionto t cb'io fui nel Regno dì Capo verdcfui da quel Re caramente,® bu*
manamete accolto <>& accare<qrato,Uqualedoppo vn Regio bachetto, & i Regi
donimi conduffe feco alla CacciadeUe Tìgri,delle Zebre e de gli Elefanti.
Trap, filtra cacda,che quella delle Leprì,e delie volpi*
Cap. Termitài, che noi fummo in vn grandifjìmo defertojrouammo vna Trup-
pa d'Slef antiche poteua cff ire di cinquecento, vnita,e riftretta infume , ha-
uendo dì già vdito da Imgelofìrepito de i Cani t e de i Cacciatori .
Trap. O guarda incontro d'animalacciima chedich'io animalacci ! minimali ,
che pankipano dell'intelletto humano. L'Eie fante (come cìafcunosà) vani-
male di molta Religione, inchinando ft ai chiaro lume della Luna, & adorati-
dola:^nimale,tbecowfce le future procelle del Mare } Animale, che vuole
e/Set ■ chiamato con nome d'humana creatura ;& Animale, che partecipa più
dtWbummMbe del ferino,® « confermatione di ciò, Il GcB nella fua Ciu
te,
Del Capitano Spauento- ■
tCtrà moltì 7 e molti fatimi ni trasformati da quella fielerata Maga in dìuerft
animali, fola l'elefante ragionando ron vliffefi contentò di ritornare b omo,
nel quale trasforma» quii Fihfofo Greco nominato ^Aglafcmo .
Gì p. lo allhora vederi U fc b levato » Eie f antico efferchofoppl cai quel Rè dì € a
po vetie,che me fobia fi i-iifì andare cantra l'Eie f antica. Turba -, Ottenuta^,
ch'h bìbbi la gratèXtyranai il mio Corftero t e ponendu mano a quefia mia ta-
gliente^ fulminante Sp:ila,micacciaitrà l' Halle nemica, e quitti Li meno di
venti inque colpi, vcuft i cinquecento Elefanti , all't quali fubitofeci calittre i
denti principali, e trà tutti qiieUineelefJi vn fola più de gli altri eburneo da fa-
re vi penine d' littorio per pettinare le belle Treccie della Donna mia.
T«p. v4uue*tnrate Tre:cie ) CbÌ'o'nte bfande,hmaneilate s ecrefpe,prichc fà dibi
fogno pajf.tr lo ftrettodi Gibtlterra,andare al Capo delle Correnti t al Capo di
Buona fperan < Z4,ptr aniuare nel Regno di Capo verde fare vna Caccia Rea.
le,vccider stante, e tante decine d'Elefanti ,folo per fabricart vn pettine per
pettinarne t per terger ue t e per puliruexV adapur e anafeonder fi la Chioma di
Berenice,la chioma d'Helena,la Chioma di Venere^ per vltima la Ch'amo-»
dì Toppekj cui Capelli erano tanto belli ,e tanto biondi, che latrane Impe-
ratore per honorargli,e celebrargli (agloria,ehoncr della fuabe&a Donna)
pofe nome particolare a ciafe bedano d'effi.
Cap. Finita la Capouerdka Caccia^gliai condego da quel Re , mi imbarcai di
nmw), ritornando per lo flefioviaggio,e pajfandodi nuouoperlo sirena di Gì
bilterra,e cofleggiando il Regno di Fe^egli altri Regni contigui della Bar-
beria,difmontai nel Lido vicino alle "Piramidi d'Egitto , Ià dotte vedute qntl-
iemerauiglie,peruenni pof eia nella gran Memphi , in quello fleffo giorno ,che
quel Popolo Menfico celebraua la Feila del fuo Dio nominato ^ÌTIS.
Trap. Quel loro Dio nominato ^Apisjoueua efiervn Dio tutto del ce, e tutto foa-
ue, poiché le ^ipi fono quelle ,che dìftillano il dolci jpmo t e fcauifjimomele , &
egli doueua fintile alle *Apiff>irar dolce%ga,c foauità d'ognintorno.
Cap. Entrato che io fui dentro alla gran Città di Memphi , trouai tutto quel po-
polo impiegato nella FeHa,e nella fol&iitàdelfw Dio ^pis,il qualejtltro non
era,che vn' Idolo sìrano^ fan tafìico, come tuvdirai: Era il loro Dìovn Bue
negro,nato di Vacca prìmarold,impregnataHÌa i raggi del Sole,con vna mac-
chia bianca in fronte^on vufegno d' ^Aquila iìt la Jchiena , ctìn rn fegno di
Scorpione rà la lingua,e coni peli della coda tutti , doppi ò raddoppiati, come
dttvogliamo.
Trip. Quello fi pùteua chiamare ancora il Di» degli Scolari di V adatta, effendo
che lo tengono per infigna alle pubiiebe Scole d otte fi lègge.
Cap. Qitandoil "Popolo Menfico mi vidde,e conobbe perpcrfonaforejììera,fubt^
to mi fece Ìntedere,ch'w douejji inchinar quel Dio fatto quella' forma bouina ,
& adorarhfCOmel'adorauailTapoltutvo.lo allbora rifpoft,ch< non era ido-
latrale che rifolutamente non mleua adorarlo.
Trap.
ftl crionamentoQyarantcfimoTcttimo p 4
r a ladrone il voUrof* W grandmo ardire M^^do il Cufto.e l'Ida
? \o t econdennatod , efferAbbrucciatormo,
T
Cap. tSafprl duufenten^fudal quel Vopolo EgUUO ^ r* 1^
v > . . ,., j -, -far <?rttJto<iibbruihiro,e morto.
rogo»
. DAMI a DM ,C aura stw i r , wfl .M
fuoco,de»trodclqu*U io douemtffergettato^^taro^motì^
Tnv. Se voi fofte fato certo d\ tinouarui , come la Fenice dentro di quel .
\rebbc7a^
f Zte(Zefà ilCipreffosbe tagliato mai pUnon fi rinfranca J quella era
per voi vnabeuanda troppo amata daponerft alla bocca.
V mt Je minacciaua d'ardere il primo Ctelo,elaperfonamia t compame vn tjp
da quellagente nominato Cambife.il quale odiando quella S olennità , e quella
ldolatria,mi fece libetare di fubito,donandotnìlibertadetnfteme , cbiopn-
teffivendkarmìcoHtraqud'Popolobarbaro.e crudele.
Trap* 0 quello fi poteua chiamai Rc i òqueUo > s\ i cbeeragiuUo.Vfando m queU
atto l'equità folto della quale cadono tutù i cafi fortuiti , la cuipietade , come
diffe il Filofo fo,fe bene non è miglior della Giujìitia^hc è genere t almen oèmi
gliore d'vna cetta Giuhitia errante .
Cap. *)edendomi(lontà di quelle bumaito Rjjin prifi'morhornatojo nngratiai
con breuì parole s ma con caldiffimo affettotpregandolo in óltre jhe egli mi co
cedeffi per gratta lafua Spada,con la quale promeffi alla gradi ^afua di fare
ttn colpo memorabile^ tremendo.
trap. voi erauate tenuto afarlo/i per vendicanti della riceuuta ingiuria, come
ancora per dimofitafa quel Kè,<be -poi indegnamente non impugnati laRegia
Spada,ònon impugnaUatejla K e g'^ S P^ d'uo t cbefcmpre porta ferino nel
pome,bonore } e gloria.
Cap. Ottentttaych'io bebbila Regìa $pada>al%ai il colpo di pietà rubcllo, e con
tffofeci il BueiApisin duo pe%ji,poiriuolgendo Umano con vn rouerfo ta-
gliai per mcxpMenfiM popolo wto,gettai per terra le "Pirami di, diuift WHj
lo, pc fi in fuga tuttii CrocodiHi,chiufì le porte Cafpie , feci crollare ì Monti
Caucafei,efeci diuentar balorde tutte le ^AmaT^onì Guerriere*
Trap. yox facefie vn belliffimotiro,efi può dire^b'eglideriuafsidaUabontà dì
quel Rj Cambife,Prencipe verfo di uoi counto humano , e ueramenteft cobo-
fce,che Trencipenon uuol dir altroché principio all'altrui bene .
Cap. Il Treneipeper legge di "Natura è tenuto agiouare come gli altri huomk'h
eperlamaggioran^apiitdeglialtn.
Trap.
Del Capitano $pau «ito.
Trap. llpmcìpe è ordinato per ifudditi,e non ifudditiper loprenc'ipe.
Cap. No» fi cornarne? e ffer prencipe a chi non è migliore di chi fi fignoreggia «
Trap. Il hmnprencipe eferu o d i tutto il popolo.
Cap. Il prencipc nafcendo muoreafefieffo t & incomincia a uiuere ad altri.
Trap. Il "Prencipe non hà cofafhepiufia fua della Clemenza, nècofa chefir
meno fua,deUa uendetta.
Cap. Il principe debbe moftrarpl terrìbile più con minacele jhe con punulone .
Trap. il Ttencipe ime obbedire alle Leggi Diume,per poter minifirarle Leggi
bimane.
Cap. Il prencipc debbe abbracciar le uirtà d , ogri'uno,& fuggir ì uitij di tutti
Trap. Il prencipe debbe con Fefca dell'humanità pigliare i cuori de gli buomini.
Cap. Il prencipe buono è imagine dèi prencipe eterno .
Trap. Vroprie uirtà delpricipe fono, Giuflitia,Tmlen%a,Temperan , za , Sapiea.
%a t Studio dì publica utìlità s Clemen%a t e Carità.
Cap. Ilprencipe pià debbe fodis fare agli altri che afe mede fimo .
Trap. Il prencipe debbe elegger buomini faggi per configliare>ualoro fi per guer-
reggiare, e difcreti per gommare.
Cap. // prencipe non debbe pretiare orecch ia ad ogn'uno.
Trap. ■ "Padronenoi babbi amo difcorfo a bastanza della bontà delprencipe, bora
'rtcoriateui,cbel'hora è tardale che già iraggi del Sole cominciano a nafcon-
derfi HeH'Oeeano,e , lcielonell'Occidente comincia diuermiglio tutto in a%ur-
Tff a eambìarft ,ecbe farà benfatto andare doue fiete affrettato.
Cap. Tubai ragione ^andiamo.
*
ra£to-
RAGIONAMENTO
QV ARANTE SI MOOTT AVO.
Capitano, e Trappola.
^tcendoft vita volta l'Hecatombe in Rema Città fod-
erata a, Marte mio Luogotenente .
^Adagio caro "Padrone ,di quale Hrcatombe ragw
nate voi ?
Ilora l'vdiraùl' 'Hecatobe dich'io, Sai rificio dicSto
àquile e di <et Leoni, cbesvfaua di fare in bonore
dellaLuna,» del regnare Imperatore ,€olà mi traff\,e
tratto dalla fama ,e dai grido del sòtuofo apparecchio
ntll'arriuar ch'io f eccedendoti Regio,& Imperatorio Sacrificio- fuiaflali-
to in vn fubito dacoft gran fame,e da cofifirano appetitoci} io mi mangiai le
cento ^.qìke,i cento L<-oni,e \e l'Imperatore nonfene fuggita ,mangiaua , e
mi diuoraua ancora l' Imperatore con tutto il Topolo Romano .
Trap. Dianolo affogalo,difie colui: Padrone mio di Capitano , cb'erauate vi di-
moflraììe vn grandijjimo'Parafito,e nel mangiare fuperafle quelgrande At-
leta nominato Teagene,ilquale daperfe folo fi diuoraua yn Bue arroflito.
Cap. Fatto ch'io hebbi quell'atto memorando , di mangiarmi in quattro bocconi
quello stupendo Sacrificio Ja Luna,cbe rifpiendeua piudtll'vfato nel fuo pri-
mo Cielo, [degnata meco,per batterle guajìato il fuo Hecatombe ,difcefe diete
hin terra per mendicar fe deh" oltraggio, e dell'onta riceuuta da m e.
Trap. Talrni'nte,che la cofa fu di notte,enon di ghrno,eome io mi credeua, Vt-
ramente,ebe H pigliarla con la Luna fu vngran fare ,hau£nd' ella ( :omeft dì-
ce)tantaf )rxa [opra le giimture del corpo Immano^ eredo,cbe vidouettefar
*&rre a rfyo.e loco vn gradìffimo tarmato perle doglie del voìlro mal Fracefe.
Cap. Difcefa,cbefùla Luna di CicloinTerra,ordinàadv»a Legioneai Spiriti
*Jerei,*Acquat'ui,e Terreftri,tbe mi prendeffero,emifaceJfero fuoprigionie
ro.^illbora quelìa indiauolata Turba tutta obbediente mi fi pofe attorno ,fac e
domi dife He/fa ampia Corond;maperch'el!a temeuadi qttcjlo mio tagliente
brandoje ne Sìaua tuttafofpefa,e non ofaua d'accattarmi ft.
Trap. Bifognana benebbe quei Dianoli iuaeffiro t'morc ddgran Diauolo > che
[me
Del Capitano Spauentoy
fìete q:telvoì\paicbe quando voi menate le manine vibrate il ferro combàttete
affai più valorofamente,cbe non combat lena Vulcano col Xanto, Ciro con l'~
Eufrate t ed Hercolecon Mbeloo.
Cap. lo aUbora vedendomi circondato da quella legione di Spiriti feci rifolutio^
ne di sbarattare,e mettere in fuga quella Diabolica Turba,c pofio mano a que-
fla Spada m 'auuentai come Leone irato addoffo a quella maladetta ra^^a , e
tanto fecì,cbe in meno dì dieci colpi pofi in fuga quella legione Ja quale difpttr
ut come nebbia al vento.
Trip. Mòtta r'tfolut'me fu la voftratma che fece la Luna in quel punto f 1
Cip. La Luna rimafe tutta pattìdanel volto , minacciando colfuo pallore piog-
gia grandi{Jìma,c quafiunnuouo D'tlmio d'acqua per affogarmi: Io vedendo
cià me Haccoftai,egHdiedi yn calcio co fi forte nel vìfo, ch'io la feci diuentar
tutta di color vermiglioni cut colore diede fubito certijfimofegnv di grandi fi-
mo vento minacciando di teuarmi la vita .
Trap. Padrone voi erauate molto ìntruatOima feguHate pure il rimanente .
Gap. Conofcend'io allbora.cbe mi b'tfognaua quanto prima dar' fine a quella fan-
tafìica imprefa contra la Luna,e contra le fue tramutation'h la prefi per lago-
la flriigendola tanto forte ,ch'io la feci gonfiar' ,come vn Pallone ,& a tale la.
riduflìycbegH occhi flauanopervfcirlì della teftaiper la quAcofafla mefebi-
na)fuaflretta t e necejjitata a chiamar foccorfo,ancoraihe con race rauca* e
malamente inte fa.
Trip. Stiamo pure a fentire quest'altro fcompiglio , e queft* feconda baruffe ,
nuggior della prima, *\
Cri p. La Ima nthebbea pena a perta la bocca ,che m aiuto fito copa rue il puffo , e
reflaffo dei Mare,le fue tredici ReuolittioniJ^t-mo Lunare t L'EccliffedeflaLtt
yafilfar della LunaJ'^Hreo numero, la Tatra,e la Difcordiatrà tutte leco fe
humanci? quitti mi fipnfero intorno t kuadvmi a viua forza la Luna dalie ma
ni:leuata t cb'e{]i mbebberola Luna dalle manijene fuggirono tutti fpauenta-
ti>ela Luna feneamìòafaluirft approdi Solefuofratello,facendofecoEc-
cliffcdicongiuntione,laft.iando t cbeifuoifeguaci ftnafeondefferotrà gli E'
quinottu\& i Solftitij dell'anno Lunate, e dell'Unno òolare, & a me tocca f-
fe la vittoria di quella Hecatombica conte fa .
Trap. Grandiffima vittoria fu la uoflra,degna it'effer fegnata con Tictra bian-
Ca,come fegnauanogli ^intubi ,i loro giorni feLci>& auuenturofu
Gap. Tenendomi dunque la vittoriaìnmanojeci penftero d'andarmene a dipor-
to ver fa il Regno di Lkia,ondepoftomi in c amino ,& in brmifftmotÈpogitttoin
Illa parte inefaratovn caualliero tatto coperto di armtfttlgetiffimefipra d'rn
tidido Dc(ìriero,it quale haueual' Miagti bomeri,come batteua l'Hìppogriffo^
d\Aftolfo}e per ch'egli mipareua caualiero d' altifjmo affarc,nnptft in ju*->
cmripagnia., pregandolo a dirmi doue , & in qml parte del Rjgno era'wcam.
Minato . Cucciti preghiere il Caualìw tutto corte fe rifondendo, diffe ef-
Ragionamento Trcntefimoottauo. ^5
rettmUìtafoaU-'mprefad'vn Moflro borrendo.e fyauenteuokjlquale battevi
istefadi Lecne,il ventre di Capraia Codadi Serpentesche dallaboccaget
rana ttrdentiffme fiamme di fuoco.
Tra p. Che Diauolo di moflro era quello , voi doueaate pur domandare del
nome del Caualiero,e deUamoflruofa Fiera.
Cap- H CauaUiero fi nomata Belorofonte , & il fereciffimo Moflro ftchiama-
ita la Chimera* ' , .
Trap. Tanto vale a dir Cbimcra 3 quaHto di* eofa,che nonbabbìa t nè principio t
ne mc^o,nèfine.
Cap. P 'cruentiti, che noi fummo alloco fpauenteuole , & borrendo ,il CauaUiero
mi pregò , ch'io douefjì flarmene ritirato iti difparte.filo per meglio poter mU
rare,e rimirare il fiero abbattimcnto,e [fendo per luì foto dejìinata la periglio-
fa impre fa;Io vedendo ciò me ne rima fi in di [parte, & cgliauuicinandofi alla
boccadella Dragonea gelone a, col'C orno, che gli pendetti al fianco diede fc-
gno di gucrra,e di battaglia fmgolare.
Trap. Issile battaglie, la Fortuna rifpondemeno di quel!o,chel'hucmoft crede
fe bene il più delle volte ella fuole aiutare fpeffo gli animo fi, & arditi .
Cap. Dato,cb'egli bebbe ilfegno della futura battagliaM moflro fpauenteuole, &
borrendo comparite (oprati limitar e della tetrafpeloca-.e quiui jpirando per la-
vorace bocca fuoco,ira,fdegno,e veIeno,fi slanciò fopra ilCaualkro con impe-
to grandijjimo; Il Cauàliero ermineto foco a combattere alla difperata,e di
sìflrana maniera,ch'egli indufie il Maeflro a domandar fociorfo , & a chia-
mare in aiuto fuo tutti i conuicini Moftri.
Trap, Guardati Cado che tivieneaddoflb-
Tanroftiror ch'io non ti veggio (campo.
diffel'vdrioflo. K*
Cap. Subito che U Chimera bebbe chiamato foccorfo , comparite in aiuto fuo l&
Sfinge J.' ^irpie,& vn numero grandìfjìvto di Lamie, le quali baucuano affet-
to di Donna,e piedi di c amilo ;c dato vn'improuifo affalto al caualliero,comìtt
ciarono temperarlo Wvnaflrana maniera,atale t .tb'eilifHt l >flretto di efcia-
mar mi in fuo foccorfo.
Trap. O quà v'a(pTttau r io t fapendo,cbe fen%a voinon fi potata finir la fcfta : ti*
fomma voifìetzqveli'huomo,del quale parlando Mercurio Termegiflo lo cbia
mòMiracolodc glialtrimiracoli,Cittadino della 7 'erra,e fpettator delcìelo.
Cap. Sentendomi chiamare da qua fi morto caital'uro^ccorfi alla per fona fua, e
fonendomanoallafpada,&acciecato dall'ira , mipofì tràquellaTutba-t
bosttlejìrandovn colpo tontantofurore,cbenonvolendo,tagliai per me^o il
caualierai l cauallo,la Chimera , la S finge >ì^i rpicjs tutte le moftruofe Lamie.
ia P- Uvojirofà vn cattino foccorfo,per quel pouera Cattaliero,poi che invece
di f alitargli la vitajideflc la morte.
<-ap. E nero .- Mafubitoconofcmto il mio faille l'errormìo, h ricompenfa del
■ - danno
Del Capitano Spauento
datino fattoli t b pian fi amari{}imamente,pofcia pigliandola con iA lato De*
firmo JtoslacìaineW Oltana Sferaja dotte Splendono le fiffe,e le minute Stelle.
Tl*ap . Degna ricompenfa di Caualiero,degna di voi,degna del Cielo , e degna di
iui,cheancorarijptende tra quelle lampade eterne, voi in fatti, fitte queh'-
bnomo,del quale ragiona il Filofofo, chiamandolo C orpo mìHko , Animale
ragionerie, Rifibile, T)ifcorfmo s Communkatiuo,e "Politico,
Cap. L'Huomo non è altroché vna Incudinejopra della quale la Fortuna fem.
pre martella.
Tra p. L'Huomo vano,&amèitiofo.fpeffb racconta le prode%ge altrui per [ite
.proprie attioni.
Cap. Se vuoi c onofeere vn'buomo&uardalo prlw di Tatrimon'to > e di altri beni
di Fortuna,
Trap. L'Huomo caduto in baffa Fortuna, fi vergogna d'effev veduto da chi gii
ibebbein pregio.
Cap. NeU'hwmo Santo le pertmbatiohi dell'animo cadono temperate , c me dio-
cri,
Trap. VHuomonafcenonfolo dfeJìejfo t muper la Vatr tacergli .Amici, e per
i parenti .
Cap- L'Huomo virt ho fi) guidato dalla fua prudenza, d'menta legge difefiejjo^ d'
altre leggi non hà bifogno.
Trap- L'buomo vie» detto M areico fmotfiioè, Mondo grandcM cui Terra, è la
carne l'Acqua gli humori,l' Aria l'anelito il Fuoco il calar naturale .
Cap, L'Huomo hi dalla "Natura la mente veloce, & immortale, & i [entimemi
tardile caduchi.
Trap. L'Huomoè fiato creato col libero arbitrio , foloper poter meritare il pre~
mio,efofìenerlapena.
Cap. L'Huomo ibe è reo,e buono uien tenitto,pho far delmale,chenon gli è cre-
duto.
Trap. L'Huomo non debbe efier Amico d'huomo {degna fo,nè camìnare con imo ^
mo iracondo ,e furiofo;a tale .che da qua innan^ non uogliopiù camminarci *
con uoi perche bautte troppo fdegno,troppo ira, e troppo furia ; ma andiamo
Padrone alla Cenajoue fiete affiatato f pakhe il Sole hà digta paffatQM ter-
mini d' Alcide s e lafciandoimpouerìto ilnoslro Ciclo de' fitoilucemiffimi rag'
v gi perla foprauenmtenotte,cominiia ad imbrunirle contrade d'Oriente .
Cap. Andiamo pnma,che mi vengauoglia di pigliare il Sole, e rigettarlo in O-
riente } poicbefen%a chiedermi lken%a,bà così tofio finito il fuo maggio.
RAG /O-
«OS
Tra,
RAGIONAMENTO
QV ARA NT ESIMO NONO.
Capitano , c Trappola .
jl Fama velocifima ^tmbafciatrxce di tutte le human*
attioni,fpiegando l'occhiute piume fe ne venne a volo al'
la mia bellica Abitatione,e qui» m'efpofe, Come le dotte
Abitatrici dei Monte Tarnafo bramauano in esterna dì
vedermi t d'vdirmi,edi regalarmi.
Veffer incitato in Tarnafo è affai t mail meritarlo è
molto più.
Op. y d'ita l'ambafciata, limai a dirle per l'ifìeff a Fama,comehibreue mi farei
trasferito in quella parteifalo per vifìtareil Bicorne Momenti Canal Vegafo t
il Fonte CafìaHoJc Mufc t & appallo.
Trap. E cofi dicendo venijie a impegnare la parola voflrayeffendo la parola vn'-
ombra della cofa fattale rimanefteinobligo d'andxru\\£r aprendola bocca
C comedijfrSocrate^oflra/lc^omeinvn Tempia, bellijjimi fmolacri t &
beUiffime Imagini dell'anima voilra.
Cap. Le Stufe intefa la rijpofla , conchifero trà di loro dì mandarmi cantra vna
delle più famofe Mufedi Varnafo;la onde diedero il carico, e la cura ad Vra~
ni.t,la quale pofìaffe in cammino condufìe fecogràdiffima quantità deiToeti
perhonorarelaperfonamia. AÌtyìiàmW
Trap . G randifftma lode t e grandijfimo honore fi catta dalle bocche de i Poeti ;fe
beneboggidìfe netrouano di queUi,che in vete di lodare,biafmano non volen-
do,enonfi ne accorgendo .
Op. Tripartir dunque,cbc fece la Celefle Vrania, accompagnata da numera
grande difamoft Toetifi pofeaUa defira Lino,& alla ftniflra ^4nfione;eco-
ficammando i*leguitauMo(tuttipafìipcrord\ne)Homero t Hefiodo Teocri
to>MMermo>l>\n& Ar0i ^ mcnme> Ki^
emiOiEupoUde^cciOjevergilio,
W Trap.
Del Capitano Spaueiito
Trap. 0 feriti quanti "Poeti trà Greci,e Latini ì ma doue erano i "Poeti Tofianì ,
cbenonnnat'monglihauete^
Capi Dietro la Setta- de Famoft Greci,e Lat'mi,fegukam la Truppa de i Torti
T of cani jl primo de' quali era Dante , il fecondo ilTetrarrajl ter%p Boccac-
cio, il quarto l'^irio!to,ilquiuto il Ta{fojlfeftoilMarhì,Ufettimo il Chia-
b*èra->el'sttattQÌt Capar alii&ilnonoil Guerini,
Trap. 0 quejiifono Toeti,cbe fi lafciam intendere, è quefli sicché non temcm ft
pefiifere lingue de i nuidkentì,nè le minacele delTempo,nè lepetcoffe della
Morte. '
Cap- Vervltimo fcguiuano le Donne degne d'immortale alloro ; E la prima di
tutte era la dota Saffo,doppo la quale feguitam Corimta,Mirta,'ÌÌpfa > uinke
Erinna, PrafiUa,^laghe > Trobacentcna,Teleflilla i Cajfandra,.LaHra > ^ilefi
f Andra j&lf.xhelU.
Trap, Di quelle Antiche, che nominate bauete, ne hèqucSa honorata nottti*s s .
che merita il valor lome parimente ancora di quella faggia If abella da voi
nominata per vlima;deUa male mn piamente nehòmtim con l'vdito,
colfenfo del vedere ancorathauendo prima intefo dire dai più faggi d'Europa
ella effer fiatala Poeterà deìnosìrìtempi,& pofeia battendo uedutoil fm
beltìjfimo Can^pnierOylcfuegentiliSfime Lettere t ela fuadilettettole MhtìUa,
che fanno fede del meritato alloro.
Cap. Coft f m'incontrato da Franta accompagnata datdnti"PoetiGrechlat'mì v
Tifimi,? da le Poetefie parimente Greche Latine ,e Tofcane\e da lei prima,c
pofeia daU altre inehinato,lodato,eguidato alla-tima del Monte "Parnafo ,
Tnp, Gnndifsima ventura fu la voU/a à fadtone, poiché fen%a diuentar "Poe-
ta vene andajìealla cima del Monte Varnafo;Mla barba dì quelli,cbe s'al-
lacciano la giornea credendoft di giungere al Sacro Monte de ifrodofiMlori»
(he a mala fatica In foorgemb dalla lontana *
Cip. Peruenuti,tbe noi fummo alla cima del Bicorne Monte, trouammo apollo,
the con U Mufe fe ne fiata fedédo intorno al Sacro Fote d'Helicona : U quale
con tutta la dottifs'ima caterua ftleuò da federe mhinadtmi, e ponendomi al-
la fua de firasthpoi ordinandi alle Mufe, che al dolce mormorar del Satroft
U ca'affero le mie lodici mìo valore, ftpofe te-tutte in vn dolci fsìmo òìlftio *
Trap. 0 quello sì. che fi potcua chiamar vn concerto di mufteifiromenti, e difoi-
uifs'me vacue doueita fen^altropaffare la Mufìca di Venetia , di Rema, di
Napoli,e di Fiorcnza,chcditciafchedtmovengonogiudicate le migliori dell'-
Europa .
Cap. La prima delle none Muft,fhla MufaClio , la quale fuonando ,e cantando
narrò tutte le mìe prodezze, concludendo ch'elleno erano ^di "Poema degnif-
fime,e d'Hìfìorìa, :
Trap. L'alt re Mnfe,c(?c voi nominate non hauete,come Tbalia> Euterpe, Terfì-
corc, Erato, Poimnia^Melpomcne , Calliope,® vrania f cb«difJerodivou
Cap.
WafrionamèntoQuarantcfimofcno. 97
r%n mkÌi ThalÌaie lafCÌHÌe ^"°rt : E TP Mdp °'
^JjcTterfJrelemic SereWPoUinnhle variate C^oni-,CaUiopeim t ei
TtrZgJ* Componimenti franagli parafi furti f attirici freno del.
le stelle.e nel nitido della Luna. .. . ■
TraP cbefà Ucan t0> & ilfuono delle mufe, che facete voi m ricompenf*
Cip. 'TrietZZareccbiat^
ria di me [opra quel famofo Monte Parnafo , quando imafpettatamente , &
all'improuifa mifà refi vm Lettera per mano d'vn C omero Uni artico, net-
la quale fi contenevano quefìe formate parole; Noi cbefiamo di fopra, Saluti*
mono* altroché ftete di fotta ,& in particolare il valore foLapitanSpauento.
Trap Quella fu vna Lettera da metter in confusone Tarnafo,apollo,le Mujc
Helwia,?egafo,Cafialio,^ganippe,Hippocrene,e tutto il Regno di Beotu.
Cap. Lei^gend'io dibora quelle fuperbe parole ,m 'acce fi diurni 'ira, e tantofde-
gno,ch'iofec'tpenfterodifarnememorabil vendetta,& far loro conofcerf^J ,
che noierauamo quelli d;fopra,e non quelli di fotto,comefcriueuano:pare'do*
mi cofa vilifsima,econtrapofla alnoHro Toh', E mentre, che iom'apparec-
cbiauapcrfare il memorando colpo,mi veggo comparire innanzi il Prenàpe
de i "Pcripatcci detto ^triilotiletutto fudato, il quale mi di f e, ch'io mi quie-
tafji offendo pur troppo vero, che noierauamo quelli di fatto, e gli Antipodi
quelli di fopra.
Trap. Si poteua preflar fede a quel gran Filofofo,e Poeta , ancora che contrari*
in molte, e molte cof e a Platone fuo "Precettore ;fe bene fttrouanodi quelli,
che hanno tanto temerarioardire dicommentarlo allarouerfa , facendoli di-
re quello,cbe eglinon fi pensò giamai.
Cap. Cominciala negar l'oppenionc d'*Arisiotclc,& cglia dirmi contrit : final-
mote lo couinft ci vn'argomè'toprob'abile,efù di quefìa maniera:Tigliai co la
mia defira tuttoil Ghbodella Terra,e [allettandolo in alto ,fuora de'fuoi ter
m\m,ccn la ftnifira mano poi gli diedi la voka,facendo che quella parte , ch'-
era di fopra venijjidi fotto,e quella di fotta andajfi di fopra,e coftfeci rimaner
virifl otclevn Bufatacelo.
Trap. Vouero Urinatele achefeituvtnutolfe tu potefsiparlareintuadifefa,*
quanti ignoranti chiuderefii la bocca? Ma che fece Urifloteleifen'^altro do-
uete dar ui della fui "Poetica nelmoflaccio .
Cap. Ciò non fece egli ,ma {gridandomi mi d\ffe,cke\o era. vn'inciuile,ecb'iom>'-
allontanaua dall' Etbico,e dal "Politico costume.
Trap, Difsi benio,the ^rifatele non farebbe fiato falda effend'egli il vero mae
Jirodi color ^be fanno: e colà in Tatnafo deuette farui conofeereper vnoigno-
rantc m agilibus Mundi.
Cap. furtr-'ppolofcce^mtoMfunto^jporco Filo fa faccio; ma come diffe co-
im,non morì quel mefebinfm^a rendemmo non potando più fopportar l'in*
N 2 giuria^
Del Capitano Spaucn w
giurìa, e lo [corno fattomi da quello Straccione,che feci? lo pigliai per la go.
U,e htUnciainei Campi Elisij <a domandar perdonatila :a Platone fuo Tre-
cettorediquantoglibaueua ferino contra . Quando ^tpolio t ele Mufe ridde-
rò quell'atto , fecero fabrìca ria mia S tatua difinifiimo Marm o di "Paro ac~
cioebe rimaneffi in Parnafo eterna memoria dell'armo mio , e della provai
memoranda , che io feci : Et in oltre mi coronarono "Poeta al mio marcio di.
fretto .
Trap. 0 quello fà vngrandijfimo errore;eome Dianolo far Poeta vno , che non
sà a mala pena leggere ^nonebe fermerei uè intender leRegole della "Poe fiat io
per me non lapofio capire ,non che comportare .
Cap. Tu fei yno ignorante, co fi piacque ad ^4pollo,a quelle Pìerie , a quelle ^f.
gnanippidi t & a quelle Heliconidi Mufe,foloperpiù bùnorarmi .
Tra pi La vera T^obiltà è virtù antica.
Cap. Platone diuìde la nobiltà in quattro partila prima dì quelli t che fono net-
tidabuonì,giusìi,& honorati Parenti :la feconda di quelli, i cui Tarmi fono
flati "Precipui* ter%a di quelli,! cui "Parenti fono flati in pregio,per lavatore,
cbebanodmoHrato'mguerraie Inquarta dì quelli i cuìpaffati fieno flati ec-
cellenti in qualche honorata Dottrina.
Trap. lllufìre fi chiama coluhcbe bà ìllttUrata la Cafa fua con Armi, con Let*
tere,con qualche fatto egregio :e Gentile vien chiamato quello,cbe è ■veramen-
te l$obUe,dicendoli,come s'vfa Gentilbuomo .
Cap- L'buomo virtuofo,e pouero fi chiama "Nobile > & il ricco ignorante Semi- '
nobile.
Trap. La Nobiltàèvna coperta-di viltà ,c di malttia T
Cap. L'Antichità conferma la T$obiltà,& anche la troppa l'vccide fi chemuo*
hno le Famiglie iCbenonnetimane ve frigio alcuno >& perciò gli Egittij, e gli
Sciti contendevano tràdi loro affermando ogrtvno d'ejjila Nobiltà fua e ff ere
molto antica.
Tra- La Tf^obiltà è vn accidente volubile, che ageuolmente cade, e che ageuol-
mente fi riletta ancora r
Ca p. Anticamente i Nobili furono di fimi da gfi lgnobili t permtio della virtù ;
perche la virtù fà il fangue nobile, e nonilfangue da la PirtH.
Trap. L'animo inabile per fua natura non può offrire d'vfare mdignkade alca
na:percbe non ferue la Nobiltà de'fmi pafiati,quando te amoni fono ignobu
ti,& mdegnt\e fi dauerebbemettere. ma legge ,che non fi chiamajfe nobile ,fe
non 1 oluitcbe vfajji atti aertuofi.
Cap.. "Più bonore meritano i villani virtmfi, che i T{j>bUtvitiofi; per che più ap~
parifcelamacchia [opra t patini fini, che f opra i pannidì grofialana ,
Trap. Ncbilìfiime Città furono chiamate ^4 1 bene , S parta , C aringhe Koma,
per efiere fiate Madriditant'buamìniinfenno>,& ìn+drmigranfi , e vdo~
Tofì ; e iiobilifiima Città fi dette ih'iamm quella } nel quale nafeefics
voi :
Ra^ionaiXLento Quarintefìmonono. pj>
• . poicbeftetc tale, che meritate di portare l'elmo dorato di Minetua l
llciAlcnlore è quello , the ri f chiara gli bumani intelletti, fc bene l'baue-
tefifcbhrito abasldn-zgima egli è tempo d'andare a defmare t acciò che U
Cuoco non filamenti di uoi come fuoifare quando le uiuande fono rajfred-
Cip. -U'idiarìt^clrio mi fento un'appetito fìraforJinario , perete fs h'tardajft.
molto, farei huomo hi mangiarmi tptéfia Città in duo bocconi .
Trap. S domattina poi cacare m centinai* di GaJìella.Jlndiamo. .
N j RAGlO-
2|s
è»
Tra,
RAGIONAMENTO
CINQVANTESIMO .
Capitano , e Trappola-.
*4tkrno Figliuolo d'vrano^e, & Imperatore di multi
RegnÌ,bauendoOpefua Moglie grauida; & in tempo di
Partorire t mandò quattro Coribanti armati di piatirà, e
maglia a richiedermi per fuo C apare s muiandomiyn bel-
li]Jìnio Carro,tirato da quattro ferocijfmi Leoni , accfò
chefopra d'ejfo montatalo me andafsi al Regno-fuo*
Quella folenn'aà dimette onda* pigra , lenta , e maten-
conka,tffendo Saturno per fua naturali più tardo Vidima di mùgli altri
il più malinconico.
Cap* Montato »i b'io fui /opra la Quadriga d'Ope fua Moglie tirata da i feroci f-
fimi Leonia accompagnata dagli armati Coribantì^mcamminaialla voi
iadel ^egnodi Satuviiojà dotte peruenuto fuidaqwl Kecaramente, accolto?
tir accarezzato .
Trap- Saturno in ciò sforzò la fua natura,hauendeim Compare coft degno ,comc
fietevoi t edoueuadÌfsimular l'effer fuo, facendo come molti boggidì fanno ,.
cbevnacofa moHra.no nel volto,®- vn'altra nafeondononei cuore.
Cap* Fin he che furono raccogliente ,le cerimonie ? gli altncomplimcnt'h cene
entrammo alla Saturnia Menfa,la quale era tutta coperta diGlnande,di Fra
ghe,e di frefchifsimo latte ìE mentrv?benoine cibammo di quelle primh'me
yiuande,beuendo talbora chiara,doke frefcb-*acqua(come dice il Vetrarcha)
Ope Moglieii Saturno? mia. Comare partorì cinque Figliu-oli , cioè tre Ma.-
fihi,e dueFemine,
Trap. ima Jp'mta di più ella ne faceua fei,eparegguua la S orna . ^
Cap. ?artorito,cbe bebbe la mia (ornare Ope } diedefubitofubito Hmmea tutti,
chiamando il prima Gioucjl fecondoJieitunoal terzo Thao;l* quarta Glau
ca t e la quinta Giunone: fatto quelnegotìo importante, mandò la Fama jtfte-
uatrìct a darlctnmuaafuo Marito fi quale ordmè,che allbora aUhoraglifof-
fem portati innanzi tutti i tre Figli Mafcbi per vederli , & accarezzarli ~
Tra. L'amar del paije verfo i figliuoli e*gradifsìmo?figdo y piotano? naturate*
t Cap.
Ragionamento Cinquantefìmo. 99
r%„ Non fletterò 'molti Scomparire gli amuti Cordanti , i quali portavano è
P ' sJlrnotreCauxUi^dicendoleqiuUiepcrei
Tr1 / W Tanlojbe voi fo/le Compare, eSantolo di tre Cavallini, almeno [afa*
1 %titre Muletti,penbe bauerebbonobauuto maggior Fortuna , come barn»
boggidì Li maggior parte dei Muli.e de i BaHardi.
Cap. Subitole S utnrno fi-ridde innanzi qucimalnati figliuoli, colmo dira, di
* (degno t e di furore, gli fece tagliare in pe^} dal fuo Cuogo , friggali nella^
-Padella , e poi con fale,pepe,e fuco di Melerance, fegli mangio tutti m quat-
tro bocconi. } :
Tea. Quella fugrandiflima crudeltà verfo quei poueti Figliuoli , ancora che tao-
firuofi.
Cap. Ioti dhò quello ,cbe io feppi dapohSatumo baiiem ìntefo dalfommo Fato»
che vno de i fuoi Figliuoli doueui pnuarlo del Regno,onde per defiderio di re-
gnare, fece quell'atto di mangiarceli tutti.
Trap. Tenft come rimafe quella poverina d'Ope voflra Cornarci ella patena, di'
re,come di fe colui, a pena riddi il Sol ch'io ne fui priuo .
Cap. ^ ceto t he tu fappia,come pafìò ilntgoùo,ti dirò minutamente il tutto, Ope
mia Comare vsò queflo inganno, e quefla flrxtagema a fuo Marito ,folo per
f alitare i veri Figli nati di lei,e per liberarli dalla morte.
Trap. Jcfìutijjìmi Donna fà Ope voftra Comare nel celare i Figlio quante fe
netrouxno,cbe fi vagliano di fimili ingannì facendo fpeffo credere a i Mariti
i figli efferloro,cbe fono poi di Giouanni,di Vietro,edi Martino.
Cap. Ioallbora (come queSo,cbe non era informato dellingannojvedtndo quel-
li Barbara crudeltà di mangiarci propr figli ("ancora che piccioli Cavallini)
fgrìdai quel Re,ilquale tutto irato mi difìi,ch'io tacefjìje non ch'egli batte-
rebbe dì me fatto il mede/imo ancora .
Trap. Quclloeravti mvtgiare fimilea quello dei Ciclopi,de i Lefìrigonì , e des
gli ^intropofagbi,pokheHon fi trattava d'altro cibo, che di carne di cavallo k
e di carne Humana .
Cap. T^onbebbe Saturno a pena pronunciata la minacciante parola,cb'ìo me lt
iuuentaìaddoffo,eprefoloaviua for%a me lo mangiai crudo crudo in 4ft9
bocconi.
Tira p. d ijjì ben io, che quel mangiare era alla B a rbara,& alla l efìiale .
^ap. m igiato,cb'io m'hebbi Saturno,e rimmidomi ancora vn poco d'appethè
midimrai i Coribanti armati^ qrntro Leoni , e la Quadriga,cbe portato m'-
baucua;E m piuta,cb% m'bebbiùt pancia me se andai a votarla Cornatele.
^re^aiiFigiiuoti.eqmuiciìnfegnaia Giove mio Figltolc-^pH Regno dei
Ueto,a Wjttunotl Regwdel Mare,& aVlutontil Regno dell'Infimo .
l rap. Di quefltdonatm domrebbono donar tutù i compari aUe comari lm,eni
quattro BanclnC cmes'vfa difart)e bene frego buttarla in nonnulla .
K 4 Cap,
Del Capitano Spauento
Cap* Ope hmendo intefadamela martedì Saturnofuo^arko, e vedendo Putti'
generofo, e magnanimo di con fegnare a chfcbeduno de' [mi Figlinoli quel-
lo che fe leconueniua , ìn ricompenfa mi fece degno delle fue feconde
Uo%ge.
Tra, La maggior parte delle Donne V edotte fanno di quejìi tiri , chi veduta fcà
morte dei Mariti loro,fiéitos , aceompagmmocon i propri > fornitori di Cafa t
facendoli di poueririccbi,e diferuitori afioluù TadrvnL
Cap. £/e bene Ope erafrefea delparto,con tutto ciò la notte fegnente eUàrima-
fegrauida dimoiti perch'eUa era la Dea Terra, quando venne il tempo del fm
partorire, diede alia luce del Mondo Roma capo deU'vniuerfo, la quale confa-
crai a Marte mio Luogotcnentejon dote grandifsima , e con la Monarchia di
tutto il terre Hre globo.
Trap. Tanto, che Roma città tanto famofi,e tanto trion fante viene ad efferva-
ftra vna figlinola .
Cap. Cefi è per certo : Et il Mondo tutto, è mio figliuolo ari cera > ma figliuole
basìardo,& adulterino «
Tra. vi poco,apoeo voi farete quel grò. Vadre Demogorgone, ebediuife il CVóiy
e che diede l' e ff ere a tutte le cofe} Ma ditemi Padrone quando voi vipartifle
da quel Regno di Saturnojn qual parte del A4 odo andafle voi a far della per-
fetta va/Ira pompo fa m'jftra,e riccbifsimo fpettacoht
Cap. TS^l dipartirmi da quel fdke Rjgno di Saturno, mi venne volontà di fol~
car'H Mare-.ondenon trouando Vafiello conforme a l mio de fire diedi vn'oc-
cbiata alMare^s viddivna &alena,che fene andaua a diporto per l'onde di
quel falfo Regno, e perche io tonobbi,s.he quella era l^aue fteum perla perfo-
namia,ad altavoce gridando difù,ò Bakna arriua<,& ella fen'^a fardanora
fche.vcmcallJÌQperfegiH)digrandifsimaobtdienxa- , ' -Va
Trap. Epcfsibile,cbe in Mare fttrouino-Pefcì tanto obbedienti f 'Se-tofi è\vcì
potete fcni^altre Retijpigiw quanto Vefcevipare 3 fornente con lefémpli~
cipjtrole.
Cap ." La Bit lena obbedientifs'ma peruevuta,ch'eUa fu al Lido; apetfe la bocea^
deU'ampiavoraginedelfaocorpo,rkeuendomi dentro coti tuttala feruti*-, e
jt^n tutti.fi miei Carriaggi -
Twp- Voi poteuate metter Scuola di ftbema,& infegnare a tTefii Uvero WO
dodi co*itbattert,e non apprenderlo da loro, comefidice che facefù ~dlej} an-
drò Magno dentro quella 'Palla di CbrisìaUo.
Cap. Entrato,eb'io fttinelcorpo della fmifnrata Baltna\ctme va{orofo,e pmfti-
co nocchiero, pigliai la coda per timone hi mano ordinando , ch'ella pigliaffeU
-(amino uerjo lo Stretto di Gibiltcrra,ò uer di GiÙilterra,cbe lune e l'altra no
me uig detto (comi dice l ^iriofio)ilcbe /«/ùfto.-e m^tre,t he nàtene andnua-
mofolcandoil Regno d\Anfiirite,uedemmo due Armate, che combattevano-
infime ; vedendo- ciò ordinai alla Balena a tJbe ft ne gndafie a quei-
Rao-iopamcntoCinquantcfimo, 101
, là e pone[f?dime\oaquelle A riate la Balena veloce gimfe in quefa
aprendola bocca , in vn fato foto tirò nelfuoventre i vna , e l'altra
Ininvbi ìttireddl'vna.e dell'altra A> mata t . ,
? \^urdirì(citti-,oregmtomi, e Applicandomi intombila lo» Morta*
IoallboradibHmSildìato.edagcncrofoCapitanofui
ra Sa'uanior>bbe,eperfo*ie facendole picciolifsi.^epìaectnliJsmxUglia,
e U taglia fù queflx , che ogn'Anno mi doueffe portar vna di effe venticinque
milioni di oro, e detenuta a non la male slare Ultra . Coftd accordo la Ba-
lena vomitò per bocca ledue Armate vicino allo Stretto di Gibilterra, e per le
parti di fotta mandò fuoragrandifsima quantità di Ambra ,e me lafciò cadere
si l'Ifoladi Maiorka,dalla qual Ifotafpkcaivn fatto, faltando su lapida
di Genouadoue fui da quei Nobilif timi S ignori Genoueft, per molti giorni fa-
uorito, e regalato . |. ■
Trap- £ cofìauuicinando fili giorno ,vi fuegliafte ,& il fogno dijpante . Horsi
Padrone mio yvoi per bora hauete raccontato di molti,e molti atùfìupcndi,^-
haucte detto a baJìav^a.Altro non ci rimane, che andare alla uolta di cafa per
tenore ;pokhe il nofiro Hemif pero comincia di già a perdere illume del S ole,
e digià Hcfpcm da fegno difpuntar neWaxtcrro del Culo .- perèandhmo prU
ma,cbe fi faccia notteòebe s'amottifiome dir vogliatto,
Cap. Tubai ra^wnc, andiamo,
RAG IO-
& «vW rp.^ ^3** *ù%* c^CT »,
RAGIONAMENTO
CI NOVANTESIMO PRIMO.
Capitano, e Trappola .
^4 candidi ffima Dea del primo giro, il fecondo occhia
del Cielo , l'argentata Lma , efiendo innamorata della
bdle^ga mia, e del fupremo mio valore , mandò Endi-
mione fuo fegnto Cameriera ad'muitarmi feco a cena
alla Fiore ntina,cioè a cena.,0 adormire.
Dipoi la cenail lettofdiffc colai i) belìi fsimo inulto
per certo fu quello della corte fifsima Dea ; e uoi a che ri
rifoluelìe ì
D'andanti; come v'andai , caualcando l'Hippogriffo mioalato Deilriero.
Giunto ,ih' io fui in quella parte, cioè nel cerchio della Luna, faida leicartefe-
mente accolto all'argentata fua MenfaM quale, per primo regalo, mi pofe in-
nanzi vna in} 'alata di Pleniluni), vna minejlra d'£cclifsi } &vnpaJlkciodÌ K e -
uolutioni .
Trap- Tutta robba facile da digerire .
Cap. Finita la fontuofa cenarmene andai al letto con Madonna Luna,làdoue per
tutta quella notte ce ne Stemmo in ^morofo congiungimento: e per lo trauaglìo
^tmorofojìraordmrio.vinti, efuperatidalftmno t tdalla$ancbe%£a ambe-
due n'addormentammo.
Tra p. Costume de i troppo difordinaft amanti , e chi fu quello la matttina, che vi
portò t'ouafrefcheja maluagìa,& i confetti per rifìoratui i
Cap. V -Aurora Mejfaggiera del Solefà quella , che mi portò altro , che ouafre-
fcheda bere: l' \Aurota diconello fpmtar della diurna luce fu quella,che difeo-
perfegli dimoro fi nofìri contenti , e quella per vltimo , che [cn%a punto fa-
gliarci fe ne andò dal Sole fratello della Lima ad accufarci .
Trap. V Aurora fi portò molto male; ella douem,come è di fuo cosìume,corona ■
ta di Rofe andar spargendo diuerft Fiori fopra l'obliquo fenturo del Sole } e ve-
dendo gli Amanti grettamente abbracciati infìeme , farle vifla di non gli ve-
dere^ andarfene t comefoglionofar di molti , the trottando le Donne loro ab'
bracciate
Cap.
Raff ionaincntoCinquantcfimoprimo. tot
Cap. - V,f ul i^ nerennecor-
£d if Sfc K «te deffendermh maritando la Lunarerfogh ^-
? \-iTrnZ Zneil fuo fiero dettino, ellafàfopragioma.dalSole qua su nei
ptreZTilfnediquel perfecutionc.il Sole fintimele la fermò, e volere
dolefe^rlagola^rleuarcolfuofangutlamaccbiadelfmdish^
rapietofa del fuo male, sinterpofe tra il Sole, e la Luna formando tra dt loro
tccl'ì(fed-a(petto,enondicongiimiione .
Trap. Se la Terra non feccorreua quella poueraccia della Luna , il Sole l baueua
giuntai dapo: l'homi gustato il dolce le facettaprouar l'amaro.
Cap Q!*a>ido,cb'io riddi l'ott'matione del Soleje com'egli tuttauia cercaua di j w-
kr recider la Luna, aldifpettodell'interpo fìttone della Terra , mito dall ira,
dalla collera, e dal la bettialità,pofi mano allafpada,falta\ nell'aria, econrn
colpo folo credendo Precidere il Sole,tagiiai(non uokndojla Luna perme%p t
delle cui parti , mane rimafe nell'aria , e l'altra cadendo li Terra fu dal gran
Turco pigliata,e patta per arma nel fuo Ottomanico {ìendardo .
Trap. Grandìfsimo errore fìtti rofìro Tadrone , ma come pafsò il itcgotio intor-
no all'bomicidio fatto? ■
Cap. Gioue I{cuor del Cielo t hauendointefalarnortedella Luna , fiéitoordwè,
ch'io fufii prefo,legato,e morto, lo fendo auifatoda Martemio Ltiogotentte,
fpiccai un f alto di Cielo in Terra , e nel f aitar ch'io feci, mi cadde lafpada , la
quale fttfubito raccolta, e per legge Draconica fù condensata alfupplkio in
cambio del fuo Signore . 5 • •f»w'i w-sdmfmù.: '
Tiap. 0 quefia fu l'altra :Mihe colpa hanno l'armidelia morte altrui.
Cap. La Legge con fla co fi ; Fà adunque lamia Spada per fenten%a diGioueget-
tata nel fondo del Mare, e quello fà il fuppiicio Dragotiko t chc le fù dato, non
potendo darlo alla perfonamia,
Tcap. Tanto,cbe Uvottra Spada,foflemepervoilameritatapena t voifacefìe
vna gran perdita ,
Cap. • La pertica fù, filamento per un certo tempo ; ma come uolle la mh buona
Sorte, ella fa trottata dt un pefeatore, che andana nel fondo del mare, pefean -
doTerle, e Coralli.
Trap. Queflacofa hàfomiglian^a c<m ranella diT oliente B£,fc bene mi ricor-
do del nume. Cap.
Del Capitano Spauenta
CJap. tjCUperata cb'ìo kebbi lamia tagliente e fulmwanie Spada , mipofi in cj.*
mino, e caminandopernenni nella. La-conta , là dotte m'incontra.) induoGioua-
mttifopradsiobeUifsimiCerfìeri.veftitidibianco T con Manti purpurei , co»
elmi fallati, co fpade ritorte ,e con ut fié armate di iKcidiflimo iAccihroJdHali
fubha t cbe mi viddero,mi difiero, che to doiufft loro far domita meren%a , ef.
fendo che erano Semidei Figli di Leda, e dei gran Padre Gioite*
Trap. Qjtet modo di parlare fà troppo fuperbo, e troppo arrogante : io inquanto a
me farei vfeitofuora de igangheri,& batterei fatto qualche pa^o tiro.
Cap. ^fcolta pure , a quelt arroganza , & a quella fuperbia altro non feci , che
métter mano alla fpada, e dire , ch'io non intendma d'inchinare duo bajìardi,
duo fpuri , e dm adulterini.
T rap. Voi parlale dagatant'huoma ; e loro, che fecero,cbe difiero ?
Cip. Vvm di loro nominato Voltuce , prefr del Campo per paffarmi il petto con
la fua Zagaglia; e Nitriche era. nominato Cajìore,prefe parimente del Cam-
po t con intentione di paffarmi cola fua >Ajìe gli homeri,òle fpalle, come ftfuoL
dire.lo vedgdo i duo malnati Fratelli, che s'accingetano di farmi vno ftrznif-
fimo affalto.mi ftrmai fopra le piante,^ appettandoli con vn dritto ,<& con un
rouer fa tagliai le gambe àiCajialli^per la qualcof agii fpumi caderonoin Ter
W; Caduti,che furono gli adulterini BaSìardtmi, pigliai Caflorepervnagam-
ba,econ l'iUefio Caftorebaiìonai tanto T? alluce fwf rateilo , ch'iolo lafcìaife-
miuiuo pernon dir morto .
Trap. • Quello fù vn bajìonare,come fogliano vfare i Carfari da Ma re,che quando-
fi vedono perfegukati da Galere de i Cbrifìiani , tagliano vn braccio ad vn fio
fchiam,econ quello pai bafionano tutta la Ciurma tperfabwfi , e per metter
fpàuento a gli altri fchiani .
Cap. «f Uhora Ca Hore mi dimandò la vita in dono, fola per poter r animare tlfkd
fratti Volluce ; toaquetlepreghiere,come Gentile^ Cauigtiero gliela conce- .<
dei, e doppo il fatto, perche rimane ff memoria di me } edi loro ,gli'preft ìegìi
slanciai nel Zadiaco } dou'hora formano il fegno de i Gemelli, Stelle pfopiùca i
T^amganfi .
Trap. "Padrone mio non èmerauiglia [e quando voi andate alla guerra ve ne rito?
nate poi carico d f ^rme,di Spoglie,e di Trofei.
Cap. Sai tuperche io ritorno coft carico^ onufio di tante'vittorie.per ordtntche
io tengo nello accamparmi fatto le Cittadi ) e fatto le Fartele •
Trap. Quando ch'io vò fatto d'vna Fortc^a faccio , come faleua fare il gran
Tamerlam Impermr de iTar tari quello, che vinfe ,*fece prigionero Sultan
Baia%ette Imperator de i Turchi ; Egli quando s'accampaua /otto vna C'uta-
de cinta di forti fsime mura ; il primo giorno faceua piantare nel cofpetto de? T"
fuoì nemici vn Tadiglione tutto bianco ; Hfecondovno tutto rafia; & il ter%o
vno tuttonegro fignificando con e/si quello , ch'egli intendi ita di fare de i Sol^
datì,de i Cittadini,* della Cittade tutta .
Trap.
Rao-io namenro CinquantcCfflopnmo- ro$
T in Qll el Tamburlano per dirlo alla goffa ^oueuaefscrevnabema^amol.»
? ' r u^roiTaironea{uaimiiaiime,com^ ,
r^n t quando vò fatta vna Cittade,cintadigrofse,edifortifsime mura,ilpnm»
P ' t iorJ nel cof petto della nemica gente fò puntare hflendardo della Fortuna,
U fecondo lo Stendardo della Marte, & il terzo lo Hendardo del Diattoto .
Trap. Volendo fnniRcar, che con cotefliuoflri flendardi<
Cap. Quella,cbc io ti dirò ; Se fotta lo ftendardo della Fortuna s arrende la Citti
io lefaluo la robba,e le per fané, fe fatto lo Stendardo della Morte ella s arren-
dere fi decapitar tutta la Soldatefca , e perdono à tutta la Cittadinanza , efe
fattoio Stendardo del Diauoloella s 'arrende ,ioallhorafen%apieude alcuna,
Upongoafacco,aferró,ifuoco,rtònptrdonandonèafefsa,nèadordine,neatt
ctaie [piantandola tutta infimo a ifondamtnti.fi come faceua ildetto Tarner*
lan.de i Tartari crudeli fsimo,c faperbifsimo Imperatore.
Trap. 0 vedi quello che importa bauerbuon Capitanotgioua tantoché fempre fi
vince, e fempre fi guadagna; Io dirò come difse Cimane ^itbentefe , ch'egli è
afsai meglio hauert vn'efsercitodi Ceruì guidato da vn Leone, che batter ma
efsercito di L toni guidato da un Ceruo; e per fine dirò, che co i Soldati bifagna
c fiere, come era Valerio C omino t ilquale per dar animo alla fuamilitia le dif-
fc; 1{omaniboggiuoicombatterete contrai Sanniti , e combattentte fatto la
condotta di colui , che con fuprema gloria , hà combattendo fatto acqui/io dì
tre Confolaù .
Cap. Quel valorofo Con fole uoleua lignificare ,che fpefse uolte s*si quifìa la vit-
toria fatto la buona Fortuna del fuo Capitano.
Trap. Chi vuol far pruoua della fua Fortuna bi fogna imitar Giulio Ce farebbe nel'
la procella del Mare gettandofi'm efsa,pvefo nelVvna mano la fpada,e nell'ai»
tra i fuoi Commentar^ .
Cap. FpamìnondaCapkanodiThcbenonhebbemaidifcordìa tra ifuoi faldati.
Trap. *Al buon Capitano fi conuiene audacia cantra t nemici, bencuo!m%a ytrfo
i fuoi faldati, c configlio buono nelle cofe opportune , come fidifeapre m voi ia
tutte le vofire anioni militari .
RAGIO
Wser "ssr ^ar ter tàr
«rfiiv* svagya «ga-»-' ùTÈSif» ffj£a« *vea a
*£k%g* Àk%3*
RAGIONAMENTO
CINQVANTESIMOSECONDO.
Capitano , c Trappola .
Sfend'io vna avita fpedito Generale di centomila Soldati,
parte apiedi,epanea cauallo s trà molti, e molti ventu-
rieri, che comparsero nel CampOjComparueil Fato,il DeZ
flino,la Fortunata Sorteit Cafo,emoh'aitrilorofeguac\ s
Venturieri molto bene all'ordine , e perche erano ancora
beni fsimo armati, e f opra buoni fsimi Dettrieri,ftpofe\9
fottolo Stendardo della gente a Causilo.
Trap. Padrone mio io credo,an%i tengo per fermo , che non scabbia memoria di
■vn Capitano qml'habbia tante ,e tante volte guidati effer chi, come bautte fat-
to vai; Se bene fi dice di Caio Mario, che egli fìa Siato fette volte Confole t
conducendo grand'tfsimi efierciti per feruitio del Vopelo Bimano.
Gap. E mentre, ch'io faceua muottcre , e marchiar l'efferato dellagentea piede,
& a cauallo,alcum Venturieri fi sbandarono dalle Compagnie > e cominciaro-
no a far di malte fcorrerie,rubbando,fualigiando ) sformando, & affafsinandt}
hor quefia,& hor quellagente delpaefe .
Trap. Mala cofa quando i Soldati diuentano ladri, & affafsìni daflrada, e que-
llo nafee dal pocogouerno del Capitano non ojferuando quello , i henfferuaua-
no quegli Antichi Capitani Greci , e Latini : Ì qualinon marchiavano giamoi
ftn%a de i loro efferati ; e non s'accampauano (benché lontani dalnemico)
ferrea chiudere, e trincerargli cfierciti,& in quel modo latauano le occafiom A
i faldati di rubbare, e d'affafsinare .
Gap. Durò la cofa per molti , e molti giorni fen%a richiamo alcuno ; finalmente fi
difeoperfe il negouo ; Scopertole fà il latroc"mio,e l'affafiinio , lofetipubli-
camente vn'Oratione Militare à i miei Soldati , come già ftee Cefyre, Pom-
peo, Dario,& Mefiandro Magno, finita l'Ormone Bellica , ogni faldato co-
minciò à fufar fi dicendo il Fato m'ha fìtto far coft , ilDcfl'mo m'ha" fatto
far coli la Fortuna me lo commandò , la Sorteme loimpofe , & iicafo ne
fùcagione.
Tcap. scufe inualide, potendo i'huemofar quello t ch'egli vuole : Coloro erano
ladrif
ti a? ionamcneo Cinquamcdmofccon-do . ,04
L Mno» di volontà; ma di natura, come diceua Petrolmo Comico famofo ti
° r -« o > ia Forma ' u caf °>
U Sorte & il Deflinopublici affarmi da ftrada. „ a ;/<w„
Trap JquTlmJft finendo quella ma pena, che tanto lapuòpagare U ^
Cn> m ^$*« soldati hjy*
1 pruderne [paucnto, cominciarono apoco, a poco ad ammatmarfi tràdUo^
to^end^Capo,perScorta,eperD U ce,U
tal defcffercito mio,a talc,cbe m breuijfmo tempo mi conuenne rimaner fola
Tn^Quel%o & lietteeùfc , che fpeffo intervengono ne gli eserciti per vfar
troppa fcHerità,Bi fogna alle volte andar dolcemente, e con flemma > enon cor-
rer co fi jubito a far morire vna creatura, nata, i.udrita , & alieuata con tante
fatiche, e tanti fìenti. t
Cap. Subito jb'io mi viddi rimafo fentafoldali,efen%a efftrctto,m aeciecat tal-,
mente nell'ira ,enelhfdegno,cbe a uiua far%a entrainelme^o dell'esercito, e
quitti fuo mal grado, e mal grado di tut ti i Juoi feguatì pigliai il Furore, e di
mia propria mano l'impiccai perlagolaad vn**rborejanto ch'egli Jpnò l'in-
degna vita. . 4 .
Trap. Bruttiffìma Metamorfofe di Capitano Generale,diuentarboia,e manigol-
do de if noi faldati .
Cap. Quando l'effertito nemko,cbe prima era mioferuo deuoto,vìdde quel fecon-
do fpettacolo,fi voltò tutto cantra di me,io allbora ponendo mano alla fpada t e
cacciandomi nella folta della gente militante , m pochifsimi colpi feci tutta la
Terra vermiglia di fangtte de i nemici faldati ; e coft disfatte,e diflrutte le ne-
miche [quadre y firijfi al mio Re tutto l'auuenimento , ilquale dì nuouo , & in
meno d'vnmefe mi rimandò uaeffercito maggiore, e molto più valorofo,al
quale [libito giunto fecedi nuouo una Militate Oratione facendo intendere à
cia[chedun faldato, ebefoffe obediente , fé non ebe io l'hauereidi mia propria
mano impiccato.
Trap. In fine, come l'buomo rompe vn paro di fcarpe in qualche mefliero , è co[a
molto diffìcile il rimanetene poi ; voi com'mciafìe a far il boia col Furore, e
non ve nepotcuate più rimanere.
Cap. F'mita.cbe kbebbi l' Oratione Marnale, incamminai l'eff eretto mio verfo
il Regno di Macedonia , e verfo Filoppopoli Città Metropoli ,giàfabricata
da Filippo Padre d'Mcfìandro Magno, li dotte giunto,bebbifen%a contrada
alcuno tutto qutllojchcdeftderar fi poteua .
Trap. Se tutte le Città fi piglìaff ero coft facilmente, non occorrerebbe, the i Trin'
cipifaecfsero più mercantia d' bimana carne .
Cap.
Del Capuano Spauento- ■
Cip. Entrati} , che io fui nella Regia Città di Filippopoli,capitolai con quel Ut
lofedmio Tributario, pregandolo* ch'egli mi fatfii vedere qualche Grel
co fyettacolo per ricreare {come fi fuole ) tutto l'cfìercUo.alla cuidiman,
da quel Re fece ordinare il giuoco Timeo a i fwi primi Caualieri dclrel
gno.
Trap. Cbe giuoco era quelgiuoco Timeo 4
Cap. Qj^l giuoco non conteneua altro in fe , che il Saltare amato dì
piaftra , e m iglia dal Capo alle piante ; e quello , che faltamplàfor.
te , e pià lontano , quello riportami' honore , & il premio li quel giuoco
Tirrico,
Trap- I folti donfuano effer molto coni hauendofi a fallare armati dal Capo ahe
piante.
Cap. Saltarono molti, e molti Canalierì armati \ma conte tu diceBii falli furono
corti,an%j cortitfmi lo vedendo cièm'offerft di fallare armatotutto,a concor
ren%a de i più forti CauaUieri del Regnai onde ottenuta la gratta da quel fa-
mof> Re,<& armato tutto d'armi greuiffime , [piccai vn falto /aitando di Le.
ua>ite ìnTonÌte,e riuolgendo ìlvolto doue prima era il ter gomitai dì Tenente
in Leuate,e mi fermai nell'i fteflo luogo.il Re veduto i! falle oltre modo flupg
do,e merauigli'fo t mi diede il premio delgiuocù pirrico,cbcfù un Diamante di
pefo di quattrocento caratti,& un Rjtbino di pefa di dug£to,da portare in dito.
Trap. Qu?l faltofutale } cbe m fimile non ne fectgiamai Soldino 1 Mon%o,Gia-
mceo,Girolamo lt Arcangdo t T"mo,e'l Mancinadi Bologna famofiffimi Salta-
tori.
Cap. ~diqniJlato,cbc io hebbi il ?*egno,& ottenuto fhùnore i & il premio delVir
ricogiuoco,diedi licenza alfeffercito mio,raccommandanddh al mioLuogo-
tenente Generale detto il (apitan Tempefia,pofcia pigliando le pojìe con alcu-
ni de i miei pià cariamene paffai neUa Città di Thejpiaf^ladouegiwto trouai
tutte le Contrade parate d> lugubri panni; Ne fapend'io dì ciò la cagione, n'ad
dimandai ad vn vecchio Cittadino jlquale mi diffe , the non molto limge dalla
Città v'meua vno fmifurato Dragone^lqualefper detto dell' Oracolo)fi daucua
ogni giorno efporre vno de i pUsbeUi,e de i più nobili Giouanetti della C ittadt.
Trap. Quegli 0 racolì erano fai fi, bugiardi, e traditori, ch'altro non fi ribattano ,
che d'humano [angue.
Cap. E fegukando il fuo ragionamento midiffe,che doppo la morte di tanti,e ta-
ti Gìouinettiftoccaua in quel giorno per fua fiera fuentura ad vn belli jfimo Già
uinetto detto CleoBrato,e che per tal cagione la Città tutta era mesìa , dolen-
te, e tutta parata di funebre ammanto, lo fentendo ciò mofio a pietà dell'infeli-
ce Giou'tneto.m'offerfi a quella Cìttade di voler combattere col vorace Drago.
ne:onde ottenuta la grafia feci in vn fubito fabricarea Fulcano,&afuoi Ci<
tlopi vna Corazzadi Rame fatta a fcaglie di Tefie,e fatto d'ogni faglia fe*
et metter vnhamo dì fiaijfmo Acciaro.
Trap-
« atr ìonam<^toCinquantcfimofccotido. i^p
t \ M itmic ' poco eluditi* voi wlcuate farai inghiottire a quel Dragane*,
Tran. Sceonuo"
' . r ìderlo s'io non m incanno.
•■t* ■vcÉha che hhcbbi^MBciofàCoraX^^^ <m<*ai fuor* delia
Gip. ./'f^ en ji mi , i wlrric pone dietro-alle fpalle ; «fjfufe che /(prono le por-
tati ilMwv coxfkroalle Muta^tdpejLSìrame o battimento-, ,
nel petto più deWvfàto: ! „
Trap. StacbiumbaHcrcbbetrcni.V<>4UuovicLpVtfi? ■
Cip Vkito ch'io fiìi fuorvila Cittaàe\mi vcmteéontra l&ftht/UrafO velenofo
Drazo,fibilandoAettandofuocopQrJe»ari,eperlaboccaM
re,gli corfi c6tra, e con impetograndiffimo meli slanciai mbocca,ld douegtm
to mi trattenni fin tantoché egli poteri manicarmi afuo bell'agio.
Trap. Ohimè Padrone mi fi riccapriccia la carne tutti, e mi fi drizza ogni capei
io,come s'io hauefi veduto l'Orco,finite vi prego (}nefloficro,ejpauentofo Ra-
gionamento* . W. U-' ( , J&;f~VjÌ.
Cap. ■ ^Quando il fiero Dragcmemiftntìriduttonellaftfavoracebocca,com'mciòdi
fubito amajlicare per fratigermi,c maflkando continuò a punger fi i cu gli ha-
minafcofi,& a paffarfi la gola tutta , & allargando la ca nna p rimipa le della
gola, mi diede commodo di fdmccioiarlinel corpo , là dotte ghwtopojFinano
■ad vno acuto coltello, ch'io renata appreffo, e quìui lo cacciai nei t uorvtf fiero
Dragone,e finalmente li diedi la morte .
Trap. Hor fiarittgratiatala-Forturia(non dico quella, che voifacefie impiccare ,
ma vri altra Jpo'uhe fiete venuto a fine del Dragoneo ^agionamentoi rum onte
faceilevoiavftirfuoradclCorpodiquelSerpentatcioi c
Cap. lApcrficol coltello , ch'ioteneua in mano il Corpo allo fìtti furatOìDragone',
dxp»i lo feci feccare alSote, & appendere nel Tempio maggiore della*Cìhà di'
Thefpufi per memoria d'baucr liberato il Giouinetto della Morte , épet me-,
moria ancora delCottemtavittoria. » : t.vy 1 .\ . » ri"
Trap. 'Padrone voim'bauete horamai raccontate tante ,e tante delle vofire pro-
dexje, eh' io nonjòqualemi credere, e pervbe tutte vorrebbono effer credute
ad va tempo, migtnermo vna conf ufione tale, e tanta, chenon {apendo quale
mi creder pnma,pcr non far tortvad alcuna di loro t vidko cbiaramente t e Ubi
r amente, eh' io non credo ninna. •!"»'-.••;.! f . .
^P- Andiamo Trappola^ credi quello,cbe tu Vuoi. ' . m i
0 RAGJO.
Tra
il*
RAGIONAMENTO
CINQVANTESIMOTERZO .
Capitano > c Trappola^ .
H^IFviT^p'iovngiGrttoin tilde Città della Sàpienùf
fimo. Credi ,14 dotte fi trouaua Hercole grandi/fimo do-
mator de i Mofiri , Mi venne all'orecchia vna certa dis.
fida fatta da tm certo Greco nominato Lepreo, la cui dis-
fida contene uà s cb' egli volcuafar coflare ad Hercole d'ef
ferpià di luigi andiamo mangiatore .
lo mi credeua,cbe quel Greco volejfi sfidarlo alla lot-
ta,ò vero a qualche altro certame ,mì per queUo,che io fento,fk quella ma di$
fida paralitica.
Cap. Hercole, che in quel tempo douetta hauere vn grandi ffimo a ppttito, accetti
la disfida, & io che h quel punto era /limolato da vnagrandìjfimafame, pre-
gai d'entrar per ter%o in quel famelico conflitto, ilche ottenni fentyltratw-
tradit tiene. ,
Tnp. Lafame fuol cacciare il Lupo finora del bofeo; Voimuafictoccafiane di
fatottarui,e la pìgliafie;e per ciò fi d'ue,ehela Fortuna aiutagli audacie dafe
difeaefia i pufilìanimi.
Cap. *Accettata,cbtfu la disfida crapulc:tor'ta,fiftceapparecc Mar la Menfa nel
lo fteccato deaerato xìqj& ogn'vno ordinò quello, che uoleua mangiare.
Trap. Secasi fo/fcro tutti gli /leccati , ogrt vno vorrebbe combattere ptr camrft
lafame .
Cap. Lepreo il Greco fu il primo alla Menfa,U quale fi mangiò vn Toroarroflito,
Hercole il fecondo qualfi mangiò cinquanta Caftratì » & io fui il terzo ,cbe
mi mangiai cento ViieUe da latte.
Trap. So che voi douefle cacciami la fame per vna volta, òvà mangia con cote-
fioro ab" Hofteria da pa^flojbttona notte,e buon'amo.
Cap. Finita, chefù la proua manicatoti*, fà giudicato da tuttoHTopolo d'tltz
de,che fnffeffen^altrocontraflojmia la glorila vittoria.
Trap, S così fofie dichiarato per vn grandi/fimo paraffino.
Cap. Ottenuta t die io hebbila difioratrke y morìa , Lepreo disfidò Hercole rf
J fiat.
r PÌ Ìt£uct fàUmifcro Lepre» ,f«bito Ufi* corpo faltòfuora quel Tor*
ZZr*%iL Tali mlJflauapafeggiando^ofiec^
dToda lui fui m vntratto abitato, onde non fapendo^be altro fere Spettai
% C ontrodell'ir,tabcfiia,efacendofcanfod^
sUncUincl zodiacotràl'MMe.e'lQemma formar quoti la fiatone della
rata fiorita Trimauers. . e .
Trap. Jt tacche per opera voftra d Tauro fe ne yme StelUfmnel CercbnieU
]e dodici Seflie fintili a chi dicb'io. ■ '
Cap. Slanciato,cbeiohebbiU Tauro ,epofiolonel fegmfero Cerchiamene an-
dai alla volta del Mare , là dotte montato fopravna belliffìma Tijme , p refi il
camino uerfo il bel Regno di Coldnde\ e mentre, che fofolcaua il mare, a piene
uele,capitaiagli Scogli delle Sirenc,nominati le Sempleiadi-, e quid tromi tre
belliifime Donzelle, luna delle quali fuonaua di Lira, la feconda cantato, e la
terrea fuonaua di Ciaramella.
Trap, Quelle Donne doueuano montar in banco,e under Tornata, Balle Hufcate
jtcqm "Hanf&ye Tolnere da Dentila quei Pefci del Mare di Calco ,
Cap. Erano Sirene ,cioèD onne, me^e Donne, e me%e Pefci , le quali uedendo la
Tratte, cominciarono a cantare & a fuonare con tanta foauità,ibe tutti i Ma-
rinari s'addormentarono meco.
Trap. Quello fà un g randiffimo mantamenJo,chc uoifacefie con quelle belle C io-
uanette, le quali come l'altre ui mlettano dejlo, uigilante, e gagliardo Lavora-
tore.
Cap. >A ddvrment a ti,che noi fummo da quelle lufinghiere incaniamo, & una di
loros'appareccbiamdimontar fopraWHfae t fola per fardi noi cmdelìf-
finta Jlrage,come era di cofiume loro.
Trap. Come diffe UT otta,
II debito a feontar > che non s'oblia,
Quel Lepreofi mangiò un Toro,Hercole cinquanta Cafìrdti,e noi cento V'ud-
ii da latte , & elleuoleuam mangiar ui infierite con tutti i Marinari ,
Cap. Quando Gioue tonante , uidde apparecchiata la flrage miferartda , che uole*
uanofar di noi le federate Sirene t ntfffo a pietà della miferìa mfìra,&m
particolare di me fm Carifsìmo «tonico , fultito mi faettò il Capo con
0 z mFul-
Del Capitano Spauen to
Un Fulmine ardente,ri/uegliandomida quel profondiamo LetargotSueglmo
- the io fui,viddi come di già yna di loro era /alita /òpra la T^aue.io Vedendo,
la fubito la prefi per la-coda, riandandola nell'aria , lacuale portata dal furor-
dei Pento, andò a cadere /oprati Molo di Napoli; e perche quella Sirena *or-
in fronte fritto il/no nome , qual'era Tartenopeàfu quella C ittade dall'I
bora in qua ftmpre chiamata la delitiofa Tartenope.
Trap* 3émfftmo~pafeò il negotio i ma che viaggio,à quale tene/le voi } dapoi fatta
il memorando tiro?
Cap. t. - Fatto,cke io bebbiil memoratoli colpo,at%aiglìaccbìverfoil Cielo, e vidd't
Mercurio 'Njintio di Gione /opra la Gabbia della Wjmejl quale to/lo mi diffe
dir fm parte, eh 'io dotttfft pigliar Terra quanto prima, e trottar lì vna Balia per
scattare i /nói na/centi Figliuoli , quali doueuano e ffer partoriti da Latonafua>
ilmcnMiÀì ìmìjj^p* t •• •••»■ • . ' 's
Tra. tQ>qi4eUofuyn'altroimpa*tiO:douendò,tbìfògnandotrouar'vna Baliapcf
allenar quei Ba/lardtlli, e/fendo che fono boggidì crefàutiin tanto numeri.- i
Balìardi, che non fi trouano Balieaba5lan%a pcrallcuarli .
Cap. lopernon mancar att**4mico mio, [abito irouai Una Balia, e quella fa
Thetimia Comare la'quale hnueua dite Mammelle , l'vna delle quali yer/aua
Otii liquefatto, e P altra liquefatto ^Argento-? ■ >'• 1
Trapa i & Mammelkran\ynkhe,e/ingolariiCoi\douerebbortoe/fertunekM&m
mellt delle Donne, e così tutto il latte, rbefe ci'òftrffegliHuvmiriii e le Donne
nùnlfauerebbono quella (ete ardente dell'.Oro,e dell Ar%entQ,cvme the hanno,,
e fi contenterebbono del poco , come fi contenta la Klatufa , e mn rkerebeteb-
imò)^^ti>jn}rìéfài'appètito,ctfènbnfifjtiamai. -
Cap. TrouatStjcbeiohtbbila Balìa>Theti,emia Comare, ella mtpromtffed'dl
bùuare i Figliuoli dtl graie Udire Gitine : TartorHà bella , egratiofa Latoha T ^ j
la'qhalèìiiedè alla luctitel Mando duo FigliuoTm ■ìmo'iSle/ìtfitmpv; t'vnf>ìe
iqualifùil Solc,e l'altra la Luna. .or.;»» '.ìv..:-.t
Trap, '. : D potenza grande, a»?j gfaudij/ìmav Cosìfipartorifte ò'Donne , enonfc [t
fanno Gamiìfperflitome-b'ùifate:
Cap. Vartoriti che furono i bellij/ìmi Figli di Gioue, furono portati alla Cmart
Timi, fa' qtiafatminóiÀndo acibarii diette al Jbfe là'Mammella deìHOro ^&
affartwa la Martmeifad'J4tgenip,e qumiinàf69,cke il $9iè è giallume i'-
Oro, e la Luna bianca, come l'argento
Trap. lononfapeuatant 'oltre.
Cap. Crefciuù,&Alkuati, che furono i Figliuoli di Gione , furono pefìi nella Bot-
tega dei Tempò,'e MtEternità 'ad apprenderà l'arte dell'Indurare, e deltlfi
argentare.
: j li
Trap. w 0 bel reJerc, U-Sòk, e la lùnalrmrft la tmtthia àbuon' l hèra , cme fa)W 1
tuttii R,ìga%zÌ>* VKàlaiZc, & andar ]hu- a-Boti(gdtilamYare,/eim'ate ài
gritteicbè io godo Infhtttatùenis di qùe/ià-ghrUiiitàta-.' ' «'n 1
i '' Cap-
Ragionamento Cinquanteflmoterzo. iof
C\i n imoararmo i Figli di Gioue inbreuijfimotempo-il ntbilijjjmo meWero,e le
? ' prime opere.cbc face fero furono quefìe,il Sole inrngtorno indoro lameta del
Cieloreia Luna li vna notte inargentò l'altra parte.
Trap. Q5 cai Montura donna effer fatta a mordente, che nanfe ne parte cosi
Cstp- *° Q*xndo Giunone Moglie, e Sorella al gran tonante Giotieintefe , come che
per opera mu,t]uei Figti Bastardi rifplendeuano neUielo, e nelle cantre]**,
fatta gelo fa dell' A dattero fuo Marito,e piena di rabbia, e di veleno m
dal fuo Reyn tutti i vapori, e tutte te cfalationi per Iettarmi U vita , io alibora
abballando il capo , f confai tutte l'ojfefe , dapoi pigliando vii mio Mofcbettone
gli tirai ma Mof hcttata,è con effa non-volendo trapaffakulte le Sfere arrwt
do nella ottaua abbrucciai le quarantaotto Imagini Celejìi,lc quali caderonorì
dutte in Voluere finifma da metter fu le Lettere Umorofe fcritte dalla Si-
gnora Ifabclla Undreini,Comka Gelofa, & ^Accademica Intenta.
Trap. "Poluere degna di sì degne Lettere ima ritorniamo a Giunone fempregelo-
ft,io per me creda , ch'ella fenta grandijfma pafjione ,ft come foglioaofentire
tutte le perfonegelofe.
Cap. Lagelofianonè altro , che vntimore,cbe la virtù, & imcriti d'vn'altro
Amante non ciieui l'*Amata,ò l'amor fuo.
Trap. Lagelofta diflrugge la fperan%a, the è il vero mantenimentod'^tmore-.
Cap. La geloftafà crefeet gli *a manti in virtù perfuperare i loro riuali .
Trap. La gelofia è fegno d'^ftttare,fe bene dm'etlaji iroua,c piùtefio perdijlrttg
gerla, the per augumentarlo.
Cap. La Gelofta non effendo cagione di lontananza , è origine di fafiidicfiffma
Compagnia.
Trap. li Gelofo vorrebbe, chela fua Donna mendicale la vita, più tcjlo, i he ve-
derla Regina del fu» riuale.
Cap. Il Gelofo fprexxa,ebiafima Fumata fua, quando altri la loda^appre^X*
Trap. La Gchfìaèun moflro Infernale ,cht tanto più trefce,qmnto più fivedet
Guardatati dunque padrone dinon intentar Gelofo ^perche chi i Gclofo t ì Bct*
co fi fuol dire,e d'mentercfic vn Moslro brutti fimo dell'inferno*
Cap, lonontcmodiqueslo t andiamoadefmarc-. '%r*iì*$lnè
RAGIONAMENTO
CINQVANTESIMOQVARTO.
Capitano , e Trappola.
Y m'baipregato tante rolte,e tante(Trappota mio)perch'ì&
T0tjP--'l » dica.come babbia fatto a d'mntar Trofc (fot dell'armi,
e delle Lette re in vn medeftmo tempo, cb 1 io non pofjo fe
^Jj& ; ' l^^p noncauartiqueft*voglia,acciocbeturimangapago,fodis-
^•Vj fatto , e contento di me,vogliv principiare il Bellicofo,&
&..*-W,. N** Vr J i/ Letterato Hjtgionamento*
Tra. Fatemi quefìa gratta caroTadrone, acciò cheio poffaal-
lewlte trattando di Voi difenderai contra di quelli t tbt portano vppeniot.e ,.
ihe'voinonfappiatecofa alcuna, e per chiuder la bocca a gli Inuìdioft, e Mal-
dicenti, che indegnamente (parlano del vefirofapere .
Cap. lo ti dirò i Ma fappi prima, come le Sciente , eie *Arù fono mclto difficili
da imparare ,vna perla lunghezza del TimpoJ altra per la breuità dettavi*
U dell' huomo,cbe rienmeno,atalc,cbe colui, che fi pone a Hudiarc per giun-
gere a quelfegno,doue arriuarano i primi Trofejfori, perde in, vtiùil tempo, e
laviti
Trap. Quefìo voSlro èrti belliffimo pen fiero : ma auuertite, che nel dhm i il 'fine
dì que 'fio vofit -open fiero, voi non entriate tu pdagodipenfieù,e t'mancY ]im-
merfo nel mare de' vojìri peti fieri.
Cap. Bora conafeendo quegli jtntìi hi la grandi^ a,e la dìfficttltà delle Scien%e
e che fen^a gran pena , e fenx" gran ir/maglio i,onfi pannano atqu'ìflare ,pcr
agevolar la firada aipofieri rìduffero itine l y *Jrtì , e tutte le Sàcifze in m
generi principaliìcioè Filofofia,ticthorica,c Mathematica.
Trap. lo comìncio pian piano a capire il voflro Ragionamento*
Cap. E per tua intellìgen'za maggiore tu faperai,comecbe cgnvtta delle tre nemt
natCjfà dìuifa in tre altre parti, e fpuie-.La Filofofia fù diu'ifa nella Morale,
nella Logka,enclla T'ificadaRethorit a fà dìuifa anch' ella,™ Demc jh attua ,
in Deliberatiua , & in Giudiciale,e peryltirva la Mathimaticafù dìuifa i»
Urifmemajn Mufica,&hi Geometria .
Trap. o così s'infegna , ò cm f'wfintifce brcKmcììte ; e qutUa èia vera Brw
. ; : per
RlJ TÌonn.mentoQuarantefìmoquarto. io8
*..ufr*nare itliiViorMÙ come me. .
r , n P SSk he hebbero quegli ètichi VeccbiomU Fihfofa, la. Kfthonca, e
P L, Ma'b'm ,ricj,Ptrpiàf* ilitar il cammino ancora, ridufj mutai Bum*.
, u p i( ffai . .A^A}doucna ( quepoiilnomedelleLiberah,ihefen^anomi
narlcCtsih ui(ftmo quali t elle fi fieno. .
Trap. 5Ì,« fu i-w piaggio di queSie, perche foncofctropponotorie .
ÌSl Con meo ciò >J fi f abulia Jom'io tidiffi, per la lunghe^ del tempo, che
vibifogna per apprenderle, e perla brenna dellauita dell bmmo.
Tra. Come factfa Voi iMnfre a pafìartrà quelle difficoltà con grandi <
Cap. 1Ucq«i con Gratta , t Privilegio concedutomi dalla gran Madre Aatura.
Trap. Come farebbe a direbbe Gratia.e che priuilegiobauefle voi i
Cap H^Ìi'Uendcra\ } Qi*indùiodifcefiin qutflogran Teatro del Mondo, (ubi
10 mifaron» pofliinnan^ Libri, Spadc,e pugnali ,foloper vedere, e cono/cere»
douepiàindinaualanaturamia.
Trap. Fecero a voi qucilo,chc fece Vliffe ad Acb'-lle,per rieonofcerìo tra le don-
%clle del Re Lv omcdc, mitre tra loro fe ne flauaf cono feiuto in babitof eminile
Cap. Subito che mi furono preferitale, e l'armi, e le Lettere, diedi di piglio all' -
rmi,<% all'altra profetane, là dotte fui flètto pigliato„e pofio in Cuna con quei
Libri,con quelle Spade,econ q>*ci pugnati in mano;e Cmandomi,come è di co-
fiimc la mia Balia , m'addormentai , e feci vn longbifimo fonno , rifuegliato
poi,cominciai afputar Sc>iten%e,& a ferirei cir confanti, € quefìo è il dono,&
11 TriuilcgioJe>i'%a del quale ogni fatica è Vana,
Trap. Graticcila pochi i! Cid largo deftina:
Talmente, che tutto quello, che voifapeuate, e d'armi, e di Lettere, Njauttc
imparato dormendo, come già s'apprendeuano tutte l'^Arti,e tutte le Sciente ,
e poffedetf, come dire l'arte di Raimondo tVer amente, che ta limatura v'éfla
tacorteftfima Madre,& a gli altri crndeHJfima,&ingratilJìmd Matrigna.
Cap. Et eccoti detto ò Trappola, come ,&in che modo io diuenni Milite, e Let-
terato in vn medefmo tempo .
Trap. Se da quà innan %imi venirì occafione di ragionar di voi,faperò, come en-
trarenel Campo delle vojìrelodi-
Cap. Quando tinafeerà occapone di trattar di me, baflerà folo dir quefìo ,cb'io
porto continuamente (come faceua Giulio Ccfare Imperatore) la Spada nella
fiaìflra , e la penna nella deflra mano,fìgnifiiandoperl'Vna t c per l'altra, il mio
valor nell^irmi,ela.miaei.cellcn^anelle Lettere. . -
Trap. E così chiuderemo la bf>cca a gli Inuidiofi , e Maldicenti: Infine t intorno
Brano, e Letterato,non puòefjer ionofciuto,fenonda vn altro ftmikaluhedi
qui nafce,i he non fi t\ otta huomo,cbe vi conofea .
Cap. Dicono i Tosti , li quali famleggian^o fogliano fpeffomottezqiar del vero ,
ebe Mercurio Dio dell' Eloquenza ftfno GiouheMHo,efm%ab<irba,perài.
notare,che quando il parlare è bello, vago, e puro, noti inuecebia makC o/oro,
0 4 cbefpar-
Decapitano Spaucnto*
eh e jp ariano dì me lo fatato , perche non fanno parlare , e non fapendò pari
lare, non fanno quello , che fi dicono, e per conftqmn<%a fono grandifftmi igno.
vanti .
Trap. Coloro t che parlano di volgono il contrapojìodi quegli buomini Saui } cbe
a tempo pariauano, & a tempo taceuano, le cui lingjte furono chiamate lingue
mute,edifcrete-.
Cap. Trappola mio queilo Raggionamento noBro diuenta odìofo, e proìifio,però
faro" meglio poffare ad altra materia , e lafciar coloro , t he fparlano di me ,
condemati a far quello , che fece *4naffagora Fìlofofo, innanig a quel Tiran-
no,cìoè il tagliarfiia. lingua co i propri denti t e poi fj>t*tarfelanel vifo l'vno con
l'altro.
Trap. Overómente , che non poffino mai pronmtiare altre parole ,fenon quelle,
che pronmtiò quell'Elefante innovai a Cleopatra Regina dell'Egitto .
Gap. Hora pajftamoad altro R agionamento , lafiiatid" quei tali nella malhora, s
nelmal'anno.SappÌadtmque,come capitand'io vnavolta nelbel Regnod'^t-
tbene,trouai,cbe in bonore di Trometeo;di Vulcano^ e di Mitierua,fi doutua*
no celebrare Alcunìgiuvcbi con faielle aceeje , il < ui ordine feguim di quesiti-
maniera . Doueuano correre molti* e molli Greci t con alcunt fiat cole accefe in
mano, partendofì davna^cademia non molto difeofìo dalle muraà' '^ttbene
e quello ,c he prima d'ogn' altro portaua correndo la faccHa acce fa fin dentro al-
la. Cittade riportava, l'honore , & il premio deWottenuta vittoria ;efc per di fi.
grattatici correre , fe le fpegneua laface t poteua ritornando adietroraueuder-
la dalprimojcbe incontraua>edinuouo imiarfialcorfoperefferdìnmuo il pri-
mo al de flirtato fégno .-
Tl'ap. Mìpar d'batter vdito direbbe da qtiefio cofìumedi correre f uff e infanta-
ti il modo dapoi di mandar le Lettere per la flaffetta, come s'yfa amora a i aff-
ici tempi.
Cap. Intefo,che io bebbi l'ordine dèìgiunco, pregai d'entrare in quello arrfogaf
fubito ne fuicompiacciuto ; atlbora tutti i Greci deflinati al correre s'amarono;
le defìre loro d'accefefiaccllejo non bauendo fiaccala aat fa.,dìedi una ori
ta neilame%ana Rcgkne dell'ariane riddi , < be in tffa pufffggiahà rr, Tìaut
ardente ,e sfavillante , onde feci per. fiero di fcruhmn e ,iofi fìcfa ma mano-
nell'^4ria,prefil'ardrntijfimo Traue,mi pofì nel corfo ton gti-al/ri Greti, fui il
primo all' entrare in ^Uhene , làdoue giunto il Tt arte per l'alhgte^cxa dtltttr'*-
ceuuta vinaria , mifcepp'tò nella matto , # attai i è firn <> per mta \ a l iità ,ft
cbeinmenod'vn'bor-a abbrucciò +Aibent con tutti t / itvfifi ysccniutiala li*
l/>fo fot-i-
Trap. O di quefli tirinon vcrreirederfare a certi Barbaffcri } cfje t affano egri
cofa,e pei dìnhhc fv fiero Gaiant'bm mini .
Op-. • Ma fenti quell'altra proua Trappola*, e/x i rene andarcmoadtfware . .Al
tempo di Caligula Imperatore mi trouaiin R^ma, là dm btbbi quneia ton
l'isHfio
«azionamento Cinquantcfimoquinto. io?
* ? wrcbe egliroteua far levar ria tutte le Tefìe a tutteJe-
L,tflìaddColo{fodi'Ke%r.eyponendcmla(ua. •
Ca p tde^lhe lena cS ' ■ *£' f^tÌ£tntt
ne e non la (uà : Altera C«/tf «/* ordinò che miffle troncata a TcJUjlal
MoTpoM&a* Statu*diM«m<> t DÌo de' Malcerti. ^M»p>
ponun^
Spada ta Z H*i L teila a Caller a tutte le Statue di Roma,ordmando>che A.
tutte vi ftfTcpofla la mia fatta di finiffimo marmo. ■■ ' ,
blTo tutto di bronza darli il Vriuilcgio,cbe chiunque yifi accofìaffiperqual
fi voglia misfatto fuffe Cil*o,vi poteffi effewe lauto a for&cmt fi cofluma-
ua di fare ansiamente intorno a tutte le Statue de iTrenapi .
Cap. La feci fiorir are ,e glidiediilTriuiUgio .
Tiap. Facefic molto bene,& imitajli : quegli Antichi Romani, fi benecotal Pri-
uilegio non ghuò punto al figliuolo di Marcantonio , quando pugnilo a una
forza lo fece trarre dalla Statua d\Cefare,doue eraricorfo per faluarfi,c cotti-
mandò >cbcfu(ft ita onranente morto. •
Gap. S r to folli slato il figlio di Marcantonio , baucr ci pigliato il Colcfjo di Cefo-
re,econ effo bauenifracafjato , e morto quel Manigoldo d'*Ju°*flo Impera-
Tiap
torc_j. .
Trrap. Vadronemìoètempo hormaìdi dar fine alle molte , e molte co fe raccon-
tate da vni,a gloria, & bonor della roflra Bramirà , e del vofiro r altre , il cui
gri io r'ifuon i da vn ToloaU'altro } nort lafc'wido volo peti' altrui fama,nèlttO"
gp per l'altrui Honore.
>
RAGia
JE&. jm g& jm, j&k jg&
■vj^vj^r ^ivjs* ■v^s"^-* i»fs^*^3 CsfSiiSi **^*>^,
« tur ir w
RAGIONAMENTO
CINQV ANTESIMOQVINTO.
Capitano, e Trappola, .
0 now mi merauiglio .
Fate bene a non vimerauigliare , perciò che voi da.
refle luogo a qualche motta Filofoftaieffendo,chc dalla
prima meraviglia ne nacque la 'Naturai Fìlofifia ne
gli kuomini, la quale altro non è , che vna cognitioncs
delie cofe humane,e delle cofe Dittine.
Io non mi merauiglio dico, fe non d'rtta co fa fola in
qttefìo Adondo.
Trap- £ fttty della quale vi mer migliate folamente fe fi può fa-
Cap . M erauigliómide&a Inaura , che battendomi fatto vn cuore coftvrande
ella non m'b ibbia parimente fatto vn corpo conforme alla grande?™ fua- che
fe ciò fatto hatteffe , io batterei vn corpo affai maggiore del Globi della luna .
Trap. Il non conofcerla natura delle cofe, cagiona in voi tptefia firma, & infoi},
la meramgìix ; e perciò fare bi fognerebbe , che lìnttUetto voflro bamlfeauel
cono amento fempltce,e puro,col quale fi conofie ilveroiìleffo, che ètoJitto
£ g r f f" 1 ' fm%? l 'f ÌMt0 * efeti ^ a U dì !™f°fafitotto*ft*ndenìcbtn
fihfofkndo trotterete il tutto effer fatto in mi con grandi (fimo ordine, & con
grandisftmt Stmetria .
Cap. la Hjitwadotieapiir differenti armi da gii altri ragionatoli dami Ijwfe bt
prorogamo, maggiore. ' 1
TtJp. La Vjtura doueua annotterai tfà gli Orfyràì leoni, trà t I{jnoceronth
e tri gli Elefanti, poiché b aite te fi gran cuore i e deftderatc sì gran corpo ; Ma
quando vi contentiate, voglio far uhono fiere , che voi battete vn traudiamo
corpo,fe bene non vi fembra dì hauei lo .
Cap. Queflo vorrà, che tu mi facesti vede re : Ho rsà veniam o alla prona,cbe fe tal
cofa mi farai vedere, vogliodapoì farti vedere cofe fiupende.
Ttap. ^[coliate dunque notate bene: Ogni Gigante hà iorpo,'braccia,gambe t
eteffwl Capitano Spavento ha corpo ùmeia^ambi >e usìa,adunqueil Ca-
pitano
ilo
bautte yn cor-
^azionamento Cinquantefimoquinto.
• ^uentoèun Giiante:Stecccui fatto conofcere,cberoihi. _
* lt ^iuRmo,firnUf a quellodi qudft voglia (mtfurato Gigante snon re ne
f rlfcavuedutoprima t tbehora,cbeneditcTadroneì
r J'% o,cbelLcomincioaconofcerla grandma w *' r tóS?^
fooftcnderiamznouJott^
fc dimetterle per bottoni ad vn babitodacatulcare. ,. „
Trap. Meglioera,cheiogl\faceffiredereco n l'i(leffof,UogifvK
Tkmeoze cofile Stelle non fcruirebbono per bottoni aU'babuoda tacitate r
Tna vovliovcderedi farlo caderem cotal'hxmore acciò ch'egli fi rimanga di
Inoliarla Sfera delfuo ornamento maggiore. Padrone mw,fe bene roifiete co-
slgrandedicorponon vorrei però, che voileurte aU'ottaua Sfera lejuc luccn
ti Stelle,efarqutllo,thc non fi conuiene.
Cap. Iodifcgnod'andarpiàalto,c far fìupireil Mondo.
Trap. "Padroni -frenate il de fidcriovofìro,erkordateui,cbefe bene fitte di Jtatu-
ra di Gigante,non potete però arriuar tant'alto . . r r
Cap. Cornerò ; lo te lo voglio far vedere quanto prima, e cominciando a falir per
gradinogli > dar principio a febiaffeggiar la Luna , poi Mercurio , Venere, il
Sole,Marte,Gioue,eSaturno-,poJciapigliéireilprimoMobile,quand'cgliuuol
rapirce ritornar le Sfcrein Oriente y econ ripugnatici volto farlo attendere
-a i fatti fuoi. ■ r - r r
Trap. "Padrone la co fa non pajferà , come ricredete , perche voi non fietecojt
grande, come vi par d'edere, e come io mi credeua: e ebeciòfta vero,uoi mi pa-
rete più pi dolo dell' tifato, an^mifembrateunNano,eun Tigmeo di piccia-
lifjimj flatura .
Cap. Com'èpojJìbU quefloi 'adunque la WjHuranon m'è fiata cortefe Madrejna
ingratiffima MatrignaMÙcndcmi fatto un cuore co fi grande, & un corpo e? fi
picciolo. Ma come può ftar qucftacofa,cbe io fta,cgrande, e picciolo di ftatit-
ra,come ni d'ui,& un'ifieffo tempo*
Trap. voi ftete grande , e picciolo , perche nelle cofe grandi ui s'intendono lepic-
ciole ancora.
Cip. io non intendo queflo modo di ragionare ',uogliofaper date s'io fonodisla-
tura,ò grande grande, ò picciolo picciolo ?
Trap. Siete picciolijjimotìon che picciolo,c ftmileaun Tigmeo,
Cap. S'io fono picciolo , come un Pigmeo,uoglio cominciare auiuere da huomo
pìcciolo,e rcììringcre,e feortare tutta la fpefa in cafa mi*.
Trap. Meglio era per me, cbeiononentrajjìinquefta Logica faluatica, e ridico.
lo[a,percbe il tutto ritornerà in danno mio ,trattandrfi dimangiar paco,dibe-
ucr »icno,c diuefiirda j crocco-, ma bi fogna uederedi rimediami i o l'ifleffo mo .
do di filogisrare . "Padrone m'wafcoltatemi di gratta ,fe io u'hò da din- U uno,
mi non fiete nègrande,nèpkwloim* huomo digiuflafiama,e di beila taglia;
cemv
Del Capitano Spauentc
<come dice il Vrmcefe , e per iimela alla fchietta voi fine buono differente da
gHdltri,efictetak,cbevoinon potete morire-,
Cap. " Come ,cb'io non poffo morire, ejfendo buomo ; c omofono ,e fettopoflo alln~>
morte t come tutti gii altri viuentti
Trap. "Padrone io ui voglio far conofccre,cbe ef$è'dovoifiuomo,non potete morire,
& eccoui la proua; attendete vi frego, acciò che voi potiate me^liovonojcere
la realtà del fatto. L'buomo,mentre,cke viitenon può morire, il Capitano S pa-
nciuto è burmo,cbe viue;adunque il Capitano Spauentonon può marire,& ec-
coui fatto conofcerc,cbe voi non ftete paggetto alla Mone.
Gap. 0 queflo è quc!lo,cbe mi piace: Ft poiché io non poffo morire, veglio comin-
ciar' et far del male , recider questo , e quello , in ogni modo ttè la Giusl itia ,né
quai fi voglia human potere batterà far<%a di farmi morire., eper dar principio,
voglio cominciar da te Trappola mio.
Trap. Vadro,ie non fate -.ricordateui^che mi f eruttar fedele, come fori io non meri*
ta-quejìa mala ricampenfa.
Gap. Non dubitare il mio Trappolale quando io lo volejfi, nen lopotrei fateci
Hora conofendo di non poter morire ,non voglio viuere otiofamente, névoglìo
che questa Spada feneviua otto fa anch' 'ella, ejfendo eh e ìotio mgginifee ilfcr
ro,e la faticalo rende lucido, e tagliente..
Trap- Saggiamente difforme òVadrone :e questo modo di difi onere fi c Imma
princìpio di Filo f ifia , e veramente con grandiffima ragione, ejfendo che fole
a'I'buomofu dato il difeorfo della ragione ,come propria formale natura acciò
che fri tutte le fpscie egli falò filofofajjì;e non folamente nelle cofe preferitila
ancora delle fcor%e deUe cofe^hei fenfi gli portano, e penetranuo nelle loro mi-
dolle, e fofìan%e paffafii con l'ali dell'intelletto per lo infinito fj/atio dtlpaffato ,
e del fu uro in ogni parte del mondo , e pofciafen%a trouare intoppo alcuno, fe
ne volajjìal Ctelo,a colui che è principio, efined'ognì cofa,eqttiui rifofa(jì.
Cap. Trappola mio fe bene Ito folto v'tfiadinon intendere quella tua Logica fai-
uatica l'bò intefa cefi bene, e meglio di te ; ma l'hò fatto fola per darti buono in
mano,eper darti oceafione d'affaticarti lo intelletto ,acciò che tu non dimenti-
cbi quella , che tu hai imparato da ituoiTedanti ; mà da qui innttiT} non mi
ragionar più di Filofofia , perche io ne hò piene l'orecchie,la lingua, è la men-
te . Io di già bò ferino a Marte , che mi prepari vn luogo nello Stellato Cielo,
là doue intendo andare a diporto con quegli Heroi , e Semidei , che vi alber-
gano.
Trap. Voi non vi Jlarete, perche fubito l'Innidìa, e la Maledicen%a foreUe cama-
, li , falteranno in campagna , e quiui bi fognerà menar le mani , e far del!e_j
vostre.
Cap. lo non bramo altro che queflo : t poiché il mondo è pieno delle Bramire mie,
non rimanendoci più luogo che le pofia capire, -voglio andarmene in quella-»
ptrte a maneggiare il ferro .
Trap.
• Ra gionamcntoCinquantcfimoquinto.- in
* ùindodeuerràefftr-lapartenzavoflnì
° P ' / w vidimali da caricare, efopra tutto ricordati del mio feltro, ptnbc
Stonai a pafl-trc per U Regione deW^iia fard fory paffat quache pkg-
*u,e qualche tempefla. * •' » -• •
Tri n La prima Giornata doue aUoggiarcmo noif . . , - . , Af . .
£ P^ 0 < mmta ^^mancU^ttr^KegionedLltuiru^bofiam
rap d . eU CattiuTlnfegne,e di maliffimo Vrodigio ; ma co» quai Caualli onderemo
noiaquelviaggio.
Cap. conCaualliordinar^correndoall^Tofta.
Tra» E chi ili fognerà nell'in*, tffendo- come fono corpi gre* , che tendono al
centro i Vadromincambiodiandare al cielo inderemo uonvo&ndo all' In-
ferno. ,
Cap. Se onderemo all'Inferno, noteremo buona compagnia da Jtare allegra-
mente , perche la giù fon cono finto ancora : ma l'intentione mia fi è d'andare
al Cielo. . . . . ■ Lfojjjf u, -■■■ T l - :
Trap. Meglio farà ptrmv,main quello mentre ,m cbepajjefentòm hvitano-
fìracaroTadronef ' /•
Cap. In qualche c{fercith,& in qualchefatkahonorata.
Trap. Buona ri'otuthncè quejìa ; perche colui , the hà cominciato , con gloria,
elndedi per umbre a degno grado^deue affaticarli ancora,pcrcbe la prgritia,e
Iatardità fogiwno cagionare m fubitopiaitre, mapofiia vna continua triftiti»
accompagnata da grandifjimo dolore.
Cap- L'a ffi fn.i,e continua fatica, con l'vfod'mnta leggiero, perche molto p'iìifo-
no,(fuelli,ctre per efferàtatione.cbepcr natura bu«rtfdÌuengot;or.
Trap- L\Arte fendei effercitarla è niente ,e l"t ffercitio fer^V drìe pàtimente è
nulla. '•• T' •. a-o *\<V *-hM-v*}* ***2§£j;
Cap. ' j^Uoémoltopiàeccellmte,chcÀffaticandoficonfimapiùolhyche w»o;
però voglio,che noi affaticandoci con fumiamo molto piùit liquor di M'mehtà t
che il liqiior.di^èco^ccp^ofard^Hdfandó'i cvmponMdojèforaMeàitdo,
folopcrche di noi rimanga qualche nome, come auuiene di molt'alm àncora,
indiami), — iu'Ti . 'tf^*** -S
KAGIO
\
Tra
TÉ tXlitfa *J53k
RAGIONAMENTO
CINQVANTESIMOSESTO.
Capitano, e Ttappola .
<4jJcggÌando io vn giorno per gli ameni campi della Tcf-
fagli*, vidi vita certa maliarda, tequile bautua innanzi
fe vn corpo morto in terra, e quello b metta con vn ma%j
Zp di veienofe ferpi, e con magiche bestemmie ccrtatt&j
di richiamar Fatima di quel cadamro dalle fqualidt ri-
pe d' Acheronte.
Cioè da quel Regno, c'ba fcrìtto falla porta ,
M Laiciatc ogni Iperaoza ò voi,ch'cntrate .
Cap. Hiiacciaua te vecchia firega di chiamar Proferpina con immonde, e nefan-
de pirole ; & a Pluto minacciata d'aprir laterra , e di mandar te luce nel fm
Regno, fe non lafriam partir l'anima di quell'evinto cadauejo .
Trap. S\ t perche quelli, che fono accofltmaù afiarnelle tenebre, qualunque luce,
che vedano,dà loro grandi ffima pena .
Gap • Stfegmtanda la mate veccb u , dicem voler fpauentar Tintone, & aprir te
tem da quella parte, douc il futi regno era più fuuro,cdi mandarli il Sole a fe-
rirlo con fubitanea lue* .
Ttap. Emmperche dicono alcttnì,cbe "Plutone teme molto l'aperture della ter-
rai Terremoti,e trema dubita ndo s cbe'l Sole non entri per alcuna parte nelfuo
Cap. Più oltre dkeua di chiama r Demogorgone ,'tlqttal Dio kuocato fa tremar
la ferra .
Tiap. Demogorgone dicono i Poeti effer padre dì tutti gli Dei,ìl quale habita nel
più prof ond'iabijfo dell'inferno , quello che può fen%apena rompere il giura-
mento della palude S ligia, perla quale temono di giurar tutti gli Dei »
Ca p. v edendo te diabolica firega, che l'anima di quel corpo non tornaua,com'm'
ciò a disiar ftdi feflefla, <&• bestemmiando malediua linuentor dell'arte ma-
gaie chi gliela apprefe,graffiandofiil vifo, stracciando fi i capelli , mordendeft
te l'tngua,& afpramcnte con [affi percotendofì il diabolico feno .
Trap. La maggior parte -, anzi tutti quelli , che attendono a fmil'incanteftmi ri.
mangono
Ragionamento CinquantefimoScfto. 1 12
~.~*miodeluft, e beffati dal nimico infernale,
r ^SenZiòJmprefo quello,cb'eUa volcuafare , perniLJaarpù oU
come fi dice.cbehgnoaofare, & a quel corpo morto diedi jepoltura ■
Trap FUcvn'J^
RediThebe,chelafciauaicorpii<ifcpolti. i--ra„\;«
Cap. Ciò fatto cominciai di nuouo a parteggiare per quel Kegno di Tenaglia.
Trap. In quel bel Regno ,nel quale fi dice efferui trentaquattro Monti pmn-
CaD Et mentre ch'io m'andaua diportando in queJ}a t &inqueBapartemi com-
pane innanzi vna truppa di bellijfime Taflorelle, le quali diff eroiche brama-
rne di ballare, e ch'io doueft loro trottare , e fonatori, & baiarmi : Mia cui
dimanda no f apendo altroché fare feci comparire in vn'habito il monte 1 a r-
nafo con apollo, & le Mufe a fonare , e tutti i monti del regno a dannare con
quelle vaghe Pafiorelle .
Trap. Oh che bel balla, veder* al fuono d'apollo e delle Mufe ballaci monti con le
Taflorelle. Ma non me ne mcrauìglìo , poi ch'amo Orfeo col fuon della fu&~>
cetra moucua le Tiante, le Fiere, tir i Monti , & ^infione col fuono del fuo
eauo legno fabricò le mura a, vna Ctttade, della quale non mi ricordo il
nome .
Cap. Finito cbefùilballo ogtivno ritornò ne fuoi confini , & iomcnepaffai'm
^Arcadia , & caminando giunft ad vna gran laguna , dalla quale iti vn fuhito
faltò fuor a vn gagliardifsimo Serpente,c'hauea cento tette, per diuorarmi,on-
d'io fen^altroindugiopofi mano alla mia B4lifarda,& con vn dritto, & con
vn rouerfo li tagliai le cento tejìe,equiui rimafe eslinto.
Trap. Quella fen^altro doueua efìer la palude Lena , nella quale- Hercole vc-
cife l'Hidra , c'haueua fette teHe , e qtàui facefte vna proua maggior della
/««-/.
Cap. ciò fatto paffai poco più avanti , & entrando dentro d'vnagrànfeluafmfi
fecero innanzi cinquanta Leoni per sbranarmi . Ml'horafen%a metter mano
allafpaùa mi cacciai tri dì loro, & pigliando hor queflo , & kor quello per la
coda,tuttigli slanciai nella Libiatra quegli altri ferocifiimi Leoni .
Trap. E quella doueua efferla Selua N etnea , doue parimente Hercole vecift il
Leon Nemesi he fu vn folo,& voi ( fìpuò dire) n'vccidejìe cinquanta:addio
Tadranc,dt qui innanzi non bifogneràpià trattar delle for%ed'Hcrcote,ma sì
bene delle Morefcbe,e de' Mattacmi del Capitano Spauento : ma caro Signo-
re,parliamo vn poto d'aUro,che del vojìro valore .
Cap. lo non pojfo , non voglio , e non debbo mai d'altro parlare , c he del mio
grandifìirno valore , poiché non fi trttoua -perfona , ch'ardifea cantar la mktw
gloria .
Trap.
Del Capitano Spauenro
Trip. Io v'Intendo:- Voi vorreste, che gl'i bonari vonrìfujfero cantati da &ome-
r$,da vergiiiù, di l'Arioso da Torquato TaJJb.
Cap. , Certo sì, perche quesli moderni Tamigi mi fanno venir lacackareUaco'
loro verfi {inocchiati.
Trap. Padrone , s'iofojfì -Poeta degno di perpetuo alloro , vorrei cantar di voi,
e renderui più chiaro di nome , che non ■è il Sol quando più Splende facen-
do lam-ainuocatione , inuocarci la ninfa Catiiopef peri he nominando queSia-t
fola, s'intendono tutte l , altreinficme)raccomaìidaridolc l'opra mia,acciò ch'el-
la foffeben compaia, e ebenon perìffe: "Perche come dicevn Sauio,iUt-
bro,chà da durare bi fogna , c'babbìa vna buona Mufa^cbe lo guardi,? che lo
difenda*. v.-rA tV .
Cap. C redo,che tu canterelli alparo di qua! fi voglia negro Corbacchione .
Trap. Canterei qml fmlcantare candido Cigno in rista al bel Meandro .
Cap. E come dire sìi t
Trap. Imiterei Virgilio ,thedifìe,cantol 'armi, Et il baron primiero delia parte di
Troia ; onero Lucano, dicendo , cantiamo lagutrrapiù che cinile dei campi dì
Te (faglia ;■ E direi canto l'opretfiupendé , e gloriofc , del fc.rmidabil Capitan
Spavento, feguitando l'ordine de i raccontati Poeti ,,Et per cotalmt%p vi ren-
derei chiaro Ulujlr e per tutti i Secoli. : ve*i sì' ,*:«!•.. r-'\ v »'t w.*-.«>r.t
Cap. B.t siami per bora la tua buona volontà ; perche fcn%à pigliarti quefio im-
pacciosa Fama vera poetejfa ha di già dato principio ricantar delle mie lodi;
edig'ià il libro è formato , & raccomandato à così degna Mufa , che non può
petite. -sia . i«
Trap. lo hò moka caro t ma leuìamtei di qua Signore .parche fono horamai due
bore di notte , &i perche uedo alcune fìeUe ridotte inficine in picciolo circuito,
le qualimìnaccìano pioggia.
Cap, E che jlelle fono,
Trap.' Sonoq'idic fitte fonile dell' 'I fola di Vjxo , figliuole d'i Ligurgo, dette le
fette "Pleiadi , le quali doppo la morte loro, furono da Ciotte trafportatc in
Cielo.
Cap. Sì, sì, me ne ricordo , furono tutte amiche mie , c da me godute nell'I fo-
la diT^axo ,/n quel tempoch'effg aUcuauano Bacco figliuolo di mio compa-
re Gioite . cs.l .. ;■ \i ..'.•''.'.
Trap. viricordarèHevoi delnomediquelle voflre amiche ?
Cap. Si bene,i nomi loro fon quefiì; *4.le8ra, Mcijone, CelenO, ~4fìerùpe t Me-
rape, Taigeta, & Maia .
Trap. EcUifiimi nomi ; &.perche voi l'ajnafle , & godefie , ne tenete frefea me-
moria. wlr-ofSVw :-j ■,., t ';".ùs. : . ■>. •
Cap. Coft fanno i veri amanti ; "Poiché l'bauute dolcette han fempre in mente:
Tr*ppola,mentre ch'io me ne ricoréo,vd dal mio Sartore,& vedi fe ancora ha
fornito il mio b abito da caualcare,
Trap.
Rarrìonamento Cinquantcfimofcfto. hj
Tran 'Jfìljlerò--, ma-che habito è qwfi ? jù:
/ / 'Htbitomcz? Soagnuolo t me^> Fra»cefe,me%p Todefco,&me-%o Italiani,
' ! y federati tutt o di cattari pareri, ricamato éi frane b'r^arie ,-cm la fu* botto-
niera tiritere fedi slato. <
Trap-i 1 poi donatoli prWno biffine, che vi cotoparifca innanzi , corte fogitrìo
^re\am<^giokptirtch'T\ehcip'^ -ri- 1 "f- •*
Cap. Gli haliti miei non jono dadonare a fimi I furfanti , parendomi cofa molto
fcMciaMvedcrvrihab\to{itptrbì$mo,cbedhnij^
fo advn viCijjimo bifune , che per lo più vien creduto l'ijìcffo Trencipe, che
già lo portaua .
Trap. Vvfan%x è tale; e quel donare di coiai maniera viene a palificare , che il
Trencipe hà inodio,&poco più pretta ftmili donatiui, & pen tò dona quelle
co/e da lui di ) r preig*te ,aperfone difprc<zgatc come fono i Buffoni. . J
Cap. S'iohatteffidadonare advn Buffone , vorrei farti vn'hubir> dallape^a»
che f off e conosciuto perhabitodi Buffone,e non di Capitano , cioè fatti di mille
colori, con fìrana foggia, con vn cappuccio in tefla , e due orecchie d'^t fino,
c'hauefferoi lorofcnagltin cima,cbe fonando face feto fegnodellarenuta del
furfante Buffone.
Trap. Tiacemi il vofiro parere, & bacerebbe , che imo cominciaffi a metter sà
l'vfanxa.
Cap. Sì; perche comevna pecora falta, tutte faftrcfAtano ; Orsù camma , &
va dal mio fartore tedia quelle fette Pleiadi, che per amor mio ritardino la
futura pioggia fin tanto ch'io me ne radi a cafa .
Trap. Tanto farò j a Dio padrone^ .
2» &AGIO-
RAGIONAMENTO
CINQV ANTESIMOSETTIMO.
Capitano, e Trappola^ .
E l^V^E M 1 voglia vn giorno dì riparare a tanl
fi disordini , & tnconuententi , che nel Mondo na-
frettano per colpa di quelUpm* sfacciata detta For~
tun<t^.
Signor Capitano, non parlate di queìla maniera
della Fortumi Souuengami , cbegli antichi l'bebbero>
per vna Dea t che a voglia fua, e come piùlepiacees
regge ffe ,e gouemafteil Mondo % alcuni protrando co» beni , e con ricchez-
ze , &attriabbattetidocon poucrti,alla quale aliarono Templi , .Altari t &
fecero facrìfìctj cornea cìafcun' altra Deità .
Cap. Quegli antichi erano cietbinel comfeimentodettecofe fopranaturaHj •per-
ciò la fecero Dea , dicendo che non v'era prouiien^a diurna t che regge ffe ih
mondo , fenon che tutto era Cafone Fortuna : ma doucuano quei balordi chia-
marla Semìdea •
IFrap- Che vuol dir me^a Dea rcon tutto ciò in tutto il mondo , inognilttogo^on
voce ditutti la Fortuna fola viene inuocata } folapenfita , fola lodata,, fola
honorata , & riuerita :fe bene anco alte volte viene incolpata , ripresa-, e tenu-
ta da molti per cieca , vagabonda t mtvfiante, incerta » varia , e perlopiù. fi~
mremte degli indegni : alcuni dijfero la for^a della Fortuna effer grandi f
finta y altri, che la Fortuna domina tutte le eofe ; alimi, che la Fortuna doriti*
etoglie quello ,che le piace i altr'hcbe la Fortuna lena dal fango U eorpomov-
tale ; akun't , che la Fortuna bàper cosiume di rtmlgere i fuptrb't Trionfi m
doloroft pianti s altrijbe la Fortuna reggi la vita, e non il fapere, vìncendo il
couftglioie igran Letterati*
Cap. Hai tu altro che diredi qmUa ribalda Fortuna ?
Trap. Manca , c he dire in biaftmo fm y & in fua lede ; ma-parlando drlei cm
quelli , che fanno dico , che la Fortuna non haurebhe in/i de'ttade alcuna , [e
noi haucjjìmo prudenza ima che Un oflra poggia , il poco fapere lafà.
ere-
• .«onamcntoCinqùantcfimofcttimo. 114
J^&j Dea. bora Voftn Signoriafaft P> à oltre colf ho comitato ra-
0f \Ì ebe tono mi conducete il carro di Bellona tirato da fuo, volanti Ora.
1; f^endo,cb'tUaveni!feaguidarlo,cmeerad t fuocoHtme. j^tì^éi
~ SbUom Dea delle U quale bebbe il ho Tempio fuor* della CttU di
? Carrozzerà, e falitouifipraordmai^h'eUamigm^
Tu? den oZu : 0 $ào nonficonueniua a Marte , chiamato Oh dellebattaglìe , Dia
gradino, e voHro Luogotenente . •> ,,...4 ,V „
Cm M<me « voci" haurebbe fattala Cucmajauatu piatti fiatata Un
fa,e votato ancoit cantaroda cacare, pmhecon meco non Infogna flar fulfif-
fato Sp*gnmlo,nè fatte grandez^i{apoktàne. ^
Trip. Tonerò Marte dou'eritu ridottojbe dianolo doueua dir Venere f$ta inna-
morata tvedendoloimpiegato inftmU o$chUoueua piangere la bella Citeredì
e quel cornuto di yukanofiomxrito doueua crepar delle rifa, vedendo l'attui*
teroVjtme condeonato a firegliar Caualll .
Cip. GuiiommiBellotta in m grandìfmodifem,nel qualeera pojla la cafa deU
la Fortuna >&ìu quel deferto era vnntmero infinito di varie perfine , onde
domandai a Bellona, che gente era quella, la quale fobico difie,cbe quella innu-
merabil turba di gente , era il cumulo di fattele "Prouincie del mondo fittopo-
ftealTinRabU valor della Fortuna .
Trap. E ebe babìtatione, che albergo, e che cafa era lafua *
Cap. La cafa della Fortuna era belliflìma circondata da vn'altifmo muro trafpx
rente come lucido crijìallo, per lo quale fi vedetta tutto quello , ch'era in quella*
habitatione,e tutto quello, che dentro vififaceua .
Trap. Hora,che vedefte voi di bello In cafa della F mma ì
Gap. Fi di,come quella arcìpottrona,puttana sfacciata, & infame della Fortuna,
fe ne Situa a tauola mangiando , & beuendo in compagnia dei primi Regi del
Mando ; rìdendofì di quella moltitudine di per fine, che fe ne (laua fuor a, fitto-
pofia muaUagrandexja fua : Ond'fa vìntodallo fdegno, dall'ira , dalla col-
lera, cddlabeftialkà)montaidalcarro,pofitnttno aliami* Balifarda t ecm
vn rouer fi fatale, tagliai per me%p il muro ,1 a cafa, la Fortuna , e tutti i Rjgt
deU"^frica t deU'v4fì4jdell'europa£della dotata rimerita .
Trap. Oh che cotpofih cheeolpo#>lpofmifurato,& incredibile .
Cap. Quando quella gente fi vide per opera mìa libera dalla Tirannide iella Fot
tma t e de' futi Regiprojirata a terra venne, ai honorarmi t riuerirmi, e gridar-
P 4 mi
t Del Capitano Spauente
mper fuo Rè, Imperatore, e Monarca, ond'io per fegno di gratitudine diedi là
cìafihedma perforiti della inmmerabU Truppa il paraguantes dìjfcenfand*
tutte le rkcbeyge della Fortuna.
Trap-- E còsì,peropravojìrarimaféilMondofen%a Fortuna.
Cap. Sen%A Fortuna \ fenici Cafo >e fen^amob/altre fcioccherietrouate daquci
BaiordiJnideglianti'hi. , . \ ,, ft
Trap. faefie vnopnt di m>lta importanza, a leuat dal mondo quelle^
openion' 1 , che baueuano quelle fciocche genti y che non vi foffe prouiden 1 ^. dì-
tfina,ebe reg%c0e il mondale non che Ututto foffe Cafo , & Fortuna.
Op. Finita ch'io hebhì la lodeuolopratornaiarìmontarfulcarro-di Bellona , la
prie per ordine mio diede il vola a i ferpenùni defìrieri J .e ce ne andammo per.
l'arh a diporto ve iendom >lte t e variate cofé-
Trap.. • -come farebbe a dir chi l • >f} .
Cip- vidi h sferico centro della Terra*
Trap- 4i»*4 urcs'le parimente vederle cinque Zone , la parte ^fufirale , il brìi-
mA'^i>fà{<»ie, l Eqnwottiate,il SolJìiti<>,e tutto quello,ihe vifì contiene rff »-
tro,edotttfìe vederuivenir cantra gente di firana maniera, & vnnumeyo Sfi-
nito dì- Mo fori. •
Cap. , fi vero, f qwfio m'auucnne nel toccar terra In quelle partì, e tutti quei Mo-
firì burrendì ,efpauenteuoli , che mi vennero innanzi tuttigli strangolai con
le mie proprie mani ,feci accender fuoco a Bellona , la quale in un- [ubilo mi
fece un gua%gcttino molto faponto , cofireficiatomi alquanto , e dato la biada*
a' noflnmlanti dra%oni,ce ne paffammo allaterxa Zmx Inabitabile , là dotte
mi feci metter in terra nel bui di Perfta , equini ripofatt alquanto fai
lattar le mie earttifck >a Bellona neli 'acqua del fiume Tigri, e iifàaquare nel-
l'acqua dei fiume Indo per potermi mutare .
Trap- fi chef apone adoperò Bellona perlauar le uofire camifeie ?
Cap. •• ' La fi hiumadella bocca de'fuoi uolanti Dragoni.
Trap- filtro che fapon damtf ch'ino, fapon Damiano, è fapon Genouefe.
Cap- Lauate,& afeiutte, che furono le mìe camtfàe,mi foprauenne aWimprQH\fo-
un drappello d ì buominigrauii& ueneiùndi ne U affittoci qwlirhuwAwn&nte -
wifafotatonotmrauliliandofttHMdiuedermico
rigàie con queifetpent'mi causili t on d'io, lordijfipen he fi ma mvgktMno*
etìirijpo/idendodiffera ,-ih'er^no FHof>)fi, ^ifìrvlogi , & Maghi, c he andÀ
uano cercando Utuerità delle co fé * e che perciò fi maraui^ìauana di- tal
novità. . l7. . ...... ^ .^v., • ; •• • - v cV - -;ii-.4*iV-'.' .*■*'■'
Trap;. Veramente, al Filofofos'afpetta la nemì delle, cofè marauìgliandofi
dallamcrauiglianacqt£Ìa*ilofafia,&Àlfùafofàft&^ . . »
Cap. Finita loro l'altamerauiglia^miQdHfjì, ^ilpiitveccìftoprotiippeinco!- '
tal parole- dicendo , vahrofo campione , Jappi, come il mftro Rè, e.di quefi&i
p affato ad aìlmmta,& andiamo cercando hmmo^be degno fta dxila red-ca*
i> tona
TU<rionameìTto Cinquantefitnofettimo . 115
Amd d ivetfta,& à noi foli Rà il crearti nuono Rè: E pei chel'afpettu tuo, bà
TfiJeldmno,cbcdcll'humaxt) t t i preghiamo i( be tH voglia t eccitar la regia
iegnità,& il regio Impero.
TraD- Che rifpondefievoià quelle cortefi parole} ... ,
Cu* Rifpofo diffi loro,conjf io dianzi haueua vecifa la Fortuna , eWU t Regi
.«Iella terrai che di tutte fé nationi del mondo, era fiato gridato Re, ^P 6 ™* 0 -
rc,e Monarca dell' Vniuerfo,onde era fupcr fino l'offerirmi la regia degnttd di
Ter fu, poi che digià neraaffoluto Signore .
Trap., Buona fùla rifpofla.contutto ciò P . S. poteua rifonder più dolcemente:
Etegli,cbefoggionfeì
Cap . .Altro non mi ri fpofe.il faggio Veglio, e tratto/} in disparte , fi cattò difeno
vn picchi libro, e quello in vnfubito aperto , fece toflo comparire ma legione
di /piriti infernali .
Trap Vna legione credi), che fia di 6666 • fpìriti , Et voi padrone , che facefìc
all'apparire del diabolico efferato ?
Cap. Quando h vidi tanta moltitudine d'angeli infernali , micredeuad'ef-
fcr nell'Inferno à defmar con "Plutone Rè di quel negro Regno, comefo~
no fiato tante , e tante volte , e che quelli mi voleffero feruir di Coppa ,
e di coltello , come erano foliti dì fare , ma vedendo poi , che tutti, al
fiero comando dello fdegnato Mago > Veniuanoper darmi morte, mi po~
fi tra quella diabolica turba , e f degnando ferirla di fpada , à calci , à
P k gni » & à mostaccioni pofi in fuga la diabolica legione , tolfiil libro
incantato al Mago , l'impiccai ad vn' albero , infieme con gli altri Ma-
ghi, rimontai fui carro, e fai toccar verfo la ZonainlMbitabìle per lo eftre-
mo freddo .
Tr.1 p. Voi dotte fic agghiaccia ruì .
Cap. ^tn^i tutto il contrario, poiché gionto colà,e{fendo,come tu fai, innamora-
to di Semiramis Rjginadi Babilonia, e fouuenendomi di lei gettai vnfofpiro
tanto ardente, che con efìo rifcaldai mta la Zona fredda , e la fecihabh abile .
Jatto quefio voltai verfola Zona torida inabitabile per lo rfirtmo calore , &
quiui per la fredda tema,e per l'agghiacciata gelcfia, c'haueua della Regina
mia comim iai d tremare, eco» quel freddo temperai qutli'efiremo calore , &
refi quella Zona habitabile ,
Trap. Mora quefiefon proue,& altre che quelle di DamaVroitenza,e iella Re?
na^ncrola-.Refe che voihiucfiek Zonehibitabili come l'altre tre.chedam
jono habitate , douc ve wpaffafiel " .
<~ap. Entrai nei Segno dell'ariete , e della Libra .
1 \ZlTlftf trÌ ? U ". du0 5e &"' > tbe W* ndo f™ toccati dal Sole , le notti
Can Jier °r'j v .° !ira d à toccar quei Sevni *
* 3 ni
i-
noi
Del Capitano Spati ente .
ni tanto fofle Ugiorno quanto la notte , e la notte quanto ilgìomo\
Trap< Il Tropicodal Cancro , e dal Capricorno fidottettero querelar di voi con
Gioue delgua fiato ordine loro .
Cap. Querele a lor pofia t cofi votile co fi feci Fatto tutto quello, che ìntefo tu hai,
fece (piegar il volo a i volati Dragoni, etodmmìMa'pia'^a di Venetia,che
fà il giorno della giobbia Graffala doue riddi di beuiffimi frettaceli-, ondato p
farftupireil Serenijfvmo Duce,e tuttala Signoria tpigtiai il Campaniledi San
Marco in mano, & con ejjofece molte leuate di Spadone , eJr coeffo tagliai la
tefia a Gioue trasformato in Toro,ch'andaua {correndo perla pianga, con {lu-
pare di tutta Ventila.
Trap. Se il campanile ri cadetta di mano tri/lo voi •
Cap. Tercbet
Trap. Bifognauapagarlo,òmorire t eperderuilauita.
Cap, lo non potata perder lavila, nè morire, nonbauendo come gli altri hanws
lavita~*.
Trap. Se voi non battete vita, come vìuete ucit
Ca p, V'iuù, perche mangio .
Trap. E come fate voi a mangiare, fe non bautte vita .
Cap. Mangio come fanno gli [piriti quando pigliano forma h umana .
Trap. ~d me pare, che realmente voi mangiate per fette buoni Compagni.
Cap. Qwllo ti che par di vedere, è tutta arte ìUufiua ,
Trap. Io non so di tanta illufìone,e me ne auedrò ben io fiumane poi che babbkmo
poca robba perdefmare .
Cap. Tipn mancherà robba nò; poi che fra memora mi farà mandato vn paftk-
do alla Franco fe, dentro del quale vi farà l' Hìppogrijfo d'Ufìolfo , Bucefalo
d'Mefiandro Magnolie cerueUa d'Orlando Taladìno,
Trap. QucHa farà pocarobbaper due perfone.
Cap. Mi faranno portati ancora fatti arrofto, e jìagionati ,yn paro d'Elefantini
da latte,con le fue melarance coltene gli Honì Hcfperiti : andiamo.
Trap. *4ndfamo-pHre,pcrcbemMgieremopi& cbiaubìare,cbc companatico >
RAGIO
1 1 (?
JSu js$k jsk ^
R AGI 0N AMENTO
CINQV ANTE SIMO OTTAVO.
Capitano , c Trappola .
^tmmi quella lettera, ò Trappolale tudki batter dì mio
trottata alla pofìa.
Eccola Signore , leggete la foprafcrittione , e vedete fé
rienea noi, che qualche volta non ftpìgliafie errore .
V'tenea mefetr£altro ; E che fta il verofentì' ìt AUofìre.
nuo, inuitto,& infuperabil Capitano,U Capitano Spauento
da V airinfertia t per fopranome detto ildiabolko.
Trap. Leggetela caro padrone , che fentiremo qualche mona del mondo vec-
Cap. * QueRotbemi ferine ,ft è il Capitan Petardo , giracela infegne, e pianta
Rendardi. ' ,
Trap. Non potata efferfe non tale , douendo effer amico vottro , hor cominciate
a leggere . ...
Cip. Signor Capitano Spauento , Signore , & patrone mio colendifsimo , le dò
nuoua come di qua ft fanno grandi fimi apparecchi per mare, &perterra,nèft
può faper la cagione; alcuni dicono per Leuante, altri per "Ponente, alcuni
per Mc^p giorno, & altri per Settentrione : la verità diquefto fatto è talmen-
te nafcofa%bt rende dubbio fa ogni humano intelletto ; & io per me credo, che
debba effer imprefa fuori del mondo,però iìatelcfto , perche fenxfl di voi non
fi poffonofar ftmili imprefe . ^K^F
Trap. Quello Capitan Petardo mi pare,ch'babbia beuuto deWiftefio latterei qua
le voi fofle allenato, & nodrito, poiché vitte col vosìro humore sputando HU
perboii a più potere ■
Cap. Quello è mio grandiffimo amico , & per lui vna volta feci cofa Stu-
penda-» .
Trap. E che facefie voi per lui ?
Cap. Kitomam qttefìo amico mio dal Regno del Giappon , & per fortuna d'i ma-
re fece naufragio , nel quale s'affogò la Donna fua, che feco hauetia : Etfal-
uatofia nuoto , come fk giunto al lido t lappante l'imagine dell'amata donna,
P 4 pre>
Del Capitano Spauenro *
pregandoio t che ti voleffe andar' àriuederlacolàità netflnfemoMeltd dtmo-
mua;& fp ATue viaiDilà a nonmolto pia caia l'ira del mare la l^due campar-
ne al lido con alquanti marinari, the ilettero faldiaili tormenti del procelle fa
mare. *
Trap. Come dice l'Arioso: $
O fallace de gli rinomini credenza ;
Campò la Natie, che douea perire .
Cap. Rìtromta ch'egli hebbe la Tratte ,epmè de'fitoi Compagni ft'pofe à ttauU
gfrefm tantoché pajfato per lo firmo di Gibilterra venne à capitare in Sku
lia,douìio in quel tempo mi rìtromua ; Et ritrokatomi mi narrò tutto il via?,
poja perdita dell'amata ;ela promifione fattale d'andar' a riuederlagiànelL'
inferno pregandomi caldiflimamente acondurh fecoal Regno delle perdute
gemi, r
Trap. Equefìopercfreglifapeuacomtvoi erauate grandi fimo amico delgran
Dianolo delÙ Infem o .
Cap. intefi ch'io bebbi ilfuo Sermone , li dlffi , che per ciòfare,bifognaua andar
da Ila. Sibilla Carnea, Sacerdoteffadi Proferpina moglie di Tintone , ch'ella ci
haurebbe infestatala ria .
Trap. S ì^quella Sibilla della Città di Cumajabricttta da iCumeÌ,e per ciòdcC
taCuma.&ella Cumta-.Cittade antitbiflima di Sicilia ; ma voi padrone non
fapeuate lafìtada d'andarui i
Cap. i alesò tutte, effendoui flato tante,e tante volte, battendo prìuiiegio dal bion-
do apollo ,d'andarui, &ritornarea mio volere contraogni decreto infer-
nale; Coft d'accordo ce ne andammo alla Cittàdi Cuma , vietammo la SU
bilia , la quale intefo il bifogno-noflro , diffe , che bipiana difendere per lo
lago duerno, del quale ella era affoluta padrona : Ma che prima bifogna-
uafaper la-volontà degli Da , fetidi della quale ogni opra era tentata m
mano.
Trap. € quejìa doueua effer la difficoltà maggiore perche la diurna Prùmdenz*
gommale cofe prefenacomt flanno;le ventare come le piace : e le pacate reta
, laafuavolontà : Ma che modo bifognauatenere-per fapèr la-volontà degli
Cap. Rjccontò-la dotta Sibilla, come non molto da ItmgeddU Città , circondato
da bofchi,e dafelue fitrouaua vn'Mbero , il quale produceua vnramo d'oro,
furato a Proferpina y e che bifognaua prouarfia ImUerlo dalla fua pianta , e
dalftto tronco , e quello portare alla Regina delle fquaUe ripe d'Acheronte -
Et non potendo quello fpiccarc , chiaro fegao era,cbegii Dei non fe ne cantei*
Umano ,il ini ramo bsueua qmfìa virtù, che diuelto o%m volta tornaua a rìna-
ficreiE che ciò fatto da ieiritortìaffenpos t cbefeco.necondurrebbealia Città
di Fiuto.
Trap. £ bifognaua venire allaproua, tome fanno tutti quelli , che vengo-
no
no
ai
t» azionamento Cinqiiailtefimoortauo . 177
r hl^^tom sma,*nSarn T U r Ua delle felue *
Uk« vfeironofuoragrandiffime fiamme di fuoco , «/few ^
ìuiL l vhlmi!ìrMe,el'vltimoefìermiiuo.
Tra* TOw <wS<'* »« ^ aT «^"' * w ^/" f ^
%L Lti fi turarono l'orecchie f Stridendo con gli acuti denti difparuero co-
me nebbia ai vento. . , ,
Trap. Gran fonj hi ima buona vocefiene organizzata ^fonante e rimbombare :
te, come la vofìra. ..... . „ , . J i
Cap. * Sparita la diabolica truppa,dinuouo mutai il Capitano alla tale impteja,la
doue gionto di nuow faltarono fuora voraciflime fiamme di fuoco, & infteme
-fifdr.M h apparite vno fmi furato Dragone , ilquale aprendo laboccayoleua
bwb'wttirloy'o divedendo v'accorfi.lo pigliai per la coda , e lo slanciai nei di-
' (erti della Lihia,a far compagnia all'altre velenofe Fiere .
Tra p. Canchero vi mangi, padrone, tò che non bifagnafi bendar con voi in neffu-
na maniera.
Cap. c iò fatto m'accodai all'incantata Pianta,econ quella facilità , che fi coglie
vn fango sbarbai il verde tronco col ramo d*oro,èr incamminatomi feco alla
■volta del iaco Jti*emo,fen%a laguida della Sibilla difendemmo aUa ripa del
fiume ^tcberQnte,e tolto il remo di mano al vecchio nauta K guidai la negra ,c
ru^inofa'Sca ffa alla Città di Dite,&quiut con vn calcio gettai a terra la porta
infernale, entrai neltetro I{egno, trouai la donna dell' amico, la prefi pervn
braccio,& a viua fot%a dif pregiando tutte le leggi, e decreti infernali la con-
duffi fuora,e fe bene ella fi voltò più.e più volte per mirare la fuperba città d*+
*diterno;con tutto ciò,nòn ihteruennè a lei come a quella infelice della moglie
d'Orfeoicc nerit mammo al mondo di fopra, equtftoèil fe riàgio, ih' io feci
almio Capitan T etardo.
Tr.ip. G :and\{fima beneficio l\facefìe,ma che ricompenfa ve ne diedepoit
Cap. Come tu fai , ad altro premio io non afpiro, che alla gloriaicon tutto ciò,
per non parer difcortefe,accettai daini vn prefent'mo , recato feto dal ì\egno
del Giappone. '~h
Trap. E che prefentefù <?
Cip. Donommi vn picciolo aneUetto d'oro^el quale era legatacon ^irabefea fat
turx^U Mauritania , la N midi a , la M affilia > la Getulia, l'Etiopia^ tut-
ta
Del Capitano Spati emo
Ilo OITSl'-.'j ri r . ,; ; ; ( . ;j- , sa3i
tatwenofa Libia,
Trap. "PervrCarmellettofmaitato^ legato contante bellifsìmc Froitiudc , e c «/5
da tenerla molto cara,
Cap . Io f w v» tempo t poi e/fendo chiami o dal gran Turco Snltan Salma*
•per Compare deUanelh,lodonai alla, !{pjSa Sultana fmmoglìe ,
Tra." I/ratto vifipuè credere,ma intorno a quelle unti Trouincie donaieuì dal
Capitan Petardo, fi può dire ih' erano co fe rubate ,& voi battendole rkeùute
er aitate nella medefimacontumacia x & fe batte fife giurato che nò, efoHe fiati
condotto a quella Fonte,che è in Sardegna,giurando bauereHe perdutogli oc-
cbi,e dicgdo il vero vi farebbono tornati più chiari,percbe tal virtù,e (al prò-
prietà baueua quell'acqua, oltre che fanaua ogni forte d'infermità,
Cap. S'io vi fojsi andato fbaureì pi/ciato in quel fonte ,e gli haurei Iettata la vir
tà,e quei Sardi farebbono rimontanti Sardmi /alati da mangiarla Quare-
fima.
Trap. Tadronenon volete voi rifpondtrtal Capitan "Petardo intorno alTìmpre-
fa ch'egli vi accenna ?
Cap. SiitagliojdicolìfCb'iofono fempre all'ord'me s e che le mie armi fono appe-
fe nel Tempio di GianO,fatte luflre,rìfplendenti per mano del Furore, e cbe^>
baflerà vn minimo auuifo } cbefubito armerò i miei Galeoni, lemie Galea%~
%e,le mie Caracche, tmiei Berttoni t dottendofì andar permare;&fe per terra
fomarò/EjfercitOjmio,a{iaimaggiore dì quello di Xerfe; Tu va intanto a '
comperar carta,psnne ì & tnchìofiro da fcriiter k rifpofìa.
Trap. Che carta volete voi da Jcriuereì
Cap. Carta vergineicarta non nata,penne del Cigno che impregnò Lcda,& in*
chioflro del mar negro,
Tra . ' Ter bauer carta non nata >bi fognerà andar da qualche vecchia fìngacene
del Cigno,cbe ingrauidò Leda,che partorì Helena,CaJlore,e Tclluce,b?fogne
rà doman darle a Giottesche fi traformò in quel Cignoftncbioftro demarnegro
bifognerà dimandar licen%aal Gran Turco.
Cap. 1<{jm tante Macchiare àngegnati,e fà come tu puoi
Trap. Io non mancberò,& ecco t ch'io vò.
Cap. Trapala afcolta ,paffa dil mio Paflkciero,e dì che io vorrei Jìà fera per ce-
na vna spiedata de Lacchè Fr ance ft,con la ftta falfa dì Tic cari Spagnoli.
Trap. Glielo dirò,e che tenga ognicofa in calda fin tanto,ch'io uado a pigliarla.
RAG IO-
«lift
Tra.
RAGIONAMENTO
CI.NQVANTESIMONONO .
Capitano, e Trappola.
Adronemio^lkraccontategrand^uoHrc^aUeme^
rauiglie del «offro ualore,in tanti, & sìdiuerfi lochi , mi
fa credere , che ho i battiate ueduto la maggior parte del
mondo,an'z} per dir meglio tutte le farti dell' Vniuerfo.
Il creder tuonon èfaUaceièuero , ch'io hòuedntv tutte
le parti del mondo fenja punto partirmi dall'albergo
mio.
Ti'Ap. L'haurete forfè uedute dipinte in qualche Mapamondo.
Cap. Queilo nò ; Venero un giorno tutte le parti principali della terra a farmi
tmeren%a, dichiarando fi prontifsime adogni mio commando.
Trap.. £ quale f àia prima?
Cap. La prima fà l'afta maggiore con trentaquattro Trouincie.
Trap. Quelle Trouincie,che fono pojìe tra ilfiume lndo,& il fiume Tigri-.Edo-
po quella douette uenire l'afta minore, f \A ) rie a,& l'Europa: Horafe qutfìe
Trouincie ni uenneroànedere,che cofarimafe nei luoghi loro?
Cap. Vi nmafero i fondamenti J^alordaccio: E dàpoi ogn'una ritornò ne' fuoi ri-
finì in un batter d'occhio fonado, e cantando alla morefea lelodi deUamia'tndi
c\bilpoffan%a .
Trap. Tantoché [cnxa pirtimi di cafa uedeBetutte le parti delmondo.
Cap. . yottiprimaqueUaobbedienzaycbeHcnifleroadincbinarm'hpoi rendeiloro
la uifua, facendo in effe mirabil prone ,e cometufenthai . fcffV*
Trap. Buono. Ho,-acbefaceflcMÌncWJlfia>neU'dfiacofidetta > &a l Aftamo-
glic di Trometeo>ò da un figliuolo di Manco detto jtdo-fiuerodamx Bigina
dettala.
Cap. Bora l'intenderai ■ L'opra famofa,& mentor onda, ch'io feci.f a, ch'io {ai-
tai dal Kcgnoii Mauritania fopra lo ftretto di Gibilterra a pièpari,& andai <t.
pofa rmì nel Regno di Vortogallo .
Trap . e neli àfrica , cbefaefle ? africa detta da m nipote à'Jkmn ntìmtio-
' Del Capitano Spatienttf
Z4ffer,& per altro nome detta lib'uJavn-Re nomato Libi , o da una Regtnn
nomata Libia.
■Cip. 'l^ll' Africa feci qucfto di notabile : Le due Sirti tanto pemolofe a i naià
ganiij'ma maggior* ;<& 'l'altra minore jtrà di loro difcofle dugento cinquanta
miglia,congionft infieme acciocbc meglio fi poteffero vedere Sfuggire ;
con unfojfio disfeci tutti i monti della rena , ch'erano allbora aficà più alti del
mare ■
Trap, -E tieffSuropa,dje opnt fegnalm fuefle uoi?
Cap. 'Hjtl' Europee particolarmente nel Regno di Tbe faglia doue è il mentii
Olimpo>cbe d'altezza paffa la prima regione deU'ariayùifaltai fopra, e dalla
cimad't quello faltaifopra l'altro monte Olimpo ,il quale getta fiamme di fuo-
co^ con m jputo fmorzai,& fpenfi quelle fiamme sì grandi.
'Trap. v'intendoiTotcbe quattro monti Olimpi fi trouano nelmondo: ilprimoè
in GMlogreciafU fecondo in Mifìajl terzo in Etiopia , & il quarto in Teffa -
glia,cb'è qnello,che detto baucte,fopra la cima del quale fé nifi fcriuono let-
tere nella poluere,ritornandouipoi l'anno feguente ut fi ritrattano ancora for-
mate come da principia . Signor Captiamo mio rimango fodisfattifiinto delle
molte dimmdefatteuifin'a queftbora prefente; Et ut ringratio della grafia ,
che fatta m'bauete*
Cap. Setufei fodis fattoio fon'to per ciò pago, e contè*to,fe no ti raccoto più oltre.
Trap. Seguitate dunque, perch'io altro dilettole afloìtare newtrouo .
Cap. Tufai,cbe l'Italia è la più bella parte dell'Europa .
Trap. Cofi è in effettoUapià nobile,la piùfertìleja più bellicofa, & al bondan-
tedi qualfiuoglia parte del mondo, detta Italiada Italo Re d'Arcadia , ?.o-
mata poidal Topoló Romano Saturnia da Saturno, nelcui tempo (mentici
che uiffe}regnòl'EtddeU'oro,nella quale erano tutte le cofecommtini,all'bora
non conofceuano gli buommi cofa proprìa,non albergauxno in ricche cafà,fc.J
non nelle Cappanne fatte di corteccie d' Alberi ,non era allbora il tempo diuifo
in Ferno,e Trimauera,Mto l'anno era temperato, correuano iftmlattc t &
Nettarceli Alberi dìSiillauano dolcijfimo mele,la terra fetida aratropredu-
ceua la Meffe;la Gente fenza legge,& premìo,difua uolontà abbracciava l'-
honeslo,& il uirtuofo;aon era in ufo l'inganno, nè là moni ta, non n'era iriùidia
nim'ukia,ditfenfioni,guerre,nècrimini;Scguitò poil' Età dell' Argento, quel
la del Rame,&pcr ultima quella del E erro, nella quale nacquero tutti ì ma-
lì, ebe-durano fin'aldì d'hoggi . . u\ H
Cap. Io fui la cagione,che rtgnafierole raccontate Etadi.-pcrcbe come già ti dif-
fi, nacqui f ubi to dopo il D iluuio,& perche m'era trouato in tutte , ra ipa rena di
viuer molto delicato jnollc,& oiiofo/iononmutaua Ordine, flato,e conditio- ■
ne,&per ciò mi compiacqui dell'Età del E erro, amando le guerre , le rif]e,le
difeordiej furori ,le morti >e lo fpargere dell'bumano fangue.
Top. Qucstononfapeuio: Md ceniamo un poco a qucilotcbcuoipocofàtu'ae- [
cennafte,
Raci'onamìjnto Gin<3[«antc^ittdnono. 1 1 ?
.„ Ma aeeditcrniquello,cbeinItdiavoi facete. :
11 & sfuriatoli Regno t ond'io tmjfo à pkt?,pigliai SatttrnéfcpraJr^Ue^ - .
Lift H tmcro Saturno ritmo all'otta™ Sfera,&fopr* il Cieiodi
ciòcbe come prima il padre haucfie imperio f,pra il fehuolo,cnon ti pgmh
lo fopra il padreterni vogliono tutti gli ord. ni ,e le Uggì.
Trap. Voividimofìraftevrì 'ottimo Legislatore.
Cap. m fenti quello sbetfoaorfe in Francia. ^ r.^ur^Uh
Trap. In auti predella Francia?percheyi fornire. OSie,come-^pett t laGaU-
liaUqiiita*iaJ*Lugdmexfe i &U'Qaihonwf<s -,
Cap Coftè-ttoraa(iolttmiìTrotuftneìcmifi.iiàt1hi^
■einoaliarbona rna FortezXanomatal'Oihat, che w (furila lingua vtwl di-
re vn'Ocbafabrhata da quei Franceft VfjrbònenfrperpiazZ? inrjpug* abile
per confino con gHSpagnoH t & paffando quiui tnghrno mi venne penfiero d], , f
fare vnbcUljJimatiro.e cbsfetiipiaiitai drincantro della FortezX^'^ehat »
vn' altra, piazx* "ff^P'^f denominandola Salfa, con gran stupore di tutto
H cónfìnoìgrparcbe quella nuttinaiion haueua ancor fatto coìlatione , mi m9q. >T
gial quelle due Fortezze, cUèlOcbat con la S alfa, le quali mi diedero ?»
grandiffimo nudrimevto,e me ne andai .
Trap. mangiar Fortrzzetbifogna poi cacar* fitte ,Te*re t e Cajìelli .
Cap»t Jtetla Spagna feci rngratiofr tiro.
Trap. € che tiro fù,d'archib i tfo,ò pur di culo? t
Cap. La SpagnaJetuHeffcriada Hejperó.Hiberiadal Fiumi Hibero, e par^ ar-
tico Lmm:nie nètta Utfitanui haggidèttaPorbogailo fedii tuo, che io fon per
dirti. '■ :, 'wtilTH oKtv > „'«..: tfcfl^&ju
Trap. Ditelo, c aro Tadrone.
Cap. Combmeuano i Vortugbeft fatto d'vn Capitano detto Vtrìatè cantra ìa->
forzale potenzade* RomanUfaiendodi loroqrandiffrma (lrage,per la qualco
fagli impauriti Romanivedendomi,mi chiamarono in loro foccorfo , andai co
me corte [e Cattaliero wfcftf* fà(» r in afaoylisfeci tutto il campo Lufit.mo ,
ammazzai H Capitan v\rhsoiepe.diiinome ttÈmodi Gallego bauendoper
opra mia vinta tutta la tyllitki . gr • *
Trap. Tantoché fe voi non estuate t i Romani ermo ad vn cattino partito.
Cap. Coft na.
Tiap. Fi in Cermania,non faceste voi nulla?
Cap. Si bene,eneìla prauiveia di Geta con quei Gbotl, chegià fotto vn Capitano*
detto Roerabmafoggkgarono^d'ifìruffero quaftilmondo tutto , e disfecero
ilTempiodiDianaSffefia t ,
Trap. Echecofafacfle?
Cap.
Del Capitano Spauefito"
Oli* Pectfbe quel Bserabifta rifteeffetutto il Tempio di Diana, poi gii tagliò
htcjh^Upoftmc'm* ieUaCttpolaiel Tempiali efiempioj terrore di fut*
tìimdfaum.
Trap. Vi pomJlegenwfamente,e vi fi paffono gtujtamen te dare,e concedere [" t
dkcipmUegi ch'ottenne dal Senato Ramano Luc#> Cecilia Metello , che fi
chiamato rabbiofofepolcrode'Cmagir.eft, de'quaUera Capitano Ufdruba-
le t cmnmerofo effercito,e cento ttentatre Elefantini quale fà vìnto » e fapt.
rato dal detto Metello in Sicilia vicino a "Palermo yamma^jando venti mila
Cartagineft,& ventiquattro Elefantini quale poi trionfò in Roma col rejìa K *
te,cbe fà cofa flupenda a veder cofintonltiuofe bejìie.
Cap. Si portò da vdorofo'Romano i mafefu0e toccato ame l'andar cotra quel*
lo jlfdrub&\e$mre\aprmavifÌA vtàjòtntto l'effercitQtCondottigU Elefan-
ti k Roma a farne beccarìa,e darla carne toro a quattro batocchi la li&jvo ;
Trappola vi dal mio Cal%plaio& vedi s'egUm'hd fatto i mieifiiualettida ca-
ttzlcare della. peUe del Vello d'orofbcgiàmidonò l'argonauta Gìafone,
Trap. ^inderò.
Cap. Ndi 'andare ,cbe tn fatai,paffada Mmerrn prima imentrìce della prima
Olìua,e dille che mi mandi cinquanta botte dioglìo da conciar i 'infalata .
Trap. B\fognerà,cbela fta vn'ìnfalatamolto grande a metterai cinquanta botte
d'oglio,
Cap. Sarigrandejn%} grandiffima,pokhe v'entreranno tutte le lattughe, etuu
te le mef colante del mondo iil piatto farà il Cielo della Luna, colle fue rettoiu-
tioni per fale,& per aceto vi farà il Mare roffo fatto forte dal j angue del Rè
Faraone.
Tra. BtllìftimamfalatapermafamìglwkiOrsuiouQ*.
Cap. vàicb'iofrdtanto anderò à dar'il filo alla mia faida alla Sfera dì Mai-
te fiora che egli è Signor dell'anno minacciando grandi fime guerre f,
RAGIO-
no
3
RAGIONAMENTO
SESSANTESSIMO.
m
Capitano , c Trappola .
f"W f maCt%pGFB5f > Rouandom'io vn giornonellc Selue della Libia peruenni ad
vna grandijfìma Camma .dalla quale vfc ìttafuora vn grì
diffmo fumo negro come ptce;nè molto dorò, che fattofi
dna ra d'ogni intorno,uidt come btcfla eram grandi flimo^
Bafilifco,ilquale bavetta in fronte duo corni molto agu%zi
ijjiel me%p de' qua li tenem tata pietra,£bedi fedaua wn-
tofpleniore^hefembram propria uedefnella fyelonc*
molte,e molte facelle azcefe.
Trap. Spettacolo d* tyxuentafurìhuom di pietra.
Cip. I^on fi tojìofù rifcbiarato ì*Antro,eno fi tofio bebbiueduto l'borrìbil Bafì
Sfco,cbc imbracciatolo ftudo,& canata Balifardadalfodro ,mi cacciaiden-
tro,& rimettendo col fero Callo inferpentato,con un fendente Utagliai lepÒ
genti corna,l'vccifi,li tal fi la rilucente pietra,& penetrando più oltre per io
cauatofpeco,gionfi in un beliamo prato /tei quale, e nel me%o era un belli fsi~
pio palazzo, f ottenuto da quattro gre fsifsime colonne di Zajjìroje quali batte
uano difimfsimo oro le Ba fé, e i capitelli .
Trap. Chi baurébbe mai credutOiCheperlotofibrutto^fpaHenteuole^fifoJfeper
arriuare in luogo cofi delitiofo,
Cap. Semi pure .-Mentre ch'io Siam mirando il fuperbo tdificio , nidi fcenderla
fcala del ricco palalo, (la quale era difimfsimo argtiojad un caualliero tot
to armatoci quale co alta,& orgoglio/a mie dìffe. Dimmi pai^o, e bestiale
buono , comefoiìì cotanto ardito t che nella mia babitatione entra fo-
mi
Trap. Tank da metter terrore al bruto Babao.
^' n Y "fy 0 ^" con Béifardajcbe court colpo folo lo tagliò a trauerfo, e lo di-
Jtefe morto in terra;& correndo in aiuto fuo tre brani Canalini armati, furo-
no parimente dame trucidati, & morti.
Trap. SÒ,chcfidofteuaredcrcunbelmcnar dimani.
v-ap. Dopolamortedeiqmttrotroppoardititfaua pure auederfe altri ne ccm-
parluano,
Del Capitano Spauenta
f£rìuan'o,pofcìauedcnd'> rhenulld compar'ma t comim'ui .tf endere l'argen*
txtafcala ì & arr'wato itti cima di quclli^entrai dentro d'una belliflìma faliu
riccamente ornai xjr.m àjg> Manuale cravnamenfa apparecchiata di tatto
q>ietto,cbe era neceffario per tal Signorejicapo deUa quale èra poSìa una fé-
dia di finifsimo oro>tttt>a ricamata dipretiofe gemme , f«pra deUa quale er^
faitto va' 'Epitaffio dipurp»reelcttere,cbecofi ditd^f Xenfenfa cagione fa
reti nominato.) .„ , .
Trap. Volendo ftgnifrare f che di turno, acquifere He maggior gloria , & mag.
giorhonorc. ' . , - ,
Cao vedend'ìola Tamia abbondantemente apparecchiata d eJqutjtteviMnde;
& effendo fracco dalle Unghe battaglie fofrnute^bito andai per mettermi
afedere:Mborafaltò fuora difetto lafedh una longhi finta ferpeda quale m
' un tratto tritami fiinuihfpò intorm , egràfe ne ueniua con Ik foc,-* aperta
alta «o/fa della gola per farmi dir l'ultimo bomei ; Io ciò uedendo Upuji con
una mano perla gok , & ton l'altra cercai di frapparmela d'at-
Trap Wr "come facma Laocoonte Sacerdote affittato dalk ferpi nella guerra dì
Troia. /• .'ii;^"v'^'ìkyv..'' .
Gap, Finalmente tanto feci .ch'io la Htangotal& me la tolfì d'attorno. #
Trap. Ztimitafte Hercote.t he fendo pargoletto infante ììrangolò le due ferpi ,
mentre ebeflaua in cuna . - " ', , , .. . «■
Cap. 'Mortale difrfa.cbefù la uelenofaferpe y mipoft a federe fopra la ricca fe-
dia,&qmi cominciai a cibarmi delle dimfeuiuande,& m quelmentre ci) io
-we neflaua cibando,fentì un grandifsimo romorefuor del pxla^&colaju
bito accorrendo uidi come da una piccioli porta d'un belltfsmo Giardino u-
[mano fuora molte frane forme d'animali tutti gridandoli quali fttbito, che
mi mitro diftefo dall' argentata f cala , mi ft fecero cantra per dimorarmi ,
onde ponendomi tri di ìorocon ira , e con furore , e menando fìertjsimuoL
tS di fpada a chi tagliai U collo , a tbi le gambe ,a chi parat ia pancia
chi diuifi permutano che tutù nmafero truàdat\,& morti : Tofcia fatto-
mi uicinoaila picchia porta di donde erano ufeiti ì mofruoft animali , & vidi i
pereffa un bellifsimo giardino,nel quale ft udiuafaamfàma armonia di cantan
ùa<i?elli,& uoletidomtrarm demrojubito la dettaporta con grandifsimo ro
m or-ficbmfe:peHa mal cofa in faflìdito,e fracco delle lunghe battaglie jo-
RenutcWneritomaipermeffafpeloncanellefelMde
nandomi in heofeemomipoft a dormire fottom' ombro fo faggio.
Trap. EqmmdoHeflefarempiaceuolifiimofonno.
Cap arii tutto il contrario .perche dormendo mi fognaicofe molto pm frana,
vanti di quelle, che auuentae m'erano. „(r A „j
Trapf L'ordinario di coloro , che dormono, the fempre ft fognano le paf}at^
cofe.
Cap.
Ragion amento Seffantefimo. 1 2 1
^ rtetlhto cb'io%i,impaticnte detta long* dimora carni,, ai tantosto gonfi
lircbecofafoffe t mipoftacercarda^
dueferukori.c'haueuano fuocauatti a mano, h ftalato , che mi riderò co-
minciarono a chiamati toro patroni. . , , r . r
Trap. E quiuidimottoftvenneroaUemattha tale,cbc le fautore fono cornei OH-
de delmare,cbc fi corrono l'vrta dietro l'altra.
-Cao Konbebberofttojìo aletta la voce , che ratto camparne vn Caualiero&r*
maro con fpadaignudatuttainfanguinata m manovietadomi l entrata, per la
eiual cofa [degnato li diedi vn calcio nel pctto,lo sfondai,* lo gettai morto in ter
ra,&cntrato dentro al giardino, corftlà dotte s'vdiua la voce, cfje fi lamento-
mie quitti vidi preffo ad vn Fonte duo Leoni morti, & 'in cinjad'vn 'alti/fimo
Tino vna donzella riccamente veflita , la quale fi /tracciava ifuoi biondi cape-
gli amaramente piangendo, al piede del quale slatta vn caualier di/armato^
che fi sformata di/alk /opra del Tino, /ubilo, che la donzella mi vide, comin-
ciò piangendo a pregarmi, che per honordi cauaUeria,doueffi liberarla da quel
Caualiero , che sformar la volcua ; ond'ioper non mancare pigliai vno di quei
Leoni per la coda, e con quello tanto baflonai l'infoiente Caualiero, ch'io lofe~
ci render lo fpirito-.Tofcia vedendo vn' canuto vecchio ad vna feneflra del
cafiello, ch'amaramente piangeua , egiudicando quelloeffere il padre dell/tu
donzella ,moffo a pietà fpiantai il Tino , me lo pofì falla palma della ma.~
no, e con la donzella in cima lo ponti al vecchio padre, il quale ringra-
tiandomi me la voleua conceder per moglie, dicendo 3 che cofi era feriti»
nel Fato.
Trap. Talmente , che non volendo er aitate entrato in vn gran laberinto ; e tutto
era per renderui piiìfamofo, come face/le col Baftlifco, co i Caualìeri armati»
con gli animali mofìruofi , e con la velenofa ferpe , cbeSiaua fono l'incantata
fedina. >
■Cap. Sappi,chc quella donzella era famofaineantatrìce,la quale per*me%p à'vn'
incantato fycccbio, ch'ella bauetu, mi feppe dite tutte Icpsfìate mie fuenture-fi
tanto feppe direbbe mi cofìrinfe all' amor fuo s & al goderla, per la quakorte*.
fu fui afiretto a promettere il ritornocon vn fotenne giuramento .
Trap. i giuramenti,e le promeffe vannoper l'aria- fparfe, come dice il Poeta .
Cap. Sbrigato ch'io fuida lei,mi pofiin camino , douein poche horegiunft ad vn -
porto di mare iui vicino, douc trottai buon Tsiauilithalmio camino, e non molto
lunge andammo, che giongeffmo ad vn'l fola Jadoue per colpa di contrario
vento, fu bifognoferm.tr/, per alcuni giorni : Mandando per queW 1 fola et
armai ad vnafonte,che rujìkanamcm fcattmud da vn grandi/fimo
J^JJoiUquale-baHeuidifuanAtural'acqua chiara, frefea, e dolce , & quivi
poiìomi
Del Capitano Spanano
poslomi a federe per rìpofarmì alquanto , ni molto fletti , cb'ia vidi com-
parirmi fopra vn'moftruofo animale t cbt per abbeuerarfi a quella fonte ve.-
tiitift-f.
Trap. £ che forte di animale ? era. acquatko,ò tenebre t
Cap. Io per me non sò ; Sà bene-, ch'egliera tale, qual'io telo dipìngerò col pen-
nello della mia lingua : era grande quant'vn grattammo c amilo , haueua il
corpose gambe,e la coda di Leone non haueua fopra dife pelo alcuno : 11 fuo.
colore era mifio di molti colori, e ne i piedi haueua l'vngbie funghe^
quanto vngran palmo,la tefta era comedi cancgli oreechicomed^fmo, nel
mc?o delle quali haueua vn corno intortigliato , condenti grandiffimì, ì quali
erano tamaagu^ì s cbe tutto il vifo lì coprimnojìaueua poi ne' lombi le ff\ne r
negre 1 limge,& aguzze, che lo rendeuano fpauentcmle i veduto ch'io bebbi'ii
moflmof» animale ,mi tirai indi fparte,ò dinafcofo,fm tantOjch'egli s'abheue-
raffe; &in quei mentre ch'egli beueua, con defìro modo, e di distra li tirai vn
colpo di fpadafoprad'vn'orecchia, che con effoli taglìaime%a la tefta: pofiia
raddoppiandavn fubitorouerfo lì tagliai l'altraparte, e cortvna fioccata nel
torpo. lo. diftefì in terra morto : lo fìrafcinai al ISlauilio; lo feci appiccar' d~_
l**Antenà*& fpirando buon vento al noftro camino , demmo le vele ai venti ^
& il legno all'onde »
Trap. Che diauolo di fìramgante Aioftro , io per me-non credo , che vn' altro fi-
nàie fe ne ritrouaffe pià,percbe Naturali fà,epoì rompe la.fiampa;oh ibebe-
fiiaccia,oh che be£ìLiccìa,pad?one-
Cap.. Mentre, che noi falcammo il mare, mìvenne vogliadì pigliare la cetra del
noftro 7<[j>cchie.ro,econ effa cantare ,e fonare, qual nonetto Orione.
Trap.. Ma voìnon douefie correr' la fua fn&itura. > com'egli corfe } volendolo ifmi.
marinari vccìdete per torli il te/oro, che guadagnata haueua col fie Te-
riandrò*.
Cap. Stàpura fentìre: non he bbì 'si pena cominciato a fonare ,& cantare , che
ìn vn fubito campar uero attorno alT^auìlìo vn numeri infinite di Capi d'oggi,
d'Qnbe x dì Tifimi, e di Balene, li quali tirati dalla dolcezza del ftmia t e del
canto, s'erano fatti tanto vicini , che il Uauìliafkiua per fommergerft i ond'io
fubito pigliai la rete da pefeare , e con effa. in una tirata gli pigliai tutti , li feci
infalare, e mettere in tanti bariletti, come angiogbedi Genetta : Et quelli poi
apprefentaì a diuerfi am'uimieìprf anghghe.
Trap. E quanta uolemo direbbe fi uendtffero la Murai
Cap. Quelloycheuollero coloro,che lìuendono,che alla loro roba famio^hepre'^
Xp uoglìono, alla barba dei pometti : Ma s'ìahaueua il mio Cintatone, fate-
ua affai maggior preda .
Trap. E come è fittoti uoflro Chitarroneì
Ca p. ti mio Chitarrone è fatto de l corpo del Galeotte de' Venuìani; bà perma-
ni ìo il campami di San Mano, & per mie le catene d'oro del Te/oro,
della
Ragion^tTlento Cinquantcfimonono. 122
TV-m oÀa Chitarrone dcbbe rendere riamo?* %Z r ? nde >'l e J
? dcbt f <r fcntire per tutte le parti deUUfr>c*,deUJfia, cdell'E».
■ P pafc alai fi uojla eccell^ùffimo Sostar dì Twba.ò Chitarrone . Or»»
diamo uerfo pÙx^a al ridotto di coloro , tbe Squartano , e fanno M p*%«
buomini. ^
Trap. Credeua t cbeuoi»oleHedireinbe(cariai orsàandtàtno*
% RAGIO*
RAGIONAMENTO
SESSANTJESSIM.OPB.IMO..
Capitano ,c Trappola „
Ignor Capkano,padron mio, da me molto amufatìouora-
to,& riuerito,fe voi fofie fiato in Roma al tempo de 'fuoi-
Dei,e che voi baueSle voluto fa r del bel bumore entrado
perfora nella Citt^rvmpendo , e fracaffando le porte,
non so come voi i'baurefté pafiata con qutl Dio Fou
culo, ilqnale era Diofopra le porte, e (oprale ferra*
ture. r
€ap. Sarei éntratoafuo mal grado,hauemfgangherate le porte di Koma,e tlieh
bauerei fpe'^ate fui capo. 6
Trap. > E/e i Romani foffero corfial Tempio del Timore a far facrifiiio 'centra
di voi come loro nimico, come paflaw ilmgotìo?
Cap. Sarà andato a quel Tempio,oueintendo, ch'era appefa lajìatua di Scipione
4fric ano tutta fitta d'argento, e quella dìfia ccata > haureì con tffa baSìotiati-
tutti ì arcoHanti, e pifeiato fui fuoco del loro fàcrificio .
Trap. _ -Padrone mio, credo, che vai fan-ite Hato gntndìffmoamico^el loro (Dir
Stluano,ilquale era qtcello,cbe'cusìodrua,eguardaua tutti colonie andava-
no a gli hom t a ptgltarftpiacere,comefà Mecenate, che pereffer tanto amico'
dei conuiti fatti ue' giardini Jidedhà vn belliffimo Tempio.
Cap. Mora l'hai indouinata .
Trap; Sarete flato anco amico dtl Dio Efculano, Dìo delle minere,del Diopetm
nia,edella Dea meretrice, [otto della quale erano quarantaquattro Sordellidi
dorme libere tn I{oma .
Cap. Di quella Dea farei fiato amico, e di tutte le fue meretrici .-
Tra p. Veramente fareiìe fato vn buono fiallone per sì fatte cannile : € di quel-
la Dea Tbeatrha, ch'era Deafepra i Theatri, come farefie voi Baiofuo
denoto? . 1
Cip. c omefù Dominano Imperatore, haureidifirutto t ccm'c?li feceìlfuo Tem-
pio ,pernon bauer japuto cuHodir bene il fuo Thcatro,nd quale numanda
molti palchi vcùferogjtan moltitudine di perfette,
Trap-
^a^naraentoScnantcfìmoprimo: n 3
Trap." U*cb'iobaureifattol'ifiejfo^
^ P 'J£ l0 :Etpoi q ueUeloroDcitàeranofalJe,&bu^^
pndete,& oìtrag^re, durarono breve tempo, come breve tempo duro la Mo
narebia de' balordi Romani. ' •
TraD Tutta quella gentilità antica , come che non trneua mfemo , uefperam
Taradifo,cauaua dalla fiaccherà fotza , Ma codardia cuore, dal Umo-
re sforza., dalpericoloanimo,da'nimici amici , dalla pouertapatienza .dalla
malitia efperìenxa , negaua il fuo proprio volere, feguitando il pare/al-
trui folo per laf dar alcuna memoria co i morti , e tenere alcuno bonoreca
Cap. Tutto era (come tu h ai detto ) folo per lafciar fuma : perche colui , che
molto H'ma la fua fama , debbe tenere in poco conto la vita: Tali furono
gli fìirij ,i Babilonif, i Greci ,i Macedonici Rodif ,iT ebani, i Cartagi-
ne fi,i Romani, & altri, li quali come l'oro disfecero lavila loro nelcorfodei
pericoli .
Tr.ip. Co ft fà : ni fi può negare quello c'habbtamo perl'Hìfiorie, '& per gli nin-
nali ; Et poi quand'alerò effempio non cifoffe , qual più chiaro efftmpio dige-
nerofiprogrcfiidella voflra vita cfpofia a tante perigàofe imprefe folo per ac-
quiflar' fama,& bonore.
Cap. La Fama,cbe non tace l'altrui fatiche, venne vn giorno a trottami battendo
feco venti Rèdi Corona,che lafegnitauano,&gionta alla mia prefenza diffe,
Valorofo Capitano Spauento , bonor di quefla Etade , arder di Marte , quefìi
Regi, eh e meco tu vedi ,fono quelli de i cui Rjgnigià tifacefli Signore, e quelli
poi donafli aH'inuittffxmo Rèdi f ortogallo, i quali vengono aringrstiartid'ha
uerli vinti , e donati a coft degno Heroe .
Trap. E che Regi erano quelli? , '■ \. v , t
Cap. Ti dirò : Sffend'io molti anni fono , compagno d'bonore del Re Don Ema-
nuela ,Re di Tortogallo,fui da quella M aefià comandato all'acquilo di nuo-
m Regni , la onde fatto metter' all' ordine buon numero di Galeoni, foldat'wmó*
tt'uioni,arme,e tutto quello, chef acfua dibifogno : f piegai le vele uerfo il Capo
di buona fper.inz* . & i 'ibreuifiimo tempo uit.fi, e debellai i coftoro Regni, co-
me io t'ht detto dada h 'ama condotti. . . , .^Jt'Jx <,. ■'
Trap. Vadrone, fatemi vm gratta, raccontatemi i nomi de i R egni.fe ut li ricor-
date. •
Cap.
dAden, ti nono quello d'Omu^,il decimo quello di Ccfalà, il Regno di
Gambata, di Goa.d* Caul, di Dabul,di Narfmga, di Bmtnmla , di Cananor,
$L 3 di
Del Capitano Spauento
dì f occhiti, di Malacha,&il Regno di Cilan; taccio ì/ stiate proprio deiZc,
per che fon nomidafcongiurarfpiriti infernali
Tiap. Ch'auttenne poi delia Fama,e di quei venti Re , che vietarono la grande?-
Zavorrai
Gap* Li tingratiai tutti ih lingua arabica, feci a tmtfotyiniffimo banchetto,
apprcfentati tutti i Redi ricc biffimi doni, feci preferite alla Fama d'vna Tr$.
ba d'oro,tntta temperata di diamanti , di rubini , & digrojiìflimeperlc,per
meglio fonare le mìe glorie i miei honori .
Tiap. vi poriafte da generofo Caualiero*
Gap- Ciò fatto montai ac amilo fai mio Corfìer del Ftegncfoto conia mia §a da T
e con lo feudo, per andar bufi andò qualche firana auueneuraxnon molto carni»
nofeci,chenetl'tntrar' d'vna felua , mi foprauennea eafq vm don^lla ricca'
mente ornata foprad'vn palafreno afìaì più bianco* che candida neue,la quale
da parte d'vna fua Signora mi prefentÒ vn'etmo beWiffimo,dkUomì,che quel-
lo mi farebbe dibifogno cantra vn moiìruofo GiganteM quale combattendo al
primo colpo fuoHiuiderglìhuomini fino sàidenthio aWhora la ringratiai,di-
cendole,cbe non m'era di bifogno altramente , e cheftàfoche horeatta fua pa-
drona portar ei la tefiadeW bombii Gigante,
Trap* Facefie molto Bene, perche combattendo con l'armemeantatefi vincenda p
lagloria èfolo deltami,enondel Camltero.
Cap. "Hpn malto- carminando- a rr'ma tad vn Fonte, poiìofopra d r vn profondo fu.
mefiuedaU'altrapameramfortijfmfrCafteUojircoNdatoda beUiffimiarBo-
ri , nel quale fi vedétta vna bellijjima Cor te t nclla quale fiaua lofmifurato Gu
gante t cbe nella, defira manoponaua vna A4 ferratati grandìffimopefo,
il quale fubito, che mi vide faltòful Ponte, J gridandomi <& minacciandomi ,
ond'iodifmomatodal mio defiriero s pofimanoalla mia Balifarda , e fattomele
vieino-^rttai^b'eglimemfieilprmocolpo.
Tra p* Facefle da valorofaS oliato >e da faggio fchemhore 9 perchegrandiffimo
vantaggio hàfempre colui , che con flemma ajpetta » che l'inimico ìaffalti col
primo colpo } potendopo't sparando, Sfacendo fcanfodivka, contrapaffare , e
farfi (tratta fecura al ferire-
Cap. venne alla volta mia l' bombii Gigantacck per ferirmi fui eapot, csm-era
di fua cofiume, & albata adambelemanìia poderofa Ma 73* ,frcredtuafar
di me, come di molt'altri fatto Imueuaiondh, che fiaua full "ami fo>, lafiiaì ca-
der'il roumofo colpo a voto facendo fcanfo divita,pafcia cmrapajfando,mc lì
fecifotto,& con vn rouerfo fatale li tagliai tutte due le gambe difotto ; Cadde
h terra l'horrMGigante,& io correndoli addoJjò,gli stacciai l'elmo dalla go~
h,et ol pugnale fubito lo fcannai; Morto che fu il befiialiffimo Gigante, quel'
li del Cafiello vedendo mortail loro Signore, mipmarono le chiatti dentro va
ba, ild r argento > riconofcmdomipernoueUo Signore ; €t enitandonel Cafiello
vidi vna picchia porta tutta diferro l dentro della quale fi fentimno motte va*
ci do-
)
. forùSf^o 'f^^r&^vm $a me ne andù al Cadilo dell*
dia fece vnaleUafaka,ucofi degna maire.
r di ritorno mmàfdnìo de/ìriero.e me «rrowfc ,
Gap. H« incordarmelo : Vàdmque, e piglia dugento mortalem&
tmpilidi poluerefn* , «ir «arredi alpalco della Cerna , fin tanto, ckefìfec-
chino, che poi li mangiarci album tempo, parte allejìt , 0- partite gw*
delbt->.
Ttap. EcbimttjirmperÀìàmìiMu*à vna & rattVent ? r *'
4 RAGlO-
T9r "^r "sar -gsr *®r
*S£* ^Ik ^SIS* ,HSk JM%^ Ji%^
RAGIONAMENTO
SESSANTESIMOSECONDOv
Capitano, c Trappola.
Ignor Capitano, efiendo voi ti Generale generaliflìmo
della- Militia .buomo tanti i bratto, e tanto valorofo, per*
the non pigliate moglie ,acciot he di voi rimanga vn'hc-
tede, che vinta la Fortwia-,fuperi il Tempo, fy.iufnti la.
Morte,&fac> io. tremare tigrati Diattoh deli' Inferno?
Buona propcjta. è tatua- \ma qud figliuolo potreb-
begiamai vagliar fui t apitano-S pavento fuo padre*
Trap. E vero • con tutto ciònon dottrefie per- quefìo ricetto r non pigliar mo-
gl'ics.
Cap. Gli hucrmni, che fona legatiteli vincolo dimatrmcniofono fintili a colóro,
che vanno per mare ,li quali prima e he v'entrino tonftderano bene quello che
fanno, non effendo In loro potere Ufoffiarfc 1 venti ; E [e pure firifoluono d'en.
tram, debbono vedendo fegnale alt uno di fortuna raccoglierai tojìo'm porto r
Tali dito debbono effer quelli,chefipongmoalgiogo del matrimonio guardar
prima quello che fanno , t on c/?t modo deliberano di legarfi dovendo navigare
per l'ine onfìante,& mutabil mare deUaf emina *
Trap. Saggiamente parlate, perche variale mutabile fà fempre la femha : Efe
bene Troperdo dìffe;Foialtre donne come vna uolta battete rotto il freno del.
la vergogna,nonfapete più raffrenare^ cornggerla vtftra pa^ta, bifognà
però crederebbe tutte non fiano dì sì ftrauagantìvogìie . .
Cap. Ledonne,cbevna volta hanno cominciato ad trrar e , fono cernei f affi ,the
cadono dai Monti , i quali non fi ritengono fino , the non gwngono al baffo i
Ter tanto non hìfogna parlare di darmi moglie , per hauervn fuccefiore, &
vn'berede delle mie grandette : & pure quando io voleffi prenderla, quale fa-
rebbe quella donna per grande ch'ella fuffe, che meritaffe d'hauermi per
marmi
Trap . vna donna,cbe fufìe fauia, e pmdente,vna buona , e vìrtuofa moglie (t he
fe ne trottano tante,e tante }la quale èfcm%a delie cofe buone ,e come dia Sa-
lomone,è corona di fuo manto .
Gap.
■R ao-ionanknto SeflantefimofeconJo. izf
r,« Comeio%abbia da e Jf et coronato, voglio altra corona , che quella dettame-
% or £to,&d'vnaioro^
' bebberogiamai gli antichi Romani. . . . _.
Trap. e*"** cofadelpigliarmogliefipttòmetter ,nf,lentio t &pajJarad
altro particolare. * , '
Cap. Sen? altro: Hora per non paffar qutjlo giorno fen%a linea/ tome dipela-
le) Sappi Trappola mio , tbetrouandom'io vngiorno in Sicilia , mi pojta tm~
tare , & rimirare il Monte Etna , che continuamente getta fiamme di fuoco.
Et mentre , ch'io andava mirando vidimomtft U Monte Jentij tremar tutta^
Ìlfola,edopoquettovdijvnagrandiiftma voce.dicendo, Capitano Spauento,
lemmi quefìo ptfo difopra le fratte; (in ch'io refpiri alquanto.
Trap. Saltella voce doueuaefler di quakhe fpirito infernale.
Cap, Senti pure . lo [emendo quella bombii voce, iidomandji,chi era, che [otto
quel greue monte nafcofoHauj : EteUafubhofoggionfe-.lofon Tifeogigante
/onerato fotta quefìo ahi filmo monte , pojlo a quefìo fupplitio del gran "Padre
Girne.
Trap. Molti vogliona,cbenon Tifeogigante fia quello, che geme fono l'Etna ar-
dente ;ma fi bene Eucelado [no Compagno fulminato da Gioite con gli altri fuoi
Compagni; come beniftimo dice Ottidio .
Cap. me diffe effer Tifeo, e non 6ncelado:bora fra come ft voglia moffo a com-
passione del fuo nùferando.sìato,li Iettai il monte d-'ad'ioffo, fintanto , ch'egli
refpiraffe.
Trap. £ che face He voi di quel monte i
Cap- Lopofidilàdal F^iRO diMcfsinaapajfeggiare alla ritta del mare.
Trap. Bel vedere vn monte paleggiare alla [piaggia del mare.
Cap. Inquel mentre ; che ilmonte pi ffeggiaua, lo fmi furato gigante ftlafcio in-
tendere, che non haurebbe voluto piti ritornare fotta quel greue pefa del
monte .
Trap. Voi all'hpra t che li dicette *
Cap". Li difìt, che non j blamente haurei liberato' lui, ma tutti gli altri Giganti fuoi
• Compagni,come feci in vn fubitojeuando loro di fopra i mohti, cut fcpolù Sla-
ttano con quitta facilità,che dall'arbore fi coglie pero,fico,òpomo„
Trap. Liberati,chevoihauefìetuttiqueiGiganti,chefìiailorti *
Cap. Quello-, che tu vdirai : Vedendo Etna monte, che mùgli altri monti erano
fradicau dalle loro radki,& liberati i Giganti,ihiamotti tutti afe, & vniti in~
fieme ci diedero vn terribile a ffalta di buone faffatetlo vedendo ciò feci ani-
mo a miei gì 'tanti ,epoflocitràdi loro con buoni fsimt pugni li gettamo tutti a
terra,dis fatti in minutifsima poluere, & vintala periglio fa %ufa,i oJufs't me-
co t miei giganti, li quali furono poi dame vefliti alla mialiurea,e come paggi
<d'bonorc m'andamno mnan^mentre ch'io pajfeggiauaperia Città .
Trap.
Del Capitano Spauentò
frap. Voi doueiate parere vn Tigmeo,nèpcrfom alcuna vi doueua raffigurare .
Cap- lo già l'bm' compre fo : Et per óhfcriffi al RJ dell'Etiopia fuperwe, che
■ mi mandtfe tua elefante d'eilrema grande^ , il chef, cefMto , & quello
cauakatt* per la Città vettito ali' Indiana, timo coperto di penne d'tpap,
pagallo.
Trap. Talmentejbe vói doueuate parere ìl Rè de' ptoppagaUhmacome vi sbriga
Jìe tuì poi di quella Gigantesca prole?
Cap. prefentai * diuerft Vremipì ami:i mìei , cbefe neferuirono per Capitani
delle loro guardie de' Toiefchì.
Trap- Oh guarda quanto panno v'andaua a far'vn paio dì cal^e, con quelbra*
gbettone alla Todefca-.Se voi li tenevate fin' a quefi'bora,vbaurclbonoc<m fu,
mate tutteie vofire rìccbe^,percbe doueuano e ffer e grandinimi mangiatori
Cap. Ognvno di loro fi mangiano, vna gran fornata dipaneal patio ,fi beumx
vnagran batte dì vino, fi forbiua magrandiffima caldaradìmineflrat&fi
tranguggiauavn gran Bufalo arroflo .
Trap Ob và manda queìforeflìeri a mangiar apafloaUthofleria, e dì , chePB<£
fle fi falui, col far loro pagare vn me%o feudo per ciafeuna bocca .
Cap. Donata , ch'io bebbi la Cigantefca truppa ,fecipenfiero d'andare a nuota
acquisii digloria - t
Ti'ap- E doue vi volta/le voi ì in qual parte ì [otto qual cTtma , poi che non fi trota
luogo, che da voi mnfìa flato calcato, e premuto* .
Cap. Mi r'mltaì all'ai Ibergo della Ricchezza per rmeder i conti de futi gran
Tefari.
Trap. Meglio era volger fi all'albergo della "Povertà , "Pouertà contenta ,comefi
voltarono Valeno'PtélicoU,Monomo ^grippa, Càio Fabritio,Qumto EmU
lìo,j£ttilo Colatwa, Attilio Regulo, pancia Cinato t &altrimoltÌ,theanta'
ronopouertd contenta*
Cap. £>uesli tali,raccontau,doueuano efierperfone d'animo vile, poi ebenonama
nano le riccbe%ge,nèlebramamno^onle quali fipoffono far cofegrandi,&
magnìfiche.
Trap . Ogni cofa pofjiede quelb , che nulla non de fiderà , e che più fecuro viue,e
più certo $i quello xhepoffiede ogni cofatperche il dominio fpefjo fi fuolperde*
re : E perà non fi debbe metterla Rice belga nel primo grado dì buona /orfM-
na,nèla Povertà nell'vlùmo flato della miferia , perche fono ilvifo+llegw
dellemolte ricchezze flauno nafeofe molte amaritudini, e fono ilyoltotrifloì
& borrido della pouerti regna abbondanza di neri, e durabili beni.
Cap. "Poiché tu ami tanto la pouertà , fi dà quefla buona nuoua,cbe tu fatai jett-
pre povero .
Trap. Miglior fortuna di quefla nonmi poteua ajfegnay'Umh caro "Padrone; p»
che mentre ch'io farò pouero,nonfarò fottopoflo, nè foggetto ai vari cafi del»
Fortuna nè, batterò quei contìnuo fofpem, che fi fuole battere di perdere tfu».
I 2,2»
* a gionam V ento Scffantcfimofccondo.
,., }r irirr/ji nel leticar tecoro ricchezze.
fc,'iltro,cbc Diogene. , . { ch > Ì9
r* J tlelfandro Maino euvnbalordoi Siapurpouero^my j
EMtoÌLÌJcb£ V . efia Infine* ™«f^™*
Zfcamctter'altoraine^ilde^
GP \|Jirfils«tf*w d'acciaro ; a Giouevna «#/M< A ^ £
M,m vn Coeletto à guadai Sole ^Fta arroga Venerea
paro dì ruttane atleta Mercuriomez^d^nadtCmlatantmfati, & A
la Luna, vita V atea fatta infricaffea.
TraD E fauazx.4 Tedr'waìio vd.
Gap. fi: E fe per forte tàgV in contrai lorùdaparte mta y che fi trattengano-
' fin tantoché ti de ftnareftmettaairovdinc*, '
Trap. Hmmww w bel trattener ft, e che trattenimento MA* effere illoroj
Gap Dìioro,cfee vadinoa HwM^atre^ntTftsktj^fé^mì*baOAte t &ehe
R facciano fonar* Maro fm t U Zoppa^MofìazjSAa^oia^rgomoM Tedran-
tonìa,& altri Ballettiate s'vfano m quella CittÀ,perche hauranno miglior ap-
TtJp f m Credo , chefarebbtmeglwmAndarlia Livorno falle Galee dei Gran Duca
a trattener ft ogn'vn ditoro con, vn tetm'm mano; Et genere, & la Lima far la>
Cucina a'Galeotti. Orsà torà-
RA-
^ «^5w !t*W5 oW? «JS^a elg^ p
RAG IO N AMENTO
SESSA NTESIMOTERZO.
Capitano , c Trappola .
Ideft ne gR andati tempi vna Cometanell'arU » la quale
durò lo fpatta di fette giorntinteri.
Tanto tempo durò quella Cometa, che apparite nella
morte di Ce fare Imperatore,
La quale,per quello, che ciafchcdunodiceua, Significa*
uà la morte di qualche gran perfanagpo ; ond'io fapen-
do, che nel mondo non v'era maggior huomodi me,gm-
dicaicolparer comune, chcella [offe apparfa per me, e che fignif 'caffè la
morte mia. y
Trap. Quella Cometa è da temerfì. che corre per l'aria con fuoco dì color fanghi*
gno,hora che forma haueua quella Cometa ,che voi vedefìet
Cip. Haueua i fuoì raggi come crini di color fanguigno .
Trap. Doue guardati* il fuo crine 4
Cap. S opra del mio Palazzo , & per ciò, come io ti di fi ,fà da ciafìmogwdlcdtQ
fignificarla morte mìaìond'ioperleuarnii quel maligno inftuffo di fopra. la vi'
ta , afpettai cheeila comparìffeal fuo folito , & [piccato vn fallo nell'aria , la
gionftyla prefi per lo crine, e la slanciai [opra il Serraglio dì Cofiantinopoli, on-
de poi ne nacque la Rjtta dell'armata del Turco,e la morte di SultanSelimo.
Trap. ^ Quello veramente era prodigio di mortele dì gran danno, come catt'tuipro
digyfono ancora il fentir romor d'arme t e gran voce ne i bofchi il fentìr fonar
trombe con fuonofpauentemlc nelCofcarenuU : il veder nell'aria combatter
huomini armati fopra carridi ferro: latrar cani fetide ffer ferìihil combatter
gli augelli nell'aria tra di loro , lo firider de gli augelli notturni : <& particolar-
mente Il fentir tonare dalla finiflm parte .
Cap, io me ne rido di tutti , & particolarmente di quel tonare a fmiflra , non ef<
fendo quello altro romaiche d'vn colpo,ch'io diedi vna vottagtocando al Tal
lonc t il quale fu sì grande, che ancora fe ne ferite lo fìrepito^ il rimbcmbo .
Trap. Et io credeua tutto il cotrario;ma parliamo vnpoco di quello,che uoi m'or-
dinafìe hisrfera.
Cap,
Ragionamento Seffantefimoferécf. r Jjr
Cap Ricordamelo , hauend'io prefiata lamia memoria a DemoHene oratore per
rkordarfi bene dell' or atione, che delle fare in Senato .
Trap. y° l mi àkefie,che volcuatefare vno firano viaggio, e ch'io vi metteffiatL'
ordine il voftro c amilo del Regno.
Cap. Ti dijfi,che io -polena cavalcare il mio defiriero alato.
Tra- "Per andar doue,s'è lecitAl faperlo ?,
Cap. Per andar nella Cinta dorata del Cielo,& vederecome fianno in quelcorp*
dtguardia,^friete, Tauro, Geminì,Cancro,Leo,y'trgoL\bra,Scorpio, Sagic-
tario,Capricorno,^Acquario^ìr Tefce, miei faldati.
Trap. Io per mecredo,che filano al polito lcco,e che non fimouano dalle loro feriti
nelle ,tvedereteancora,cbeilprimoMobiledtbbe fareil fnocorfoin venti-
quattro bore , e come l'ottano, sfarà tocca ogni cento anni vn grado del Xodia-
co,facendoil fm corfo in trentafette mila ami,Satuno in trenta, Ciotte in dodi'
ci, Marte in vndìci, S ole, V 'enere ;e Mercurio in trecento fefjuntai inque giorni ,
&fei hore,& la Luna in ventifette giorni, otto Ime ecco tutte lefottigticzje
oiflronomk he.
Cap. lo non l'intendo a quefìo mtdo :non roglio eh e. cucili miei Officiali pano
cofipigri,e cofilenti nelle loro f anioni, e come io fiaigionto là difopra in quelle
fortezze del Cielo , voglio leuar Saturno dalia feiùma Tia%ga per effer 'vec-
chio debile, e tarde, e darli m'officio da Rarfcne in ripofo.
Trap. ^Non potrà far -, the roinon diate vn occhiata ancora a quei quattro Eie-
mitiche fono quelli da i quali fi generavo tutte lecofe , detti Elmcnti,percbc
tutte le cofe pigliano principio du loro,cuero Slimenti,pokheda loro tutu le co
fefonofabrkate.
Cap. Quefli quattro capi di f quadrale hanno cura delle J quadre dì tutta la m'u
litia,vorrò vn poco nue der loro i conti, e forfè ancora mutarli, e cambiar loro
lochi, & habitationi.
Trap. Haurcte che fare a riuederloro i conti, poiché non tocca a voì,ma al Gene-
ral dell'esercito : & guardate quello, che fate, erkordateui , che nìun vitto fi
tmoua^befeco noahabbia la fua pena. però andate circofpcttoin queili voii
■ ajjart. nfànaro^
Cap. o m non regna vitto, non fegue pena xlomnfon v'mofo , & per confewn-
%a non mi fidebbetaiìigo alcuno. 6
Trap; ogni reo di e cosi; ogni mal fattore dice d'cjfer galantuomo, poi quando
l fo ZZl torme - n ^
86" .^MSfflE^^*---*-
Trap.
Bel Capitano Spauento ,
trap. Meglio era dir f \Afino -padrone .
Cap. Orsà vatt'timpicca per la %4* dft$ delfHemifphero,
Trap. %HtJlapm!*nmf«ròìo. _ ) ■
Cap. "HJ io fari A molo am, <&• anitra l a cofa del part ; intanto ricordati di m et*
ter' all' ordine il mio Htppogriffo,
Trap Tadrone, tmppog riffa è <zpppo,e li marita là\amH deftra dinanzi .
Cap: Và , e pigli* quella gamba dell' Hippogriffo, cb'è nella Cappella di Varigi t
attaccagliela •
Trap- Sì, ch'io debbo efferevn' altro Efculapio t mero apollo Dio della Medici-
na:orsù quando volete partirei
Cap. Dopopranzo,
Trap- Ter non dirdeft>tare 3 cperpJrlarcanaRomanefca»Edonc babbiamo da,
deftnare ftamatrìna i ;
Cap. M Tempio della Fama , i» compagnia de' maggiori Capitani ,c bibbi»
battutola Grec'u } Roma,e Cartagine.
Trap. Sta remo magramente sgabbiamo 4a mangiare a cafa della Fame, credi
the bìf'gnerà mangiarci fvn Caltro ■
Cap. Della Fama,e nonéeUa Fame,ignorantone .
Trap. S'io fono ignorante,non fon folo al mondo.
Cap. Qiufi volejji dir.
Trap. Neffun le mona , che far non poffa con Orlando a prona j che fiete m
Cap- ^tao'noMono : Ha ì f à mai fentitofò Trapotajrìcorda re vn certo Manlio Tct
qaato Romano? . I
Trap. Signor sì, quello, che prima affolutamente fi chiamava Manlio,at quale fù
poi adonto itfopra nome Torquato da quel collaro d'oro , cb'tgli tolfe a quel
Fra ncefe,cbe l o sfidò [eco a battaglia, dopo t'hauerlo ammanto, e tagliatoli
Cap. Quello appunto : Mora (appi , che vn cafoftmìlea quello , ò poco differente
m 'aìmenne non molti me fi fono, nelle Campagne dìRoma. Fulda yn certo
Vallante pecoraro,quaft me%o Gigante disfidato a battaglia per capriccio, al-
la prefmza di mole altri pecorari ,il quale perche era rìcchìffimo di molte
Mandre,portamatrauerfo del petto vn cìnto d'argento dimolto ualore, ria
qualeeranu intagliate tutte lefue prode^e fatte con buommtbram, & con Vl9
fìntoti animali. . . .
Trap- Ver m Vecorarocottui era molto arditola non m conofcemibora ucnit
Cap. m \fateniìpoierofo Pecoraro una fpadaeck larga un palmo , & iwg4*j
trebraccìa,collaqmleuemeaiafJalirmh&Uprimoco^
un gran fendente,* coft romnofomniua ilcolpoa cadérmi fukapo,cbeji
etapreilo a fcanfarlofen^altromtfendem fino a t denti :
RaeionWiito Scffantcfimoquarto. 12 S
, j con ma sioaau cntrtndodi pufcpé 0 l fP^ 9<"}*P**>
fCM Pj£o& e f> « U «ntod'argentof dail bora in qi <a per fo-
1 * qM *ntopw,u. £ ibe crcdAc noi mdn^tdi buono a^ei fatkmoMl*.
Czd dello itéto m oflrx,cbepcrantej,a[ìo:»far*n> i oi Trionfi del Pe-
P * trìrclVrllU U Comedi, di Dante per arrofto il poema bemeo del Tafio ,
&Ktlnatt,ttonfetùoniirom*niiW da B.i.irdo*
Trap Omelìe fono pià toiloiwandvd* Tocche dx Captar?, c o« tutta ttò a .iiu
• Regneremo ancozuoidimangiarne^ndiamo*. _ f VjM
RA-
Gap,
RAGIONAMENTO
S E SS ANT ESIMO QV ARTO.
Capitano, e Trappola.» .
UDK 0 jfonomoki, e molti meft> ch'io yiuo allafnt
ferititi , & m tanto tipo mi bauete raccontate tante, e sì
dìuerfe cofejequalim'bdnno ripieno di altiffìma meraui.
glia ; Con tutto ciò mìpare,cbemolte dì effe dette, e wc.
contate non pof}anoflare,perefler'etleno fuccefje i inan-
•ZÌalvoflronafcimento ,onde pcrleuiwi'; queBo dubito
dall'animo, la pregt a dirmi incbe tempo voi nafcefie,&
venifle in quefio noflto mondo.
Se bene la dimanda è impertinente ,tutla Vìa per compiacerti te lo voglio
dire : Sappi dunque , ch'io nacqui fubitocejfato il Dilnuio dell'acque al tempo
di Deucalione,e Tirra,&nacquid'vnduriffimo Saffo, come nacquero tutti gli
altri huomini da quei Saffiche ì duo vcccbijìgettaronodìetro le jpdle.
Trap. Se cofìè,voi domte batter più anni, più lufln,pìù Et adi, e più fecali, che
non hi qua fili mondo*
Cap. £ verÒ qttello,che tu dici\ma perche tu non faX'come paffa Unegot'w,perque
fio t'empì dimerauiglia,e difiupore,&a fìne,che tu intenda il tutto; fappi ch'-
ioogni ccntefimo anno mi rinuouo come la Fenice al fttotempo,e ringiouenifeo
come fece il vecchio Efoneper mano della incantatr ice Medea.
Trap. Talmcnte,cbe dà quell borace voi nafce(le,vi fiete rìnouato, e ringiouenì
to più,e più volte:& cofi andate feguitando l'ordine incominciato .
Cap. Cofipafla il negotio , però da quà innanzi non ti maravigliare come fanno
molti ignorantoni , ebefentendo raccontar lemìe prodezze per sì longo ordine
d'anni, fe ne ridono ,&fene burlano dicendo , cb'ionon poteua efjcre in quel
tempore che mie non fono l'alte merauiglìe.
Trap. Hora mi quìeto,come credo , che fi quieterà ogn'vno : ma come fate voi a
rinokaritU& ringiouenim, come dite i E chi fono quelli, che v'aiutano à r'm-
giouenire f
Cap. Molti , e molti fcruitori miei hanno fatto l'officio d't rinouarmi , effendo da
me Siati be-ne in slmtti del modo,e dell' ordine ,cbe doueuano tenere,come farai
ancor
'Raffioiwtticnto SeiTantefimoquarto.
mcortà fràpnkigtomi,aMk\MvàifiUttnif>o
Trap. *be 11 ^ c P i ' tete TC * baucrCjCaro padrone?
Cap. Sono vicino al cente fimo anno.
Trap- *° f Wf ttl giudi™* '
come fi rinouato € font
ni,età virile ,nelia ani-.
ebe vo i mi diciate l'ordine,c'ho datenerc,ume lo dutfie-a glt alt» rcfitijt rui-
torifbevirinouarono. ,
Cap. "Perche longo farebbe a raccontarti Ututto/ifarè vna minutadi tutto quel-
lo,che vi bifogna, perche la mtmoria non ti /bruirebbe per tante herbe , (ben
tanno,& in qual parte vanno colte, & a qualttmpo.
Jrap. Coltc,cbe faranno tutte l'herbe,e tremato tutto queUo,cbebifcgherd,cbe or-
dine deurò io tenere per far l'opra di tanto valore , e dilatiti eccillcn%a{
Cap. Colte,cbe faranno l'berbef: metteranno dentro d' vna grand iffi ma Caldara-,
che io tengo in cafaper tale effetto, ponendeui dentro l'acqua fui f urea -, & boU
lente del Bulicavi di Viterbo , facendola bollire d fuoco di legna di Cìpreffofm
tanto che l'herbe trasfondino la loro vmtì,dopoqueiìo tu batterai cura di dar-
ntivngreue fonnifero, ch'io ti darò , e fubìto addormentato , p iglie rat m ta-
gliente coltello t col quale in un tratto mi fcatmerai •
Trap. Comefannogli Hebrei a faghattar le oche, le galline, e tutte le carni, t'han-
no da mangiare ;&po\.
Cap. Scannato , ch'io farà ver fondo Vuiueccbiato f angue fubìtomi metterai nella
bollente caldara, facendomi bollire vnagtofs'bora, (he fubitomi vedraitornar
giouane, frefeo, e bello, e da per me faltar fuora delia caldara , fare ma ca-
priola fiaccata vn pirlotto,& H folto del fiocco.
Trap. "Padrone mio , la mi perdoni , perche io non intendo di far ftmil'offieio ;
fcannarui io ì far l'ojfido del boia i effer manigoldo del mio padrone t il
Ciclo me ne guardi, trouate pur 1 'vn' 'altro , che io per me non me ne voglio
impacciare . '■. ttt%
Cap. Quando farà il tempo, tà lo farai fen^altro*
Trap. Tuò effcre,ma non lo credo . fcMftàVtHfc <f .d
Cap. Orsà pajfiamo ad altro particolare.
Trap. Sì.- perche quefìo è vn ragionamento da far flupire tuttala Filofcfta Io-
nica, Italica,Etica,e le due tyecie de FMofofi , l'vna detta Dogmatica, e l'altra
Sepheticatla prima, chedifputa delle cofe comecomprenfibili, la feconda,che
difpMta ielle cofe come incomptenftbili .
Cap. Tu mi vai fempre intronando il capo con quefla tua filofefia , e con cotefii
tuoi Filofofi , &fà cicalare il mondo, dicendo, che per vn Jermtoretu fappix
troppo .
Trap. "Padrone, gli huomini non ftmifurano a canne, & al loro dìreparereb-
be , che folo olii nobili , ricchi , & padroni fi comeniffe lo sludiare , & il fa.
R pere,
, Del Capitano Spauemo
pere , &non a i fcruitori > U cui opinione è f alfa , poiché per 1$ pià fi vedonw
nelle Cort'hfaper molto pitti ferui del Signore j però tacciano quefli troppo na-
futi cenfori.
Cap. Se tufeì cotanto amatore delle fetente : e che tanto prefumi dìfapereiper-
chenon vati» qualche Studio famofoa legger pubicamente , come fanno gli
altri Dottori^ in Legge s ouero in Medicina ì
Trap. vaimi vorrefìe mettere in troppa confideratkne appteffo il mondo ; Jà
bob dico d'ejfer Dottore , dico folaghe alle volte folto rmidi panni ft nafeonde
alto fitpere,e ne i monti alpefiri,efaf}bfi y ft trouano ancoradeli'herbe t cbe dan-
no la fanìtà alle creature bimane.
Cap. io credo quello , che tu hai detto : ma per faper d'auuantaggio direi , che
ti di nuouo'andaffi a Tadoua allo Stuiio, & quitti diuenuta yn granàif.
fimo filofofo gemitene poi conio (luccio della tua Filofofia a nettarmi le
fcATpC-J ♦
Trap. Ter quello , ch'io mamedo 1 vai battete infoco conto la Filofofia , e tutti i
fuoifeguaci . .
Cap. E veroipereffercofa inutile, e dimoilo trauaglioa chi. l'efferata
Trap. Se voifapesie l'origina fua,da chi fù trouata,& quellitche lafeguirono,uoi
non direfie cosìte di Capitano ,che fiele vi fatefte Pilofofo fen^altro .
Cap. Filofafoiotpiàtcfìo. diventerei Boia >perimpìeearti ad vn albero: Echi
furono gii inventori primi di quejìa tua Filofofia t
Trap- ' l Biffati t ò ~>tfticam,cbe vogliamo dire ; & i Grec'tl'appreferopoi , onde
la G recia diuenns coft dotta , e famofa .
Cap. Et i Barbari da chi t'apprefero t
Trap. ./# Unni dicono dai Caldei >& altri dagUHebreL
Cap. Tu non la fai pei Barbarici Greci t nè'gli hhbrti.Da vtexacque, & beb-
bs origine cotefla tua Filofofia, il che fu nel mìo nafeimento éoppo il Dilnutv,
'pedendomiil vecchio Deucalione t eta vecchia Thranafcer d'vna dmifjima
. felce , e molto differente dall'altre-Creatute , perche quelle nafceuavv ignude »
& io nacqui armato di pìaìrra.e maglia: maragioniamo d'altro..
TrJp. Tadrone^voi mi dicerìe hìerfera, die voleuate quefìa niatàna- andare alla
Cavallerizza al maneggio de* C aualti , & pur fapete, che quà m genetta non
fvfa maneggiar Cauaiii .
Cap. Tfyn importa t voglio io- metter sii tvfan%a i & ordinare, che da qua innan-
zi non ft vada più hi barca t ma fi bene a cavallo» & in cambio dì paffarfopra i
Tonti, far faltar'i Cavalli da vna riua all'altra .
Trapi Sarà vn bel vedere x fe quefli Signori fe ne contenteranno»
Cap. Faranno quello ,the vorròìo .
Ti#p. E le gentildonne come andranno ?
Cap. Andranno fimUmente a cauallaalla Tvrcbefca , falla Francefefopra bei-
tillime Chince . J
* Trap.
R - rrio^aineiito SeflTantefimoquarto . i
Trip n - nej madotte hi da farfi U maneggio *
T?fn Zoomi fi fi .terranno i caualìi per barca, ò come i «Ak^
Op. X"" ìo dett0 > * dcurarmo fallare 4* rwa ali altra .
Trap- Signor ^ . . .
Cap- Salteranno dunque dalli pia %£a cW/e Cotenne wfmalM*
Trap. E qu.i cantili s'bawo da condurre almineggio?
Cap. r» Cw//' , c&f /oto /opra te porfa della Cbiefa dt San Marco .
Trap. Credo,t he non vorranno ttenirc.
Cap. Mem loro ma bellab*sìina,&m buon Camt^one y &ferfor^a conducili
almaneggio* t t
Trap- Farò opnsforxo.-ma mnglipottò condurre. Tadronejarà ben fatto beuet
prima t^Acqua vita.
Cap. V à dunque dal mio DiflUlatore , e redife ancora U difiillato Sacco dioici
uino,c fattolo acqua ulta . m t
Trap. Senon l'baurà difìlitato, andremo a beuer te malaagia di Candì*.
Cap. Vjn mglio beuer malmgia diCandìa* che qualche notia non uolmio k mi
beueffi i e tracannaci tutta l'I fola di Candia in un fubito ; coti danno notabile
diqucjìi SereniJJimi Signori t andiamo .
RAGIONAMENTO
SESSANTESSIMOQVINTO.
Capitano , e Trappola -
Gno molti . emo/n W» i Trappola mìo „ che trottandomi
Wgiorno tutto fica furato nella camera mia , miutiMe
all'orecchie un romor di Tamburi [cordati, un fumo dì-
• rauche trombe , & vn calpcfiia diCauatitJa onde affac-
ciatomi alla feneflra ,uidi una Donna tutta coperta di
negro t accompagnata da trema Matrone, e da altretan-
te donzelle tutte uefliteabruno ,la cui donna d' affetto
venerandoci chiamò dicendo, valorofo Capitano Spanato Jo alldgrandexga
ttoJìra,& aluojìro foprhumanoualorene uengo , nella cui for%4 >e potenti-
é riposala fallite mia; Io ciò udendeper non dar tempo al tempo fallai dalla-
feneftradelmìapalaigoin Sìrad 'a ^dicendo* the mi comanda la grixnde%g*+-
uoUrai
Trap. Voi andaHe in (ìrada perla porta delle Rondini. Et coft.
Cap. Diffemi lagenerofa donna effere Imperatrice di Ccftantinopolì , sbattendo
r Imperatore fuo marito prigione dei Saldano dì Babilonia , andauactreando-
fujfragioda tmii -potentati dell'Europa per lo fuo rìfcatto,e che dìgià hmW
grandìjftme promejjìon i da àafebeduno di loro.
Trap; volendo dir che.
Cap. Lafciofsi intendere lafaggia Imperatrice , hauer'ìntefo, cornei/ Capitano
Spauento era [opra d'ogni altro potente, eliberalneche per ciò era Menata*
fupplkarhtcheuoleffe concorrere cenglialtnall'lmperialrifcstto.
Trap. la Fama 3 che non può tawr le grandezze altrui, le portò all'orecchie la
uo$ragrande7ga& lauofiralìberalitade; €t miche le rifpondeftct
Cap. Ledìffi fubho,cb'elladoueffe con lettere ringraziar tutti quelli, the fé rana
offerti al ri fratto dell'Imperatore , ìmperoche uoleua efferio quel filo, the lo
rifeattaffi .
Trap. £ quanto erail fuo rifrattore la fui tagliai .;
Cip. Dijie l'Imperatrice effer duo milioni d'oro : la feci difmont*rda mw W"> »
diedi Albergatori tutta la fua corte per me/ri we/i, & m quel mentre fenp*
Ragionamento Seflantefjmoquruto, rjl
tifano: -Andò ilmefjòingrandiffimadiUgen^r&tnbteuiijime
paruero moki, e molti carri ferrati/trati da feroajjmt Lenijbpr*
m mio i
ftavt'mopoli.
TriD Che fu dell Imperatrice? •
Cap. CoJnia buona gratta fette ritornò à Biotto >t dtiàpoi mi mandòncthif-
Trap^ VotuTìmpcratrite nonpoteuano efferfe non riccbi,permandarli aUagra»
deTzavoflra. ■ 'Vwj* ^ .
Cap. Man dammi il fuo ritratto , e quetto dell' Imperatore, detta grandezza loro >
intagliati tutti duo,l'vno invn Diamante^ l'altro in vn Rubino da portar nel-
[a mk pennauhitra delcappello-.pregandcmi l' apportatore ,cbe quanto prwia
doueffi lattarmi vedere aCcftantinopoli,cbe tale era la volontà dell'Impera-
tore per meglio regalarmi.
Trap. Bifognauabene andare, emn far fallo.
Cap. ^ndai,& per andar piò to fio ,mi feci fare vn paio d'jile darolave da De-
dalo mio mgemcro,& /oprale fpaUemipigliaiilmeffo*Ambaftiatcre:&.pog
giando per l'aria a volo, volcitant 'alto ,che l'^mbafciatore impaurito ftlxf ciò
tadere,& cadendo cadde in mare t & andò in f ondo, pofeia riforto,e venuto al
lito,mi cbiamò,dicendomi, ch'era cadutami fondo del mare quindici Jìadtj.
Trap. Grandiffmo profondo fu quello: Se benei Geometri affermano , che niun
monte in altezza , nèmare in profonditi poffa eccedere a dieci sìadij , che co-
me beni fimo fapete ogni fiadio è cento venticinque paffi . £>iJJ cui altro quello'
vdmbafiiatore .
Gap. Diffemi d'bauer veduto in quel fondo del mare ma belliffìma cafa , fatta
tutta di finìjjìmo corallo : e che picchiandoalla porta , comparite alla feneìlra
vna ferua dì cafa , la quale lìprefentò Dna tira di pan caldo , canato aWhora
all' bora dal forno, & fubito fparue ria.
Trap. Pan caldo , caldo fatto l'acqua del mare, non l'ho maipiòfentito dìre,pme
ognhofapuò efiere con la forza detta fomrna natura.
Cap. Lopigiiaidinuouofopralefpalleyù- poggiando verfo la sfera del fuoco >
■ non volendo m'abbruciaH'ali,& non potendo più fojìenermi nell'aria a volo ,
eaddi,& meco cadde l'^mbafciatore, &cofi eadendo cademmo fopra il mon
te Etna in quettavoragine di fuoco.
Trap. Veramente quetto fùvn cader dalla padella néUabrace,ecadefie nel fuoco
perche il negotio non andana aUejfo t ma sì bene atrofìa: Mà dotte andane voi a
ferie-
Del Capitano Spauento /
penetrare con quella caduta sìgronde,& co fi rouinoft >
Cip- Cademmo nella negra,& a fumicata fucina di Falcano .
Tirap- E eolà dmtefie trottare il z ippofabroinfieme co' funi Cklopi.SteropejSron
te,e "Piragmoné ,che doueuanof*brìcar qualche bella afmadura.
Cap. Fabricauano l'armi mie , che coftloro era Siato impofio dal vecchio Demo-
gorgone mio Arcauoto . * i
Trap. St iocredeua , che fabricaffera rami d'Achille per ordine di Theti fu*
madre'
Cap. Fahricate che furono l'armi mie, Vulcani nediede definare molto delicata
mente.
Trap. £ che cofa vi diete di huonù,e di leccarde?
Cap. "He diede il rapto di Proferpina fatto a guazzetto con le fue fpetiarie di ca-
ligine^ fcbiumadifertOychefù cofa molto delicata: dopo ne infegnò lafirada
di Coslàntinopoli per la via dell' Arcipelago .
Trap. £ qual via era quella?
Cap. Mofi ronne l* tfola di A/elìta , b Malia, che vogliamo dire,& con vna fu*
buona bina ne fece condarre da fuot Ciclopi , giorni che noifuffimo in quella
npbilifjima Ifola per lo volare antichità di quei genero fi Caualìeri, andai a
•vifitar'iigra Mafìro,dal quale hebbi quattro Calte per Iettarmi fin*ali'lfola di
Sc'to;& jpirando buon vento al noflro cornino, tirammo alla volta dell'I fola dì
Canàio quando la malo forte volle , chenoic'mcontraffimo nelle Galee di Bi-'
fertk, di Bona, à'Algìeri, & altre di Barberiaje quali n'afì aitar ono,^r com-
battendo valorofamìte fallai fulla Capitana d'Algieri,& quiuifecìcrudelìf-
firn* sìragediquciCorfari,in quel mentre le Galee di Malta combattendo
anch' effe s'impatronirono dì tutte l'altre nimiche Galee : la onde vedendo la
Capitana d'Jtlgieri la perdita manifefla fi diede a fuggire ,& feto mi condufle
legato fino in Barberia,ladoue giorno fece vendita dìmeacertìmercatantidi
BabiloniaJiquaHfoprJ d'vn Camello mi condujìero innanzi al Saldano di Ba-
bdonia,il quale interrogandomi dell'effermio,intefecome io era quello^he ha~
usua rifeattatoì' Imperatore di Cofìantinopoli,
Trap. Facente molto male a difeopriruì per tale ♦
Cap. E di che forte, perche fubito mi fece taglia di dieci mi/ioni d 3 oro,facendomi
ferrare dentro vnafortiffima,& altijfma Torre.
Trap. € comefacefie voi a rifeattarui ?
Cap. Mentre , ch'io fiaua cbiufo>e ferrato dentro la forte Torre fotto la guardia
d'vn fuo vecchio Mamalucco,feci,tato,cbe io me lo refi amico t & fgeffofpefio
mangiauamnv) infieme ifinalmente lo fcannaì col fuoproprìo colteUo,lo fcoìti-
caì gentilmente ; mi po fila fu* pelle indoffo,& particolarmente quella deluol
to co la fua barba, e con gli habiti fuoi,& me ne venni fuoro della prigione, &
a quel modo mi Ubcrai;& fuggendomi da quella Città di Babilonia, falla i dilà
dal fiume Eufrate } &gionfinelfeno Perfico;andai ne' Monti d'Armenh,paf-
Ragionamento Seflantefimoquiiuo. 1 3 z
t ■ é^tabia.vidi i Moabitici Amonitij Mediamela VaUflniaJa Tenia*,
U Jnte Libano in Siria,doue nafce il fiume Giordano & da quel Mortele-
^vn alto fino aCofiantinopo^ e quiuitnal grado del Soldino vfiail lm-
m cnemoltimef^cquifia^nqueltemponHOU t Regm,enuoneTrouwcieaquel
lo imperio, &pofciame ne riuenni alle paterne cafe.
Trap. Ilroflro fùvn longbiffimo Viaggio , da non farlo in quattro ami ,Je bene
• da voi fu fatto in vn baleno.per la virtù del volare, edel fallare.
Cap. Sentila virtù non fi può far "f'^**™»*" 0 .^'^™
d'andare inuifibile,& non effer mai veduto, del fapere quello,cbe fanno 1 1 ren
tipi dtl monio,& a quello, che penfano, quando voglio, perche fon cofe,cbe le
Trap fc0/ C«^o//fpL^«e//o,cbe mi raccontate, ma ricordateui t Padrone,(be
ftete afpcttato al gioco della Tellotta,e cbel'bora satmicina .
Cap. Tu hai ragionerà intanto,e vedi fe fono campar ft i giocatori, e la, città per
vedere.
Trap. E chi fono i giocatori! fono Italiani, Spagnmli, à Trance fi .
Cap. I Francefi -(mano alla VL*cbetta,gV Italiani al Tallone,egli Spagnwh alla
Vellotta,a tale, che far anno tutti Spagnuoli.
Trap. € che buomini fonoi
Cap. Tutti huomini fignalati.
Trap. Doue fono ftgnati, fui volte?
Cap. Jlmalamo, che ti venga, fonotutti grandi di Spagna,& perfone coronate.
Trap. €chifonoì
Cap. Ilprimo farà Don Menando quarto He di Spagna ,il fecondo Don Monfo
undecima Re di Spagna , il Re Don Henrique^, il Re Don Fedro , il Rj Do»
Giouanni t grìoRe degli ammazzatori.
Trap. Talmente, che farete a tre perparte,e di quanto farà il vada i
Cap. Ilvadafaràdi dieci Cafteliialla vqlta.
Trap. 0 peri fa quello, che importerà il march: Orsù iovò, e venite prefiamente.
Cap. Ricordati di portar le mie palette dagiwcare , quella dabatter la palla fin
nell'Occìdente,e quella da ribattere fin nell'Oriente.
1 L F 1 N E.